Astaldi senior 2020: JP o non JP, questo è il problema

A me 4,5 non sembra minima ma molto meno di minima : la schifezza delle schifezze

n un post precedente qualcuno ha scritto di aspettarsi almeno un 30% con il concordato
lui ha semplicemente risposto che tutto e' possibile, citando appunto il caso di sua conoscenza 4.5%
 
n un post precedente qualcuno ha scritto di aspettarsi almeno un 30% con il concordato


in un post precedente di ieri qualcuno ha anche scritto:

"saro' pazzo, ma chi compra oggi credo che non avra' nulla da perdere"
 
in un post precedente di ieri qualcuno ha anche scritto:

"saro' pazzo, ma chi compra oggi credo che non avra' nulla da perdere"

comunque, fino a ieri , a qualsiasi prezzo, tranne alcuni rari momenti, il denaro c'e' sempre stato..a 50 a 40 a 60 a 38 a 47....
sicuramente non sono folisti
chi era che comprava?
 
comunque, fino a ieri , a qualsiasi prezzo, tranne alcuni rari momenti, il denaro c'e' sempre stato..a 50 a 40 a 60 a 38 a 47....
sicuramente non sono folisti
chi era che comprava?

Chi non sapeva che Astaldi da oggi si sarebbe messa nelle mani dell'avvocato romano per affidargli la piu' sofisticata ingegneria societaria possibile.
 
se mi lasciassero inserire io una offerta la farei, ma di fatto sono bloccati e fineco non fa usare otc
 
n un post precedente qualcuno ha scritto di aspettarsi almeno un 30% con il concordato
lui ha semplicemente risposto che tutto e' possibile, citando appunto il caso di sua conoscenza 4.5%



ma no !!! si è semplicemnte dimenticato un non

La frase scritta in maniera pertinente al suo pensiero doveva essere :

Sbagli a pensare che NON vi possano essere percentuali minime .

... e poi ha fatto l'esempio dell'amico "
 
Ricordate per il futuro.

La superbia va a cavallo e torna a piedi
 
Ad oggi quindi praticamente possiamo dire che avrebbero annunciato il default ?
Di conseguenza credo che per il bond sia finita qua ?

E' da un po' che non seguo, sono rimasto con un lotto a 90 più pensando di lasciarlo lì senza aggiornarmi sulle vicende, che scopro invece essere oggi totalmente deteriorate ?
Sulla carta non si sa ancora nulla, oppure ?
 
INTERVISTAMichele Pizzarotti . Commesse affidate a imprese non più in grado di operare vanno riassegnate al secondo aggiudicatario
«No ad alleanze fra società in crisi, noi interessati al Ponte»
Interesse per la costruzione del Ponte di Genova, invito al governo a mandare avanti le grandi opere in corso. No alle aggregazioni fra imprese in crisi o a poli nazionali come quelli suggeriti dal mondo bancario per gestire le commesse di imprese vicine al fallimento. Michele Pizzarotti, vicepresidente dell’impresa di famiglia, ragiona su crisi finanziarie del settore e stallo degli investimenti pubblici.
Partiamo da Genova. Siete interessati alla costruzione del nuovo Ponte? Le piacciono le soluzioni prospettate?
Può essere uno strumento interessante di sperimentazione di partecipazione pubblico-privato, ma la scelta del partner privato dovrebbe avvenire consultando almeno cinque soggetti per creare competizione. Il dialogo competitivo con imprese che i ponti li costruiscono nel mondo è uno strumento che può certamente aiutare anche la messa a punto del progetto.
Voi siete interessati?
Noi e altre grandi imprese qualificate siamo certamente interessati a mettere a disposizione le nostre competenze.
Va bene anche l’idea di un pivot pubblico?
Sì, va bene. Non sarà facile gestire il rapporto concessorio con Autostrade ma non spetta alle imprese indicare la soluzione.
Da cosa nasce la difficoltà di questo momento per il settore?
La competizione sia nazionale che internazionale è a livelli altissimi. I cinesi stanno facendo ovunque dumping con prezzi insostenibili che alterano gli equilibri di mercato.
In ambito bancario, si ipotizza un polo nazionale delle costruzioni anche per gestire le commesse gestite dalle imprese in crisi. Che ne pensa?
L’idea di aggregare imprese in difficoltà non ha alcun senso. In Francia hanno fatto aggregazioni fra imprese sane per creare colossi in grado di competere. Non avrebbe senso neanche pensare ad aiuti pubblici per le imprese in difficoltà, oltre a quelli ordinari come la Cig. Sono anche contrario a mettere insieme imprese con bilanci sani e imprese in crisi.
Come si esce dalla crisi?
Vedo che anche il concordato preventivo non sta funzionando. Si nomina un amministratore straordinario o un amministratore coatto nel caso delle cooperative e poi si va avanti per mesi e anni come se nulla fosse. Meglio allora pensare a un quadro giuridico più chiaro che faciliti le stazioni appaltanti nella revoca del contratto quando un’impresa non è più in grado di operare e nella riassegnazione della commessa al secondo aggiudicatario. Oppure si favorisca uno spezzatino delle imprese in crisi, per ogni commessa un ramo d’azienda da mettere più facilmente sul mercato. Una soluzione più sana e percorribile perché si evita di chiedere a qualcuno di sobbarcarsi l’impresa intera.
Sulle grandi opere i segnali che arrivano dal governo non sono buoni: cancellazione di fondi al terzo valico e sospensione delle opere in corso in attesa dell’analisi costi-benefici.
La cancellazione di un finanziamento per un’opera in corso non è un bel segnale, soprattutto se può portare a rallentamenti o sospensione dei lavori. Anche di analisi costi-benefici se ne sono fatte molte. Si facciano rapidamente, almeno, con criteri che tengano conto dello sviluppo futuro dei territori. E bisogna considerare che l’esito di queste analisi può essere devastante rispetto alla programmazione delle imprese, alla negazione del diritto e al blocco delle uniche opere che danno beneficio al Pil.
Il governo ha però annunciato un piano di investimenti per manutenzione di infrastrutture e territorio.
Se ne parla da anni e spero che stavolta si faccia davvero. Il punto critico è quello delle procedure che devono essere accelerate. Penso però che più che cabine di regia accentrate e supercommissari serva una velocizzazione delle procedure ordinarie.

ho letto questa intervista e la costituzione delle 2 newco potrebbe essere legata anche al fatto di avere le mani più libere per decisioni straordinarie sempre che il giudice non si opponga
in modo da vendere (o svendere) la quota in qualche progetto
 
n un post precedente qualcuno ha scritto di aspettarsi almeno un 30% con il concordato
lui ha semplicemente risposto che tutto e' possibile, citando appunto il caso di sua conoscenza 4.5%

piu che altro la questione è SE, come in altri casi di concordato, ci sia un recovery minimo (30%) per cui il giudice dia l'ok alla formazione della newco
 
n un post precedente qualcuno ha scritto di aspettarsi almeno un 30% con il concordato
lui ha semplicemente risposto che tutto e' possibile, citando appunto il caso di sua conoscenza 4.5%

Orbene, l’art. 160 l.fall., come novellato dal decreto legge 27 giugno 2015, n. 83, prevede che: “la proposta di concordato deve assicurare il pagamento di almeno il 20% dell’ammontare dei crediti chirografari”; dunque con la reintroduzione della percentuale minima di soddisfazione tra le condizioni di ammissibilità, l’imprenditore è obbligato a garantire il pagamento dei creditori, fornendo almeno una proposta concordataria idonea ad assicurare l’adempimento dell’ obbligazione. Nel caso in oggetto, la mancanza di offerte alla prima asta ha determinato il mancato adempimento dell’onere imposto alla società, essendo l’attestazione sul punto, inidonea a dare la dovuta garanzia alla proposta concordataria. Inoltre, la mera dichiarazione di intenti depositata dalla società non è sufficiente a garantire l’assunzione dell’obbligazione imprenditoriale, come, invece, la stipulazione di un contratto preliminare o la proposta irrevocabile di acquisto, avrebbero potuto fornire.

Pertanto, in relazione alla previsione impositiva dell’assunzione dell’obbligazione dell’imprenditore di soddisfare i creditori chirografari nella soglia minima del 20%, il Tribunale adìto ha dichiarato inammissibile il ricorso di concordato preventivo, non sussistendo i presupposti delineati dall’art. 160, l. fall., fissando, altresì, l’udienza per la disamina della domanda di fallimento.
 
Orbene, l’art. 160 l.fall., come novellato dal decreto legge 27 giugno 2015, n. 83, prevede che: “la proposta di concordato deve assicurare il pagamento di almeno il 20% dell’ammontare dei crediti chirografari”; dunque con la reintroduzione della percentuale minima di soddisfazione tra le condizioni di ammissibilità, l’imprenditore è obbligato a garantire il pagamento dei creditori, fornendo almeno una proposta concordataria idonea ad assicurare l’adempimento dell’ obbligazione. Nel caso in oggetto, la mancanza di offerte alla prima asta ha determinato il mancato adempimento dell’onere imposto alla società, essendo l’attestazione sul punto, inidonea a dare la dovuta garanzia alla proposta concordataria. Inoltre, la mera dichiarazione di intenti depositata dalla società non è sufficiente a garantire l’assunzione dell’obbligazione imprenditoriale, come, invece, la stipulazione di un contratto preliminare o la proposta irrevocabile di acquisto, avrebbero potuto fornire.

Pertanto, in relazione alla previsione impositiva dell’assunzione dell’obbligazione dell’imprenditore di soddisfare i creditori chirografari nella soglia minima del 20%, il Tribunale adìto ha dichiarato inammissibile il ricorso di concordato preventivo, non sussistendo i presupposti delineati dall’art. 160, l. fall., fissando, altresì, l’udienza per la disamina della domanda di fallimento.

questa soglia di soddisfacimento è prevista nel concordato liquidatorio ma non si applica in quello con continuità aziendale
 
Uno dei 2 sono io, l'avevo presa a 38,85. Ho preferito una perdita secca subito piuttosto che una luna agonia che forse porterebbe a recuperare di più fra anni. Con Unicredit che oggi fa quasi -10%.....

9 figure ti sei salvato.
Adesso è già sotto 27

p.s. chi sei dei vecchi. Fai la confessione
 
denaro da 18 a 22 :'( buona fortuna a chi è dentro :shit:
 
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