BEST STOCKS VOL 10... ballando tra le bolle

Hardware al numero 1 ovviamente i chip grafici...

Grazie, in effetti avevo iniziato a studiare un po' NVIDIA, ma mi sono un po' raffreddato per il blocco su ARM. Anche il fatto che una fetta degli utili derivino dalla profittabilità del settore mining mi rende lo studio più ostico.

Cosa ne pensi (la domanda è rivolta a tutti), invece di Micron Technology?
 
Grazie, in effetti avevo iniziato a studiare un po' NVIDIA, ma mi sono un po' raffreddato per il blocco su ARM. Anche il fatto che una fetta degli utili derivino dalla profittabilità del settore mining mi rende lo studio più ostico.

Cosa ne pensi (la domanda è rivolta a tutti), invece di Micron Technology?

Per queste cose eviterei e prenderei il generico nasdaq... troppo specifiche...

iShares Dow Jones Global Titans 50 UCITS ETF (DE) | EXI2

Un buon punto di partenza per il picking sono le aziende incluse in questo etf... il dj global titan 50...

Su 50 estrarre un numero limitato di titoli che si reputano migliori

E poi vedere come si comporta il paniere scelto rispetto ai vari indici.


Il picking su tech specifici difficilmente è più profittevole del nasdaq... o se lo è spesso è un titolo ad alto rischio...

Il settore memorie non mi ha fatto mai impazzire in un'era di connessioni ultra veloci cloud e streaming...

Il mercato consumer ne ha sempre meno bisogno ...
 
Effetto inflazione sui rendimenti di borsa

Ecco il legame tra inflazione e rendimento in borsa.

IMG_3785.jpg

in sintesi con inflazione alta la metà delle volte il mercato azionario va male.
 
ma per inflazione alta cosa si intende? perché dal grafico nella fascia tra 6%-2% (circa) mi sembra che la statistica sia a favore di rendimenti reali buoni, sicuramente migliori degli estremi
e non credo che quest'anno saremo su livelli di CPI sopra quelli del 2021 non solo per eurozona ma anche per US
 
ma per inflazione alta cosa si intende? perché dal grafico nella fascia tra 6%-2% (circa) mi sembra che la statistica sia a favore di rendimenti reali buoni, sicuramente migliori degli estremi
e non credo che quest'anno saremo su livelli di CPI sopra quelli del 2021 non solo per eurozona ma anche per US

L'inflazione del 2022 non la conosciamo ancora ma sicuramente non sarà tra quelle considerate "moderate", pertanto l'impatto dell'inflazione nel 2022 potrebbe portare ad un forte calo delle azioni (almeno il 10%) per un 50% dei casi (questo è scritto nel libro).

Quindi chi sostiene che l'inflazione non ha alcun impatto sui corsi azionari deve rivedere un attimino il suo punto di vista perchè per il periodo 1926-2002 le cose sono andate diversamente e deve essere consapevole che investire oggi sul mercato azionario lo porta ad avere le stesse probabilità di vincere (o perdere) a testa o croce ossia il 50%.
 
Ecco il legame tra inflazione e rendimento in borsa.

Vedi l'allegato 2810583

in sintesi con inflazione alta la metà delle volte il mercato azionario va male.

IL che vuol dire che ora siamo a posto, visto che l'azionario ha già perso il 10% ??? ;););)
La mia è solo una provocazione ed è interessante la diatriba che si sta' scatenando, in realtà questa è una semplificazione di un problema più complesso che dovrebbe essere collegato ai diversi periodi storici, e purtroppo, pur basandoci sulle statistiche, il futuro è sempre un incognita.
In estrema sintesi concordo con Johnny quando scrive che bisogna puntare su aziende che producono e continuano a produrre valore, nel lungo termine sono quelle che daranno più soddisfazioni, ma la valutazione dei parametri fondamentali per gli ingressi io la guardo, faccio un paragone:
Tra:
NVIDIA : ottima crescita, quotazioni molto alte secondo i parametri standard ( prendiamo per semplicità solo il P/E ), prospettive di crescita future ancora migliori;
oppure
INTEL : Buona crescita ( finora ), quotazioni molto basse secondo i parametri standard ( prendiamo per semplicità solo il P/E ), prospettive di crescita in peggioramento, (almeno nel breve termine);

IO sceglierei nvidia , anche se magari ma non a questi prezzi, accettando di pagarla di più sui fondamentali rispetto ad Intel.

Stesso discorso ( all'ennesima potenza ) di Tesla vs WV ad esempio.

Anche sull'utilità di cercare la nuova Apple se la vecchia Apple continua a crescere a doppia cifra concordo, ma nei fatti metto una bella % sulla vecchia e tante piccole % su piccole realtà che spero possano diventare le leader nel loro settore.
 
L'inflazione del 2022 non la conosciamo ancora ma sicuramente non sarà tra quelle considerate "moderate", pertanto l'impatto dell'inflazione nel 2022 potrebbe portare ad un forte calo delle azioni (almeno il 10%) per un 50% dei casi (questo è scritto nel libro).

Quindi chi sostiene che l'inflazione non ha alcun impatto sui corsi azionari deve rivedere un attimino il suo punto di vista perchè per il periodo 1926-2002 le cose sono andate diversamente e deve essere consapevole che investire oggi sul mercato azionario lo porta ad avere le stesse probabilità di vincere (o perdere) a testa o croce ossia il 50%.

ok però 2002 significa 20 anni fà... la politica monetaria attuale non è cambiata leggermente rispetto al passato? chiedo senza polemica ma per capire, penso che i tassi negativi 100 anni fà non erano contemplati, o sbaglio? questo non può incidere?
 
L'inflazione del 2022 non la conosciamo ancora ma sicuramente non sarà tra quelle considerate "moderate", pertanto l'impatto dell'inflazione nel 2022 potrebbe portare ad un forte calo delle azioni (almeno il 10%) per un 50% dei casi (questo è scritto nel libro).

Quindi chi sostiene che l'inflazione non ha alcun impatto sui corsi azionari deve rivedere un attimino il suo punto di vista perchè per il periodo 1926-2002 le cose sono andate diversamente e deve essere consapevole che investire oggi sul mercato azionario lo porta ad avere le stesse probabilità di vincere (o perdere) a testa o croce ossia il 50%.

50% significadecorrelazione totale appunto ... 100% è correlazione 0% correlazione inversa ... il libro conferma quello che ho detto
 
IL che vuol dire che ora siamo a posto, visto che l'azionario ha già perso il 10% ??? ;););)
La mia è solo una provocazione ed è interessante la diatriba che si sta' scatenando, in realtà questa è una semplificazione di un problema più complesso che dovrebbe essere collegato ai diversi periodi storici, e purtroppo, pur basandoci sulle statistiche, il futuro è sempre un incognita.
In estrema sintesi concordo con Johnny quando scrive che bisogna puntare su aziende che producono e continuano a produrre valore, nel lungo termine sono quelle che daranno più soddisfazioni, ma la valutazione dei parametri fondamentali per gli ingressi io la guardo, faccio un paragone:
Tra:
NVIDIA : ottima crescita, quotazioni molto alte secondo i parametri standard ( prendiamo per semplicità solo il P/E ), prospettive di crescita future ancora migliori;
oppure
INTEL : Buona crescita ( finora ), quotazioni molto basse secondo i parametri standard ( prendiamo per semplicità solo il P/E ), prospettive di crescita in peggioramento, (almeno nel breve termine);

IO sceglierei nvidia , anche se magari ma non a questi prezzi, accettando di pagarla di più sui fondamentali rispetto ad Intel.

Stesso discorso ( all'ennesima potenza ) di Tesla vs WV ad esempio.

Anche sull'utilità di cercare la nuova Apple se la vecchia Apple continua a crescere a doppia cifra concordo, ma nei fatti metto una bella % sulla vecchia e tante piccole % su piccole realtà che spero possano diventare le leader nel loro settore.

sulle piccole realtà "distruptive" in realtà ho capito che a parte essere fortunati (non è il mio caso) oppure intuire che il loro prodotto sarà una rivoluzione ... ai tempi non investivo in borsa però dicevo sempre che figata il mio ipod (in italia ero stato fra i primi ad averlo) era mi pare il 2003 ... fosse oggi un'azienda che mi faceva un gingillo simile le azioni le compravo ... ai tempi apple non è che fosse così appetibile e nokia dominava i telefoni che neanche scattavano foto...

per le nuove realtà lascio una buona porzione sull'ETF nasdaq ... tanto quel che c'è di innovativo finisce li dentro... c'è anche l'indice nasdaq next gen che sono la 101 -200 del nasdaq
 
ok però 2002 significa 20 anni fà... la politica monetaria attuale non è cambiata leggermente rispetto al passato? chiedo senza polemica ma per capire, penso che i tassi negativi 100 anni fà non erano contemplati, o sbaglio? questo non può incidere?

Solo dal 2009 le banche centrali hanno iniziato a sostenere i mercati
Tutto quello che è accaduto prima, andrebbe visto in un'altra ottica
 
inflazione .. di che paese ? indice azionario .. quale?

Il libro e tutti i dati che commento sono sempre i soliti: L'investitore intelligente di B. Graham nella nuova edizione italiana aggiornata da J. Zweig.
Nel libro si parla sempre e solo di USA partendo dal Dow per poi arrivare allo S&P (senza disdegnare commenti sul Nasdaq, chiaramente non fatti da Graham che è morto nel 1976).

I commenti (ed insegnamenti) del libro penso che valgano universalmente anche perchè molto spesso il libro parte da esempi e situazioni anche molto più antiche. Ciò non toglie che quando lui scriveva di IBM (che oggi è un dinosauro) ai suoi tempi corrispondeva alla NVidia o alla Tesla di oggi, etc.

Quello che conta (nel paragrafo in questione) è che l'inflazione può avere effetti deleteri se è molto alta indipendentemente da paese e indice di riferimento. Poi è evidente che ci saranno settori e titoli che saranno più o meno colpiti in funzione di tante altre variabili ma di solito se il mercato scende in media del 10% (tanto per buttare un numero) non è che ci saranno molti titoli che si salvano da una diminuzione delle quotazioni.
 
L'inflazione del 2022 non la conosciamo ancora ma sicuramente non sarà tra quelle considerate "moderate", pertanto l'impatto dell'inflazione nel 2022 potrebbe portare ad un forte calo delle azioni (almeno il 10%) per un 50% dei casi (questo è scritto nel libro).

Quindi chi sostiene che l'inflazione non ha alcun impatto sui corsi azionari deve rivedere un attimino il suo punto di vista perchè per il periodo 1926-2002 le cose sono andate diversamente e deve essere consapevole che investire oggi sul mercato azionario lo porta ad avere le stesse probabilità di vincere (o perdere) a testa o croce ossia il 50%.

il grafico è interessante, però quello che voglio dire è che salvo problemi geopolitici e nuove varianti nel 2022 è difficile ipotizzare un'inflazione media superiore al 6/7% in considerazione dei target di politica monetaria e dell'azione di FED e BCE e di una progressiva riapertura delle attività

visto che non si riesce a dare una definizione esatta di cosa sia inflazione alta o bassa (non la da nemmeno il commento al grafico, citando genericamente "moderata", "altamente negativa", etc.), nel grafico i maggiori problemi li vedo sopra il 6/7% e sotto lo -5% (in quest'ultimo caso parliamo di eccezioni storiche con deflazione importante).. la scala dell'asse delle ordinate non aiuta, ma intorno al 4/5% (ipotesi realistica 2022 al netto di imprevisti) non mi sembra che sia statisticamente un dramma

chiaro che statisticamente per i mercati azionari (e in generale per la crescita) l'ideale è inflazione sul 2/3%, che peraltro è il target di molte banche centrali
 
Si continua con la carrellata di Earnings: Mcdonald delude le aspettative.

Mc donald con inflazione alta è un pò a rischio ... non so se ha tutta sta forza di alzare i prezzi ... la fascia bassa dei consumatori potrebbe decidere di non andarci più se i prezzi salgono troppo o non hanno più $$$ da spendere ... rimane comunque inquadrato come un luogo low cost ... questo gli ha fatto fare il boom nella crisi 2009 ... dove ha attratto glienti dalle fasce superiori rimanendo comunque una scelta econmica e si intravedeva deflazione...

prezzi insalita e quindi anche costi in salita per loro ... non so quanto riescono a rigirarli ai clienti ... se no vanno a mangiarsi il margine ... a proposito di margini

tesla vedevo ha 30% di margine sulle auto ... veramente un valore mostruoso ... mi sa siamo davvero a livelli ferrari ...
 
Solo dal 2009 le banche centrali hanno iniziato a sostenere i mercati
Tutto quello che è accaduto prima, andrebbe visto in un'altra ottica

Variante della frase: "Questa volta è diverso."

A tal proposito ho messo in lista da leggere anche il seguente testo:
Questa volta è diverso. Otto secoli di follia finanziaria
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sintesi:
Nel corso della Storia, paesi ricchi e paesi poveri hanno contratto debiti e crediti, hanno subito tracolli e vissuto momenti di ripresa, lungo una sequenza straordinaria di crisi finanziarie. Gli esperti e i politici hanno sempre proclamato "questa volta è diverso", affermando che la nuova situazione avesse poco a che fare con i disastri del passato. Questo libro è la dimostrazione che quello che dicono è sbagliato. Passando al vaglio sessantasei paesi appartenenti ai cinque continenti, "Questa volta è diverso" rappresenta uno sguardo comprensivo e accessibile alla varietà delle crisi finanziarie e ci guida attraverso otto folli secoli di panico bancario, default e inflazione, dalla svalutazione della moneta nel Medioevo alla catastrofe attuale. Carmen M. Reinhart e Kenneth S. Rogoff, prestigiosi economisti che con le loro ricerche hanno influenzato il dibattito politico e scientifico legato alla crisi d'inizio millennio, sostengono che le crisi sono riti di passaggio sia per i mercati emergenti, sia per quelli consolidati. E traggono importanti lezioni dalla Storia per mostrare quanto abbiamo imparato. Con analisi persuasive e messe di dati inoppugnabili, Reinhart e Rogoff dimostrano come i tracolli dei vari paesi colpiscano all'unisono con straordinaria frequenza, durata e ferocia. Esaminano le caratteristiche delle cadute delle monete, l'inflazione e l'inadempienza delle nazioni nei confronti dei debiti internazionali.
 
Il libro e tutti i dati che commento sono sempre i soliti: L'investitore intelligente di B. Graham nella nuova edizione italiana aggiornata da J. Zweig.
Nel libro si parla sempre e solo di USA partendo dal Dow per poi arrivare allo S&P (senza disdegnare commenti sul Nasdaq, chiaramente non fatti da Graham che è morto nel 1976).

I commenti (ed insegnamenti) del libro penso che valgano universalmente anche perchè molto spesso il libro parte da esempi e situazioni anche molto più antiche. Ciò non toglie che quando lui scriveva di IBM (che oggi è un dinosauro) ai suoi tempi corrispondeva alla NVidia o alla Tesla di oggi, etc.

Quello che conta (nel paragrafo in questione) è che l'inflazione può avere effetti deleteri se è molto alta indipendentemente da paese e indice di riferimento. Poi è evidente che ci saranno settori e titoli che saranno più o meno colpiti in funzione di tante altre variabili ma di solito se il mercato scende in media del 10% (tanto per buttare un numero) non è che ci saranno molti titoli che si salvano da una diminuzione delle quotazioni.

10% di inflazione come nei casi estremi del grafico ... la vedo un pò difficile ... dipende poi molto dalle scelte fatte sulle azioni ... se l'aumento dei costi divora il margine .. sei fritto ... se invece rigirano tutto sui clienti e questi continuano a comprare ... la tuo quotazione di borsa migliorerà ... qui il picking può fare la differenza con l'indice...
 
Variante della frase: "Questa volta è diverso."

A tal proposito ho messo in lista da leggere anche il seguente testo:
Questa volta è diverso. Otto secoli di follia finanziaria
Vedi l'allegato 2810620

sintesi:
Nel corso della Storia, paesi ricchi e paesi poveri hanno contratto debiti e crediti, hanno subito tracolli e vissuto momenti di ripresa, lungo una sequenza straordinaria di crisi finanziarie. Gli esperti e i politici hanno sempre proclamato "questa volta è diverso", affermando che la nuova situazione avesse poco a che fare con i disastri del passato. Questo libro è la dimostrazione che quello che dicono è sbagliato. Passando al vaglio sessantasei paesi appartenenti ai cinque continenti, "Questa volta è diverso" rappresenta uno sguardo comprensivo e accessibile alla varietà delle crisi finanziarie e ci guida attraverso otto folli secoli di panico bancario, default e inflazione, dalla svalutazione della moneta nel Medioevo alla catastrofe attuale. Carmen M. Reinhart e Kenneth S. Rogoff, prestigiosi economisti che con le loro ricerche hanno influenzato il dibattito politico e scientifico legato alla crisi d'inizio millennio, sostengono che le crisi sono riti di passaggio sia per i mercati emergenti, sia per quelli consolidati. E traggono importanti lezioni dalla Storia per mostrare quanto abbiamo imparato. Con analisi persuasive e messe di dati inoppugnabili, Reinhart e Rogoff dimostrano come i tracolli dei vari paesi colpiscano all'unisono con straordinaria frequenza, durata e ferocia. Esaminano le caratteristiche delle cadute delle monete, l'inflazione e l'inadempienza delle nazioni nei confronti dei debiti internazionali.

il questa vlta è diverso su molte cose è anche vero ... basti vedere nei paesi sviluppati la pace instaurata ... in europa occidentale siamo a quasi 80 anni senza guerre ... lo diamo per scontato ... ma nella storia in europa un simile periodo di pace non penso sia mai esistito forse qualche periodo all'apice dell'impero romano (anche se rimanevano lotte in inghilterra)

sembra una stupidaggine ma una pace prolungata dei propri confini... che effetti produce?
 
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