Di seguito i commenti di alcuni economisti:
PAOLO PIZZOLI
"Speravo in una crescita almeno di 0,1%, cosa che non è si è
verificata. Dalle indicazioni date da Istat nel comunicato
emerge come l'industria continui a sottrarre crescita, mentre
l'apporto della componente estera è nullo.
E' possibile che la debolezza della produzione industriale
si sia riflessa soprattutto sulle scorte, di cui c'è stato un
probabile decumulo, mentre i consumi delle famiglie restano
tendenzialmente deboli.
A questo punto, la crescita annua del Pil nel 2018 non andrà
oltre 1%, per avere 1,1% bisognerebbe osservare un'accelerazione
di 0,3% congiunturale nel terzo trimestre che è fuori contesto".
NICOLA NOBILE, Oxford Economics
"Il risultato si è rivelato ancheal di sotto delle nostre
aspettative, che si aggiravano sullo 0,1%.
Dal punto di vista politico è sicuramente una notizia molto
negativa, probabilmente chiuderemo quest'anno al di sotto delle
aspettative del governo e non ci sarà un'accelerazione nei
numeri del 2019. È chiaro che l'economia italiana sta
rallentando e che la stima della crescita del governo per il
2019, dell'1,5%, a questo punto sembra molto ottimistica.
Bisogna vedere se questo dato si rivelerà il 'trigger' per
avere una reazionepolitica che cambi la manovra in seguito
all'effetto sui mercati finanziari.
Il fatto che la componente della domanda sia nulla sia al
livello interno sia all'estero potrebbe avere conseguenze sul
Pil della zona euro, che potrebbe rivelarsi inferioreallo 0,4%
che ci si attende, arrivando a toccare anche lo 0,3%.
La stima per fine anno a questo punto si aggira attorno
all'1%, quel che pesa di più rimane però la mancanza di slancio
per l'anno a venire".
LOREDANA FEDERICO, Unicredit
"Èun dato ancora più debole delle attese ed è da attribuire
a un rallentamento dell'industria. Manca ancora il dato
produzione di settembre, ma già quelli di luglio e agosto
indicavano contrazione per il trimestre. Incide ancora
prevalentemente una debolezza legata al commercio mondiale che
pesa sugli ordinativi per l'estero e quindi sulla produzione.
L'effetto incertezza, poi, limita gli investimenti. Dal lato
della domanda si può pensare a una debolezza dei consumi e a un
aumento dei risparmi indotto dalclima di incertezza.
A questo punto per l'intero 2018 prevediamo una crescita
destagionalizzata dell'1%. Anche un +0,2% nel quarto trimestre
non modificherebbe il dato annuo"
(Lisa Di Giuseppe, Elvira Pollina, Luca Trogni)
((Redazione Milano,
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