Un po’ di storia:
Il BtpItalia mag25 (1,4%+inflazione) venne emesso nel 2020. In quel periodo eravamo in lockdown, pesante recessione e deflazione. C’era grande incertezza, molti si chiedevano perché acquistare un indicizzato all’inflazione vista la situazione deflattiva.
Nello stesso anno venne emesso anche il Btp 1,7% 2051, piaceva molto perché dava uno 0,3% in più del BtpItalia.
A distanza di 4 anni vediamo com’è andata:
BtpItalia mag25 ha pagato circa un 22% di cedole e ad oggi ha perso circa -1% come quotazione. Complessivamente un ottimo +21%.
Btp 1,7% 2051 ha pagato circa 7% di cedole e ad oggi ha perso circa -40% di quotazione. Complessivamente un disastroso -33%.
Ci tengo a precisare che il confronto tra due titoli di durata così differente non avrebbe alcun senso, come non avrebbe senso spostarsi improvvisamente dal proprio orizzonte temporale, vendendo un titolo medio/breve per comprarne uno lunghissimo o viceversa. Però possiamo comunque apprendere qualcosa di utile confrontando questi eventi passati:
- I titoli lunghi sono rischiosi
- Gli inflation linked andrebbero acquistati per proteggersi non dall’inflazione che già c’è, bensì per proteggersi dall’inflazione che forse ci sarà
- Spesso è stato conveniente acquistare inflation linked proprio quando l’inflazione era molto bassa o negativa.