ROMA (MF-DJ)--Bce non ha usato la flessibilità del programma pandemico Pepp per sostenere i titoli di Stato italiani tra ottobre e novembre, secondo i dati pubblicati ieri dalla banca centrale. L'esposizione al contrario è scesa di 794 milioni nei due mesi. Ciò vuol dire che i bond scaduti sono stati più di quelli riacquistati. Si conferma così quanto avvenuto ad agosto e settembre, quando il portafoglio della Bce si era ridotto di titoli pubblici italiani per 1,24 miliardi. Così il Paese, scrive MF-Milano Finanza, non ha avuto bisogno della stampella della Bce prima e dopo le elezioni.
Lo spread Btp-Bund ha toccato un massimo di 255 punti subito dopo il voto del 25 settembre, ma è sceso ora a 186 punti base. Ha inciso la volontà del nuovo governo di mantenere prudenza sui conti pubblici. Ma va ricordato che il sostegno di Francoforte è anche implicito, soprattutto dopo l'avvio dello scudo anti-spread Tpi (Transmission Protection Instrument) a fine luglio. "La Bce sarà molto efficace nel rispondere a qualsiasi tipo di frammentazione ingiustificata o di interruzione del meccanismo di trasmissione", ha detto Philip Lane, capoeconomista e membro del comitato esecutivo Bce, nell'intervista pubblicata ieri su MF-Milano Finanza. "Non ci deve essere alcun dubbio che possiamo utilizzare il Tpi in modo molto energico ed efficace", ha aggiunto.
L'impegno della banca centrale a intervenire in caso di necessità basta da solo a scoraggiare scommesse speculative contro l'Italia slegate dai fondamentali economici del Paese. Così come accaduto per il whatever it takes di Mario Draghi, un messaggio credibile della Bce è più potente di operazioni sui mercati. Inoltre Francoforte ha ancora 446 miliardi di titoli pubblici italiani nel programma App (il quantitative easing dell'era Draghi) e 287 miliardi nel Pepp. Questi bond sono congelati nel bilancio di Bce e Banca d'Italia, al riparo dalla volatilità dei mercati.
I titoli scaduti nel piano pandemico saranno reinvestiti fino al 2024, mentre quelli nell'App potrebbero iniziare a uscire dal bilancio dell'Eurosistema nel 2023 per effetto del cosiddetto quantitative tightening (Qt).
Sarà uno dei temi del consiglio direttivo Bce del 15 dicembre, assieme al rialzo dei tassi. La Bundesbank preme per iniziare il Qt il prima possibile. Lane ha chiarito a MF che sarà "un processo in due fasi". La prima sarà definire i principi, la seconda (probabilmente a inizio 2023) sarà concordare la tempistica. Per il capoeconomista Bce il Qt dovrà comunque avere "un approccio costante" e operare "in background". Lo scudo anti-spread Tpi è la seconda linea di difesa contro gli spread. La prima resta quella dei reinvestimenti flessibili del Pepp. Secondo gli ultimi dati pubblicati, la Bce a ottobre e novembre ha ridotto anche l'esposizione nel Pepp verso Spagna (-1,4 miliardi) e Portogallo (-1,1 miliardi), mentre è salita quella verso la Germania (di 2,6 miliardi).
Finora la Bce ha utilizzato la flessibilità del Pepp soltanto a giugno e luglio, quando l'esposizione di Francoforte verso l'Italia è aumentata di 9,8 miliardi. Nello stesso periodo era invece diminuito il portafoglio di bond della Germania per 14,3 miliardi. Nel complesso secondo i calcoli Pictet i titoli italiani sono ora il 2% oltre la capital key, ovvero la quota che spetta all'Italia in base alla percentuale detenuta nel capitale Bce.
Intanto, secondo un sondaggio condotto dalla Bce tra aprile e settembre, "nonostante l'inasprimento delle condizioni di finanziamento, le imprese dell'area euro non si sono mostrate particolarmente preoccupate per l'accesso ai finanziamenti e non hanno segnalato variazioni nella disponibilità delle banche a concedere prestiti". Tuttavia, sempre secondo la banca centrale, le aziende ora "si aspettano un peggioramento della disponibilità di finanziamenti esterni e prevedono che i fondi interni non saranno sufficienti a soddisfare le future esigenze di finanziamento".