Di ieri sera.
La Bce alzerà ancora i tassi ma dovrà considerare la recessione nell’Eurozona - MilanoFinanza News
Lo stralcio:
Le prossime mosse della Bce
La Bce, che si riunirà giovedì 15 giugno per il consiglio direttivo, è così a un punto di svolta.
I rialzi dei tassi già varati per 375 punti base da luglio stanno iniziando ad avere effetto. Lo si capisce dai dati sul credito, che mostrano ogni mese un aumento dei costi di finanziamento per famiglie e imprese e una riduzione dei volumi dei prestiti. Secondo le stime degli economisti di Francoforte, la politica monetaria abbasserà il pil dell’Eurozona in media del 2% ogni anno tra il 2022 e il 2025 e l’inflazione del 2% nel periodo 2023-2025.
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La politica monetaria restrittiva sostituirà i prezzi dell’energia e l’inflazione nel frenare l’economia», ha sottolineato Ubs. «La stretta non è ancora finita, ma ci sono dei limiti. Nessuno può escludere con certezza un aumento dei tassi in autunno, ma l’economia debole e i tassi di inflazione sorprendentemente soft suggeriscono che questo rischio sta svanendo».
L’inflazione, soprattutto a causa del calo dei prezzi delle materie prime, è scesa al 6,1% a maggio, dal picco del 10,6% a ottobre. Anche quella
core, cioè al netto di energia e cibo, è diminuita dal 5,6% al 5,3% nell’ultimo mese. Si tratta di valori ancora troppo alti rispetto all’obiettivo del 2%.
Perciò giovedì 15 giugno la Bce alzerà ancora i tassi di 25 punti base. Il mercato stima che una mossa analoga potrebbe ripetersi a luglio.
Così i tassi arriverebbero al 3,75%, il livello da molti considerato come probabile picco. Più difficile un terzo rialzo fino al 4%, che pure è stato auspicato nei giorni scorsi dalla Bundesbank. In seguito la Bce dovrà decidere per quanto tempo mantenere la restrizione prima di tagliare i tassi, una manovra che secondo i mercati potrebbe verificarsi nel 2024.
«La recessione e il calo dell’inflazione
core di maggio possono ancora influenzare il dibattito. Riducono il rischio che la Bce possa effettuare tre invece di due ulteriori rialzi dei tassi di 25 punti base», ha rilevato Berenberg. «
È probabile che il pil dell’Eurozona subisca una nuova contrazione nel secondo trimestre, poiché gli effetti della stretta monetaria continuano a farsi sentire», ha osservato Capital Economics.
I consumi delle famiglie sono diminuiti dello 0,3% nel primo trimestre dopo il calo dell’1% nel quarto trimestre. Anche la spesa pubblica ha subito un netto calo (-1,6%). «
La domanda interna non è in un buon momento», hanno rilevato gli analisti di Oxford Economics. «La crescita rimarrà debole nonostante il calo dei prezzi dell’energia all’ingrosso, poiché l’inasprimento della politica monetaria frena gli investimenti e le pressioni inflazionistiche ancora presenti limitano i consumi».
In uno scenario che resterà incerto,
la Bce non dovrebbe dare troppe indicazioni sul futuro mantenendo un approccio prudente e «dipendente dai dati». Secondo Silvia Ardagna, capoeconomista per l’Europa di Barclays, «la Bce aumenterà i tassi di 25 punti base e non si pronuncerà sulle future decisioni, ma segnalerà che i tassi sono più vicini al picco». Inoltre le nuove proiezioni economiche per Ardagna mostreranno «una crescita del pil più debole e un aumento dell’inflazione
headline e
corenel breve termine, ma nessuna modifica degna di nota alle previsioni di medio termine».
Anche Bofa prevede «un rialzo di 25 punti base con il messaggio che ne arriveranno altri», ma la Bce dovrebbe essere «vaga sul fatto che ciò significhi uno o più rialzi aggiuntivi». Secondo Bofa «la prossima settimana c’è poca pressione, necessità e convergenza per dare un segnale in tal senso. È probabile che le nuove proiezioni continuino ad alimentare le divisioni, con un aumento dell’inflazione
core nel breve termine, ma con un’inflazione di medio termine al target». Anche la recessione potrebbe ora diventare materia di discussione nel consiglio Bce.