Ciao a tutti e grazie a chiunque abbia contribuito a questa serie di thread, sono una miniera di informazioni.
Ammetto di non essere riuscito a leggere tutto, e per avere alcune delle informazioni principali ho acquistato due quaderni di rrupoli, "Il killer dei fondi pensione" e "Valutazione del rendimento ottenibile da un fondo pensione". Avrei un dubbio, forse sciocco:
normalmente si tende a trattare la parte del Tfr come una cosa divisa, ma poichè nei fondi negoziali è obbligatorio versarlo per avere il contributo datoriale a mio avviso ne andrebbe tenuto conto. La mia riflessione nasce probabilmente dal fatto che io dovrei aderire a Cometa se decidessi di aprirlo, e i suoi rendimenti sono fra i più bassi nei negoziali. Quindi ho provato a simulare i rendimenti includendolo e
basandomi su uno degli esempi del quaderno (imponibile irpef da 35000) per verificare di non aver fatto errori.
Se non ho fatto sbagli dovrebbe più conveniente il fondo pensione aperto, con versamento del tfr in esso, già dopo 18 anni se il differenziale è di almeno 1,5% di rendimento. Credo sia sempre un effetto della diluizione dei vantaggi fiscali.
Se qualcuno ha voglia di controllare il foglio lo allego. Le righe evidenziate sono i miei possibili traguardi di anzianità: possibile Rita, pensione anticipata e pensione di anzianità, era solo per mia comodità
Sei uno dei pochi lettori che è riuscito a cogliere l'essenza della metodica descritta nel quinto quaderno, si tratta di un esercizio avanzato che possiamo provare a seguire insieme per validare le conclusioni del tuo caso specifico.
Per attaccare il problema lo si scompone normalmente in due parti: prima decidi se il TFR rende potenzialmente di più in azienda rispetto al tuo FPN/FPA (dilemma affrontato nel quarto quaderno) e poi decidi se la quota volontaria ti può rendere potenzialmente di più nel tuo FPN/FPA/ETF (dilemma affrontato nel quinto quaderno).
Questo approccio in chiave "divide et impera" risulta particolarmente efficace perché riesce a tenere conto del fatto che in alcuni casi il TFR capitalizza con un rendimento diverso rispetto alla quota aderente/datoriale, per esempio nel settore pubblico dove esistono due comparti di investimento distinti (TFR virtuale e FPN) ed il TFR non è possibile allocarlo in un FPA.
Ciò non ti impedisce in fase di valutazione dell'allocazione della quota aderente/datoriale di includere anche il TFR, nei casi in cui possa essere sottoposto a diversa capitalizzazione (come nel caso che ipotizzi).
Questo viene suggerito al termine del capitolo 9 del quinto quaderno:
"Il razionale dietro questo approccio metodologico risiede nel fatto che TFR e quota aderente non beneficiano degli stessi vantaggi fiscali sebbene confluiscano nel medesimo FPN, vanno dunque analizzati separatamente e poi eventualmente riuniti per valutare il montante complessivo ottenibile."
Il caso che prospetti è quello in cui il TFR può subire una diversa capitalizzazione derivante dall'opzione di poterlo versare in un FPA in alternativa all'FPN (opzione purtroppo non sempre esperibile, vedi qua la casistica).
Per risolverlo si usa la stessa identica metodica descritta nel quinto quaderno ricordandoti di includere anche il TFR (nel quaderno si assume che il TFR venga sempre versato nell'FPN per cui può uscire dall'equazione semplificando i calcoli).
Per riassumere, la metodica risolutiva si compone di 3 semplici passi:
- Determini il montante netto con il timeframe di tuo interesse (per esempio 20 anni).
- Determini la quota annua realmente investita nell'FPN/FPA con la tua RAL.
- Determini il rendimento effettivo annuo della tua scelta strategica (TIR).
Procediamo dunque a valutare la prima opzione:
TFR e quota aderente/datoriale di saturazione in FONTE.
(Riferimento Capitolo 3):
Montante netto FPN = (2670,92+5165−22)∗(1,025^20−1)/0,025−5165*20*0,135=
185658,41 Euro
(Riferimento Capitolo 7.1):
Quota effettivamente investita FPN =
2456,21 Euro
Calcolo del TIR:
185658,41=(2670,92+2456,21)*[(1+i)^20-1]/i
i=0,05853=
5,85% (TIR)
Ora procediamo a valutare la scelta alternativa:
TFR e quota aderente di saturazione in FPA.
(Riferimento Capitolo 3):
Montante netto FPA = (2670,92+5165−22)∗(1,04^20−1)/0,04−5165*20*0,135=
218738,02 Euro
(Riferimento Capitolo 7.1):
Quota effettivamente investita FPA =
3227,09 Euro
Calcolo del TIR:
218738,02=(2670,92+3227,09)*[(1+i)^20-1]/i
i=0,06076=
6,08% (TIR)
Come vedi ho riprodotto con formule analitiche (sono spiegate nel terzo quaderno) uno dei casi che hai preso in considerazione nel tuo Excel (colonne E,F,I,J) relativamente al timeframe di 20 anni con i rendimenti netti di base da te ipotizzati: i risultati coincidono con quelli del tuo Excel.
Le colonne che non prendono in considerazione il TFR (C,D,G,H) sono proprio quelle trattate nel quinto quaderno, le quali permettono di risolvere in modo più veloce tutte le casistiche che assumono di versare il TFR nell'FPN, mettendo in evidenza il boost di rendimento offerto dai vantaggi fiscali (rendimento non "annacquato" dal TFR privo dei vantaggi da deduzione).
Direi che hai fatto un ottimo lavoro, dimostrando di aver compreso come funziona il modello matematico sottostante.
Con le ipotesi da te fatte, la scelta dell'FPA a 20 anni (6,08% netto annuo) risulta leggermente più performante rispetto a quella dell'FPN (5,85% netto annuo).
Come hai correttamente osservato, con i parametri ipotizzati, fino a 18 anni di orizzonte temporale l'FPN ha la meglio sull'FPA (punto di breakeven).
Chiaramente hai replicato l'esempio usando FONTE per avere un riscontro con gli esempi del quaderno che adotta FONTE come riferimento.
Per adattare l'esempio al tuo caso specifico con COMETA ti basterà modificare la quota amministrativa di FPN e FPA e la quota datoriale (le differenze saranno comunque minime).
Ricapitolando, ora sei in grado di stabilire l'esito del duello:
(TFR+quota aderente/datoriale in FPN) vs (TFR+quota aderente in FPA).
Ma se ci rifletti, manca un'importante opzione da valutare: se con il tuo timeframe e le tue ipotesi di rendimento futuro di FPN/FPA emerge che il TFR può essere allocato convenientemente in un FPA (opzione che aumenta il tuo grado di libertà), allora ti si presenta l'opzione di poter allocare la quota aderente annua (realmente investita) in uno strumento alternativo all'FPA.
In altre parole nel tuo caso può risultare interessante l'esito del seguente duello:
(TFR+quota aderente in FPA) vs (TFR in FPA e quota aderente effettivamente investita in un ETF).
Per risolvere questo caso puoi seguire l'esempio del capitolo 8.7 del quinto quaderno capitalizzando in un ETF la quota effettivamente investita nell'FPA (3227,09 Euro).
Nota che l'esercizio si semplifica rispetto a quello del capitolo 8.7 dove viene costruita una combo FPN+ETF, mentre a te serve solo la seconda parte che riguarda l'ETF.
Nota altresì che in questo esercizio il TFR appare investito nello stesso modo in entrambi i casi (cioè nell'FPA) per cui se vuoi ai fini della valutazione puoi farlo uscire dall'equazione (per il TFR del resto hai già determinato la miglior allocazione esperibile).
Oppure se preferisci puoi tenerne conto per farti un'idea del montante complessivo ottenibile ai fini dell'incasso 100% cash.
NOTA: le conclusioni di questo esercizio valgono solo per la specifica RAL e per gli specifici orizzonti temporali e rendimenti di base ipotizzati, non sono mai generalizzabili, ogni caso deve essere risolto con i propri parametri personali.