ChatGPT: che cosa pensare del nuovo strumento di intelligenza artificiale?

La stessa traiettoria di molti che entrano nel Fol in maniera brillante e poi subiscono l'involuzione di specie:o:eek::D

Ritengo di avere generalmente osservato una involuzione di specie anche su me stesso.

Comunque, in tema di FOL, non so se io vi ero entrato tanto migliore di quanto sia adesso.

🙁
 
Io mi sono messo ad usare 'Bing' tramite Skype da PC/Web ... dovrebbe essere l'equivalente di usare ChatGPT 4 quello a pagamento per intenderci ...

In fondo Microsoft e' ora l'azienda che tira le redini dentro a OpenAI
 
Per chi non l'avesse ancora provata, segnalo la app di ChatGPT con interfaccia vocale, installabile su Android e iOS:

OpenAI Rilascia ChatGPT Voice: l'assistente virtuale è gratuito per tutti

Dal menu di configurazione è possibile scegliere tra alcuni timbri di voce maschile e femminile ed è possibile interagire vocalmente in italiano senza dover inserire prompt testuali.

Se Google ci aveva abituato a far ricerche online tramite input vocali in mobilità, con ChatGPT Voice assistiamo ad un salto di qualità nella ricerca interattiva di informazioni.
Si tratta di una prima release pubblica perfettibile ma rende l'idea di ciò che potremmo attenderci in un futuro molto prossimo... ;)
 
Segnalo uno sviluppo potenzialmente dirompente delle possibili applicazioni di AI:

Ho usato l'IA per diventare Clooney, Beckham e Mario Draghi: il deepfake in tempo reale

A breve potrebbe essere possibile aprire canali YT (o similari) usando un proprio avatar personalizzato per realizzare video in tempo reale, analogamente all'uso di un nickname anonimo su un forum per evitare di esporsi pubblicamente e preservare la propria privacy.

Le simulazioni in tempo reale mostrate nel filmato sono ancora di bassa qualità ma rendono bene l'idea di ciò che sarà presto alla portata di tutti.

Qui un'altra startup che sta andando in questa direzione:

HeyGen - AI Video Generator

Nell'ambito social network è plausibile immaginare a breve lo sviluppo di un esercito di followers virtuali gestiti da AI generativa, capaci di dare like e dislike, postare foto virtuali e brevi commenti su Instagram, praticamente indistinguibili da un follower reale, venduti sottobanco agli influencer a lotti di 1 milione di unità allo scopo di aumentare artificiosamente l'engagement ed attrarre sponsor.
 
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Da un articolo apparso su Repubblica riporto due passaggi che fanno riflettere sulla possibile evoluzione (o involuzione) del nostro organo più prezioso:

Voleva fare il filosofo. E infatti studia il cervello. Spiega che quest’organo non riposa mai. Che i nostri quozienti intellettivi individuali si sono abbassati dai tempi in cui cacciavamo nella savana. Che da qualche parte in testa abbiamo probabilmente già sviluppato un’area dedicata al cellulare.
...

"C’è chi sostiene che l'intelligenza artificiale ci libererà dal male del lavoro lasciandoci tempo per la creatività. Ma come si alimenterà, questa creatività? Abbiamo affidato la capacità di orientarci nello spazio al navigatore, la memoria allo zio Google, ora cederemo a ChatGpt anche la capacità di scrivere un testo o risolvere un problema. Cosa ci resterà da pensare? Per ragionare il cervello ha bisogno di elementi che trova dentro di sé. I mandarini cinesi imparavano una caterva di nozioni prima di iniziare a governare. Noi abbiamo finito con l’accontentarci di un apprendimento superficiale. Essere creativi in queste condizioni sarebbe come dipingere un quadro senza sporcarsi le mani con i colori."
 
Da un articolo apparso su Repubblica riporto due passaggi che fanno riflettere sulla possibile evoluzione (o involuzione) del nostro organo più prezioso:

Voleva fare il filosofo. E infatti studia il cervello. Spiega che quest’organo non riposa mai. Che i nostri quozienti intellettivi individuali si sono abbassati dai tempi in cui cacciavamo nella savana. Che da qualche parte in testa abbiamo probabilmente già sviluppato un’area dedicata al cellulare.
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"C’è chi sostiene che l'intelligenza artificiale ci libererà dal male del lavoro lasciandoci tempo per la creatività. Ma come si alimenterà, questa creatività? Abbiamo affidato la capacità di orientarci nello spazio al navigatore, la memoria allo zio Google, ora cederemo a ChatGpt anche la capacità di scrivere un testo o risolvere un problema. Cosa ci resterà da pensare? Per ragionare il cervello ha bisogno di elementi che trova dentro di sé. I mandarini cinesi imparavano una caterva di nozioni prima di iniziare a governare. Noi abbiamo finito con l’accontentarci di un apprendimento superficiale. Essere creativi in queste condizioni sarebbe come dipingere un quadro senza sporcarsi le mani con i colori."
È così infatti, ma penso che ce ne accorgiamo (o, almeno, dovremmo) un po' tutti anche nel quotidiano.
Quando ancora non esistevano i cellulari, o erano agli esordi, ricordavamo numeri telefonici, targhe automobilistiche al primo sguardo, nomi e cognomi... Adesso ci si dimentica anche dopo un minuto ciò che si è letto o ascoltato pur facendoci sul momento attenzione, perfino quando ci imponiamo di ricordarcene perché importante.
Quando ancora non esistevano i navigatori, o erano agli esordi, ci si orientava meglio. Le strade, anche quelle nuove, venivano intuite in base alla "bussola" del cervello, adesso senza navigatore ci sentiamo - e spesso siamo - dispersi.
Con i calcolatori sempre a portata di mano stiamo perdendo gradualmente la capacità di fare a mente operazioni aritmetiche, anche le più semplici o elementari, così che se non abbiamo un cellulare a portata di mano siamo in tilt.

Sono innegabili i vantaggi che derivano dalla tecnologia, si pensi agli utilizzi della crittografia nell'informatica, all'applicazione nei campi sanitari, alla robotica, all'informazione in tempo reale di qualsiasi ricerca effettuata in rete... Ma qual è il prezzo da pagare, il risvolto della medaglia? La risposta a questa domanda è in parte evidenziata poco sopra, tra gli altri aspetti negativi ci sono certamente la dispersione, le fake news, ma possiamo citare anche la progressiva perdita di valori come la riservatezza, linguaggi e comportamenti sempre più irriverenti e discutibili della società, modelli da seguire orientati al massimo profitto col minimo sforzo o, peggio, con la svendita del proprio corpo o della propria privacy... E tanti altri esempi che si potrebbero fare.

Occorrerebbe poi dedicare intere sezioni di considerazioni ai rischi dell'intelligenza artificiale.. Senza forzatamente temere scenari apocalittici già illustrati sul grande schermo e nemmeno poi tanto improbabili (2001 Odissea nello spazio, Blade runner, Io robot, solo per citarne alcuni), oggi assistiamo a scenari già inquietanti come la sostituzione o il furto di identità attraverso le caratteristiche biometriche, l'incapacità ormai sempre più totale di poter distinguere la foto o il video di una persona reale da quella di una persona inesistente creata da un algoritmo, l'incapacità di distinguere un'informazione corretta e verificata attraverso lo studio di testi e fonti attendibili, e, inevitabilmente, l'incapacità di creare una relazione in modo autonomo, o fare la sintesi di un testo letto.

Penso che di questo passo, tralasciando se le mani si sporchino o meno, già solo dipingere un quadro diventerà un'impresa, o una prerogativa di Terminator et similia.
 
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È così infatti, ma penso che ce ne accorgiamo (o, almeno, dovremmo) un po' tutti anche nel quotidiano.
Quando ancora non esistevano i cellulari, o erano agli esordi, ricordavamo numeri telefonici, targhe automobilistiche al primo sguardo, nomi e cognomi... Adesso ci si dimentica anche dopo un minuto ciò che si è letto o ascoltato pur facendoci sul momento attenzione, perfino quando ci imponiamo di ricordarcene perché importante.
Quando ancora non esistevano i navigatori, o erano agli esordi, ci si orientava meglio. Le strade, anche quelle nuove, venivano intuite in base alla "bussola" del cervello, adesso senza navigatore ci sentiamo - e spesso siamo - dispersi.
Con i calcolatori sempre a portata di mano stiamo perdendo gradualmente la capacità di fare a mente operazioni aritmetiche, anche le più semplici o elementari, così che se non abbiamo un cellulare a portata di mano siamo in tilt.

Sono innegabili i vantaggi che derivano dalla tecnologia, si pensi agli utilizzi della crittografia nell'informatica, all'applicazione nei campi sanitari, alla robotica, all'informazione in tempo reale di qualsiasi ricerca effettuata in rete... Ma qual è il prezzo da pagare, il risvolto della medaglia? La risposta a questa domanda è in parte evidenziata poco sopra, tra gli altri aspetti negativi ci sono certamente la dispersione, le fake news, ma possiamo citare anche la progressiva perdita di valori come la riservatezza, linguaggi e comportamenti sempre più irriverenti e discutibili della società, modelli da seguire orientati al massimo profitto col minimo sforzo o, peggio, con la svendita del proprio corpo o della propria privacy... E tanti altri esempi che si potrebbero fare.

Occorrerebbe poi dedicare intere sezioni di considerazioni ai rischi dell'intelligenza artificiale.. Senza menzionare scenari apocalittici già illustrati sul grande schermo e nemmeno poi tanto improbabili (2001 Odissea nello spazio, Blade runner, Io robot, solo per citarne alcuni), oggi assistiamo a scenari già inquietanti come la sostituzione o il furto di identità attraverso le caratteristiche biometriche, l'incapacità ormai sempre più totale di poter distinguere la foto o il video di una persona reale da quella di una persona inesistente creata da un algoritmo, l'incapacità di distinguere un'informazione corretta e verificata attraverso lo studio di testi e fonti attendibili, e, inevitabilmente, l'incapacità di creare una relazione in modo autonomo, o fare la sintesi di un testo letto.

Penso che di questo passo, tralasciando se le mani si sporchino o meno, già solo dipingere un quadro diventerà un'impresa, o una prerogativa di Terminator et similia.

Considerazioni in gran parte condivisibili.
Conservando un sincero entusiasmo per il progresso tecnologico in tutti gli alvei dell'esperienza umana, compresa la stupefacente tecnologia dell'AI generativa (ancora allo stato embrionale), i rischi che si profilano nel breve-medio termine riguardo le AI sono probabilmente legati alla progressiva ed impercettibile atrofizzazione dei processi cognitivi a livello aggregato, con uno shift che tenderà a spostare verso sinistra la gaussiana rappresentativa delle capacità intellettive medie.

Il futuro paventato dalle prime esilaranti scene del noto B-movie Idiocracy sta divenendo tragicamente profetico:


 
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