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il bello, il buono, il giusto
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VASKO POPA
Il sogno del sasso
Dalla terra si protese una mano
Tirò in alto un sasso
Dov’è il sasso
Sulla terra non è tornato
Su in ciel’ non è arrivato
Cos’è successo al sasso
Forse l’altezza s’ha mangiato
Forse in un uccello s’è trasformato
Eccolo il sasso
Rimasto testardamente in sé stesso
Ne sulla terra ne su in cielo
Ascolta se stesso
Mondo tra i mondi
Vasko Popa è uno dei poeti più tradotti ed apprezzati della ex Jugoslavia ed anche oggi è uno dei poeti serbi più tradotti e riconosciuti nel mondo.
Era nato a Grebenac, un villaggio della Vojvodina al confine con la Romania nel 1922, in una famiglia per metà serba e per metà romena. Nel 1940 si trasferì a Belgrado (città dove trascorse gran parte della sua vita e dove morì nel 1991) per studiare all’università ma con lo scoppio della Seconda guerra mondiale fu costretto a continuare i suoi studi a Vienna e Bucarest. Durante la guerra combatté per i partigiani di Tito e venne internato in un campo di concentramento nazista.
Dopo la guerra riprese gli studi a Belgrado, dove si laureò nel 1949 in lingue romanze (francese). Dal 1948 al 1951 lavorò per Radio Belgrado e nel 1954 entrò nella redazione della casa editrice Nolit, dove lavorò per venticinque anni. Al 1953 risale il suo debutto con la raccolta di poesie Kora (in it. “La corteccia”), ma aveva già cominciato a pubblicare, a partire dal 1951, sulle riviste «Književne novine» e «borba».
Il suo linguaggio scarno ed essenziale ma denso, aprirono degli spazi nuovi nella poesia serba.
Nel dopoguerra Popa fu uno dei poeti serbi più tradotti all’estero.
Belgrado è la città balcanica del divertimento, ma offre anche delle perle tutte da scoprire, come architettura, gallerie, negozietti e librerie nascosti in graziose vie interne, i fiumi Sava e Danubio