consulente finanziario vol.2

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Di buono c'è che è improbabile la "rovinino"... sicuramente sarà piena di prodotti che non renderanno un cavolo mentre loro ciucciano percentuali su percentuali di patrimonio sotto forma di commissioni...
Come ogni buona badante che ti sfila i soldi dalla borsa o ti preleva con il bancomat o ti porta via l'oro dal cassetto non è che ti 'rovinano' mandandoti per strada (anche se un caso lo ricordo: bond argentini, lei fece causa, persa la causa non aveva abbastanza soldi per le spese legali e le ipotecarono la casa).

Come sempre l'anziano o anziana che si affida è un asset prezioso. Però non parliamo di "Consulenza".
 
Ho fatto quell'esempio per spiegare: un fondo-di-fondi che investe in Robotica, Energia Pulita e tecnologici Growth non è un fondo "sicuro" perché nel 2023 ha recuperato lo sciacquone del 2022 e probabilmente se ci fosse uno storico non fa grandi danni da 15 anni, ma è un asset Growth.
Se l'indice Nasdaq nel 2000 è crollato fino al -85% e nel 2008 è sceso oltre il 55% vuol dire che di fronte ad una crisi seria quel fondo che ha guadagnato 'ma non abbastanza' (guardando la distanza enorme dall'indice Nasdaq, ma anche dal MSCI World, fatta in gran parte di commissioni e lì l'ingresso non c'è) crollerebbe in maniera spaventosa come tanti fondi attivi hanno fatto non riprendendosi più:

Vedi l'allegato 3018974

Questo è un fondo attivo molto simile (azionario globale attivo), ma con 2,49% di costi di gestione e non 4,66% che NON è un fondo di fondi e NON ha commissioni di performance. Qui si vede quanto è crollato (non è un tecnologico, ma un MSCI World anche un pò Value) e quanto aveva guadagnato prima e quanto ci ha messo a recuperare e che nel picco negativo del 2022 l'investirore del 2000 sarebbe tornato quasi al prezzo nominale iniziale. Nominale... non si vede né l'imposta di bollo, né l'inflazione. Mettendo l'inflazione e le tasse d'uscita mettere soldi qui dentro è stata una follia dall'inizio alla fine, e questo ti dico che lo giudico un BUON FONDO ATTIVO (a differenza del BG di sopra).
mi riferivo all'altro folista

per quanto riguarda il discorso "energia pulita" il tema è molto ampio ed è un argomento che cerco di seguire nei dettagli

esistono titoli delle rinnovabili che hanno perso molto negli ultimi anni e non hanno recuperato rispetto ai massimi, la bolla si è in gran parte sgonfiata ma gli investitori non sono ancora tornati - non si tratta di titoli super-convenienti ma nemmeno cari come un tempo

se si compra un fondo attivo tipo minestrone non ci si rende conto delle varie dinamiche in atto, ma lo stesso accade investendo in ETF azionari generalisti

all'interno del tema "energia pulita" potremmo quindi avere settori che seguono dinamiche differenti nel tempo e titoli che potrebbero andare bene mentre il resto del mercato scende e viceversa - i concetti di growth e value non sono assoluti, esistono titoli azionari tecnologici che possiamo definire Value e titoli azionari beni di largo consumo (ad es. nel settore alimentare) che potremmo definire Growth

il problema dei fondi attivi è proprio legato al fatto che se il focus del fondo resta nel vago e lascia ampio spazio al gestore, potrebbero esserci scelte attive che funzioneranno meglio anche con indici in ribasso (in termini relativi) e viceversa

il problema è che lo sappiamo solo dopo
 
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Come ogni buona badante che ti sfila i soldi dalla borsa o ti preleva con il bancomat o ti porta via l'oro dal cassetto non è che ti 'rovinano' mandandoti per strada (anche se un caso lo ricordo: bond argentini, lei fece causa, persa la causa non aveva abbastanza soldi per le spese legali e le ipotecarono la casa).

Come sempre l'anziano o anziana che si affida è un asset prezioso. Però non parliamo di "Consulenza".
Il problema è che devi fare un trade off no, se venisse a sapere i costi in euro (sicuramente qualche decina di migliaia l'anno) probabilmente
1) sarebbe un grande dispiacere personale
2) terrebbe probabilmente tutto liquido li a pagare inflazione

D'altra parte il promotore sta facendo il suo lavoro, che come si scriveva è perfettamente legale, e avendo avuto modo di parlare con vari del settore mi sembra molto più "onesto" e preparato di altri.
Una signora in un meeting sosteneva candidamente che le commissioni sono diventate troppo trasparenti..
Mettendomi nei suoi panni cosa potrebbe fare? Portare in feeonly mia nonna che si agita quando arriva una bolletta dell 'Enel troppo alta? Io non credo sia fattibile neanche da un persona che lei vede come suo "pari", i vari critici della parcella dicono sempre che "se il cliente dovesse pagare in chiaro terrebbe tutto sul conto"

Quello che posso dire che nel caso specifico quello che è mancata nelle parte femminile della mia famiglia (nonna, madre ecc..) è stato il capitale umano, con conseguente delega di tutte le decisioni "impegnative" agli uomini del caso, sia mariti vari che persone esterne, o attesa che le "situazioni" varie diventassero irrecuperabili per poi muoversi troppo tardi.
 
la redditività prima della vendita.
nel senso del trasferimento del cliente a portafoglio di altro promotore, quindi inserisco fondi più costosi per vendere " meglio " la posizione all'altro?
 
Dopo la storia del bid ask spread...

Mi sembra che adesso l'ordine di scuderia sia diventato dimostrare come un paniere di fondi abbia battuto nel passato un paniere di ETF a caso.

Chiaramente dietro i fondi c'è la scelta illuminata del promotore e la gestione illuminata del gestore, entrambe generano risultati straordinari che ti costano solo il 2% l'anno (in realtà mediamente molto di più...)

E' un'altra versione del caro vecchio... "è vero che i fondi costano, ma io ti seleziono soltanto i migliori fondi e con quelli battiamo il mercato..."
sarebbe interessante fare l'analisti " chi vince tra fondi e etf , se per astratto, NON SI pagassero le commissioni e le fee del fondo attivo ?

Probabilmente l'avranno gia'fatta

@Dedalo Invest , @consindip ,@cataflic e @bow ma anche @Pablito84
 
sarebbe interessante fare l'analisti " chi vince tra fondi e etf , se per astratto, NON SI pagassero le commissioni e le fee del fondo attivo ?

Probabilmente l'avranno gia'fatta

@Dedalo Invest , @consindip ,@cataflic e @bow ma anche @Pablito84
Scusa ma la domanda è mal posta.
La grande maggioranza dei fondi di investimento investe in etf, nel senso non sono altro che involucri di costi per remunerare tutta la piramide. questo è il mediolanum best brands us collection
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Alcuni fanno effettivamente scelte dinamiche (morgan stanley global opp... ecc..) in un mercato di riferimento e hanno un benchmark, cioè sovrappesano qualche titolo per cercare di generare alpha.
Altri ancora tentano di replicare le strategie dei cta (commodity trading advisor); qui parliamo di fondi absolute return, managed futures ecc..
che spesso manco hanno un benchmark, semplicemente da prospetto hanno piena autonomia delle scelte di investimento, lunghi o corti di qualsiasi cosa.. Quelli che vale la pena considerare si contano sulle dita di una mano.
 
sarebbe interessante fare l'analisti " chi vince tra fondi e etf , se per astratto, NON SI pagassero le commissioni e le fee del fondo attivo ?

I fondi attivi sono, solitamente, prodotti destinati al pubblico retail.

L'obiettivo dei gestori non è battere il mercato ma farti galleggiare il più possibile mentre ciucciano commissioni.

Esistono pochi fondi attivi che fanno davvero gestione attiva. In questi pochi casi è chiaro che ciò che conta di più è la palla di vetro del gestore. Se il gestore indovina le scommesse tu fai un mucchio di soldi... diversamente è game over... perché basta una scommessa sbagliata per polverizzare un fondo...
 
sarebbe interessante fare l'analisti " chi vince tra fondi e etf , se per astratto, NON SI pagassero le commissioni e le fee del fondo attivo ?

Probabilmente l'avranno gia'fatta

@Dedalo Invest , @consindip ,@cataflic e @bow ma anche @Pablito84
un confronto tra fondo ed ETF deve tenere essere realizzato tra contenuti omogenei e valutato per il rischio, non certo solo per il rendimento

se togli tutte le commissioni all'ETF classico ottieni l'andamento del benchmark replicato

se togli tutte le commissioni al fondo attivo ottieni un andamento che non è detto che sia confrontabile con il benchmark del fondo attivo, perchè in realtà il fondo attivo potrebbe dichiarare di confrontarsi con un certo benchmark ma poi fare altro

inoltre esistono molti fondi attivi che non hanno benchmark

quindi la difficoltà maggiore è fare confronti che abbiano senso

alla fine però non arrivi ad una regola certa perchè l'ETF segue un benchmark, mentre il fondo attivo si confronta con un benchmark ma deve sottostare a regole e operatività specifiche, ad es. un fondo azionario deve sempre avere una certa quantità di cash non investito in funzione della probabilità di dover liquidare i rimborsi e alla gestione dei soldi in ingresso; un ETF invece, operando con il meccanismo della creation-in-kind e della redemption-in-kind non ha la necessità di avere cash ed è sempre tutto investito quindi avrà più facilità a seguire il benchmark

quindi non sono solo le commissioni a far si che per un fondo attivo sia più difficile fare meglio di un ETF, ci sono anche altri fattori

un altro fattore può essere la dimensione del fondo che rende più complicata la gestione attiva su certi titoli meno capitalizzati mentre per un ETF questo problema può essere superato con una replica passiva

quindi oggi tenderei a pensare che i costi più o meno elevati penalizzino i rendimenti dei fondi a gestione attiva rispetto agli ETF solo in determinati casi, ma non vale per tutti i fondi a gestione attiva
 
sarebbe interessante fare l'analisti " chi vince tra fondi e etf , se per astratto, NON SI pagassero le commissioni e le fee del fondo attivo ?
Dipende dal fondo attivo:
- Se il fondo attivo è di fatto 'passivo' o 'semi passivo' su un indice o paniere di indici, di solito non c'è differenza. Ogni tanto il fondo fa +0,5 rispetto all'ETF e ogni tanto -0,5.
- Se il fondo attivo è un "flessibile" dichiaratamente a gestione 'molto attiva' (es. "scegliamo una strategia opportunistica sul mercato") raramente batte l'ETF e di solito viene battuto. Visto che appena inizia ad andare male lo fondono o fanno scomparire è frequente non averne percezione o trovare qualche fondo miracoloso che sembra battere il benchmark (es. fondi H2O).
- Se il fondo attivo è basato su una "STRATEGIA", di fatto semi-attiva. Possono esistere periodi molto lunghi, finché tale strategia è efficace, in cui il fondo fa meglio dell'ETF. Faccio un esempio: paragoniamo un ETF MSCI World Value, con un fondo attivo composto da un paniere di azioni globali Value che reinvestono ogni 3 mesi i dividendi distribuiti nel Nasdaq a Leva2, ribilanciando poi dopo l'accumulo tutto su Value ogni 2 anni (ho proposto una strategia fissa a caso). Cosa è accaduto negli ultimi 15 anni? Che il Nasdaq a Leva2 ha sovraperformato di brutto il MSCI World Value, quindi questo extra-sprint dato da 2 anni di accumulo su tale asset dei dividendi di un Value normale avrebbe fatto credere che tale fondo attivo azionario da 15 anni fa quasi sempre 1-2% più del benchmark/ETF e che quindi la capacità previsionale dei gestori funziona. In realtà è stata la congiuntura di mercato favorevole a tale strategia (es. le strategie 120/80, osannate per 20 anni e poi implose nel 2008).
 
I fondi attivi sono, solitamente, prodotti destinati al pubblico retail.

L'obiettivo dei gestori non è battere il mercato ma farti galleggiare il più possibile mentre ciucciano commissioni.

Esistono pochi fondi attivi che fanno davvero gestione attiva. In questi pochi casi è chiaro che ciò che conta di più è la palla di vetro del gestore. Se il gestore indovina le scommesse tu fai un mucchio di soldi... diversamente è game over... perché basta una scommessa sbagliata per polverizzare un fondo...
sulla prima affermazione non sono d'accordo

semmai i fondi attivi in classe retail sono prodotti destinati prevalentemente ad un pubblico retail

e anche parlare di "scommesse" del gestore non è molto corretto; esistono regolamenti e norme precise a riguardo ed esistono criteri di risk management

semmai le "scommesse" vere le fanno i privati faidate quando pensano che investire in ETF sia semplice...ne vediamo di portafogli naive in ETF ....
 
semmai le "scommesse" vere le fanno i privati faidate quando pensano che investire in ETF sia semplice...ne vediamo di portafogli naive in ETF ....
Certamente, con le migliaia di etf che ci circondano e’ facile giocare, ma secondo me basta non prendere etf settoriali, esg, obbligazionari, paesi emergenti, troppo complicati, a leva etc.
Giocando con un po’ di swda, wvce, lifestrategy magari anche un po’ di s&p e Nasdaq presi diluiti nel tempo, si potrà ovviamente subire il mercato, ma i danni veri sono cose ben diverse.
Se gli immobili avessero quotazioni giornaliere con la valutazione di vendita in 48 ore se ne vedrebbero delle belle, altro che gli etf….
Oppure andiamo a vedere il valore dei principali titoli italiani nei decenni….se non gestiti.
 
sarebbe interessante fare l'analisti " chi vince tra fondi e etf , se per astratto, NON SI pagassero le commissioni e le fee del fondo attivo ?

Probabilmente l'avranno gia'fatta

@Dedalo Invest , @consindip ,@cataflic e @bow ma anche @Pablito84
Basta che vai su morningstar, prendi uno dei loro indici di categoria e ci togli la media dei costi di categoria.
Questo vale per le categorie e se fai un mix di tante strategie, più, meno, di qua e di là, finisce che ti ritrovi suppergiù su un indice, meno i differenziali dati dalla necessaria liquidità presente nel ptf del fondo.
quali tipi ( non isin ) di fondi attivi potrebbero valere per inserirli in un portafoglio
è qui che finisce il giochino, perchè poi quando vai a vedere i risultati passati non sai mai per quale motivo un fondo attivo abbia sottoperformato o sovraperformato perchè il gestore può cambiare strategia tutti i giorni e finisci per parlare di cose che non ci sono più.
Poi stanno tutti lì a sfornare parametri, indicatori vari, analisi sulla scuola del figlio del gestore...
Un azionario attivo va bene perchè il gestore sarà concentrato su qualche titolo e se ci piglia meglio così.
Un bond attivo farà scelte attive sulla duration e i ratings e se ci piglia meglio così.
Un fondo absolute farà scelte attive e se ci piglia meglio così.
Qualsiasi fondo attivo va bene perchè non sarà mai uguale al benchmark, un qualsiasi bilanciato va bene per coprire l'esigenza di allocazione di un certo tipo di rischio, aggiungendo un rischio gestore a quello di mercato e sperando che "faccia bene".
Una scelta che va benissimo per remunerare l'attività di un consulente non a parcella per gestire piccoli e semplici patrimoni...se non vuoi prendere un rischio gestore, ne fai 5 di bilanciati e il gioco è fatto.
 
come sono quelli "naive " rispetto a quelli non naive?
in quelle naive trovo sovente ETF Idrogeno, ETF Auto elettriche, ETF Water, ETF Daily Nasdaq 2x ..... e altri comprati alla rinfusa o perchè qualcuno su youtube o sul web aveva bisogno di fare un contenuto clickbait ...
 
quali tipi ( non isin ) di fondi attivi potrebbero valere per inserirli in un portafoglio
è una domanda a cui è impossibile fornire una risposta sensata in poche righe, dipende da quale portafoglio e di chi è quel portafoglio
 
mi riferivo all'altro folista

per quanto riguarda il discorso "energia pulita" il tema è molto ampio ed è un argomento che cerco di seguire nei dettagli

esistono titoli delle rinnovabili che hanno perso molto negli ultimi anni e non hanno recuperato rispetto ai massimi, la bolla si è in gran parte sgonfiata ma gli investitori non sono ancora tornati - non si tratta di titoli super-convenienti ma nemmeno cari come un tempo

se si compra un fondo attivo tipo minestrone non ci si rende conto delle varie dinamiche in atto, ma lo stesso accade investendo in ETF azionari generalisti

all'interno del tema "energia pulita" potremmo quindi avere settori che seguono dinamiche differenti nel tempo e titoli che potrebbero andare bene mentre il resto del mercato scende e viceversa - i concetti di growth e value non sono assoluti, esistono titoli azionari tecnologici che possiamo definire Value e titoli azionari beni di largo consumo (ad es. nel settore alimentare) che potremmo definire Growth

il problema dei fondi attivi è proprio legato al fatto che se il focus del fondo resta nel vago e lascia ampio spazio al gestore, potrebbero esserci scelte attive che funzioneranno meglio anche con indici in ribasso (in termini relativi) e viceversa

il problema è che lo sappiamo solo dopo
E' un grande tema quello del tematico.

Io mi divertii a creare un portafoglio-goliardico chiamato "CARONTE" (l'ho anche pubblicato nel mio libro) per dimostrare che spesso sono mode e che in realtà una solida asset allocation si può creare anche con inquinamento, armi, gioco d'azzardo e prostituzione (tanto per essere "Environmental", "Social" and "Governance" se uno vuole).

Il problema del settore dell'energia pulita io lo affrontai in tempi non sospetti nel 2008-2009, quando mi presentai ad una conferenza con un articolo affrontando le prospettive economiche del fotovoltaico (all'epoca in bolla con le feed-in tariffs... vabbé c'è il mio nome in chiaro ma ormai chissenefrega dato che l'ho scritto dentro il mio libro... rimango sempre BOWMAN innanzitutto), all'epoca dibattuto, ma poi se uno guarda l'andamento dell'indice clean energy che a cavallo di quegli anni crollò dell'80% non tanto.
Riassumendo l'articolo questi "incentivi pubblici" non vanno ad impattare aziende mature e large cap (il famoso "Value Investing" di Graham) bensì aziende più piccole, tematiche dentro indici più generalisti (banalmente finanzio di più, in un indice Worl Utilities, la small cap o mid cap che fa fotovoltaico rispetto alla ENEL o VEOLIA o EDF di turno). Che effetto ha un sasso lanciato in un piccolo stagno? Che gran parte delle onde dello stagno saranno dovute al sasso piuttosto che a maree e vento.
E se smetto per mille motivi (es. crisi economica mondiale e fine dei finanziamenti, dato che si dovevano rifinanziare le banche?) di lanciare sassi che succede?

Ecco che un settore molto bello ed argomentato come "investimento istituzionale" potrebbe essere per il piccolo risparmiatore con il suo salvadanaio, da gestire con meno euforia di quella con cui tanti 'promoter' mettono il depliant del fondo attivo 'green' sulla scrivania.
 
Ultima modifica:

Le banche ed i loro divulgatori incravattati stanno cominciando a manifestare una certa insofferenza.
Bene cosi
 
Riassumendo l'articolo questi "incentivi pubblici" non vanno ad impattare aziende mature e large cap (il famoso "Value Investing" di Graham) bensì aziende più piccole, tematiche dentro indici più generalisti (banalmente finanzio di più, in un indice Worl Utilities, la small cap o mid cap che fa fotovoltaico rispetto alla ENEL o VEOLIA o EDF di turno). Che effetto ha un sasso lanciato in un piccolo stagno? Che gran parte delle onde dello stagno saranno dovute al sasso piuttosto che a maree e vento.
E se smetto per mille motivi (es. crisi economica mondiale e fine dei finanziamenti, dato che si dovevano rifinanziare le banche?) di lanciare sassi che succede?
in parole più semplici, le reali prospettive di guadagno per l'investitore si realizzano solo se il supporto istituzionale rimane costante nel tempo ( o per gli early investor) altrimenti non si ha nessun value investing in caso di etf tematici bensi una moda growth che poi si annaqua nel tempo?
 
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