Apprezzo, come apprezzai a settembre, la determinazione di
@freekess all'esercizio di pretese che non sono, e
non devono essere per la banca, concessioni. Io non sono resiliente come lui, probabilmente ho anche meno energie, e il rischio mi limito a prevenirlo con depositi la cui eventuale indisponibilità temporanea sia qualcosa di sostenibile per il buon umore (naturalmente tutto ha un limite di sopportazione, anche temporale).
Le banche con l'antiriciclaggio sono tra l'incudine e il martello, avendo l'onere di sorvegliare eventuali movimenti anomali sotto la sorveglianza di BdI. E ormai la condotta di
tutte le fintech, che iniziano con un massivo reclutamento di clientela, e poi si mettono ad attivare controlli automatici stringenti quanto lunghi da gestire per la carenza di personale, è la norma di cui non si stupisce più nessuno. Certo, c'è chi lo fa con più arroganza o goffaggine, ma la sostanza non cambia: quando ti trovi col conto bloccato con questi istituti, buona fortuna. Quando poi una banca sceglie una politica low cost, pur senza essere una banca low cost, il rischio è che i prodotti
discount siano peggiori di quelli acquistabili in un discount vero...
Finora con questa carta (di proposito non cito il conto) mi trovo benissimo, ma non vi affiderei più che
argent de poche.
Ancora grazie a
@freekess per la resilienza: se l'utenza media del prodotto fosse più come lui che come me, anche queste banche avrebbero l'incentivo a meglio equilibrare il loro prodotto fra costi e risorse dedicate; e chissà che la lettera al CEO, pur non arrivando a lui direttamente, non possa essere di ispirazione allo staff del management.