Cremonini.....verso i 3 Miliardi di fatturato

Milano, 26 mar. (Adnkronos) - Utile netto consolidato di 49,6 milioni di euro per il gruppo Marr nel 2011 e dividendo di . In crescita rispetto ai 45,7 milioni di euro registrati nel 2010. Al netto delle quote di pertinenza dei terzi, l'utile di gruppo e' stato pari a 49 milioni di euro. Dai dati di bilancio, illustrati oggi a Milano dall'amministratore delegato Ugo Ravanelli, emerge che la redditivita' operativa nel 2011 ha evidenziato un incremento a doppia cifra con l'Ebitda consolidato che ha raggiunto i 91,8 milioni di euro (+10,5%) rispetto agli 83 milioni di euro del 2010 e l'Ebit, pari a 79,3 milioni di euro che ha fatto registrare una crescita dell'11,5% rispetto ai 71,1 milioni di euro dell'anno precedente. L'Ebitda margin e' salito al 7,3% complice anche la vendita di prodotti a piu' alto valore aggiunto che hanno ridotto l'incidenza dei principalli costi operativi. L'esercizio 2011 si e' chiuso con ricavi totali consolidati a 1.249,2 milioni di euro, in aumento di oltre 56 milioni (+4,7%) rispetto a 1.193 milioni di euro del 2010. L'indebitamento finanziario netto a fine 2011 si e' attestato a 156 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 156,3 dell'esercizio precedente e con un rapporto posizione finanziaria netta su Ebitda pari a 1,70. Il patrimonio netto consolidato a fine esercizio e' pari a 223,9 milioni di euro. La Capogruppo Marr ha realizzato ricavi totali per 1.150,7 milioni di euro rispetto a 1.102,3 milioni di euro del 2010 (+4,4%). Il consiglio di amministrazione ha proposto all'assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo lordo di 0,64 euro di cui: 0,54 euro in pagamento il 31 maggio con stacco cedola il 28 maggio e 0,10 euro, erogati in via del tutto eccezionale per la ricorrenza nel 2010 dei 40 anni di attivita', in pagamento il 5 luglio con stacco cedola il 2 luglio.
 
Milano, 26 mar. (Adnkronos) - Utile netto consolidato di 49,6 milioni di euro per il gruppo Marr nel 2011 e dividendo di . In crescita rispetto ai 45,7 milioni di euro registrati nel 2010. Al netto delle quote di pertinenza dei terzi, l'utile di gruppo e' stato pari a 49 milioni di euro. Dai dati di bilancio, illustrati oggi a Milano dall'amministratore delegato Ugo Ravanelli, emerge che la redditivita' operativa nel 2011 ha evidenziato un incremento a doppia cifra con l'Ebitda consolidato che ha raggiunto i 91,8 milioni di euro (+10,5%) rispetto agli 83 milioni di euro del 2010 e l'Ebit, pari a 79,3 milioni di euro che ha fatto registrare una crescita dell'11,5% rispetto ai 71,1 milioni di euro dell'anno precedente. L'Ebitda margin e' salito al 7,3% complice anche la vendita di prodotti a piu' alto valore aggiunto che hanno ridotto l'incidenza dei principalli costi operativi. L'esercizio 2011 si e' chiuso con ricavi totali consolidati a 1.249,2 milioni di euro, in aumento di oltre 56 milioni (+4,7%) rispetto a 1.193 milioni di euro del 2010. L'indebitamento finanziario netto a fine 2011 si e' attestato a 156 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 156,3 dell'esercizio precedente e con un rapporto posizione finanziaria netta su Ebitda pari a 1,70. Il patrimonio netto consolidato a fine esercizio e' pari a 223,9 milioni di euro. La Capogruppo Marr ha realizzato ricavi totali per 1.150,7 milioni di euro rispetto a 1.102,3 milioni di euro del 2010 (+4,4%). Il consiglio di amministrazione ha proposto all'assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo lordo di 0,64 euro di cui: 0,54 euro in pagamento il 31 maggio con stacco cedola il 28 maggio e 0,10 euro, erogati in via del tutto eccezionale per la ricorrenza nel 2010 dei 40 anni di attivita', in pagamento il 5 luglio con stacco cedola il 2 luglio.

Ma il bilancio è uscito il 9 marzo, comunque marr si sta scaricando per poter partire in attesa del dividendo, non posso credere che un dividendo da 0,64 cents non possa attirare nuovi investitori:cool:
 
Ma il bilancio è uscito il 9 marzo, comunque marr si sta scaricando per poter partire in attesa del dividendo, non posso credere che un dividendo da 0,64 cents non possa attirare nuovi investitori:cool:

come mai porta la data di oggi :mmmm:

Marr: Ravanelli, in vista piccole acquisizioni in segmento bar
Data: 26/03/2012 @ 11:59
Fonte: MF Dow Jones (Italiano)
Titolo: Marr (MARR)
Quotazione: 8.33 -0.075 (-0.89%) @ 16:06
<< Indietro Quotazione Grafico
Marr prendera' in considerazione la possibilita' di effettuare "nuove piccole acquisizioni nel segmento bar".

Lo ha affermato a MF-Dowjones il presidente e a.d. dell'azienda romagnola, Ugo Ravanelli, a margine di un incontro a Milano.

"Vogliamo comprare piccole aziende, operazioni tra 5 e 10 milioni di euro ciascuna, per completare la copertura del territorio", ha spiegato ancora Ravanelli. L'azienda ha iniziato da qualche anno lo sviluppo del segmento bar, partendo dalla Romagna ed estendendosi via via in Emilia e in Umbria. "Ora stiamo valutando il Veneto", ha concluso l'a.d., "e comunque e' indispensabile che ci sia continuita' territoriale, attraverso cui possiamo raggiungere importanti economie di scala dal punto di vista della logistica". ofb/alb
 
è palese che marr adesso sta scaricando piano piano gli indicatori,infatti credo che si stia preparando per ricaricare le batterie in vista del dividendo del 28 maggio, dividendo alquanto succulento e prelibato come le leccornie che la mitica marr vende in tutta Italia e ed Europa dell'est
 
Il piatto piange: chiusi 1500 ristoranti

La strage è servita

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La crisi sta decimando il patrimonio gastronomico dell’Emilia Romagna



di Pier Luigi Martelli
















Emilia Romagna, 1.500 ristoranti chiusi


Bologna, 29 marzo 2012 - PIÙ CHE VALLATE, stanno diventando gole, forre soggette all’erosione della crisi che nasconde sempre più ogni raggio di ripresa. Già, perchè se la Motor valley, orgoglio e marchio di questa Regione, s’infratta e piange, non è che l’altro simbolo, la Food valley, cioè l’indiscusso patrimonio alimentare e gastronomico dell’Emilia Romagna, se la passi tanto meglio.
Il quadro arriva dai dati Infocamere e da un’indagine di Swg su 201 soci delle 11 federazioni territoriali di Confesercenti regionale nei settori del commercio, dei pubblici esercizi e del turismo.
In particolare, è la ristorazione quella che manda i segnali peggiori. Se nel 2010 il saldo negativo (fra chiusure di vecchie attività e aperture di nuove) era stato di 500 esercizi, a novembre 2011 il bilancio negativo toccava già le mille unità. Un dato che emerge sottraendo alle attività cessate (2.151) quelle avviate ex novo, 1254. In pratica, in meno di due anni l’Emilia Romagna ha tirato 1500 croci su grandi e piccoli ristoranti a fronte di un ‘patrimonio’ che viaggia sui 12mila esercizi.

LA PARTE del leone la fa la provincia di Bologna con 2.305 ristoranti attivi, poi vengono quelle di Modena (1.941), seguite da quelle di Rimini (1.363), di Reggio Emilia (1.260), di Ravenna (1.236), di Forlì-Cesena (1.162), di Parma (1.084), di Ferrara (991) e di Piacenza (753). Numeri ancora robusti, ma certo, di questo passo, i morsi della fame si faranno sentire. Le attività di ristorazione attive, secondo i registri della Camere di commercio, ammontano in Regione a quasi 24mila su un totale di oltre 27mila registrate.
Negli ultimi anni a cadere sotto la scure della crisi sono stati soprattutto i ristoranti di fascia media, ma le difficoltà non hanno risparmiato neppure le eccellenze gastronomiche (Fini per tutti). L’alta ristorazione in Italia ha visto crollare i coperti del 50%. In Emilia Romagna l’eccellenza coinvolge circa 190 locali, ma a parte l’exploit di Bottura, che ha conquistato le 3 stelle Michelin, si registrano più bocciature che promozioni.

NON A CASO sono crollati i consumi del vino e anche la marginalità: gli utili nell’alta ristorazione si stanno assottigliando sempre più, i costi fissi sono in crescita vertiginosa, soprattutto quelli energetici e quelli del personale. A fianco della ristorazione è stato esaminato anche il comparti turistico. Anche qui si contano i caduti, ma parliamo di 200 attività di alloggio perdute in due anni.
I dati parlano, ma l’indagine di Swg, racconta, attraverso le interviste ai titolari che la materia prima che manca è soprattutto la fiducia. La quota dei titolari d’azienda poco o per nulla soddisfatti è passata dal 39% del 2010 al 41% dell’anno passato. E per il 44% c’è stato un peggioramento. Solo l’11% ravvisa uno spiraglio di luce e aumenta anche la percentuale di chi non intravvede spiragli. Perchè tanto pessimismo?

PER IL 69% l’aumento dei costi rappresenta il primo dei problemi e ne derivano fosche previsioni circca i margini di utile. Non solo, per il 46% degli intervistati il peggio deve ancora arrivare. Il calo della domanda sembra essere inarrestabile per il 45% del campione e un intervistato su due è anche convinto del fatto che nulla sarà più come prima.
La portata dei cambiamenti imposti dalla crisi è considerata ormai strutturale. Come ridare slancio alla valle del cibo? «Agevolazioni fiscali per le imprese, diminuzione del costo del lavoro, burocrazia più leggera». Questo è il grido che proviene dalla valle. Se avrà un’eco, questo poi è tutto da vedere.

Pier Luigi Martelli
 
Crisi della ristorazione: parliamone
Di Leonardo Mazzanti • 1 mar 2012 • Rubrica: Attualità e idee • 11 commenti
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PIETRASANTA (LU) – Trattare un argomento così delicato non è né facile né piacevole ma ho ritenuto doveroso mettere giù due righe in merito e in uno stile “sobrio” – quanto mai apprezzato di questi tempi – senza immagini. Lungi da me l’idea di aver centrato il problema o di averne data soluzione. Per questo saranno molto ben accette osservazioni e critiche: l’importante è parlarne, uscire dal limbo e auspicare una reazione di chi ha il coltello dalla parte del manico.

Lunedì 20 Febbraio presso il ristorante Doppio Modo di Pietrasanta (LU) una cinquantina di persone – operatori del settore enogastronomico – sono stati invitati dal duo Celso/Pardini (Massimo) a discutere sui problemi della ristorazione in generale e della zona versiliese nello specifico.

Ad introdurre la serata e a fare da moderatore il nostro Claudio Mollo. Da trent’anni in prima linea nella gastronomia è riuscito a coinvolgere e talora a sorprendere i presenti, persone non certo a digiuno di nozioni in materia. In evidenza la diversità tra la gastronomia spagnola e quella italiana, ovvero quando un territorio meno ricco di risorse enogastronomiche riesce a sopraffare chi ne è più dotato essenzialmente per merito dello spirito di gruppo, della coesione tra i cuochi. Appunto l’interazione, la collaborazione e la stima sono risultate le armi vincenti spagnole a differenza dello spirito “secessionista” italiano dettato dal protagonismo e dalla paura (di essere copiati) da una parte e dall’invidia dall’altra. Come si suol dire, metti tre cuochi a tre fornelli e faranno i loro soliti piatti, mettili assieme intorno ad uno solo e faranno cose straordinarie. Purtroppo questo lo hanno capito solo in pochi, troppo pochi al momento.

Altro argomento interessante il grosso problema della qualità del cibo e specialmente dei prodotti industriali: di sicuro effetto alcuni resoconti sulla preparazione di salumi, non tanto per la carne utilizzata quanto per gli additivi usati per esaltare aromi o colori e anche migliorare la fruibilità del prodotto nel tempo. Oppure sulle farine Ogm usate da rinomati pastifici. Oppure sulle macchine che sfornano dolci mai uguali per illudere il consumatore che siano fatti a mano…

Interessante l’intervento di Franco Pedrini (già presidente Demeter) titolare dell’azienda biodinamica San Cristoforo produttrice di pasta dalla semina di antiche varietà di cereali alla trafilatura a bronzo ed essiccazione a bassa temperatura. Inconfutabile la qualità dei prodotti ma, nella società di oggi, appannaggio di pochi per disponibilità e costi. Occorrerebbe un radicale e purtroppo utopistico ribaltamento delle basi economiche mondiali tornando a privilegiare l’agricoltura anche con la riconversione di aree industriali per soddisfare il bisogno globale (e nemmeno tutto purtroppo…) ed invertire l’inarrestabile avanzamento dei prodotti Ogm, unica soluzione prospettata per tale problema.

Gli invitati sono intervenuti principalmente sullo scottante tema della crisi nella ristorazione: quali i responsabili? Tante le banalità proferite: “non ci sono più soldi” o “ troppi ristoranti” le più classiche. Certo se le bocche sono sempre quelle e i ristoranti si moltiplicano ovviamente vi saranno meno clienti a testa e, con il perdurare della crisi economica, il calo si manifesta maggiormente. Ma parliamo di ristorazione o di pseudo-mense? Chi è causa del suo mal non pianga se stesso! Negli anni passati è stato troppo facile assecondare una delle idee più gettonate, uno dei traguardi più ambiti da chi aveva un po’ di soldi da investire: aprire un locale! Così, vuoi per ignoranza in materia, per comodità, o per conseguire l’obiettivo del facile guadagno entra in funzione l’ennesima pseudo-mensa atta a perseguire il menù stereotipato richiesto dal consumatore medio. Ovvero una persona che giudica il piatto solo dal sapore, che ordina solo quello che conosce e che, come è stato dimostrato da ricerche, spesso non si ricorda cosa ha mangiato appena uscito dal ristorante. A questo punto la differenza la fa principalmente il costo ed inizia un progressivo livellamento al basso sia dei prezzi che della qualità, il margine di guadagno si abbassa e la crisi interviene con il colpo di grazia risparmiando tuttalpiù qualche abile comunicatore che per altre virtù riesce a tenere la “barca pari”. Un fatto analogo successe anche nel mondo vinicolo quando tutti iniziarono a produrre merlot e cabernet belli concentrati e barriccati così da ritrovarci dopo poco con vini tutti uguali, senza anima.

Sarei curioso di vedere la reazione dei suddetti clienti-tipo se per un mese i ristoranti della zona proponessero tutte le tipologie di pesce ad esclusione delle solite spigole e orate (e fortunatamente ne abbiamo davvero tante e buone!) oppure il quinto quarto al posto di bistecche e hamburger. Probabilmente dopo un attimo di smarrimento capirebbero che ci sono tante cose da assaggiare al mondo, gusti nuovi e buoni da scoprire ma temo fortemente che continuerebbero il percorso educativo una volta tornati alla “normalità” delle vecchie pietanze.

La cucina è una cosa seria. Senza ricorrere a cibi esclusivi, costosi e ricercati anche quando vengono proposti piatti tipici andrebbero sperimentate continuamente cotture o abbinamenti per essere un passo avanti agli altri, per far si che la gente abbia un motivo per andare in quel posto. Anche la comunicazione è corresponsabile del successo, come evidenziava Claudio, ma senza tecnica e passione in cucina si va poco lontani.

Diversificazione e specializzazione: queste le parole taumaturgiche espresse dai presenti. Partendo dalla qualità del cibo, proseguendo con il rispetto della materia prima e unendo tecnica ed estro si può rendere stuzzicante un piatto semplice che caratterizza la propria cucina. Se poi il locale si specializza in un particolare settore e magari offre un menù non troppo ampio per evitare sprechi, il “successo” è più auspicabile.

Gli argomenti da affrontare sarebbero stati tanti, un breve video mostrava diversi titoli che avremmo dovuto sviluppare ma, complice un break molto apprezzato di prodotti locali distribuiti dagli ideatori della serata, lo scarso tempo a disposizione ha costretto a rimandarne l’approfondimento ad un prossimo incontro.

A conclusione, una amara riflessione: ben venga l’inevitabile selezione natural-economica se a sopravvivere saranno i savi e non i furbetti, se dalla cenere di tante attività improvvisate potrà risorgere la ristorazione vera, motivo di grande e giustificato orgoglio nazionale.
 
finalmente qualcuno che vede la realtà per quella che è
 
mi piacerebbe conoscere le variazioni del numero dei clienti di bar e ristoranti.
se un ristorante su 10,chiude,la sua clientela si distribuirà nei superstiti.
ci sono statistiche riguardanti i consumatori?
MARR nel 2011ha presentato numeri in espansione.....

MARR per fortuna tiene/migliora perchè ha una rete commerciale e logistica che i suoi concorrenti si sognano, diciamo che è una spanna sopra la concorrenza su molte cose... le statistiche sui consumi (quelle da fonti ufficiali, ISTAT, ecc), anche alimentari, sono abbastanza impietose; il problema non è se un ristorante chiude e la sua clientela si distribuisce ad altri, ma se la clientela nel complesso diminuisce (cioè la gente mangia a casa perchè costa meno). MARR cmq serve un pò tutti i segmenti di clientela (ristoranti, ma anche mense, ospedali, scuole), per cui tiene
 
non solo tiene nel business, ma la Marr sta tenendo sostanzialmente anche in borsa dove nonostante 2500 punti di crollo del future mib, con bassi volumi sta quasi snobbando le turbolenze internazionali molte volte create ad arte.............infatti credo che molti stiano oculatamente entrando in piccole tranche per il dividendone e non mi stupirei affato che passata la buriana marr non sia la più precoce a scattare all'insu, a questi prezzi la marr da una cedola del 7,5% altissima se paragonata alle cedole dei noiosi bot che potrebbero anche essere a rischio insolvenza per cui capo de cazz
 
non solo tiene nel business, ma la Marr sta tenendo sostanzialmente anche in borsa dove nonostante 2500 punti di crollo del future mib, con bassi volumi sta quasi snobbando le turbolenze internazionali molte volte create ad arte.............infatti credo che molti stiano oculatamente entrando in piccole tranche per il dividendone e non mi stupirei affato che passata la buriana marr non sia la più precoce a scattare all'insu, a questi prezzi la marr da una cedola del 7,5% altissima se paragonata alle cedole dei noiosi bot che potrebbero anche essere a rischio insolvenza per cui capo de cazz

quindi mi confermate 0,64 cent. di dvd. visto che nessuno ne' parla:confused::confused::confused:
 
scusate mi dite la data della trimestrale.
 
forse stiamo fallendo:confused::confused::confused:
eppure 0,64 cent, non sono pochi mah:confused::confused:
 
mi serve un'esperto di a.t

guardando il grafico mi sembra che si stia formando la spalla destra, se confermato dovremmo tornare sui massimi?:confused::confused::confused:
scusate ma non so' allegare dei grafici:D:D
 
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