Crisi immobiliare definitivamente superata negli USA. E in Italia?

deve ancora scoppiare la bolla negli usa.. obama ci sta facendo rivivere gli anni di craxi
 
deve ancora scoppiare la bolla negli usa.. obama ci sta facendo rivivere gli anni di craxi

bisogna capire se i vecchi metodi di fare credito all'americana sono ritornati, con mutui ninja , ad ammortamento negativo, e in generale subprime, mica possono reggere un'altra mazzata tipo quella del 2008, anche se ripeto che sono dei maiali come mai se ne sono visti nella storia dai tempi di Maria Antonietta: è stata una crisi che ha portato a milioni di espropri e la dimenticano così , con le borse che salgono e la disoccupazione che scende senza il numero di occupati salga ?
In Italia restiamo indietro tantissimo, tanto che qualora un giorno il potere di acquisto si rialzasse potremmo essere dentro una fase rialzista avanzata dei tassi e per il mercato delle case non ci sarebbe giovamento evidente.

Analogie fra mercato USA e quello italiano sono fuori luogo perché diversi, anche solo per le regole che hanno, che ingessato il nostrano.
In USA si vede una ripresa dopo lo scoppio di una bolla... di cosa bisogna stupirsi?
Dobbiamo pensare che tale rialzo in USA faccia da traino per il mercato immobiliare in Italia? :no:

qui hanno il solo obiettivo di trasformarci in una grande Grecia, facendoci passare vari step progressivi di impoverimento . Ieri Fitch ha parlato di un pil 2013 a -1,8% .
Non so voi ma io ho notizie di chiusure improvvise di aziende che sono sempre andate più o meno bene, con aperture di concordati preventivi così. I licenziamenti saranno tanti quest'anno. Chi compra con queste premesse ? e chi può permettersi un appartamento anche in affitto se non ha lavoro ?
 
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Li il credito lo danno a cani e porci, ci credo che c'è stata ripresa!
 

topolino è più credibile
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togliete il finanziamento ai giornali plz!!
 
non ho capito come sarebbe minata la credibilità del sole 24 ore da quella prima pagina...

riportava esattamente i dati della giornata di borsa precedente.. spread e interessi sul btp decennale.

boh...
 
non ho capito come sarebbe minata la credibilità del sole 24 ore da quella prima pagina...

riportava esattamente i dati della giornata di borsa precedente.. spread e interessi sul btp decennale.

boh...

stampa prezzolata
raccontano sempre la metà della verità che fa comodo a loro

l'america x fare +2% con milioni di food stamps
fa deficit del 10%
e il debito con Obama galoppa stile Italia durante la DC
 
su quello siamo tutti d'accordo, solo non ha senso quella copertina in questo contesto..

riportava numeri oggettivi della seduta borsistica precedente..
 
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Gli USA : una socità attiva e democratica.
Noi abbiamo una politica vecchia ( guarda l'età dei politici al potere ) e un sistema antidemocratico capillarmente.
Un premier non passato attraverso elezioni democratiche. E le decisioni sul nostro futuro prossimo nelle mani di vecchi, rispettabilissimi ma vecchi.
 
topolino è più credibile
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togliete il finanziamento ai giornali plz!!

quelli del sole hanno anche altri finanziamenti, da gruppi di potere che sanno solo lamentarsi e accaparrarsi gli utili.
Non credo nemmeno che si siano resi conto di aver fatto passare il paese dalla padella alla brace, e dal punto di vista occupazionale non abbiamo ancora visto nulla.
 
Macaplà - Il blog di Mario Platero

Cucchiani a New York: Crescita nel 2014 possibile. Basta che il governo proceda con le riforme

NEW YORK – Crescere si puo’, gia’ nel 2014, basta che non si confonda con un miglioramento fiscale interno l’arrivo di capitali giapponesi alla ricerca di di redditivita’, che si continui a lavorare e che ognuno, governo in testa, faccia la sua parte. Il pronostico – e l’auspicio – e’ di Enrico Cucchiani, AD di Banca Intesa:” Mi trovo allineato con Fabrizio Saccomanni soprattutto se c'è una prospettiva, una proiezione di ottimismo. Cerchiamo di cogliere questo spunto con entusiasmo e di dare un po' di contributo concreto all'entusiasmo” ha detto a New York Cucchianai ai margini di una mostra di arredi realizzati dai tossicodipendenti della Comunita’ di San Patrignano.

Ma il contributo, chiarisce subito Cucchiani, non puo’ essere soltanto da parte di una banca come Intesa, pronta a fare la sua parte; le cose non capitano per caso o per fortuna ma perche’ si prosegue lungo la strada maestra su cui deve saldamente indirizzarsi l’Italia per evitare il declino: quella del recupero della competitivita’:” Quel po' di tregua che viene data dai mercati non deriva da quel che facciamo a casa nostra ma da quello che hanno fatto i giapponesi. Questo ha avuto un effetto molto importante sull'abbassamento dello spread e questo è un fatto certamente positivo per noi, anche un'opportunità. C'è però un pericolo: in questo modo viene meno il segnale, il sistema di feedback principale per i politici e cala il senso dell'urgenza fra i policy makers a fare quello che è necessario fare”. Un monito chiaro dunque: l’ottimismo da solo non basta, ci vuole azione e ci vogliono riforme. Cucchiani chiede di muoversi lungo quattro direttrici e di farlo subito, con urgenza: 1) normalizzare i pagamenti alle imprese: 2) fare le riforme essenziali per ridare competitività alle imprese e innanzitutto rendere più flessibile il mercato del lavoro; 3) privatizzare quello che si può privatizzare soprattutto a livello locale per recuperare risorse ed efficienza; 4) semplificare notevolmente la struttura dello Stato e della burocrazia. Ci sono troppo livelli. Per esempio Stato, Regione, Provincia e città...credo ci sia un'opportunità unica per eliminare uno di questi livelli e semplificare la burocrazia. E’ su questo che si deve agire se si vuole riprendere il passo della crescita e della competitivita’ sostenibile. Con il gesto generoso del Presidente Giorgio Napolitano abbiamo evitato un “uragano” politico, ora occorre capitalizzare, perche’ la realta’ delle cose e’ che “l’Italia resta al 41esimo posto nel ranking competitività del World economic forum, al 73esimo per libertà economica e 104esimo per facilita’ di affari...il rischio non e’ solo che gli stranieri investano altrove ma che le aziende italiane si muovano altrove, quando per avere permessi simili da noi ci vogliono otto anni mentre in America bastano dieci mesi vuole che dire che qualche problema l’abbiamo ancora...”

E l’America, dove Cucchiani ha lavorato in passato e dove ha avuto incontri proprio in questi giorni? “La situazione americana è molto diversa – dice – “Intanto la pressione fiscale è molto bassa rispetto a quella europea o di altri Paesi. Quindi in situazioni di emergenza un piccolo ritocco alla pressione fiscale comunque consente di rientrare nel livello debito...”. C’e’ poi, aggiunge

ha una struttura demografica completamente diversa. Negli Stati Uniti ogni anno ci sono cinque milioni di nuovi americani che entrano dall'estero. C'è un motore di crescita assai diverso. ”Poi ci sono degli elementi strutturali. Gli Usa sono sulla via dell'indipendenza energetica, anzi fra qualche anno saranno esportatori netti di energia. E sono ancora il Paese con il più alto tasso di innovazione grazie ai centri di ricerca, alle università e così via. E alla loro capacità di attrarre cervelli dall'estero. Tutto questo è un motore di crescita potentissimo e che secondo me mette al riparo gli Stati Uniti da qualsiasi situazione difficile. Sono strutturalmente in una posizione direi molto molto robusta”.
 
Posso dire, per la parte di mia conoscenza, che il mercato USA per ora vediamo essere leggermente drogato.

Quello che abbiamo notato è che le banche americane essendo riuscite ad avere un po' di liquidità in pancia, ora stanno rallentando la messa sul mercato degli immobili che hanno in portafoglio, per riuscire a massimizzare gli asset immobiliari.

Quello che cercano semplicemente di fare è di diminuire drasticamente gli immobili liberi sul mercato per creare competizione al rialzo dei prezzi e immettere questa quantità di immobili nel mercato in un secondo momento, diciamo che più che un vero mercato al rialzo c'è una una gara al rialzo causato dagli stessi acquirenti che competono su meno immobili.

Questi sali/scendi hanno fregato e stanno fregando alcune realtà con poca esperienza che si trovano nel mercato USA, ed in effetti due piccole realtà italiane nella Florida ed una in California so che son saltate o stanno saltando (con relativa gente al seguito) proprio in questo periodo, fregate da questo gioco che loro non conoscono.
 
I titoli di Stato rendono poco? E' il real estate commerciale la nuova frontiera - Il Sole 24 ORE

I titoli di Stato rendono poco? E' il real estate commerciale la nuova frontiera

I massimi del listino Usa e la attuale minore appetibilità dei titoli di Stato spingono alla ricerca di nuove frontiere degli investimenti.
Ed è così che il settore del real estate commerciale entro i confini degli Stati Uniti attira capitali da Singapore, Corea del sud, Israele, Norvegia e così via.

Gli investitori internazionali hanno "speso" 7,97 miliardi di dollari in proprietà del settore commercial (tutto ciò che nel real estate non è residenziale) nell'arco del periodo che va da gennaio ad aprile 2013, in aumento del 25% rispetto a un anno fa (dato Real capital analytics). Nei primi 4 mesi dell'anno in corso vanno ricondotte ad investitori esteri l'8,8% delle transazioni nel commercial real estate statunitense (l'8,1% è la media degli ultimi 10 anni). Che nel 2012, invece, si erano limitati a investire 27,5 miliardi di dollari, dopo aver toccato un punto di minimo nel 2009 a quota 4,7 miliardi. Negli anni le nazionalità si sono date il cambio: nel 2006 erano molto attivi gli australiani, oggi sono i canadesi i primi acquirenti.
Gli investimenti cross border stanno così contribuendo alla ripresa del real estate a stelle e strisce e alla spinta dei prezzi. Ripresa che sta interessando anche il settore residenziale, come ha indicato di recente l'indice Shiller che misura il trend dei prezzi delle case in un selezionato gruppo di città americane.
Lo stesso Blackstone, uno dei maggiori gruppi di real estate, ha detto di attendersi grande fermento da parte dei fondi sovrani per le proprietà che metterà in vendita nei prossimi mesi.

Solo la scorsa settimana le famiglie del developer cinese Zhang Xin (fondatore di Soho China) e del miliardario brasiliano Moise Safra hanno acquistato il 40% del building della General Motors a New York per 1,4 miliardi di euro (la torre vicina a Central park nel 2008 era stata venduta per 2,8 miliardi).
Ma quali sono le città più ambite dai capitali cross border? Secondo Jones Lang LaSalle delle prime dieci al mondo fanno parte New York, Washington, Atlanta, Houston e Los Angeles. Ma gli investitori internazionali sono a caccia di elevati yield anche in Europa, per esempio in Gran Bretagna, Francia e Russia.Tanto che proprio ieri si è siglata una joint venture tra Simon Property Group e McArthurGlen Group per alcuni Designer Outlets nel vecchio Continente. L'investimento iniziale di Simon property, che acquisirà la proprietà in sei strutture, sarà pari a 435 milioni di euro e includerà asset in Austria, Italia, Paesi Bassi, Gran Bretagna e Canada.
 
Usa: quattro su cinque in condizioni di quasi povertà

Pubblicato il 29 luglio 2013| Ora 14:28

Sempre più ampio il divario tra ricchi e poveri negli Stati Uniti. Il 63% insoddisfatto della situazione economica.



Il divario tra classi sociali negli Stati Uniti sta aumentando sempre di più
NEW YORK (WSI) - Quattro su cinque adulti negli Stati Uniti soffrono, in almeno una parte della loro vita, per la disoccupazione e per una condizione di quasi povertà.

Questo quanto riporta USA Today che spiega i segni del deterioramento della sicurezza economica negli Stati Uniti e del, cosiddetto, sogno americano.

I dati in questione mostrano come da una parte vi è una sempre maggiore globalizzazione negli Stati Uniti, ma dall'altra un sempre più alto divario tra ricchi e poveri, e un altro fattore che aumenterebbe questo trend sarebbe l'aumento della perdita dei posti di lavori.

Nonostante i proclami di Barack Obama, si riscontra un disagio in continua crescita tra i bianchi, mentre tra gli altri gruppi razziali, il pessimismo ha raggiunto i punti più elevati dal 1987. In un recente sondaggio, il 63% dei bianchi, negli Stati Uniti, ha dichiarato di pensare che la propria economia sia povera.

Anche se le disparità razziali nei tassi di povertà si sono ridotte notevolmente dal 1970, l'insicurezza economica tra i bianchi è più diffusa che in passato. Questo il pensiero di più del 76% di loro, una volta che raggiungono i 60 anni.

Un altro dato scoraggiante riguarda i tassi di matrimonio, in declino tra tutte le razze.

"È tempo che l'America arrivi a capire che molte delle più grandi disparità nella nazione, dall'educazione alle aspettative di vita, sono sempre più in aumento a causa del divario tra classi sociali", ha detto William Julius Wilson, professore di Harvard specializzato in gruppi razziali e povertà. Egli ha osservato che, nonostante le persistenti difficoltà economiche, le minoranze etniche hanno più ottimismo per il futuro, dopo l'elezione di Obama, mentre tra i bianchi ve ne è sempre di meno.

"C'è la reale possibilità che l'alienazione dei bianchi aumenti sempre di più con il passare del tempo e se non si prenderanno dei provvedimenti, questo porterà notevoli problemi nella società", ha concluso Wilson
 
magic Obama style
gli darei un altro nobel....per l'economia.
 
Casa.it: inizia dalle grandi città la “convalescenza” del mattone
In I semestre tra -14 e -22 % rispetto al 2012 ma il quadro non è tutto a tinte fosche
di com/mpi - 29 luglio 2013 15:21 fonte ilVelino/AGV NEWS Roma
Reduce da una serie di anni difficili e da un durissimo 2012, il mercato immobiliare residenziale è debole e stenta ad assestarsi. Il responso viene da un osservatorio autorevole: il Centro Studi del portale immobiliare Casa.it, che ha preso in esame l’andamento della domanda e dell’offerta e l’andamento dei prezzi negli ultimi 12 mesi (luglio 2012-luglio 2013). Nel primo semestre del 2013 è proseguita a livello nazionale la flessione delle compravendite delineatasi lo scorso anno, con un calo stimato in una forchetta che va dal -14 per cento al -22 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012.
Il quadro della situazione, tuttavia, non è tutto a tinte fosche. Nelle principali città italiane il mercato ha dato segnali più positivi rispetto alla tendenza generale, soprattutto in termini di domanda cresciuta a ritmi maggiori rispetto allo stesso periodo del 2012. Dai dati del Centro Studi di Casa.it emerge la mappatura aggiornata dei quartieri emergenti di Milano, Roma, Torino, Bologna, Firenze e Napoli. Si tratta di zone dove gli scambi hanno ripreso una certa vivacità nonostante la difficoltà di trovare un punto di incontro tra le quotazioni proposte dall’offerta e i prezzi che la domanda è disposta a pagare.
 
... Il responso viene da un osservatorio autorevole: il Centro Studi del portale immobiliare Casa.it, che ha preso in esame l’andamento della domanda e dell’offerta e l’andamento dei prezzi negli ultimi 12 mesi (luglio 2012-luglio 2013).
...
il mercato ha dato segnali più positivi rispetto alla tendenza generale, soprattutto in termini di domanda cresciuta a ritmi maggiori rispetto allo stesso periodo del 2012....

Finalmente delle buone notizie, è aumentato (o forse calato meno velocemente :mmmm:) il numero di click sul portale :D
 
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