Mi permetto di richiamare l'attenzione anche su un fattore "etico", dovuto al gran consumo di energia elettrica che questa tecnologia richiede. Preciso di non avere verificato l'attendibilità di queste fonti, ma trovo scritto per es.
"Conclusivamente l’analisi effettuata ha stabilito che un solo NFT costa circa 340 kWh che corrisponde all’emissione di 211 kg di Co2. Lo studioso, per rendere comprensibile di fronte a che entità di consumo ci troviamo, lo ha paragonato all’energia elettrica di cui un cittadino europeo si serve in un mese, all’utilizzo di un pc per tre anni, a un viaggio in auto di 1000 km o a un volo aereo di due ore. In totale, 3,8 milioni di tonnellate di Co2 sono state spese per tutti gli NFT analizzati nella ricerca: l’equivalente di 37 mila ore di volo o al consumo elettrico di un cittadino europeo per duemila anni."
"Una singola transazione in Ethereum, una criptovaluta vecchia di 6 anni molto usata nel mercato della criptoarte, produce, secondo le stime, 27,7 kg di Co2: l'equivalente del consumo elettrico di una casa americana nell'arco di due giorni."
In un'epoca in cui si dice che siamo vicini al punto di non ritorno ambientale, invetarsi nuovi modi di produrre CO2, per finalità almeno per una buona parte a dir poco superflue, non mi sembra proprio il massimo (se un pittore scadente dipige un quadro dimenticabile, sprecherà una tela e un po' di colore, ma poi il quadro non produce CO2, se si producono migliaia di opere di crypto-art per nulla significative il danno è fatto e rischia di reiterarsi ad ogni passaggio di proprietà). Certo la blockchain è una tecnologia destinata a modificare se non a rivoluzionare il mondo delle transazioni, ma finché la maggior parte dell'energia prodotta a questo mondo è "sporca", sarebbe bene farne un uso responsabile.