Nella parte finale del testamento Caprotti scrive il capitolo chiave: “Il futuro di Esselunga”. E si lascia andare, senza mezze misure: “Sto dotando l’azienda di un management di qualità. È diventata ‘attrattiva’. Con Tornatore (Giuseppe, il regista premio Oscar che firmò il corto “Il Mago di Esselunga”, ndr) lo è diventata di più. Però è a rischio. È troppo pesante condurla, pesantissimo ‘possederla’, questo Paese cattolico non tollera il successo. Occorre trovarle, quando i pessimi tempi italiani fossero migliorati, una collocazione internazionale. Ahold (colosso distributivo olandese, ndr) sarebbe ideale. Mercadona (gruppo spagnolo, ndr) no. Attenzione: privata, italiana, soggetta ad attacchi, può diventare Coop. Questo non deve succedere