No aspetta, non intendo allocare a eventuali operazioni speculative più del 2% del capitale destinato al fondo pensione, non metto in operazioni speculative il 100%. Andrei ad investire il 98% comunque in un pf bilanciato di ETF. Nessuno si sogna di battere il mercato, ma nemmeno sul breve. Il discorso speculazione era semplicemente un discorso legato all'aspetto didattico di farsi da soli un portafoglio ed acquisire esperienza sui mercati, esperienza che EVENTUALMENTE uno può pensare di applicare scommettendo (perchè quello è, una scommessa) su eventuali speculazioni mettendo a rischio solo una minima parte del capitale (2% appunto). Poi capisco il discorso sulla regressione verso la media, ma il mio punto era sul rischio di allocazione generale.
Possibile che nessuno faccia un po' di calcoli per vedere se quello che scrive ha un minimo di senso?
Facciamo un caso reale.
Il lavoratore 1 e il lavoratore 2 hanno lo stesso reddito da lavoro dipendente ai fini previdenziali di 45.000 Euro.
La quota accantonamento al TFR è di 3.110 (il 6,91% di 45.000).
Il lavoratore 1 aderisce al FP settoriale con quota TFR e con il contributo minimo che gli assicura quello aziendale.
Il lavoratore 2 aderisce al FP settoriale con il solo TFR, ovvero si mantiene il TFR di legge.
Se ipotizziamo la quota datoriale e del lavoratore eguali a quelle del mio contratto (1,35%) e contributi aggiuntivi del datore eguali a quelli del mio contratto, il lavoratore 1 conferisce al FP, oltre alla quota TFR, anche 939+608=1.546 Euro, e -poiché ha tutti i vantaggi fiscali- ha un reddito netto post tasse solo di 351 Euro minore rispetto al lavoratore 2. (Ho assunto il caso di Roma, per le aliquote regionali e comunali).
Quindi il lavoratore 2 ha 351 Euro da investire, che devono pareggiare i 1.546 Euro investiti dal lavoratore 1.
Già qui si dovrebbe iniziare a capire che l'ipotesi che lavoratore 2 stia "almeno altrettanto bene" del lavoratore 1, ma speculando solo sul 2% dei suoi 351 Euro, ossia su 7 Euro, è fantascientifica.
Quindi lui investe 344 Euro in uno strumento che rende come il FP, e i rimanenti 7 Euro su uno strumento speculativo.
Tale strumento deve far diventare 7 Euro eguali a 1.546-351-7=1.188 Euro, ossia un rendimento del 16.971% su base annua.
Mi si può obiettare: ma questo è solo il caso dell'ultimo anno; in realtà basta uno strumento che renda "solo un po' di più del FP" per stare in pari dopo 35 anni.
Allora facciamo i conti anche con questa ipotesi.
Solo i numeri investiti (35*1.546=54.110 per il lavoratore 1; 351*35=12.285 per il lavoratore 2) dovrebbero far capire che lo scenario è quello della lepre e della tartaruga.
Assumiamo che il FP renda il 2% annuo, e che i livelli di tassazione siano gli stessi di oggi.
Per stare in perfetto equilibrio (ho scritto il modello nel thread principale), lavoratore 2 deve investire il 100% del proprio capitale libero in uno strumento che renda il 9,892% annuo, cioè quasi l'8% in più ogni anno del FP.
Assumere che questo risultato si possa ottenere investendo solo in strumenti "non speculativi" è quindi una contraddizione.
PS. Sempre sul modello postato sul thread principale, è possibile verificare il caso in cui lavoratore 1 "investa" nel proprio FP sino a saturare completamente i 5.164 Euro di vantaggio fiscale. Lavoratore 1 deve versare una quota aggiuntiva di 3.618 Euro, e lavoratore 2 ha un reddito netto post-tasse maggiore di 2.441 Euro. Quindi ha 2.441 Euro per pareggiare i 5.164 Euro di lavoratore 1.
In tal caso gli "basterebbe" battere il fondo pensione del 4,202% annuo per 35 anni, per raggiungere la lepre (ossia lavoratore 1).
A me sembra sempre un'ipotesi fantascientifica (e quindi una contraddizione) che utilizzando strumenti non speculativi si battano i FP di oltre il 4% annuo sull'arco di 35 anni.