" Faremo crollare l'economia russa" cap. 6

https://www.linkiesta.it/2024/05/putin-sanzioni-cina-brics/
Vladimir Putin si vanta: la crescita dell’interscambio con Pechino ha permesso a Mosca di compensare i danni per le sanzioni occidentali. Ma la realtà è che i dati di cui si è vantato, appunto durante la sua ultima visita in Cina, si riferiscono a prima di una nuova raffica di sanzioni americane che invece adesso sta colpendo duramente anche su quel fronte.

Secondo il presidente russo, mentre ancora qualche anno fa un fatturato di cento miliardi di dollari nel commercio bilaterale tra i due Paesi sarebbe stato considerato un grande successo, nel corso del 2023 si sono superati i duecento miliardi di dollari. «I dati cinesi mostrano duecento miliardi di dollari, per essere più precisi. E possiamo andare ancora oltre», si è vantato la settimana scorsa all’inaugurazione dell’Expo russo-cinese ad Harbin.

In precedenza, a Pechino, Putin aveva detto al leader cinese Xi Jinping quanto fosse stata «tempestiva» la loro decisione di gestire il commercio bilaterale nelle valute nazionali. «Oggi, il novanta per cento di tutti i pagamenti sono già effettuati in rubli e yuan», ha ricordato, sottolineando che questa misura ha contribuito a rafforzare le operazioni commerciali tra Russia e Cina.

Dal dicembre scorso, però, gli Stati Uniti hanno introdotto nuove restrizioni sulle banche estere che conducono transazioni significative o forniscono servizi a sostegno della macchina da guerra russa. Quasi ogni articolo, dall’elettronica alle parti di automobili, può ora essere considerato un prodotto a duplice uso. Conseguenza: le banche cinesi sono diventate molto più caute nel gestire le transazioni dalla Russia. E così le relazioni commerciali da cui dipende l’economia russa stanno iniziando a soffrire.

Alcuni conti li ha fatti The Moscow Times osservando che mentre la Russia esporta verso la Cina soprattutto materie prime, e in particolare petrolio, ne riceve in cambio soprattutto elettronica, attrezzature e macchinari. Effettivamente, nel 2022 le importazioni russe dalla Cina sono aumentate, per via delle sanzioni occidentali e del riallineamento delle rotte commerciali e la politica del Cremlino è stata definita «Pivot to the East».

Quell’anno le importazioni russe di elettronica e macchinari cinesi sono dunque aumentate in media del quindici-venti per cento rispetto al 2021, e la tendenza si è intensificata ancora di più nel 2023, con le importazioni di questi beni in crescita di un altro venti-venticinque per cento su base annua. Allo stesso tempo, negli ultimi due anni è cresciuta significativamente anche la quota dei prodotti cinesi sul totale delle importazioni russe di macchinari ed elettronica, dal cinquantacinque-sessanta per cento nel 2022 al sessantacinque-settanta per cento nel 2023. Sempre in quell’anno, secondo fonti ufficiali statunitensi, la quota cinese sull’import russo di microelettronica è arrivato addirittura al novanta per cento. Il tutto appunto in yuan e rubli, per eludere le sanzioni occidentali.

Secondo i dati doganali cinesi, però, dall’inizio del 2024, le esportazioni del Paese verso la Russia sono diminuite per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina: quasi il sedici per cento in meno a marzo, rispetto ai dodici mesi precedenti. E il calo è avvenuto appunto dopo che le principali banche cinesi hanno iniziato a limitare i pagamenti da parte delle banche russe. Addirittura, citando una fonte anonima del mondo imprenditoriale russo, il 14 aprile Izvestia ha riferito che a fine marzo l’ottanta per cento dei pagamenti dalla Russia alla Cina è stato bloccato.

Il problema sono le grandi banche cinesi,
che sono sotto gli occhi delle autorità di regolamentazione statunitensi. Le organizzazioni finanziarie più piccole, invece, continuano a collaborare con la Russia, ma non hanno la capacità di elaborare un volume sostanziale di transazioni. Inoltre, se prima c’erano problemi con le transazioni in dollari Usa, ora ci sono difficoltà anche con i pagamenti in yuan. «Uno sviluppo notevole considerando le vanterie di Putin secondo cui quasi tutte le transazioni tra Russia e Cina sono ora condotte nelle valute nazionali», osserva The Moscow Times.

Sempre Izvestia, citando alcuni imprenditori, riferisce che l’importazione di attrezzature è stata molto difficile in aprile ed è improbabile che migliori a maggio. Anche il giornale economico Vedomosti conferma queste difficoltà, riportando ad esempio la testimonianza di un imprenditore di Izhevsk, città dell’azienda produttrice di fucili Kalashnikov. Bisognoso di acquistare attrezzature per macchine utensili in Cina, ha riferito che a dicembre, una banca cinese con cui lavorava gli aveva comunicato che avrebbe sospeso i pagamenti per una lista specifica di beni la cui importazione in Russia è vietata dalle sanzioni occidentali. Dopo qualche settimana, un direttore di banca ha annunciato che avrebbero annullato completamente gli accordi con la Russia, indipendentemente dal prodotto o dalla valuta di pagamento. Un’altra fonte di Vedomosti ha osservato che in questo caso la liquidazione non dipende dal sistema di pagamento: le transazioni sono state interrotte non solo tramite Swift ma anche tramite Spfs russo e Cips cinese. Secondo l’imprenditore, «anche se il movimento dei pagamenti attraverso i sistemi nazionali non è visibile agli americani o agli europei, tutto ciò si riflette chiaramente nei rapporti che le controparti occidentali della banca possono richiedere».

Attualmente funziona senza problemi solo la filiale di Shanghai dell’istituto di credito statale russo Vtb, unica banca russa con la licenza finanziaria per condurre operazioni bancarie in Cina. Altre banche russe ancora non possono o non vogliono aprire filiali nel Paese. Con la visita di Stato di Putin a Pechino, ci si aspettava che il problema delle transazioni finanziarie sarebbe stato uno dei punti chiave della sua agenda durante i colloqui con Xi. Ma non è chiaro se la questione sia stata effettivamente risolta o addirittura sollevata. «Le questioni relative alle transazioni vengono discusse a livello dei partecipanti all’attività economica» si è limitato a dire il presidente russo dopo i colloqui, pur provando a dare una generica assicurazione che «le soluzioni sono possibili, ci sono. Naturalmente, dovrebbero essere sostenute a livello statale in un modo o nell’altro. Spero che ciò accada».

La speranza è sempre l’ultima a morire: Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif), nella sua conferenza stampa cinese ha proposto di utilizzare la conferenza dei Brics, quest’anno presieduto proprio dalla Russia, per rafforzare la cooperazione russo-cinese. In particolare, ha suggerito la possibilità di creare un’infrastruttura finanziaria e di investimento congiunta tra i membri con un sistema di accordi reciproci e piattaforme di investimento congiunte. Ma non ha potuto specificare né quando questa iniziativa diventerà operativa; né come funzionerà esattamente con le transazioni nelle valute nazionali. Dunque, i pagamenti verso e le importazioni dalla Cina continueranno a essere difficili.
 
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https://www.linkiesta.it/2024/05/putin-sanzioni-cina-brics/
Vladimir Putin si vanta: la crescita dell’interscambio con Pechino ha permesso a Mosca di compensare i danni per le sanzioni occidentali. Ma la realtà è che i dati di cui si è vantato, appunto durante la sua ultima visita in Cina, si riferiscono a prima di una nuova raffica di sanzioni americane che invece adesso sta colpendo duramente anche su quel fronte.

Secondo il presidente russo, mentre ancora qualche anno fa un fatturato di cento miliardi di dollari nel commercio bilaterale tra i due Paesi sarebbe stato considerato un grande successo, nel corso del 2023 si sono superati i duecento miliardi di dollari. «I dati cinesi mostrano duecento miliardi di dollari, per essere più precisi. E possiamo andare ancora oltre», si è vantato la settimana scorsa all’inaugurazione dell’Expo russo-cinese ad Harbin.

In precedenza, a Pechino, Putin aveva detto al leader cinese Xi Jinping quanto fosse stata «tempestiva» la loro decisione di gestire il commercio bilaterale nelle valute nazionali. «Oggi, il novanta per cento di tutti i pagamenti sono già effettuati in rubli e yuan», ha ricordato, sottolineando che questa misura ha contribuito a rafforzare le operazioni commerciali tra Russia e Cina.

Dal dicembre scorso, però, gli Stati Uniti hanno introdotto nuove restrizioni sulle banche estere che conducono transazioni significative o forniscono servizi a sostegno della macchina da guerra russa. Quasi ogni articolo, dall’elettronica alle parti di automobili, può ora essere considerato un prodotto a duplice uso. Conseguenza: le banche cinesi sono diventate molto più caute nel gestire le transazioni dalla Russia. E così le relazioni commerciali da cui dipende l’economia russa stanno iniziando a soffrire.

Alcuni conti li ha fatti The Moscow Times osservando che mentre la Russia esporta verso la Cina soprattutto materie prime, e in particolare petrolio, ne riceve in cambio soprattutto elettronica, attrezzature e macchinari. Effettivamente, nel 2022 le importazioni russe dalla Cina sono aumentate, per via delle sanzioni occidentali e del riallineamento delle rotte commerciali e la politica del Cremlino è stata definita «Pivot to the East».

Quell’anno le importazioni russe di elettronica e macchinari cinesi sono dunque aumentate in media del quindici-venti per cento rispetto al 2021, e la tendenza si è intensificata ancora di più nel 2023, con le importazioni di questi beni in crescita di un altro venti-venticinque per cento su base annua. Allo stesso tempo, negli ultimi due anni è cresciuta significativamente anche la quota dei prodotti cinesi sul totale delle importazioni russe di macchinari ed elettronica, dal cinquantacinque-sessanta per cento nel 2022 al sessantacinque-settanta per cento nel 2023. Sempre in quell’anno, secondo fonti ufficiali statunitensi, la quota cinese sull’import russo di microelettronica è arrivato addirittura al novanta per cento. Il tutto appunto in yuan e rubli, per eludere le sanzioni occidentali.

Secondo i dati doganali cinesi, però, dall’inizio del 2024, le esportazioni del Paese verso la Russia sono diminuite per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina: quasi il sedici per cento in meno a marzo, rispetto ai dodici mesi precedenti. E il calo è avvenuto appunto dopo che le principali banche cinesi hanno iniziato a limitare i pagamenti da parte delle banche russe. Addirittura, citando una fonte anonima del mondo imprenditoriale russo, il 14 aprile Izvestia ha riferito che a fine marzo l’ottanta per cento dei pagamenti dalla Russia alla Cina è stato bloccato.

Il problema sono le grandi banche cinesi,
che sono sotto gli occhi delle autorità di regolamentazione statunitensi. Le organizzazioni finanziarie più piccole, invece, continuano a collaborare con la Russia, ma non hanno la capacità di elaborare un volume sostanziale di transazioni. Inoltre, se prima c’erano problemi con le transazioni in dollari Usa, ora ci sono difficoltà anche con i pagamenti in yuan. «Uno sviluppo notevole considerando le vanterie di Putin secondo cui quasi tutte le transazioni tra Russia e Cina sono ora condotte nelle valute nazionali», osserva The Moscow Times.

Sempre Izvestia, citando alcuni imprenditori, riferisce che l’importazione di attrezzature è stata molto difficile in aprile ed è improbabile che migliori a maggio. Anche il giornale economico Vedomosti conferma queste difficoltà, riportando ad esempio la testimonianza di un imprenditore di Izhevsk, città dell’azienda produttrice di fucili Kalashnikov. Bisognoso di acquistare attrezzature per macchine utensili in Cina, ha riferito che a dicembre, una banca cinese con cui lavorava gli aveva comunicato che avrebbe sospeso i pagamenti per una lista specifica di beni la cui importazione in Russia è vietata dalle sanzioni occidentali. Dopo qualche settimana, un direttore di banca ha annunciato che avrebbero annullato completamente gli accordi con la Russia, indipendentemente dal prodotto o dalla valuta di pagamento. Un’altra fonte di Vedomosti ha osservato che in questo caso la liquidazione non dipende dal sistema di pagamento: le transazioni sono state interrotte non solo tramite Swift ma anche tramite Spfs russo e Cips cinese. Secondo l’imprenditore, «anche se il movimento dei pagamenti attraverso i sistemi nazionali non è visibile agli americani o agli europei, tutto ciò si riflette chiaramente nei rapporti che le controparti occidentali della banca possono richiedere».

Attualmente funziona senza problemi solo la filiale di Shanghai dell’istituto di credito statale russo Vtb, unica banca russa con la licenza finanziaria per condurre operazioni bancarie in Cina. Altre banche russe ancora non possono o non vogliono aprire filiali nel Paese. Con la visita di Stato di Putin a Pechino, ci si aspettava che il problema delle transazioni finanziarie sarebbe stato uno dei punti chiave della sua agenda durante i colloqui con Xi. Ma non è chiaro se la questione sia stata effettivamente risolta o addirittura sollevata. «Le questioni relative alle transazioni vengono discusse a livello dei partecipanti all’attività economica» si è limitato a dire il presidente russo dopo i colloqui, pur provando a dare una generica assicurazione che «le soluzioni sono possibili, ci sono. Naturalmente, dovrebbero essere sostenute a livello statale in un modo o nell’altro. Spero che ciò accada».

La speranza è sempre l’ultima a morire: Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif), nella sua conferenza stampa cinese ha proposto di utilizzare la conferenza dei Brics, quest’anno presieduto proprio dalla Russia, per rafforzare la cooperazione russo-cinese. In particolare, ha suggerito la possibilità di creare un’infrastruttura finanziaria e di investimento congiunta tra i membri con un sistema di accordi reciproci e piattaforme di investimento congiunte. Ma non ha potuto specificare né quando questa iniziativa diventerà operativa; né come funzionerà esattamente con le transazioni nelle valute nazionali. Dunque, i pagamenti verso e le importazioni dalla Cina continueranno a essere difficili.
---> nessuno vuole rubli inflazionati ma i russi non vogliono concedere ai cinesi il libero scambio commerciale per non trovarsi con una economia yuanizzata...
 
Lo zar risponde agli USA sulla confisca dei beni russi
https://www.reuters.com/world/putin...onse-any-us-seizure-frozen-assets-2024-05-23/

May 23 (Reuters) - Russia will identify U.S. property, including securities, that could be used as compensation for losses sustained as a result of any seizure of frozen Russian assets in the United States, according to a decree signed by President Vladimir Putin on Thursday.
The decree authorises Russia's government commission on foreign asset sales to identify the relevant property and states that decisions on compensation would be made in court.

Alla fine del 2023 in Russia c’erano 215 miliardi di $ di asset posseduti da entità di paesi occidentali, di questi:

- 98,3 miliardi di $ erano posseduti da entità con sede a Cipro;

- 50,1 miliardi di dollari da entità con sede nei Paesi Bassi, per lo più società offshore di proprietà russa.

www.kommersant.ru/doc/6715340

Considerando che la ritorsione è diretta a beni detenuti da cittadini o entità statunitensi, sembra esserci poco da raccogliere, con il rischio di scoraggiare investimenti stranieri.
 
Le azioni Gazprom sono scese di oltre il 3,9% e hanno raggiunto oggi i 135,29 rubli, il prezzo più basso dal 24 febbraio 2022.

Dall'inizio della settimana (dopo l'annuncio che Gazprom non avrebbe pagato le cedole) le azioni hanno perso il 12,8% del loro valore.

www.kommersant.ru/doc/6715285
 
Alla fine del 2023 in Russia c’erano 215 miliardi di $ di asset posseduti da entità di paesi occidentali, di questi:

- 98,3 miliardi di $ erano posseduti da entità con sede a Cipro;

- 50,1 miliardi di dollari da entità con sede nei Paesi Bassi, per lo più società offshore di proprietà russa.

www.kommersant.ru/doc/6715340

Considerando che la ritorsione è diretta a beni detenuti da cittadini o entità statunitensi, sembra esserci poco da raccogliere, con il rischio di scoraggiare investimenti stranieri.
Ho come l'impressione che gli investimenti stranieri non abbiano bisogno di ulteriori scoraggiamenti per girare al largo dalla russia
 
Alla recente asta del debito, il Ministero delle Finanze russo è riuscito a raccogliere solo 11 miliardi di rubli di debito a lungo termine e anche il rendimento è cresciuto al 14,3% annuo.

Sembra che gli investitori russi stiano aspettando la prossima riunione della banca centrale per vedere se il tasso di interesse verrà aumentato (dato che l'inflazione non scende secondo i piani).

www.kommersant.ru/doc/6714831
 
Con la possibilità di un nuovo aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Russa, le banche russe hanno iniziato ad aumentare il tasso di interesse sui depositi al 17% e oltre per attirare i clienti.

Gazprombank ha alzato il tasso sui suoi depositi al 17,5%.

www.kommersant.ru/doc/6714843
 

La Russia soffre con le tasse per il commercio con la Cina: rapporto​

Pubblicato il May 24, 2024 alle 6:22 AM EDT
Russia suffers punishing fees to trade with China: Report

Le imprese russe sono state punite con commissioni più elevate mentre le banche cinesi cercano di evitare di essere catturate nel regime sanzionato degli Stati Uniti dopo che il Cremlino ha attaccato l’Ucraina, ha riferito il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post (SCMP).
Nelle ultime settimane, il venticinquesimo piano della Torre di Shanghai è stato sciamato con gli esportatori cinesi. Legioni di uomini d'affari si sono riversati da tutto il paese per aprire un nuovo conto alla VTB Bank, l'unica banca russa attualmente operante all'interno dei confini della Cina ", ha scritto SCMP venerdì.
Gli Stati Uniti hanno già messo la VTB, la seconda banca più grande della Russia, e il suo CEO, Andrey Kostin, nella lista delle sanzioni.
Le principali banche cinesi hanno allontanato le società cinesi che conducono affari con le imprese russe mentre cercano di evitare le sanzioni statunitensi imposte dopo l’inizio delle ostilità nella guerra Russia-Ucraina.
Il commercio bilaterale Cina-Russia è salito a 240 miliardi di dollari l’anno scorso, sostenuto dalle importazioni di petrolio russo e dalle esportazioni cinesi di auto ed elettronica, aggiungendo 50 miliardi di dollari di fatturato commerciale rispetto al 2022.
La Cina non ha ufficialmente sostenuto l’invasione russa dell’Ucraina, ma ha adottato misure per sostenere l’industria della difesa del Cremlino consentendo il trasferimento di attrezzature a duplice uso. Ad aprile, negli Stati Uniti. Il segretario Antony Blinken ha sollevato il sostegno della Cina allo sforzo bellico della Russia con il leader cinese Xi Jinping durante una visita a Pechino.
Il mese scorso, gli Stati Uniti hanno avvertito i loro alleati che Pechino stava fornendo a Mosca immagini satellitari che hanno contribuito con consapevolezza della situazione nella guerra in Ucraina.

Newsweek ha contattato il ministero degli Esteri cinese e il ministero degli Esteri russo per un commento via e-mail.

Durante la visita del presidente russo Vladimir Putin a Pechino all’inizio di questo mese, ha discusso con Xi l’uso delle loro valute locali per regolare i pagamenti transfrontalieri. Cina e Russia hanno iniziato a stabilirsi il loro commercio bilaterale in yuan o rubli piuttosto che il dollaro USA o l’euro per evitare le sanzioni. Tuttavia, non è stata offerta alcuna spiegazione chiara su come i due paesi cercheranno di condurre il commercio in mezzo a rigorose sanzioni statunitensi poiché più aziende in entrambi i paesi lottano con i loro pagamenti finanziari.

Secondo Reuters, tra le quattro grandi banche cinesi, la China Construction Bank ha registrato un calo del 14% delle sue attività detenute dalla filiale russa lo scorso anno, mentre la Agricultural Bank of China ha riportato un calo del 7%.

La Banca industriale e commerciale della Cina è una delle quattro principali banche cinesi che ha visto un aumento del 43% delle attività dalla sua operazione russa.

Nel frattempo, le aziende russe stanno utilizzando una rete ombra di intermediari per condurre il commercio con la Cina, che può sostenere un costo aggiuntivo tra il 3 e il 6%, secondo SCMP.

“Le transazioni tra Cina e Russia passeranno sempre più attraverso i canali sotterranei”, ha detto un capo di un ente commerciale che rappresenta gli affari cinesi con una partecipazione nel mercato russo.

Le imprese cinesi che esportano in Russia si stanno anche schierando nelle banche rurali nel confine nord-orientale della Cina con la Russia che continuano ad accettare pagamenti per le transazioni commerciali, ha riferito Reuters.

"Penso che abbiano aggiunto alcune limitazioni ad esso. Quindi "nessun limite", con limitazione. E il termine specifico che è stato usato da alti funzionari cinesi è che non c'è alcun tetto tra Russia e Cina in termini di relazione. Ma c’è davvero un piano, il che significa che ci sono certi confini e alcune linee di fondo che la Cina non violerà in termini di relazione con la Russia “, ha detto Yun Sun, direttore del programma cinese presso il think tank di Washington Stimson Center in un’intervista pubblicata dal think tank Brookings Institutions il 22 maggio.
 
Alfa-Bank ha fornito una previsione sul tasso della Bank of Russia
24/05/2024 12:30

La probabilità di una riduzione del tasso CBR al di sotto del 16% nel 2024 è insignificante - Alfa Bank

La probabilità di una riduzione del tasso chiave della Banca di Russia inferiore al 16% annuo quest'anno sembra insignificante nelle condizioni attuali, ha affermato Natalia Orlova, capo economista di Alfa-Bank.

"Il vicepresidente della Banca centrale della Federazione Russa, Alexei Zabotkin, ha recentemente osservato che" la Banca di Russia prenderà sostanzialmente in considerazione l'opzione di aumentare il tasso nella riunione di giugno. Un commento difficile è stato una risposta alle notizie negative sull'inflazione, "l'esperto attira l'attenzione.

Il mercato è anche in attesa di dettagli sulle proposte fiscali del governo, afferma Orlova.

"“Un fattore importante che influenzerà la politica monetaria all'orizzonte del 2025 è la riforma fiscale, la cui bozza deve essere presentata dal Ministero delle finanze entro la fine di maggio. Mentre le aspettative iniziali si sono concentrate sulla possibilità di un aumento significativo dell'onere fiscale per i gruppi relativamente ampi della popolazione - i media russi hanno parlato della possibilità di aumentare le tasse per i contribuenti con un reddito di oltre 1 milione di rubli. all'anno, e in questo caso questa misura potrebbe interessare il 7% della popolazione russa - ora sembrano più informazioni che il governo offrirà di aumentare l'onere fiscale solo per i cittadini ricchi, - indica l'esperto di Alpha Bank. - Al momento, le persone il cui reddito è soggetto all'aliquota NDFL del 15% pagano 1,2 trilioni di rubli al bilancio consolidato. per anno sotto forma di imposta sul reddito, il che significa, aumentare l'aliquota fiscale per questi contribuenti al 20% può portare a bilancio circa 0,5 trilioni di rubli. nel 2025; tuttavia, tale configurazione delle variazioni fiscali avrà un effetto debole sul consumo finale rispetto alle aspettative iniziali. Se questo progetto di riforma fiscale sarà presentato nel prossimo futuro, un certo numero di famiglie potrebbe aumentare il consumo che hanno frenato in previsione di un aumento dell'onere fiscale".

"L'aumento del tasso al 17% nella riunione del 7 giugno non può essere escluso. Riteniamo inoltre che, dato l'aumento dei rischi inflazionistici, la probabilità di una riduzione del tasso inferiore al 16% quest'anno sembra insignificante. Stiamo aspettando ulteriori dati sul settore bancario e sulla dinamica dell'inflazione al fine di formare una visione più dettagliata della traiettoria della dinamica dei tassi per il 2024 ", scrive Orlova nel materiale bancario.

Questo messaggio contiene l'opinione di specialisti di una società di investimento o banca ricevuta da Interfax.
 
Carenza di manodopera ed economia di guerra come motori dell'inflazione e delle difficoltà delle aziende a produrre.

A causa del deficit di "colletti blu", le aziende russe sono costrette ad aumentare i salari del 20% su base annua.

Ma questo non basta, poiché questi lavoratori sono spesso ricercati dai complessi industriali militari e dalle aziende nei territori occupati.

In Russia mancano dai 2,5 ai 5 milioni di operai. Alcune aziende hanno perso il 70-80% dei dipendenti, che si sono trasferiti a lavorare nei territori occupati, dove è stato loro immediatamente offerto un nuovo appartamento e il doppio del salario precedente.

Secondo Kommersant le fabbriche offrono 200.000 rubli agli specialisti. E molti preferiscono lavorare nel complesso industriale militare a rotazione attraverso fabbriche che offrono una paga extra.

Assumere persone da un'altra regione non è la risposta perché bisogna fornire un bonus per il trasferimento e l'alloggio, quindi 70-80.000 rubli diventano 120-130.000 più l'affitto. A Mosca è ancora più difficile con un'azienda che offre 250.000 per un tornitore e non trova nessuno.

Un'altra opzione per far fronte a questa carenza è assumere lavoratori migranti, tuttavia dopo l'attacco terroristico al Crocus questo è diventato più difficile, soprattutto per le persone con esperienza nel lavoro su macchine industriali.

www.kommersant.ru/doc/6726787
 
Hikvision, il più grande produttore mondiale di materiale per la video sorveglianza, ha chiuso baracca in russia.
Ha chiuso tutte le sedi russe, cancellato il sito russo, i canali social e tutta l' assistenza da un giorno all' altro.
Hikvision è cinese ed è GIà SOTTO SANZIONI USA ED UE per aver aiutato il governo cinese ad attuare il grande fratello in xinjiang contro gli uyguri.
Ha fornito perfino i sistemi di controllo nei campi di rieducazione per uyghuri.
Eppure ha rinunciato al mercato russo per evitare ulteriori sanzioni.

non so se mi spiego... :asd: :asd: :asd: :asd: :asd: :asd: :asd:
 
I fondi pensione non statali russi faticano a tenere il passo con l’inflazione.

Nel 2023 il rendimento medio ponderato dei fondi pensione obbligatori non statali è stato del 9,9%, superiore all'inflazione ufficiale del 7,42%, il rendimento più alto in 4 anni.


I fondi pensione volontari hanno avuto un rendimento medio ponderato dell'8,8%, il più alto degli ultimi 7 anni.

Se si considerano i rendimenti dopo aver detratto le commissioni per i fondi, per quello obbligatorio è del 7,7% e per quello volontario è del 7,1, che è inferiore all'inflazione.

Questi fondi investono principalmente in obbligazioni e azioni e prevedono commissioni tra le più basse, essendo da 1,5 a 2 volte inferiori rispetto alle commissioni di servizi comparabili di altre organizzazioni finanziarie.

Senza tenere conto delle commissioni dei fondi i rendimenti non sono stati così elevati se si esaminano i dati tra il 2017 e il 2023, per il fondo obbligatorio sono stati del 50% e per quello volontario è stato del 51,6% con l'inflazione ufficiale a 50 ,5%.

Ciò è paragonabile a un deposito con un tasso di interesse del 6% e, considerando le commissioni, il rendimento effettivo è stato del 35,8% per il fondo obbligatorio, relativamente vicino a un deposito con un tasso di interesse del 4,4% annuo.

Tra i fondi volontari solo 9 su 35 hanno battuto l'inflazione nel 2023, per quelli obbligatori solo 6 fondi su 27.

www.kommersant.ru/doc/6687494
 
Diminuisce il volume delle merci esportate dai porti russi.

Per il periodo gennaio - aprile 2024 il calo è stato del 4,3% mentre per il solo primo trimestre il calo è stato del 3,3%, imputabili principalmente alle spedizioni di benzina e carbone.

Nei primi 4 mesi del 2024 il volume delle merci è diminuito di 12,8 milioni di tonnellate (-4.3%) di cui:

- Mar Nero e Azov (-7 milioni di tonnellate);
- Baltico (-2,2 milioni di tonnellate);
- Estremo Oriente (-2,5 milioni di tonnellate);
- Artico (-2 milioni di tonnellate).

Il calo più evidente si è verificato nelle spedizioni di carbone, diminuite del 15%.

Le spedizioni di prodotti petroliferi sono diminuite del 18% .

Calo anche delle esportazioni di legname (-27,9%) dovuta alla minor richiesta dalla Cina e alle politiche commerciali più caute da parte dei paesi della CSI.

www.kommersant.ru/doc/6693657
 
Questo si aggiunge ai richiami della BCE per una riduzione progressiva del business per le banche europee in Russia (ma evidentemente una fuoriuscita non è facile e, forse, i profitti fanno gola).





Comunque l'articolo del Financial Times (in chiaro nel link) riporta che la BCE chiede alle banche europee un piano rapido di fuoriuscita dalla Russia per evitare eventuali sanzioni secondarie US (che riguarderebbero principalmente Raiffeisen Bank).

www.x.com/maxseddon/status/1791521595527176664

Il Tesoro US annuncia che le autorità stanno considerando la possibilità di inasprire le sanzioni secondarie contro le banche straniere che continuano ad operare in Russia.

Non sono state specificate le banche, ma è noto che il principale coinvolgimento riguarda Raiffeisen Bank e Unicredit.

Il presidente di Raiffeisen, Johann Strobl, ha dichiarato che nel terzo trimestre di quest'anno l'azienda ridurrà le sue attività in Russia.

Anche Unicredit intende ridurre le sue attività e il 25 maggio il capo della Banca Centrale Italiana, Fabio Panetta, ha affermato che le banche italiane dovrebbero smettere di effettuare transazioni con la Russia, poiché ciò crea “rischi reputazionali”.

www.kommersant.ru/doc/6727641
 

Scholz, 24mila soldati russi uccisi o feriti gravi al mese.

Aggiungo io, sarà un costo sociale immenso in termini di assistenza con pensioni e cure, ora comprendo perché i russi danno per dispersi i morti, così evitano di risarcire i famigliari, ne valeva la pena?
Un paranoide al comando di una potenza regionale ed ecco il risultato, centinaia di migliaia di giovani con le vite stroncate e debiti che pagheranno le generazioni future del suo paese.
 

Scholz, 24mila soldati russi uccisi o feriti gravi al mese.

Aggiungo io, sarà un costo sociale immenso in termini di assistenza con pensioni e cure, ora comprendo perché i russi danno per dispersi i morti, così evitano di risarcire i famigliari, ne valeva la pena?
Un paranoide al comando di una potenza regionale ed ecco il risultato, centinaia di migliaia di giovani con le vite stroncate e debiti che pagheranno le generazioni future del suo paese.
La risposta di uno che ne sa
La controffensiva cap.3
 
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