" Faremo crollare l'economia russa" cap. 6

@flori2 mi sa hai sbagliato thread anche se è sempre bello vedere questi filmati :D 3 tanks, 7 MLTB e 1 BMP distrutti easy peasy, notevole anche i due tank che si inzuccano all'inizio :D
 
La Russia di Putin non marcia con il vento in poppa. Polillo spiega perché - Formiche.net
| 04/02/2024-
Esteri
La Russia di Putin non marcia con il vento in poppa. Polillo spiega perché


Avallare la tesi di una totale inefficacia delle sanzioni è solo prestare il fianco ad una propaganda che non ha alcun aggancio effettivo con quanto sta realmente avvenendo. L’Occidente ha naturalmente i suoi problemi. Ma la Russia di Putin è messa meno bene di quanto si crede. Nonostante i toni trionfalistici dei suoi pochi estimatori

Per il Fatto quotidiano le recenti previsioni del Fondo monetario internazionale sulle sorti dell’economia mondiale sono state come il cacio sui maccaroni. Piccoli brindisi e tante felicitazioni dovute alla circostanza, evidenziata nel titolo, che mentre è stata “ridotta la stima del Pil europeo, raddoppia invece la crescita della Russia (+ 2,6%)”. Ipotesi che avrebbe dovuto far rabbrividire tutti coloro che non hanno particolare nostalgia per vecchie e nuove autocrazie, ma che, nel caso del principale giornale che si ispira a Putin, si rovesciano, invece, nel loro contrario. Come se l’eterogenesi dei fini, in passato, non si fosse già abbondantemente manifestata. Ma per chi odia soprattutto l’Occidente non c’è evidenza storica che possa contribuire al necessario revisionismo. In questo caso, poi, un giudizio così netto rischia, fortunatamente, di celebrare una vera e propria vittoria di Pirro.
Le argomentazioni: “La forte revisione al rialzo delle previsioni di crescita economica della Russia è il dato che più colpisce nelle nuove stime diffuse dal Fondo monetario internazionale. Il Pil di Mosca dovrebbe crescere nel 2024 del 2,6%, contro il + 1,1% stimato solo lo scorso ottobre. La performance russa si confronta con il deludente andamento dell’economia europea, le cui stime sono state invece ridimensionate. Il Pil dell’area euro di quest’anno è visto ora in aumento dello 0,9% (+ 1,2% la stima di ottobre)”. I grassetti sono tutti nel testo: a sottolineare l’enfasi partecipativa alla grande festa.
“Il Fondo spiega che il forte rialzo della stima sulla Russia dipende da un 2023 chiusosi meglio delle attese grazie alla spesa militare e al buon andamento dei consumi privati, sostenuti dall’aumento delle retribuzioni in un mercato del lavoro a bassa disoccupazione. Emerge anche come, per ora, le ricadute delle sanzioni occidentali continuino a penalizzare più i paesi europei che hanno rinunciato a gran parte dei beni energetici russi a basso costo, piuttosto che la Russia che è riuscita a trovare in Asia nuovi mercati in grado di assorbire le sue esportazioni”.

Cominciamo dall’analisi appena riportata, dove si registra, fin dall’inizio, una forte sottovalutazione del dato relativo all’Eurozona. Nelle tabelle predisposte dal Fmi, infatti, la relativa previsione di crescita passa da una caduta dello 0,3% (October 2023 Weo ) allo 0,9 per cento indicato. Di quello 1,2 per cento, citato dal giornale, invece non abbiamo trovato traccia. Una revisione al rialzo dell’1,2 per cento non è molto, ma sempre meglio del presunto ridimensionamento di cui si parla nell’articolo de Il Fatto. Si deve solo aggiungere che in generale il FMI ha rivisto al rialzo tutte le sue precedenti previsioni.
A livello globale l’upgrating ha visto il passaggio da una precedente previsione di crescita pari allo 0,2 per cento al 3,1 percento. Salto che è ancora maggiore (dallo 0,1 al 4,1 per cento) per le economie emergenti di cui la Russia fa parte. Ma dove l’euforia mostra il suo punto più debole è sulle previsioni di più lungo periodo. Sempre secondo il Fmi nel 2025 la crescita della Russia sarà pari ad appena l’1,1 per cento: la più bassa in assoluto rispetto ai principali 30 Paesi considerati. Insomma la guerra, nel medio periodo, non sembra proprio essere un buon affare.
L’indubbia crescita dell’anno appena trascorso si deve principalmente a due fattori: si è trattato innanzitutto di un rimbalzo, dopo la forte caduta del 2022 (-2,1 per cento) del tutto anomala sia rispetto agli andamenti dell’economia mondiale (+ 3,5 per cento) sia a quella delle economie emergenti (+ 4,1 per cento). A ciò si aggiunga – questo il secondo elemento – la crescente militarizzazione dell’economia. Come indicato da Federico Fubini, nella sua rubrica su Il Corriere della sera, di qualche giorno fa, la crescita dell’economia russa è stata trainata dalla spesa militare.
Cresce a dismisura l’economia di guerra a totale detrimento di quella civile.
La bassa disoccupazione è solo conseguenza dello sforzo delle industrie belliche che sottraggono risorse a tutto il resto del Paese. Per cui i nuovi punti di equilibrio possono essere garantiti solo da un tasso d’inflazione che la stessa Banca centrale russa, ha stimato, lo scorso dicembre, nel 7,4%. Inflazione che, a sua volta, spinge al rialzo i tassi d’interesse (16% l’anno, addirittura più alti di quelli dell’Ucraina) che inibiscono tutte quelle produzioni che non sono direttamente sussidiate dallo Stato.:eek::eek:
Non è la sola conseguenza. Contrariamente a quanto sostiene il Fatto quotidiano, i conti con l’estero sono tutt’altro che tranquillizzanti. Indubbiamente l’Occidente ha dovuto, almeno in parte, rinunciare ai vantaggi derivanti da un minor costo dei prodotti energetici, provenienti da quel quadrante. Ma si è trattato di un danno relativo. Nel 2022 il prezzo medio di un barile di petrolio (Brent) era stato di 99,13 dollari. L’anno successivo era sceso a 82,19 con una caduta pari al più del 17 per cento. Ancora maggiori i risparmi sulle importazioni di gas. Da un Ttf (Title Transfer Facility) sul mercato di Amsterdam pari a 127,8 in media, si era scesi a 40,9. Con un risparmio sulla relativa bolletta di quasi il 70%.
Gli effetti sulla bilancia dei pagamenti della Russia sono stati, invece, devastanti. Nel 2022, grazie alla manipolazione imposta sui prezzi dei prodotti energetici, l’attivo della bilancia commerciale russa aveva toccato un vero e proprio record, con un attivo pari a 297,7 miliardi di dollari: quasi tre volte il valore medio del primo ventennio di questo millennio. Lo scorso anno, invece, secondo i dati della Banca centrale, quel vantaggio è stato quasi del tutto eliminato.
La bilancia commerciale è risultata comunque in attivo, ma si è chiusa con un surplus pari a soli 85 miliardi. Un valore che è del 20 per cento inferiore alla media dell’ultimo ventennio. Sono fortemente diminuite, rispetto all’anno precedente, le esportazioni (meno 170 miliardi di dollari) ed aumentate le importazioni (27,9 miliardi). Alla luce di questi elementi è veramente difficile sostenere la tesi che la Russia sia “riuscita a neutralizzare gli effetti delle sanzioni occidentali”. :no::no:
Come lo stesso quotidiano aveva teorizzato in un suo precedente articolo.
Allora, si era dato credito, senza discutere, alla propaganda del vice primo ministro russo Alexander Novak, impegnato a magnificare le magnifiche sorti progressive del proprio regime. Come se sostituire i ricchi mercati occidentali, con il contributo cinese o indiano, fosse la cosa più semplice del mondo. Senza considerare poi che, nei nuovi mercati extra Ue, l’Urals oil è venduto a sconto, sia per le sue peggiori caratteristiche organolettiche, sia a causa dei meccanismi dell’oligopsonia, colà imperanti. Vale a dire la posizione dominate dei nuovi acquirenti nel determinare il prezzo di vendita del prodotto.
Fenomeni che spiegano ampiamente il forte calo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti con i suoi riflessi sugli equilibri macroeconomici e finanziari dell’intero Paese. Dalla maggiore inflazione al crescente deficit di bilancio, necessario per far fronte alle spese di guerra ed ai sussidi concessi a coloro che mettono a repentaglio la propria vita per i sogni imperiali del Cremlino. Impegni, in passato, coperti soprattutto dai proventi finanziari derivanti dal commercio con l’estero.
La controprova di quanto detto finora la si ritrova nell’andamento del cambio del rublo rispetto all’euro. Dal 2022 ai giorni nostri la svalutazione della moneta russa, su base annua, è stata pari al 35 per cento. Ed è continuata (5%) durante tutto gennaio rispetto ai valori medi dello scorso anno. Segno evidente di una debolezza e fragilità che non può far dormire sogni tranquilli agli estimatori di Vladimir Putin.
Specie se si tiene conto dei tentativi del regime di imporre misure amministrative volte a scoraggiare l’uso di monete occidentali, soprattutto del dollaro, nei pochi scambi che ancora rimangono in piedi. Avallare, quindi, la tesi di una totale inefficacia delle sanzioni è solo prestare il fianco ad una propaganda che non ha alcun aggancio effettivo con quanto sta realmente avvenendo. L’Occidente ha naturalmente i suoi problemi. Ma la Russia di Putin non marcia con il vento in poppa. Nonostante i toni trionfalistici dei suoi pochi estimatori.
 
Ultima modifica:
Sberbank ha smesso di emettere mutui preferenziali IT (**) poiché ha raggiunto il limite di denaro che può spendere per tali mutui.

Сбербанк перестал принимать заявки на IT-ипотеку


La Nabiullina sarà contenta...

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La Nabiullina ha detto che la massiccia crescita dei mutui preferenziali (*) dovrebbe essere limitata.

Non vede il boom del mercato immobiliare come un fatto positivo perché i prezzi crescono, gli alloggi non diventano più accessibili e il debito per acquistarli diventa sempre più rischioso.

Набиуллина: льготная ипотека должна быть адресной

(*) I mutui preferenziali e familiari consentono ai russi di contrarre prestiti a tassi agevolati, per es. per l'acquisto di un appartamento in un nuovo edificio.

(*) I mutui IT sono richiedibili dai russi che lavorano ufficialmente in un'organizzazione che opera nel campo dell'informatica ed è accreditata dal Ministero dello Sviluppo Digitale.
 
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La controprova di quanto detto finora la si ritrova nell’andamento del cambio del rublo rispetto all’euro. Dal 2022 ai giorni nostri la svalutazione della moneta russa, su base annua, è stata pari al 35 per cento. Ed è continuata (5%) durante tutto gennaio rispetto ai valori medi dello scorso anno. [...]

Il fatto che la debolezza del rublo sia continuata a Gennaio è un ulteriore indizio, visto che dal 9 Gennaio la Russia sta vendendo giornalmente valuta estera proprio per sostenerne le quotazioni.

Курс доллара опустился ниже 90 рублей

”A partire dal 9 gennaio la Banca Centrale russa riprenderà l'azione per rafforzare il rublo utilizzando fino a 11,5 miliardi di rubli in valuta estera al giorno dal Fondo di previdenza nazionale."
 
Ma che persona fine... Davvero un gentleman-
Ora: è impressionante sia in X che all'estero come è mal sopportato Putin.. Invece in Italia cè la maggior concentrazione di fanatici che lo sostengono....E' palpabile.
Ho il sospetto che ci sia un interesse sostanziale e materiale in ciò
 
Ultima modifica:
Altro debunking:

Observer continental via Global>reserach.ca è parte integrante dell'ecosistema della disinformazione del KGB russo (lo chiamerò così da ora in poi così perchè è come una volta anzi peggio e chi lo comanda arriva proprio dal KGB per cui ...)

French Lieutenant Colonel Jacques Guillemain: “Ukrainian soldiers are entrenched in the cities” - Global Research
https://www.state.gov/wp-content/up...rmation-and-Propaganda-Ecosystem_08-04-20.pdf

Quand'è che riuscirete a pensare col vostro testolino?
 
Altro debunking:

Observer continental via Global>reserach.ca è parte integrante dell'ecosistema della disinformazione del KGB russo (lo chiamerò così da ora in poi così perchè è come una volta anzi peggio e chi lo comanda arriva proprio dal KGB per cui ...)

French Lieutenant Colonel Jacques Guillemain: “Ukrainian soldiers are entrenched in the cities” - Global Research
https://www.state.gov/wp-content/up...rmation-and-Propaganda-Ecosystem_08-04-20.pdf

Quand'è che riuscirete a pensare col vostro testolino?

La cosa più paradossale è che affidarsi a canali di propaganda per avere informazioni tecniche come quelle che riguardano l'economia è tempo buttato (la propaganda, giustamente, fa la propaganda).

Peraltro, volendo avere una visione "lato russo", ci sono media russi più "tecnici", come Kommersant, che sono molto dettagliati ed espliciti su ciò che va e ciò che non va, così come sono interessanti le analisi tecnico-economiche di Banca di Russia e della Nabiullina.
 
La cosa più paradossale è che affidarsi a canali di propaganda per avere informazioni tecniche come quelle che riguardano l'economia è tempo buttato (la propaganda, giustamente, fa la propaganda).

Peraltro, volendo avere una visione "lato russo", ci sono media russi più "tecnici", come Kommersant, che sono molto dettagliati ed espliciti su ciò che va e ciò che non va, così come sono interessanti le analisi tecnico-economiche di Banca di Russia e della Nabiullina.
Sono fonti che non interessano. Serve la fonte che racconta la loro visione (distorta), pura propaganda. Anche se la fonte viene smascherata più volte si continua ad attingere da essa.
Normalmente queste fonti (sbugiardate) dovrebbero essere abbandonate. Per me le conclusioni sono 2:
1) Mancanza di analisi basilare
2)Dolo
Io sono per la 2)
 
La cosa più paradossale è che affidarsi a canali di propaganda per avere informazioni tecniche come quelle che riguardano l'economia è tempo buttato (la propaganda, giustamente, fa la propaganda).

Peraltro, volendo avere una visione "lato russo", ci sono media russi più "tecnici", come Kommersant, che sono molto dettagliati ed espliciti su ciò che va e ciò che non va, così come sono interessanti le analisi tecnico-economiche di Banca di Russia e della Nabiullina.
Già .. La Elvira... Una delle migliori, forse la migliore collaboratrice di Putin.
Pare abbia avuto anche screzi con MadVlad ma pare anche che sia -l'unica- che sia sopravvissuta alla cosa: tra l'altro tentò anche di dimettersi (non mi ircordo quando a dire il vero) ma Vlad le disse "Niet"!
Comunque sia facezie a parte se in qualche modo la loro barca sta a galla, parte del merito ed è una certezza, va a lei.
 
Sono fonti che non interessano. Serve la fonte che racconta la loro visione (distorta), pura propaganda. Anche se la fonte viene smascherata più volte si continua ad attingere da essa.
Normalmente queste fonti (sbugiardate) dovrebbero essere abbandonate. Per me le conclusioni sono 2:
1) Mancanza di analisi basilare
2)Dolo
Io sono per la 2)
Può essere sai... bot etcetc ... Ma nello specifico mi sembra + applicabile il vecchio adagio di Eistein circa le cose infinite ... ;)
 
Ho il sospetto che ci sia un interesse sostanziale e materiale in ciò

La gente ragiona sempre con la mano al portafoglio.
l' idea che all' Italia convenga allearsi economicamente con tutti i paesi del mondo , Cina e Russia in primis, attraversa trasversalmente tutte le forze politiche.
Così come nel popolo serpeggia un certo malcontento verso l'Europa
 
MSN

Dallo stop al gas di Putin il primo attivo commerciale dell’Italia con Mosca​

Cinquecentonovantotto milioni. Una goccia in apparenza, poco più dell’1% dell’avanzo commerciale annuo nazionale verso i paesi extra-Ue. La svolta è tuttavia epocale, una rivoluzione copernicana tenendo conto che quel minimo saldo attivo realizzato nei confronti della Russia rappresenta per l’Italia una novità assoluta. Mai registrata nelle serie storiche Istat, che dal 1992 avviano la nuova classificazione tenendo conto della dissoluzione dell’Unione Sovietica.
 
La gente ragiona sempre con la mano al portafoglio.
l' idea che all' Italia convenga allearsi economicamente con tutti i paesi del mondo , Cina e Russia in primis, attraversa trasversalmente tutte le forze politiche.
Così come nel popolo serpeggia un certo malcontento verso l'Europa
Impossibile essere alleati di tutti, impossibile per definizione.
 
Observateur Continental - Conspiracy Watch | L'Observatoire du conspirationnisme
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