Farmaceutici

Aggiornamento voti 26-04-05

In seguito alle recenti news aggiorno le tavole dei miei voti a Genentech e Serono.

Genentech
Crescita 5,5
Convenienza 5
Redditività 6,5
Debito 6,75
Acquisizione 5
Pipeline 7,5
Brevetti 8
Portafoglio 7,25
Voto Medio 6,44

Serono
Crescita 6
Convenienza 5,5
Redditività 5
Debito 6
Acquisizione 5
Pipeline 7,5
Brevetti 8
Portafoglio 7
Voto Medio 6,25

Ho inoltre incrementato da 66 a 71 l'indice di pipeline di Genentech.
 
Ultima modifica:
Aggiornamento Indici 26-04-2005

S&P500: 98,32
PH-Index: 104,02
MyPH-Index: 106,39
BioPH-Idex: 103,52
MyETF: 103,15

N.B Si badi che gli indici sono espressi in dollari e come tali sensibili al cambio EUR-USD quando trasformo in dollari il prezzo dei componenti europei.
 
Biofarmaceutici - Vendita Gilead

ciao poncio un po' delusa e intimorita dal tonfo odierno di Gilead ho preferito vendere le mie azioni, essendo ancora in guadagno. Mi concentro quindi sull'investimento puro farmaceutico.

Data: 30/03/2005
Gilead Buy 200 @ 35,62$
Data: 27/04/2005
Gilead Sell 200 @ 37,03$
 
beh io oggi ho ricomprato qualche Pfe,

vediamo quando uscire... ;)

Ciao e notte. :)
 
Farmaceutici e Biofarmaceutici - CEO

CEO: alcune considerazioni

Forbes ieri ha pubblicato la classifica dei CEO più pagati degli USA. Scorrendo rapidamente la classifica con uno sguardo privilegiato alle case farmaceutiche, ma non solo, mi sovvengono alcune considerazioni:

1) il compenso dei CEO è, in generale, funzione crescente della dimensione, del prestigio dell’azienda, del settore in cui opera;
2) lo stipendio dipende poi ovviamente dalla qualità del manager, dalla sua anzianità.

Fatti salvi questi principi, cui aderisce la media dei CEO vi sono però notevoli eccezioni di CEO:

a) bravi e poco pagati(relativamente agli altri)
b) pessimi e molto pagati.

Nell’ambito del settore farmaceutico volendo stimare una personale graduatoria mi sembra che quasi tutti i CEO farmaceutici più pagati si collocano nella media dei loro colleghi, quanto a rapporto prestazioni/costo per l'azionista. Fanno eccezione in positivo i manager di Gilead e seppur un po’ meno di Abbott e Bristol-Myers. Un po’ sotto la media i CEO di Pfizer e soprattutto di Merck. Entrambi un po’ più anziani degli altri e un po’ troppo pagati per quel che valgono. In particolare il CEO di Merck (64 anni), fosse per me lo manderei in pensione! Ecco comunque i miei voti ai CEO:


Gilead 8
Abbott 7
Bristol-Myers Squibb 7
Amgen 6,5
Johnson & Johnson 6,5
Genzyme 6,5
Biogen 6
Wyeth 6
Schering-Plough 6
Eli Lilly 6
Pfizer 5,5
Merck 5

I CEO non in graduatoria o non sono tra i 500 più pagati oppure guidano un'azienda extra US.
 
Glaxo News & Upgrade

Glaxo euforica al LSE in quanto la big pharma anglosassone conta di poter presto rimettere sul mercato i propri Paxil CR (antidepressivo) e Avandamet (per il diabete) la notizia vale un upgrade al portafoglio farmaci di Glaxo che passa dal voto 6,25 a 6,5

GlaxoSmithKline
Crescita 6
Convenienza 6
Redditività 7,5
Debito 5,5
Acquisizione 4
Pipeline 7
Brevetti 7,25
Portafoglio 6,5
Voto Medio 6,22
 
Beh per forza che il Ceo di Pfizer è anziano, serve come betatest per l'azienda... :D
 
Aggiornamento Indici 28-04-2005

S&P500: 97,59
PH-Index: 104,36
MyPH-Index: 107,04
BioPH-Idex: 101,91
MyETF: 103,94

MyPHi: 106,76

Commento

Oggi (ieri in verità) si è verificato un evento particolarmente favorevole al
mio portafoglio assicurato: mentre l'indice MyPH aumentava il future sullo S&P
scendeva di oltre 1%. Ho allora deciso di chiudere le posizioni short riacquistando i future.
Però francamente di non proteggere in alcun modo il MyPH non mi andava.
Ho fatto così: ho venduto allo scoperto (alcuni broker lo permettono di
fare) 2000 quote di uno degli ETF che vi avevo segnalato: lo S&P Healthcare.
Questo ETF era il solo su cui il mio broker mi consentisse lo short; inoltre
è direttamente quotato in dollari, parecchio liquido e con basse commissioni.
Praticamente è quasi come se temporaneamente avessi liquidato un po'
più della metà del portafoglio MyPH (56%).
Qui sopra indico anche il valore dell'indice MyPHi (il portafoglio MyPH di tipo
assicurato). Come vedete per il momento è solo frazionalmente inferiore al MyPH.
All'inizio non avevo pensato di pubblicare questa versione dell'indice MyPH ma
poi ho iniziato ad vendere i future sullo S&P, adesso vendo l'ETF. Insomma il
MyPHi è un indicatore a questo punto più fedele delle prestazioni del mio
portafoglio per cui da oggi in poi lo includo, a margine, tra gli altri.

OK non mi resta che salutare tutti i appassionati farmaceutici in particolare
poncio che mi ha fatto sorridere.
N.
 
Aggiornamento Indici 29-04-2005

S&P500: 98,76
PH-Index: 105,8
MyPH-Index: 108,18
BioPH-Index: 102,9
MyETF: 104,5

MyPHi-Index: 107,33
 
Aggiornamento Indici 04-05-2005

S&P500: 100,36
PH-Index: 107,71
MyPH-Index: 110,56
BioPH-Index: 106,9
MyETF: 106,44

MyPHi-Index: 110,86

Commento: l'indice MyPH-Index oggi ha oltrepassato i 10 punti di sovraprestazioni
rispetto allo S&P. Ancora una volta si è inoltre verificato un evento favorevole
al portafoglio assicurato MyPHi: i titoli europei hanno sovraperformato (Sanofi
in particolare) quelli USA e siccome in breve MyPHi è long sugli europei e short
sugli USA il MyPHi ha superato il MyPH. Ho quindi ridotto la quota di short riacquistando
1000 quote di ETF S&P Healthcare e liquidando metà dell'assicurazione.
N.
 
I pesi del MyPH Index 04-05-2005

Mi sono accorta che mai ho riporato i pesi dei titoli presenti nel portafoglio MyPH. Eccoli qui in data 04-05-2005

MyPH Portfolio
----------------

Pfizer 0,00%
Glaxo 9,22%
Novartis 13,42%
Astrazeneca 12,12%
Sanofi 20,50%
Bristol-Myers Squibb 0,00%
Merck 0,00%
Roche 22,40%
Abbott 0,00%
Wyeth 16,22%
Eli Lilly 0,00%
Johnson & Johnson 6,12%
Schering-Plough 0,00%
Bayer 0,00%

Inoltre sono Short su

ETF S&P Healthcare -28,09% del MyPH

Come potete leggere sopra Roche e Sanofi sono gli assi portanti del MyPH. Teoricamente oggi mi piacerebbe incrementare qualche punticino Glaxo a AstraZeneca, ma praticamente è costoso da farsi quindi lascio perdere.
In fondo le "inglesine" nel loro complesso si ritagliano cumunque oltre il 20%. In testa alla classifica della nazione più favorita c'è la Svizzera con oltre il 30%. I rappresentanti USA sono Wyeth e la solida J&J

Nota a margine e scherzosa: un investitore fondamentale, acquista sempre i prodotti delle case del proprio portafoglio quindi se vi capita di essere in farmacia pretendete il prodotto "giusto" anche se magari vi costa un po' di più!
 
News Merck: il CEO da le dimissioni (05-05-2005)

Oggi il CEO di Merck, Raymond Gilmartin ha rassegnato le dimissioni. Il mercato non ha comunque accolto con un balzo la notizia. Il motivo a mio avviso è che il nuovo CEO non è un uomo nuovo ma il presidente Richard Clark di 58 anni.

Nota: recentemente avevo consigliato in questo thread di pensionare il CEO di Merck. Nulla di personale si intende. Parlavo solo negli interessi degli azionisti. Che il futuro sorrida a tutti, ex CEO compreso!
 
M.Briganti (Morningstar): i farmaceutici tornano a correre
Di Morningstar

Sorretto dalle buone trimestrali dei big e dalle ricoperture sulle basse valutazioni raggiunte a marzo, il settore ha invertito la rotta. Per i gestori europei intervistati da Morningstar sarà il migliore comparto dei prossimi dodici mesi, per gli analisti delle principali case di investimento internazionali, è il momento di comprare.

Marzo ha segnato l'inversione del trend negativo iniziato nel 2004 che ha penalizzato i titoli dell'industria farmaceutica. Da inizio anno l'indice Msci World Heath care sta guadagnando quasi il 9% (al 3 maggio), mentre nell'ultimo mese il rialzo è del 5,1%. Meno brillante il sottosettore dei soli titoli biotechnologici americani, misurato dall'Amex Biotecnology, che ha recuperato il 6,6% dai minimi toccati l'11 marzo, ma non è ancora riuscito a volgere in positivo il saldo di inizio anno, pari a -3,6%.

Secondo gli analisti di It asset management, società di gestione specializzata nel comparto biotech e della tecnologia, una delle cause di una performance così deludente del settore nella prima parte dell'anno, è stata la crisi di fiducia che di solito colpisce gli investitori in seguito all'insuccesso di un farmaco. “Le società con un fallimento clinico alle spalle, sono severamente punite dal mercato, nonostante si tratti di compagnie con buoni dati e un management di riconosciuta esperienza” spiegano gli analisti in una nota. È stato il caso di Biogen (NASDAQ: BGEN - notizie) ed Elan, ma anche di Ligand e Cell Therapeutics (NASDAQ: CTIC - notizie) , che hanno trascinato verso il basso le valutazioni dell'intero comparto agli inizi di marzo.

Sebbene i rischi restino in agguato, il mercato sembra voler archiviare tali insuccessi e non solo le basse quotazioni raggiunte, ma anche la pioggia di upgrades sulle maggiori società dell'industria farmaceutica, soprattutto europee, hanno fatto scattare le ricoperture.

Morgan Stanley ha posto l'accento sul lancio dei nuovi farmaci da parte di Novartis (Virt-X: NOVN.VX - notizie) e Sanofi-Aventis (Parigi: FR0000130460 - notizie) e sui margini di riduzione dei costi che potrebbero interessare le società del comparto. Novartis ha infatti chiuso il primo trimestre con utili in crescita del 16% e un fatturato in progresso dell'11% a 7,34 miliardi di dollari.

Sia Merril Lynch che Credit Suisse First Boston, invece, hanno alzato il rating su Genentech (NYSE: DNA - notizie) , la seconda impresa biotecnologica a livello mondiale, che dopo le notizie positive sul farmaco anticancro Avastin, ha riportato un nuovo successo anche sul suo anticorpo monoclonale Herceptin, utilizzato nella cura dei carcinomi. Avastin è un farmaco per la cura del cancro del colon in commercio dal febbraio 2004 con un giro d'affari di circa $600 milioni. Il successo ottenuto ha messo in luce anche Roche, che controlla Genetech, che dovrebbe veder crescere il suo volume d'affari nel 2005.

Dati solidi anche per GlaxoSmithKline (Londra: GSK.L - notizie) , leader del settore farmaceutico nel Regno Unito, balzata di oltre il 6% dopo la trimestrale, che ha evidenziato un incremento dei profitti del 15,3% con vendite salite del 3,7%. A sorreggere il titolo è stato anche il via libera da parte della Food and Drug Administration americana alla ripresa della produzione dell'antidepressivo Paxil e dell'antidiabetico Avandamet.

Anche AstraZeneca ha chiuso il primo trimestre 2005 con un utile lordo in crescita del 37% a fronte di un fatturato di 5,74 miliardi (+13,1%). Andamento positivo delle vendite di alcuni prodotti chiave del gruppo, miglioramento della produttività nella ricerca e sviluppo, e un ulteriore contenimento dei costi operativi, spiega la società, sono stati i fattori che hanno reso possibile il miglioramento del bilancio.

*Intervento a cura di MariaGrazia Briganti - Redattrice di Morningstar in Italia -
 
Merck: alcune considerazioni (del tutto personali)

06-05-2005

Il nuovo CEO di Merck non ha esperienza di R&D ne di marketing, le due aree cruciali per una casa di arte farmaceutica elevata come Merck. E’ uomo di produzione, un esperto nella gestione e nel controllo dei costi. A Merck invece primariamente importano la pipeline e il portafoglio prodotti e solo secondariamente i costi di produzione in cui peraltro l’azienda è più efficiente della media. Servono strategie, non tattiche. Se il nuovo CEO si limiterà a tagliare i costi Merck è destinata inesorabilmente al tramonto.

Se Merck mi nominasse CEO, io punterei sulla ricostruzione della pipeline, agendo in tempi rapidi acquisendola esternamente, puntando su piccole aziende dai prodotti promettenti. E’ una strategia molto rischiosa ma l’unica a mio avviso in grado di risolvere i problemi di Merck.
Se proprio questa strategia risultasse non perseguibile, allora svolterei - mutando per non morire - focalizzerei una big pharma con un minore indice di arte farmaceutica rispetto a Merck. In sostanza trasformerei l’attuale Merck rendendola più simile ad Abbott o J&J, aziende meno drammaticamente dipendenti dalla propria pipeline. Chi acquisire? In linea teorica Wyeth. Ma la corsa a Wyeth potrebbe rivelarsi un bagno di sangue e sarebbe contrastata oltre che da Wyeth stessa probabilmente anche da Pfizer. Un’alternativa meno valida ma anche meno costosa è Bristol-Myers. La futura Merck-Bristol Myers risulterebbe un’azienda farmaceutica meno pura dell’attuale Merck ma più adatta a perseguire una tattica di riduzione dei costi con più tempo per affrontare seriamente e internamente il fondamentale problema della pipeline.
N.
 
Aggiornamento Indici 06-05-2005

S&P500: 99,99
PH-Index: 106,72
MyPH-Index: 109,40
BioPH-Index: 105,68
MyETF: 105,8

MyPHi-Index: 109,46
 

Allegati

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Merck: altre considerazioni

Un'altra possibile soluzione è quella che Merck possa essere acquisita. Ma a chi potrebbe interessare una casa d'arte farmaceutica priva di pipeline? Semplice ... a nessuno, almeno al prezzo odierno: se il prezzo di Merck fosse 15$ o 10$, a mio avviso potrebbero essere acquirenti J&J Novartis Abbott e Pfizer anche se per ragioni diverse e che oggi è inutile analizzare in dettaglio.

Quindi ricapitolando, secondo me Merck potrebbe acquistare:

1) Bristol-Myers (più probabile)
2) Wyeth
3) Abbott (poco probabile)

ed essere acquisita da, ma a prezzi ben inferiori a quelli attuali da

A) J&J
B) Novartis
C) Abbott
D) Pfizer

Nei prossimi giorni vedrò se è il caso di posizionarsi su Bristol-Myers oltre che su Wyeth. Quest'ultima è già nel MyPH, anche per sfruttare una eventuale sua acquisizione da parte di Pfizer che al momento ritengo più interessata a Wyeth che non a Merck.
N.
 
Shering AG

Un nuovo ingresso nell'indice PH. Si tratta di Shering AG, casa farmaceutica tedesca, presente nell'indice Dax30. Pesa 0,83% in PH-Index© e non viene inclusa in MyPH. Di seguito riporto la tavola caratteristica:

Shering AG
Crescita 6
Convenienza 6
Redditività 5,5
Debito 7
Acquisizione 5
Pipeline 5
Brevetti 7
Portafoglio 6
Voto Medio 5,94

Recentemente Shering AG è stata protagonista di un "crollo" del 15% a seguito del fallimento del suo farmaco anticancro PTK/ZN (in via di sviluppo insieme a Novartis) nel rallentare il progredire del tumore all'intestino.
 
PHg-Index©, the Genuine Pharma Index

Al via un nuovo indice per patiti del farmaceutico genuino. Si tratta di un indice con gli stessi componenti del PH-Index© ma non pesati in base alla capitalizzazione free float ma in base all'indice di arte farmaceutica. Anche il PHgenuine-Index© è valorizzato a 100 il 24/03/2005. Interessante notare che oggi il PHgenuine quota 106,19 e supera il PH che quota 105,7

Di seguito riporto i componenti del PHgenuine-Index© con relativi pesi:

PHg-Index©

Pfizer 15,94%
Glaxo 11,96%
Novartis 6,44%
Astrazeneca 7,58%
Sanofi 11,31%
Bristol-Myers Squibb 6,00%
Merck 8,46%
Roche 4,91%
Abbott 3,75%
Wyeth 4,73%
Eli Lilly 4,77%
Johnson & Johnson 7,85%
Schering-Plough 2,68%
Schering AG 1,45%
Bayer 2,16%
 
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