La Popolare di Intra «paga» la crisi Finpart
Quotazion in forte calo. Le agenzie di rating:«indebolito il profilo finanziario».
di Giuseppe Oddo - Sole 24 ore
L a crescita delle sofferenze lorde della Popolare di Intra, aumentate di 110 milioni di euro al termine del primo semestre 2005, ha provocato ieri un vistoso calo delle quotazioni della banca e l'intervento delle agenzie di rating. Standard and Poor's ha messo infatti la banca in Credit Watch con implicazioni negative, spiegando che la « dimensione della perdita » provoca « un significativo indebolimento del profilo finanziaria » , mentre Fitch ha passato l'outlook da stabile a negativo. « La qualità del portafoglio crediti della Intra ha detto Fitch rimane peggiore di quello dei suoi concorrenti » . Il titolo dell'istituto che ha sede a Verbania ha segnato alla chiusura della Borsa un prezzo di riferimento di 12,81 euro ( 2,15%).
La rettifica di valore delle sofferenze, che ha reso necessari accantonamenti straordinari per 140 milioni di euro e che farà emergere una perdita civilistica semestrale stimata per ora in 70 milioni, era stata comunicata al mercato l'altro ieri sera con una nota approvata dal consiglio d'amministrazione e visionata dagli uomini della Vigilanza che hanno passato al setaccio per tre mesi i conti della banca.
L'ispezione di Banca d'Italia, che si concluderà a giorni, era scattata a fine maggio dopo che la Intra era rimasta coinvolta nel dissesto della Finpart, il gruppo tessile del finanziere Gianluigi Facchini, e dopo che la stessa banca era entrata nel mirino delle Procure di Verbania e Milano. L'istituto di credito di cui è direttore generale Claudio Ferrari ha finanziato a piene mani la galassia Finpart, addossandosi rischi in parte ancora non quantificati. « Il Sole 24 Ore » in febbraio ha rivelato che su vari conti accesi presso la Intra erano transitati, tra il ' 99 e il 2003, vagonate di azioni Finpart ( un ammontare pari al doppio del capitale sociale della holding): titoli comprati, venduti o semplicemente transitati con operazioni di carico e scarico. In realtà sembra che l'esposizione della banca verso l'universo delle società ombra riconducibili a Facchini e a Gianni Mazzola, l'immobiliarista che ne ha preso il posto nella Finpart come amministratore delegato, abbia valicato qualsiasi limite di sana e prudente gestione. I 110 milioni di sofferenze che hanno portato BP Intra al profit warning sono riconducibili per circa 100 milioni a due imprese del settore tessile. Una è Fin.
part, verso cui Intra è esposta per circa 25 milioni nei confronti della società operativa e per altri 25 milioni nei confronti dell'ex numero uno Gianluigi Facchini. L'identità dell'altra società, non quotata, a cui fanno capo gli altri 50 milioni di sofferenze non viene al momento indicata. I restanti 10 milioni circa di crediti in sofferenza sono invece perloppiù legati a mutui ipotecari e linee di credito concessi a persone fisiche.
La Intra disponeva al 31 dicembre dello scorso anno di un patrimonio di vigilanza di 476 miloni di euro a fronte di 283 milioni di euro di crediti dubbi così ripartiti: 100 milioni di sofferenze nette ( dopo svalutazioni per 112), 169 milioni di crediti incagliati e 13,5 milioni di crediti ristrutturati.
La banca avrebbe erogato crediti a diverse finanziare estere fra cui la Vela Energy Holdings, una società di Nassau con succursale ad Agno, in Svizzera, nel Canton Ticino, specializzata nel commercio di materie prime. Gli ispettori sarebbero venuti a capo, tra l'altro, di un bonifico di una trentina di milioni a favore della Vela, il cui presidente e direttore della succursale svizzera, Giovanni Mahler, sembra intrattenga rapporti d'affari — riferiscono fonti di Lugano — con la Russia e la Libia.
L'attenzione della Borsa è sulla riunione di consiglio del 7 settembre convocata per mettere a fuoco alcuni interventi straordinari sul secondo semestre 2005 volti ad attenuare gli effetti dei principi contabili internazionali e a definire le svalutazioni sui crediti a rischio.
Secondo quanto dichiarato da Luigi Avogadro, non sono previste operazioni sul capitale. « Abbiamo diverse altre soluzione allo studio che dovrebbero consentirci di far fronte alla situazione » . Avogadro ha aggiunto che con gli accantonamenti straordinari, l'obiettivo di fine anno è dimezzare la perdita netta del primo semestre, stimata in circa 70 milioni.
Il consiglio dell'altro ieri ha inoltre deliberato un'azione di responsabilità nei confronti del precedente direttore generale della Intra, Giovanni Brumana, con il quale Ferrari aveva lavorato fianco a fianco.
2 settembre 2005