Repubblica: cuore, velocità e le magie di Kalinic. Sousa può sorridere
Terza vittoria consecutiva tra campionato e coppa. E ora la classifica inizia a cancellare dubbi e malinconie
di Redazione VN, 13/12/2016, 07:43 40 1 Commento
C’è cuore, c’è Kalinic coi suoi gol, c’è la terza vittoria consecutiva, c’è un bel po’ di felicità per una classifica che inizia a cancellare la malinconia per ridare un senso a una stagione fino ad oggi decisamente poco entusiasmante. Non è stata – scrive Benedetto Ferrara su la Repubblica – una partita facilissima, ma alla fine è andata per il verso giusto, e i tre punti sono tutti meritati, anche se in avvio niente sembra così semplice.
Mentre il Sassuolo gioca, la Fiorentina cerca se stessa. Mentre Tatarusanu mette in scena il suo stato di grazia fermando palloni impossibili, i suoi compagni conquistano sicurezze e spazi. Tutto molto minimal: Badelj è in vena, Chiesa vale quattro volte Tello, Kalinic ha una voglia matta di fare il primo gol anche al Franchi in campionato, giusto per ricordare ai suoi tifosi che per vederlo segnare non è indispensabile guardare la tv. E così il primo tempo scorre liscio. E il Franchi, semideserto per un monday match che è uno schiaffo in faccia a ogni abbonato, si diverte a riscoprire un calcio vivo e a seguire con gli occhi delle geometrie giocate sulla velocità: bello il Sassuolo, perfida la Fiorentina, che per una volta gioca il ruolo della squadra pratica e cinica, tra l’altro davanti agli occhi di colui che potrebbe essere un giorno il suo prossimo allenatore, quel Di Francesco che piace a tanti ma alla fine resta sempre lì. Chissà, intanto a lui tocca vedere i suoi alle prese con la frustrazione di chi ci prova ma a segnare sono gli altri. Con merito, comunque. Perché la Fiorentina sta vivendo un buon momento. E la coppia Badelj-Vecino (Borja non ha recuperato) ha meno inventiva ma molto amore per la costruzione. Così in mezzo si lavora (anche a fatica) e poi attraverso un Ilicic molto sicuro di sé si cercano soluzioni offensive interessanti.
Mentre Bernardeschi a sinistra fatica a entrare nel mood della sfida, sulla destra Chiesa fa dannare Peluso, e gioca in scioltezza un gran numero di palloni. Se il primo gol di Kalinic nasce da un lancio di Badelj con fuorigioco mancato della difesa del Sassuolo e tocco morbido sul palo lungo del croato, il raddoppio è figlio dell’ennesima fuga in avanti ingobbita di Chiesa Junior, che mette dentro un pallone basso che Kalinic spolvera col tacco e manda con entusiasmante lentezza prima contro il palo e quindi in gol. Tutto molto facile, anche perché nel frattempo Tatarusanu ha salvato tutto mentre la sua difesa sbandava di qua e di là. Due paratone da applausi e la partita è tornata a divertire lontano dalla sua area, normalizzando piano piano i suoi livelli di adrenalina, perché la Fiorentina l’ha fatta sua con poco sforzo ma con un Kalinic di grande spessore: grande lucidità e senso del gol come in quei giorni benedetti, quando la Fiorentina di Sousa dominava il campionato italiano e Firenze sognava chissà cosa, prima di tornare a capofitto sulla terra di una anonima normalità. Bravo Kalinic, e brava anche la Fiorentina, fino a quando non è entrata nel suo solito vezzo autolesionista di regalare emozioni al contrario complicando le cose semplici, con una mischia generata da una respinta goffa di Tatarusanu e da un flipper che Acerbi conclude spedendo la palla in gol.