Io, comunque, sono di coccio, ma non ho ancora capito perchè l'assicurazione prende il tuo capitale, lo divide in X quote calcolate sulla base della tua aspettativa di vita usando il famoso coefficiente, e poi le tiene lì sotto il materasso e ne tira fuori una all'anno per dartela.
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L'assicurazione prende il tuo capitale (detto premio unico) e lo investe in una gestione separata insieme al capitale di tutti gli assicurati.
Siccome a livello aggregato il longevity risk viene neutralizzato (vedila come una forma di hedging sul rischio longevità dei propri assicurati), l'assicurazione non si deve preoccupare della possibilità che tu viva fino a 100 anni (e nemmeno tu) ma deve solo assicurarsi di estrarre valore dalla gestione separata trattenendo una lauta commissione annua, il resto ti viene erogato sotto forma di rivalutazione annua della tua rata di pensione.
Facciamo un esercizio che per qualcuno può essere illuminante.
Trattiamo tutti i valori al netto delle tasse e dei caricamenti così il risultato sarà ancora più evidente.
Supponiamo di convertire l'intero montante netto di 100k Euro in rendita vitalizia immediata con un coefficiente di trasformazione del 5% (cioè 5k netti annui di pensione).
Supponiamo altresì che la gestione separata dell'assicurazione ci garantisca una rivalutazione della nostra rata annuale di pensione del 2% netto.
Supponiamo infine che dopo 20 anni esatti il nostro assicurato passi a miglior vita.
La prima colonna mostra la rendita annuale netta incassata dal nostro assicurato, come si può notare al termine di ogni anno la rata viene rivalutata del 2% ovvero del risultato netto della gestione separata (in formule la rendita vale
R = 5k * 1.02^n dove n è l'anno di pagamento).
La seconda colonna rappresenta il capitale che hai consegnato alla compagnia di assicurazione, la quale lo investe in una gestione separata facendolo rendere al netto delle commissioni il 2% annuo. Al termine di ogni anno il capitale si rivaluta del 2%.
La terza colonna rappresenta il capitale residuo della gestione separata, ovvero sono i soldi rimasti in cassa dopo aver pagato la rata annua (rivalutata) all'assicurato (Capitale residuo = Capitale GS - Rata annua di pensione).
Come si può vedere dalla tabella, al termine del 20esimo anno il tuo capitale di 100k consegnato nelle mani dell'assicurazione è esaurito.
Questo è il caso in cui l'assicurato chiude la partita con l'assicurazione in pareggio, ovvero muore esattamente dopo i 20 anni di aspettativa di vita espressi implicitamente dal coefficiente di trasformazione del 5% (100 / 0,05 = 20 anni).
Il tuo capitale come vedi in 20 anni è stato dissipato pagandoti la pensione dovuta opportunamente rivalutata di anno in anno.
Se decidi di assumerti il longevity risk decidendo di incassare il capitale di 100k netti, non farai altro che sostituirti alla gestione separata dell'assicurazione.
Se il rendimento del tuo capitale sarà del 2% netto per 20 anni allora il tuo punto di pareggio sarà esattamente pari alla tua aspettativa di vita residua, ovvero 20 anni.
Questo esempio mostra come per l'assicurazione sia indifferente la tua data di morte, perchè a livello aggregato, grazie alle tavole di mortalità, il capitale aggregato in loro possesso si esaurirà più o meno esattamente dopo il numero di anni previsti statisticamente.
L'assicurazione deve solo preoccuparsi di applicare adeguate commissioni di gestione per produrre un profitto certo.
Facciamo un passo avanti.
Posso fare meglio della gestione separata dell'assicurazione?
La gestione separata ha dei limiti nell'esposizione azionaria quando investe il capitale (che ormai non è più di tua proprietà perchè convertito in rendita da un contratto), tipicamente max 35%, quindi è come se la gestione separata investisse per capirci al max in un LS35 sintetico (Vanguard LifeStrategy 35% azionario).
Poi considera che la commissione della gestione separata è notevole, per esempio la GS FONDICOLL UnipolSai (fondo FONTE) si trattiene l'1,5% lordo annuo dal risultato di gestione (per esempio se spunta il 4% lordo annuo ti spetta una rivalutazione della rata del 2,5% lordo annuo).
E non è finita.
Vi sono caricamenti anche sui coefficienti di trasformazione ovvero non ti riconoscono esattamente il coefficiente statisticamente equo previsto dalle tavole di mortalità più aggiornate (A62), ma esso viene decurtato da un'ulteriore commissione (FONDICOLL trattiene l'1,1% sulla rata annuale, il 2,2% sulla rata mensile).
Come si può intuire, il diavolo sta nei dettagli.
Da un punto di vista teorico, come abbiamo visto è indifferente optare per la rendita piuttosto che per il capitale se si rispetta l'aspettativa di vita, ma siccome nel primo caso si neutralizza vantaggiosamente il longevity risk, questo "hedging" non è gratis ma ha un costo che la compagnia assicurativa si trattiene con i caricamenti.
Chi sceglie il capitale sfida il rischio longevità: per riuscire a batterlo con ragionevole margine di confidenza occorre massimizzare il rendimento netto annuo del capitale (incamerando di fatto tutti i caricamenti che si prenderebbe altrimenti la compagnia), allo scopo di allungare nel tempo il punto di pareggio ovvero l'anno in cui il capitale si esaurirà definitivamente.
Per affrontare questo tipo di sfida cum grano salis, occorre per prima cosa capire quale sia il punto di pareggio teorico previsto dalle "tavole della morte", imparare ad interpretarle per valutare quanto margine abbiamo per estendere il nostro breakeven facendo leva sul maggior rendimento estraibile dal nostro capitale.