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Cosa?magari qualcuno si è accorto di qualche cosa.
Scusami se mi permetto, avendo scritto in passato pagine su Griffa.Griffa è un artista che vende bene in galleria, le opere migliori sono tutte lì, per un pubblico selezionato e preparato. L'offerta che vedo arrivare in asta è sempre molto scadente e residuale, moltissimi lavori minori, bruttini e che non possono competere con le proposte di qualità delle prestigiose gallerie che lo rappresentano in giro per il mondo. Sicuramente mi sfugge qualche passaggio ma trovatemi voi un'opera importante di questo artista passata in asta recentemente. La sensazione è che le gallerie stiamo mantenendo il controllo sul mercato e i magazzini siano pieni di opere di qualità in attesa di passare in asta solo quando eventualmente il mercato sarà pronto a comprenderle. Non è detto che accada, è un artista fin troppo di nicchia rispetto ad altri, dovranno essere i galleristi internazionali a fare un lavoro di riposizionamento come alcuni già stanno facendo.
Avrebbe aiutato saltare sul treno dell'arte povera, a mio avviso coerente con il suo pensiero/lavoro, ma tant'è...
non credo che questi carrozzoni mettano davvero insieme artisti tra loro coerenti, ma se penso alla città in cui operava Griffa, al momento storico, ai materiali impiegati, all'importanza data al processo più al risultato finale e tante altri aspetti che, volendo, potrebbero benissimo "forzare" artisti dell'analitica sul treno "ricco" dell'arte povera...parlo di opportunità commerciali, non di altro. E di forzature ben peggiori ne vedo tantissime con altri artisti/correnti.Scusami se mi permetto, avendo scritto in passato pagine su Griffa.
Griffa con l'arte povera non c'entra proprio nulla.
Anzi l'arte di Griffa è l'antitesi dell' Arte Povera.
Il piacere è anche mio.non credo che questi carrozzoni mettano davvero insieme artisti tra loro coerenti, ma se penso alla città in cui operava Griffa, al momento storico, ai materiali impiegati, all'importanza data al processo più al risultato finale e tante altri aspetti che, volendo, potrebbero benissimo "forzare" artisti dell'analitica sul treno "ricco" dell'arte povera...parlo di opportunità commerciali, non di altro. E di forzature ben peggiori ne vedo tantissime con altri artisti/correnti.
Comunque mi fa piacere leggere un tuo pensiero più articolato su questo divario tra le tue filosofie artistiche
Scusami se mi permetto, avendo scritto in passato pagine su Griffa.
Griffa con l'arte povera non c'entra proprio nulla.
Anzi l'arte di Griffa è l'antitesi dell' Arte Povera.
Ciao artpop.Il piacere è anche mio.
Su Griffa, a mio avviso, anche per eventuali opportunità commerciali, c'è poco da forzare perché , aldilà del supporto "povero" (la tela) la parte principale del suo Lavoro è la pittura e il suo profondo legame e dialogo con la storica tradizione pittorica Europea partendo da Piero della Francesca.
L'arte Povera di Celant , oltre ad essere ben definita con i suoi esponenti, rifiuta totalmente il concetto di pittura , infatti l'obiettivo di Celant non era quello di rimanere ancorato alla tradizione artistica europea ma avvicinarsi al Minimalismo oggettuale americano.
Celant infatti dice: ''L'arte povera fu una legittima difesa di una cultura naufraga e storica come quella Europea''
Quindi, l'obiettivo dell'arte povera, prefissato da Celant era quello di ''squarciare, frantumare, corrodere, incidere il puritanesimo e l'omogeneizzazione della cultura Europea'' la quale a differenza della cultura Americana che ''aveva seguito la linea retta'', era ''attratta dai vettori impazziti che [...] tracciano percorsi disordinati''
Scusami se mi sono dilungato
concordo, stavo per citare proprio un passaggio di quell'intervista:
... Io sono convinto che nel mio lavoro ci sono più relazioni con supports/surfaces, con l’arte povera, con l’antiforma americana piuttosto che con il tipo di pittura che è stata fatta in Italia."
(3/n)
"Arte Povera:
Se ci sono davvero dei fratelli gemelli, questi sono l’Arte Povera e Supports/Surfaces, tranne per il fatto che quest'ultimo movimento è stato frenato dal formalismo americano, che fungeva sia da protezione che da censura.
Le installazioni dell’Arte Povera e le corrispondenti manipolazioni di materiali grezzi segnano la fine del quadro, che Supports/Surfaces non ha mai affermato.
Nell'Arte Povera l'artista diventa un regista dei dati elementari della materia. Di qui un certo romanticismo e una ricerca poetica dal carattere baroccheggiante."
(segue)
Ciao StefanoCiao artpop.
Anche io ho già scritto (forse pure troppo) su Griffa e non vorrei annoiare. Devo dire che sulla vicinanza di Griffa all’Arte Povera sono d’accordo con Taburet. Il libro che lui cita, uscito per la mostra di Ginevra, ha numerosi altri saggi critici che lo accostano all’Arte Povera. Il Maestro ha espresso un sacco di volte la propria vicinanza a Paolini e ad Anselmo, in particolare. Nell’intervista a Obrist presente nel libro, racconta di come abbia iniziato a dipingere con la tela per terra, dopo l’incontro con Sperone e per il fatto che avrebbe esposto insieme ai “poveristi” suoi amici: gli sembrava più appropriato così. La collettiva da Sperone a Torino, dal 29 ottobre del 1969, vede la partecipazione di Griffa insieme a Boetti, Calzolari, Roberto Maini, Mario Merz, Penone, Prini e Zorio. Più avanti nell’intervista, Griffa spiega a Obrist il concetto di “intelligenza della materia”, partendo da Anselmo e dal modo con cui le sue sculture prendono vita. Griffa mutua questo concetto (presente anche in altri artisti dell’Arte Povera) e lo estende alla pittura (l’”intelligenza della pittura”, su cui si dilunga spesso), che, come dici tu, ha in sé anche tutto il peso della tradizione (non solo europea, però, come dimostra la produzione di Griffa successiva, userei piuttosto l’aggettivo “umana”). Che poi Celant non gradisse questa estensione alla pittura e non l’abbia ufficialmente incluso nel gruppo, è un altro discorso. Ma non sono d’accordo che Griffa sia l’antitesi dell’Arte Povera e lui stesso non l’ha mai sostenuto.
Non voglio “andare in loop” e ricominciare a discutere di cose già espresse, ma il Griffa degli inizi, quello del 1969 che espone insieme all’Arte Povera è motivato dalla loro stessa ideologia (materialismo dialettico) e dalle analisi strutturaliste. Il discorso sulla memoria storica della pittura è in continuità, ma è cosa successiva. A mio modo di vedere, non si tratta di semplici punti di contatto, ma proprio dello stesso humus. Poi, le strade divergono sempre di più.Ciao Stefano
Parto dal presupposto che La vicinanza geografica e fisica non si discute .
Il fatto che Griffa abbia assimilato nozioni dall' arte povera e da ciò che ha preceduto l'arte povera (lo dice lui in una intervista) non si discute nemmeno perché fa parte di quel processo che lui stesso chiama "memoria storica": l'artista agisce con la consapevolezza di avere una storia sulle spalle.
Quando ho scritto che l'arte di Griffa è l'antitesi dell' arte povera, dietro quella parola "antitesi" è celato tutto quell'universo che Griffa traduce con una sola frase: fare pittura.
Griffa è influenzato da tutta la storia dell' arte, una storia che ha il suo peso e i suoi significati, e si trova vicino ad ogni modo di fare arte.
Il processo artistico e filosofico che lo ha portato a "fare pittura" è saldamente ancorato alle influenze artistiche che riguardano proprio la memoria storica dell' arte.
Poi lui prende una strada tutta sua , personale ma che ripeto, pur nella lontanza tecnica o filosofica con alcuni movimenti artistici, il suo fare pittura, attraverso la memoria storica dell' arte, troverà sempre dei punti di contatto con tutti gli altri tipi e modi di fare arte
Ciao, eSide. Andiamo un po’ OT, ma mi sembra una divagazione interessante.L'importanza della processualità ok, l'energia tra gli elementi e lo spettatore, in Griffa io personalmente non ce la vedo (come spettatore)
certo, citando da "recente" intervista di Griffa "Nel 1970 ho fatto una mostra con Ileana Sonnabend sia a New York che a Parigi. Poi ho lavorato con la Galleria Sperone . Ero molto vicino ad alcuni degli artisti dell’Arte Povera, perché sebbene io faccia il pittore e loro cose diverse da me, avevamo in comune le motivazioni del lavoro. [ecc]."
Io sono molto "recettivo" di tutto quello che leggo qui dal basso della mia impreparazione, ma tutto ciò che mi fa amare l'arte povera, non la trovo in Griffa. Certamente un mio limite