Giovani italiani emigranti all'estero sono probabilmente il triplo dei dati ufficiali

Non mi interessa discutere del tuo caso personale.
Nella nostra breve e limitata conoscenza virtuale, forse non ricordi che ti ho elogiato più volte visto che mi sembri davvero un tipo in gamba e dalle tante capacità.
Ciò detto, non credo che sia un win per il paese ricevere più tasse di quanto abbia concesso in incentivi (penso che volevi dire questo piuttosto di "più fatturato delle tasse che versa") se quella posizione poteva essere coperta tranquillamente da un italiano residente in Italia, cui non viene dato alcun incentivo.
E per mia esperienza diretta, un'impiegata senza alcun ruolo decisionale in un piccolo ufficio in un settore non specializzato/scientifico, direi che se aveva il titolo per ricevere questi incentivi, allora buona parte di questi incentivi sono mal spesi.

Infatti per questo dicevo che è un fallimento.
Se avessimo un AD italiano a capo di Google, difficile tornerebbe in Italia pur con gli incentivi.
Quelli che rientrano sono quindi quelli che difficilmente in Italia coprono posizioni scoperte da italiani non emigrati.
Sono tutti casi personali, un italiano residente in Italia evidentemente non lo trovavano se no lo avrebbero preso.
Grazie per la stima ma se siamo avversari su questa tematica , me ne faccio poco. Può valere per la ricerca per il business per l'insegnamento per la vendita...faccio fatica a capire le vostre distinzioni. L'idea è sempre stata che uno aveva la possibilità di portare competenze acquisite fuori.
 
e siamo ancora troppissimi lo stesso.
ieri pomeriggio dopo le 17 stavo facendo un po' di scuola guida a mio figlio....
tutte le strade intasate, mai viste così in 60 anni
Il traffico che noti tu adesso è sintomatico del depopolamento, specialmente giovanile, di questo paese.
Meno abitanti ci saranno, più tenderanno a raggrupparsi in aree metropolitane, più traffico ci sarà
Al di fuori delle aree metropolitane e del loro immediato hinterland, l'Italia è un paese sostanzialmente vuoto.
 
Vale per tutti, non solo per le nuove domande?

Per me doveva rimanere una norma per ricercatori o persone che avviano aziende (mettendoci i soldi loro).

Ci sono rientrati cani e porci, dai milionari ai pizzaioli.



Era sempre richiesta una laurea magistrale per accedere, che problema c'è se uno dopo la laurea fa il pizzaiolo. Siete degli snob mi fate schifo.
 
Il bello è che così poi aumenta ancora il carico fiscale per le imprese...grazie giorgia,complimenti a chi la ha votata createvi un bel paese neofascista di solo impiego pubblico
 
Alle condizioni attuali per laureati con lavori specializzati anche con il 50% di sconto fiscale per 5 anni economicamente rimane un mezzo suicidio, peccato.

Comunque bastardissima la nuova norma per evitare trasferimenti alla filiale italiana della multinazionale in cui si lavora gia'. Un mio amico stava considerando questa opzione per l'anno prossimo, sara' molto in difficolta' adesso.
 
L'abolizione di questa norma é l'ennesima assurdità di un governo già alla canna del gas dopo un anno. Immagino che i "risparmi" sulle agevolazioni fiscali di chi rientra dall'estero andranno direttamente nelle tasche dei nullafacenti che sbarcano a Lampedusa?
Questi non ne azzeccano una nemmeno per sbaglio...una iattura.
 
Cmq - la norma è retroattiva o no?
Ovvero se io ho usufruito del prolungamento in seguito ad acquisto casa o figlio, questo mi viene tolto?
 
.............
Io non sono contrario alla mobilità in ambito europeo, ma le ns. aziende allora devono essere attrattive sia per i ns. giovani che per quelli che arrivano da altre nazioni europee.
:rotfl:

le ns. aziende cercano solo persone da sfruttare e scaricare quanto prima (a meno di non accettare lo sfruttamento a vita)
 
riguardo le cosiddette "norme & agevolazioni"
non risolvono NULLA,
il problema è la mentalità imprenditoriale/aziendale parassita...... SE le aziende italiane sono MERITOCRATICHE e BEN PAGANTI nei profili alti/professionali ...il problema NON sussiste :o
 
Era sempre richiesta una laurea magistrale per accedere, che problema c'è se uno dopo la laurea fa il pizzaiolo. Siete degli snob mi fate schifo.

Forse mi sono spiegato male, non volevo offendere nessuno, anche perché io vengo dal basso e non mi permetterei mai di mostrare disprezzo di classe.

Per me la norma è giusta ma i paletti dovevano essere chiari, ristretta solo ad alte professionalità, gente che lavora in R&D, imprenditori IT o chi fa trasferimento tecnologico.

Invece essendo una norma con maglie larghe, sappiamo come funziona in Italia, parte l'assalto alla diligenza. Tra l'altro se non sbaglio la domanda non è altro che una auto certificazione.

Non è qualcosa di sostenibile per una massa di lavoratori e si andrebbe a creare una ingiusta competizione verso chi non ne può usufruire ed è tassato alla morte.

Per me si dovrebbe ripristinare un giusto level playing field in Italia.

Per me la strada dovrebbe essere questa:

- Taglio netto delle pensioni retributive, abolizione delle minime per chi ha patrimonio
- Introduzione Imu Prima casa
- Tassa di successione in linea con la media Europea

Il maggiore gettito lo si investe in una riforma dell'Irpef con 2 aliquote (max 25%) oppure una flat tax nella fascia 15-20% (ancora meglio). Detrazioni irpef ridotte al lumicino.
STOP
Questa misura sarebbe piu' giusta, semplificherebbe le cose e incentiverebbe il merito.
 
Le mie osservazioni vanno prese "cum grano salis" in quanto in palese conflitto di interessi, ma l'impoverimento del nostro Paese a causa dell'emigrazione dei giovani,, prevalentemente diplomati e laureati, comincia a diventare un problema importante. Allettarli a tornare in Italia concedendo uno sgravio fiscale come fa il Portogallo con i pensionati potrebbe essere una soluzione, a patto che gli anni trascorsi all'estero siano almeno una decina in modo che non si incentivi ulteriormente nuovo esodo ma si riportino indietro giovani non solo formati ma anche inseriti nel mondo del lavoro.

Perché no?

Basta finanziarlo con un taglio netto di tutte le pensioni retributive, abolizione delle doppie e triple pensioni, reversibilità limitata al trattamento minimo, revisione del catasto e introduzione dell'imu prima casa.

Sei d'accordo?
 
Perché no?

Basta finanziarlo con un taglio netto di tutte le pensioni retributive, abolizione delle doppie e triple pensioni, reversibilità limitata al trattamento minimo, revisione del catasto e introduzione dell'imu prima casa.

Sei d'accordo?
Non c'è niente da finanziare, il giovane che torna per lavorare, dopo dieci anni di esperienza all'estero, arricchisce il Paese non lo depaupera, non sto parlando di RDC. Per quanto riguarda le ricche pensioni retributive, affiancate talvolta da quelle integrative, sono pensioni che traggono origine da contributi mensili durati quarant'anni. Sono le minime che non hanno mai versato niente: alla fine della carriera lavorativa finalmente si capisce chi ha sempre pagato tasse e contributi e chi al contrario, ha fatto il furbo. Se poi fosse capitato di mandare troppo presto in pensione o di remunerare in modo eccessivo i pensionati, come accade da trent'anni a questa parte, si farà l'ennesima riforma pensionistica, ma senza cambiare le regole del gioco per il pregresso.
 
Ultima modifica:
Forse mi sono spiegato male, non volevo offendere nessuno, anche perché io vengo dal basso e non mi permetterei mai di mostrare disprezzo di classe.

Per me la norma è giusta ma i paletti dovevano essere chiari, ristretta solo ad alte professionalità, gente che lavora in R&D, imprenditori IT o chi fa trasferimento tecnologico.
Chi decide quali sono queste alte professionalità? E perché devono rientrarci gli imprenditori IT o chi fra trasferiento tecnologico? (A pensa male perché lavori in IT) e perché non dovrebbe entrarci un medico italiano che fa un Surgical Fellowship in USA?

Il Governo ha pensato, per evitare problemi di farci rientrare solo docenti universitari e ricercatori quelli che dovrebbero essere la creme de la creme. Ma crema si diventa con gli anni... Quindi molto probabilmente qualcuno diventerà crema negli altri Paesi e non in Italia.

Per me si dovrebbe ripristinare un giusto level playing field in Italia.

Per me la strada dovrebbe essere questa:

- Taglio netto delle pensioni retributive, abolizione delle minime per chi ha patrimonio
- Introduzione Imu Prima casa
- Tassa di successione in linea con la media Europea

Il maggiore gettito lo si investe in una riforma dell'Irpef con 2 aliquote (max 25%) oppure una flat tax nella fascia 15-20% (ancora meglio). Detrazioni irpef ridotte al lumicino.
STOP
Questa misura sarebbe piu' giusta, semplificherebbe le cose e incentiverebbe il merito.
Perché l'IMU sulla prima casa? Non serve nessun IMU sulla prima casa, basta rivedere le rendite catastali e il classamento molte case categoria A2 diventano A1 (e pagherebbero l'IMU già adesso per legge), molte case A3 diventerebbero A2.

Per la minima bisognerebbe vedere la media dei patrimoni di chi percepisce la minima, a naso chi percepisce la minima non deve aver grandi patrimoni, magari gli ha avuto in passato e se li sta mangiando. Se percepisce affitti già rischia di fuoriuiscire dalla minima.

Tassa di sucessione, grande tema che non può essere affrontato con due righe sul forum. Bisognerebbe partire da una analisi filosofica, Mill jr sosteneva che la tassa di sucessione è una tassa giusta perché l'eredità non è un diritto naturale ma sociale, è la società con il suo costrutto, che ci permette di ereditare, quindi è giusto pagare una tassa, tassa che però non deve essere troppo alta, e quindi non deve essere espropriativa.
 
Ultima modifica:
Probabilmente sarebbero soldi meglio spesi per attirare ingegneri da paesi che stanno messi (ancora, per il momento) peggio di noi.
Intanto cerchiamo di tenerci gli ingegneri italiani, di non farli scappare.
Serve pagarli meglio e non farli lavorare come neri, perché non è solo una questione di stipendio ma anche di qualità della vita. Fare l'ingegnere nelle aziende italiane significa fare la vita dello schiavo.
 
Chi decide quali sono queste alte professionalità?
La risposta teoricamente corretta è che proprio perché non si sa chi dovrebbe decidere, la cosa giusta da fare è togliere questi incentivi.
La risposta praticamente corretta è che come sempre decide il legislatore sulla base di sue supposizioni spesso sbagliate.
Si potrebbe andare verso due strade: attirare personale che lavora all'estero in settori in cui l'Italia è tecnologicamente arretrata oppure attirare personale di cui c'è carenza in Italia.
Se vuoi emigrare in Australia ad esempio c'è la lista dei lavori che servono (che non sono necessariamente iper-specializzati, cercano anche muratori, idraulici e panettieri per dire) e se hai i requisiti fai domanda.
C'è il piccolo particolare che non ti danno alcun incentivo, anzi, devi spesso sborsare migliaia di dollari ed aspettare mesi e mesi per fare domanda, tradurre documenti, dove una volta arrivato all'inizio avrai un visto di due anni legato solo a quella professione e nemmeno un quarto dei diritti del resto degli australiani.
Così come è la legge da noi, l'impiegato passacarte da 1.500 sterline a Londra viene qui a fare il cassiere al supermercato e risparmia tasse o magari continua a lavorare in smart working per l'estero contribuendo zero alla nostra economia.
Intanto cerchiamo di tenerci gli ingegneri italiani, di non farli scappare.
Serve pagarli meglio e non farli lavorare come neri
Il problemino è che non abbiamo assolutamente un sistema industriale che ci consente di farlo e questa cosa non si cambia con una leggina o in due-tre anni.
Si fa sempre il solito discorso della cattiveria degli imprenditori che non pagano bene, ma la realtà è che lo stipendio dipende dalla produttività...a parità di dimensioni dell'azienda da noi non credo si guadagni molto meno, per dire un ingegnere di STM o Ferrari dubito guadagni meno di uno che lavora all'estero in un'azienda di pari dimensioni, ma certamente uno che studia chimica da noi non trova aziende come Basf e DuPont e quindi ovvio che se trova lavoro al produttore di detersivi sotto casa non potrà mai avere lo stesso stipendio di uno che lavora per quelle aziende.
 
Non c'è niente da finanziare, il giovane che torna per lavorare, dopo dieci anni di esperienza all'estero, arricchisce il Paese non lo depaupera, non sto parlando di RDC. Per quanto riguarda le ricche pensioni retributive, magari affiancate talvolta da quelle integrative, sono pensioni che traggono origine da contributi mensili durati quarant'anni. Sono le minime che non hanno mai versato niente: alla fine della carriera lavorativa finalmente si capisce chi ha sempre pagato tasse e contributi e chi al contrario, ha fatto il furbo. Se poi fosse capitato di mandare troppo presto in pensione o di remunerare in modo eccessivo i pensionati, come accade da trent'anni a questa parte, si farà l'ennesima riforma pensionistica, ma senza cambiare le regole del gioco per il pregresso.
Sai quanto sarebbero quelle Pensioni con il contributivo ? Sono comunque soldi rubati.
 
La risposta teoricamente corretta è che proprio perché non si sa chi dovrebbe decidere, la cosa giusta da fare è togliere questi incentivi.
La risposta praticamente corretta è che come sempre decide il legislatore sulla base di sue supposizioni spesso sbagliate.
Si potrebbe andare verso due strade: attirare personale che lavora all'estero in settori in cui l'Italia è tecnologicamente arretrata oppure attirare personale di cui c'è carenza in Italia.
Se vuoi emigrare in Australia ad esempio c'è la lista dei lavori che servono (che non sono necessariamente iper-specializzati, cercano anche muratori, idraulici e panettieri per dire) e se hai i requisiti fai domanda.
C'è il piccolo particolare che non ti danno alcun incentivo, anzi, devi spesso sborsare migliaia di dollari ed aspettare mesi e mesi per fare domanda, tradurre documenti, dove una volta arrivato all'inizio avrai un visto di due anni legato solo a quella professione e nemmeno un quarto dei diritti del resto degli australiani.
Così come è la legge da noi, l'impiegato passacarte da 1.500 sterline a Londra viene qui a fare il cassiere al supermercato e risparmia tasse o magari continua a lavorare in smart working per l'estero contribuendo zero alla nostra economia.

Il problemino è che non abbiamo assolutamente un sistema industriale che ci consente di farlo e questa cosa non si cambia con una leggina o in due-tre anni.
Si fa sempre il solito discorso della cattiveria degli imprenditori che non pagano bene, ma la realtà è che lo stipendio dipende dalla produttività...a parità di dimensioni dell'azienda da noi non credo si guadagni molto meno, per dire un ingegnere di STM o Ferrari dubito guadagni meno di uno che lavora all'estero in un'azienda di pari dimensioni, ma certamente uno che studia chimica da noi non trova aziende come Basf e DuPont e quindi ovvio che se trova lavoro al produttore di detersivi sotto casa non potrà mai avere lo stesso stipendio di uno che lavora per quelle aziende.
Anche se uno lavora da remoto è un guadagno netto per il sistema economico italiano perché consumajj Italia compra casa in Italia etc. (Io non lavoro in remoto ma un mio amico fa proprio quello, è tornato e lavora per la stessa società di prima ma come partita iva)
 
Anche se uno lavora da remoto è un guadagno netto per il sistema economico italiano perché consumajj Italia compra casa in Italia etc.
Vale quanto detto per il Superbonus 110%: se è un guadagno perché non lo estendiamo a tutti i lavoratori all’estero?
 
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