Per completezza........lo stadio di via Bellini a Firenze.....
LO STADIO
Fino dalle sue origini, il football a Firenze veniva giocato dai vari club cittadini, sui prati del Parco delle Cascine, questo fino al 1917, quando il Comune decise di vietare la pratica del giuoco del football a tutte le squadre nel Parco più famoso della città.
Tutte le società si videro costrette a trovare nuovi terreni di gioco, tra le tante anche i due maggiori club cittadini: il Club Sportivo Firenze si trasferì al vicino Velodromo delle Cascine, mentre la Libertas si sposto' in un campo posto tra Via Paisiello e la ferrovia livornese.
Quest'ultimo terreno di gioco, si rivelò ben presto insufficiente a contenere tutti gli spettatori appassionati al nuovo gioco del football, costringendo i soci della Libertas a cercare un nuovo terreno dove poter costruire un nuovo impianto adeguato. Venne scelto un campo tra Via Maragliano e Via Bellini dove si trovava una vecchia fornace di mattoni... cominciarono così i lavori, nel settembre del 1920 per la costruzione del terreno di gioco con intorno una pista ciclistica e podistica in pirite. Sarà l'impresa di Callisto Pontello, nel 1922, a costruire su progetto del socio della Libertas architetto Baldacci, le tribune e gli spogliatoi con locali di servizio annessi, completando l'opera, lo stadio di Via Bellini,che veniva inaugurato il 22 aprile del 1922. Il nuovo terreno di gioco,di proprietà della Libertas, diventerà dopo la famosa fusione dell'agosto 1926, il primo stadio della neonata A.C.Fiorentina, che vi debutterà nella sua prima gara amichevole disputata a Firenze il 29 settembre 1926, pareggiando per 2-2 contro la Sampierdarenese. Il "mitico" stadio di Via Bellini vedrà la Fiorentina protagonista dei suoi primi cinque campionati, sino al 1930-31. Successivamente, l'impianto verrà usato ancora per alcuni anni dalle squadre giovanili dei viola, poi, durante la seconda guerra mondiale verrà utilizzato come rifugio antiaereo, per essere infine demolito negli anni ' 50 lasciando spazio al completamento edilizio in corso nel quartiere. Alla fine degli anni ' 20, il crescente entusiasmo popolare per il nuovo gioco del football, spinse il presidente della Fiorentina, marchese Ridolfi, a ricercare un nuovo terreno dove edificare un nuovo impianto, piu' consono alle richieste e alle ambizioni cittadine. Finalmente,nel luglio del 1930, il Ministero della Guerra si decise a cedere al Comune di Firenze una parte di terreno sottoposto al demanio militare, nella zona di Campo di Marte. Il presidente contava sulla collaborazione finanziaria dell'amministrazione comunale per costruire un nuovo stadio prestigioso e moderno, ma il Comune si tirò indietro, rifiutandosi all'ultimo momento di finanziare l'opera programmata. Il marchese Ridolfi, convinto dell'importanza del suo progetto per Firenze e non volendo mancare alla parola data nei confronti dei soci e degli sportivi, decise di accollarsi personalmente tutte le spese, vendette un castello di sua proprietà e col ricavato finanziò l'opera. Fu scelto l'avveniristico progetto dell'Ing. Pierluigi Nervi e nel dicembre del 1930 iniziarono i lavori al Campo di Marte, per la costruzione del nuovo grande stadio cittadino. Il primo lotto, comprendente il terreno di gioco, i servizi annessi e la tribuna centrale con l'inedita copertura a sbalzo senza sostegni, fu terminato nel maggio del 1931.
La bellezza e la maestosità architettonica del nuovo impianto, convinsero dopo una visita al cantiere, il senatore Della Gherardesca e la consulta municipale a stanziare un immediato finanziamento per completare subito il secondo lotto, comprendente la tribuna di Maratona con la caratteristica torre svettante e successivamente, le due curve, denominate Fiesole e Ferrovia. La Fiorentina fece il suo ingresso per la prima volta nel nuovo stadio il 10 settembre del 1931 per una gara amichevole non ufficiale contro il Montevarchi. L'impianto, intitolato a Giovanni Berta, venne inaugurato ufficialmente il 13 settembre 1931 con la partita Fiorentina-Admira Vienna, vinta dai viola per 1-0. Lo stadio venne considerato in Italia e all'estero un vero capolavoro architettonico, ricco di elementi innovativi ed avveniristici per l'epoca, come le scale elicoidali esterne per il deflusso degli spettatori, l'innovativa copertura della tribuna in cemento armato a sbalzo senza sostegni e l'elegante e alta torre di Maratona visibile da ogni parte della città; tutte caratteristiche che resero famoso il progettista Pierluigi Nervi in tutto il mondo.Un'altro importante elemento era il terreno di gioco, costruito secondo nuovi dettami tecnici per l'epoca, con un doppio strato di sottofondo alto oltre due metri realizzato con pietre prese dal fiume Arno, che consentiva al terreno sovrastante un drenaggio tra i migliori in europa, senz'altro il migliore in Italia. Dopo la fine della seconda guerra mondiale l'impianto cambia la sua denominazione in Stadio Comunale, resterà così per molti anni sino al 1990,quando dopo i lavori di ristrutturazione previsti per Italia 90 con l'abbassamento del terreno di gioco e l'eliminazione della pista di atletica, lo stadio verrà intitolato ad Artemio Franchi.