ladiga
CI VORREBBE LEI
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X Robin:
non ho litigato e non lo farò. Ho solo lanciato il sasso cercando dialogo/confronto sulla correttezza di avere oro in ptf.
Il problema è che queste discussioni finiscono nel “contro” o peggio nel “celodurismo finanziario” dove le performance passate diventato dogma del futuro con annessa ansia da “gurismo”: riuscire ad emergere nel marasma della gestione profittevole del proprio danaro.
Chiarisco subito che ho sempre avuto obbligazioni, negli anni 90 a piene mani, poi a fasi alterne, e tutto sommato non mi lamento del risultato. Ma da qui a dire che sono la base di un ptf, non me la sento.
La valutazione va SEMPRE contestualizzata con lo storico pluridecennale per coglierne i trends e con la contingenza del momento.
L’oro e il suo inserimento in un ptf, a mio modesto avviso, non sono un argomento complesso, per il solo fatto che sono out of fashion... o meglio materia difficile da collocare anche solo nel panorama dell’investimento in senso lato.
Penso che la massa (ma ci metto dentro pure i grandi patrimoni...) classa l’oro come strumento de correlato dallo sviluppo moderno dell’economia. Infatti si equipara ad un assicurazione. Che ci sta, ma banalizza una storia millenaria indissolubilmente legata all’essere a mano. Oppure all’insignificatezza di possedere nel cassetto una moneta o un lingotto d’oro.
Tiro in ballo le BC di tutto il mondo perché mi pare che la “mission” dell’oro, chiariti certi aspetti del mio post precedente, diventa globale e, cosa veramente strabiliante a pensarci bene, universalmente apolitica.
Qual’e quel bene che potrebbe accomunare... la Corea del Nord, Israele, l’Iran, gli USA come la Cina, e via con gli esempi...?
Viviamo un epoca giustamente tecnologica, dove il progresso alza la distanza dalla storia e dai suoi insegnamenti. Purtroppo. Così i significati di certi comportamenti si perdono. Come il possedere oro. E allontanano le massa dalla presa di coscienza di azioni sagge e previdenti.
non ho litigato e non lo farò. Ho solo lanciato il sasso cercando dialogo/confronto sulla correttezza di avere oro in ptf.
Il problema è che queste discussioni finiscono nel “contro” o peggio nel “celodurismo finanziario” dove le performance passate diventato dogma del futuro con annessa ansia da “gurismo”: riuscire ad emergere nel marasma della gestione profittevole del proprio danaro.
Chiarisco subito che ho sempre avuto obbligazioni, negli anni 90 a piene mani, poi a fasi alterne, e tutto sommato non mi lamento del risultato. Ma da qui a dire che sono la base di un ptf, non me la sento.
La valutazione va SEMPRE contestualizzata con lo storico pluridecennale per coglierne i trends e con la contingenza del momento.
L’oro e il suo inserimento in un ptf, a mio modesto avviso, non sono un argomento complesso, per il solo fatto che sono out of fashion... o meglio materia difficile da collocare anche solo nel panorama dell’investimento in senso lato.
Penso che la massa (ma ci metto dentro pure i grandi patrimoni...) classa l’oro come strumento de correlato dallo sviluppo moderno dell’economia. Infatti si equipara ad un assicurazione. Che ci sta, ma banalizza una storia millenaria indissolubilmente legata all’essere a mano. Oppure all’insignificatezza di possedere nel cassetto una moneta o un lingotto d’oro.
Tiro in ballo le BC di tutto il mondo perché mi pare che la “mission” dell’oro, chiariti certi aspetti del mio post precedente, diventa globale e, cosa veramente strabiliante a pensarci bene, universalmente apolitica.
Qual’e quel bene che potrebbe accomunare... la Corea del Nord, Israele, l’Iran, gli USA come la Cina, e via con gli esempi...?
Viviamo un epoca giustamente tecnologica, dove il progresso alza la distanza dalla storia e dai suoi insegnamenti. Purtroppo. Così i significati di certi comportamenti si perdono. Come il possedere oro. E allontanano le massa dalla presa di coscienza di azioni sagge e previdenti.
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