GUERRA ISRAELE - HAMAS [TREDDO UNICO] VOLUME 10


Dal fiume al Mediterraneo, la Catalonia sarà libera!

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La Norvegia è il paese più antisraeliano dell’emisfero occidentale. Il Consiglio comunale di Trondheim, la terza città più grande del paese, ha approvato una mozione che chiede ai residenti di boicottare personalmente i beni israeliani, una città che aspira a essere “deisraelizzata”. Poi è stata la volta di un’altra città norvegese, Tromso, il cui Consiglio comunale ha approvato una mozione simile.

Tromso, la città dove i turisti da tutto il mondo vanno a vedere l’aurora boreale, è gemellata con Gaza e ha ospitato anche funzionari di Hamas in visita. Quando arrivarono i nazisti, i norvegesi gli consegnarono tutti gli ebrei di Tromso, dove oggi sono rimasti soltanto due ebrei. Nonostante gli ebrei in Norvegia siano solo lo 0,003 per cento della popolazione totale


Il Foglio - Edizione Online......
 

Il tribunale dell'Aja ha fatto un grosso favore solo a una parte: i terroristi di Hamas (di G. Cazzola)

Il tribunale dell'Aja ha fatto un grosso favore solo a una parte: i terroristi di Hamas​

Aver messo sullo stesso piano il premier di uno Stato democratico e i caporioni di una banda di assassini è stato un grave errore. Sinwar e soci hanno ottenuto quel riconoscimento che negli anni 70, in Italia, volevano le Brigate rosse

Ho rivisto di recente in Tv il film ‘’Il Generale Della Rovere’’ (1959) di Roberto Rossellini, tratto da un racconto di Indro Montanelli, interpretato da un grande attore/regista come Vittorio De Sica. Nelle scene finali, un gruppo di italiani catturati dai nazisti durante un rastrellamento e rinchiusi a San Vittore, in procinto di essere fucilati per rappresaglia, si interrogano sulla loro sorte. Uno dei malcapitati non si spiega per quali motivi si trovi in quella situazione benché non abbia commesso alcun reato. Altri compagni di sventura che, a tutta risposta, lamentano la medesima condizione, si sentono replicare: ‘’ma voi siete ebrei’’; come se questa fosse una motivazione ovvia per essere passati per le armi.

A pensarci bene è la medesima risposta che la comunità internazionale – soprattutto dopo l’ukase della Corte internazionale dell’Aia - dà ad Israele, non solo al governo pro tempore, ma ad un’intera popolazione di uno Stato/guarnigione. ‘’Per quale motivo – chiedono gli israeliani – dobbiamo vivere sotto la minaccia di entità terroristiche che ci odiano, il cui obiettivo è quello di cacciarci da questa terra in cui viviamo legalmente dal 1949, da quando l’ONU votò a favore della spartizione. Voi mi dite che oggi quella decisione non sarebbe stata presa? Può darsi, ma l’identità degli Stati non può essere revocata. Tanto più che siamo stati costretti a difendere la nostra terra fin da primo giorno di indipendenza. Poi gli Stati confinanti ci hanno mosso ben due guerre mettendo in campo forze soverchianti, ma le abbiamo vinte. Eppure, arrivò subito l’ordine di rilasciare i territori occupati (per difesa). La nostra linea di condotta – pur con le inevitabili contraddizioni - è sempre stata la stessa: i territori restano occupati fino a quando non interviene un accordo. Per ben due volte a Oslo e a Camp David questo obiettivo venne realizzato, salvo subire un immediato voltafaccia (l’Intifada) da parte delle autorità palestinesi appena rientrate in patria’’.

Neppure il ritiro unilaterale da Gaza è servito se non alla costruzione di una città sotterranea con le risorse messe a disposizione dalla comunità internazionale per l’assistenza a quella popolazione. Per farla breve, se gli israeliani si chiedessero perché dovrebbero accettare di vivere in una condizione di conflitto permanente, di quotidiana insicurezza, senza che tale condizione possa essere sanata non solo con un accordo di pace, ma neppure con una guerra combattuta fino alla vittoria, la risposta non potrebbe che essere una sola: ‘’Voi siete ebrei’’. Persino nel linguaggio dei media Israele è lo ‘’Stato ebraico’’. Che cosa significa ‘’ebraico’’? Una razza? Basta andare in Israele per accorgersi che non esiste una razza con il naso adunco e la testa a pera. Gli israeliani hanno le medesime caratteristiche somatiche degli abitanti dei paesi da cui provengono. Quelli nati in Palestina sono come gli arabi; quelli che provengono dall’Africa hanno le pelle scura; quelli che sono nati nel Vecchio Continente hanno gli occhi azzurri e i capelli biondi. La parola maledetta si riferisce ad una religione? Israele è uno Stato laico; certo la religione ha un significato importante in quella comunità, è un elemento d’identità durante i secoli della diaspora. Ma in Israele nessuno viene appeso ad una gru se professa una diversa o nessuna religione.

Gli abitanti di quel piccolo Paese (9,5 milioni) sono per il 74% ebrei, per il 18% musulmani, per il 1,9% cristiani, per 1,6% drusi e il restante 4,5% di altro tipo. Gli arabi cittadini di Israele sono 2 milioni. La lista comune araba ha 5 seggi su 120 nella Knesset. Alcuni giornali arabi accusano Israele di prevaricare questa minoranza dal 7 ottobre in poi. Nonostante gli inviti all’Intifada la comunità arabo/israeliana non ha assunto iniziative di solidarietà con i palestinesi della Striscia. I maligni dicono che l’inerzia è dovuta al timore di rappresaglie, ma non sembra credibile che a una minoranza tanto numerosa possa essere impedito di esprimersi, soprattutto quando è diffusa la protesta contro il governo da parte di un ampio settore dell’opinione pubblica israeliana.

Gli utili idioti di casa nostra (copyright di Pierluigi Battista) dovrebbero porsi qualche domanda. Perché l’Egitto non apre i confini a Rafah per ospitare i profughi? Perché trescherebbero con i ‘’Fratelli musulmani’’ che sono stati rimossi dal potere con un colpo di Stato. Del resto i palestinesi furono cacciati a cannonate dalla Giordania prima, dal Libano, poi. I paesi dell’Est europeo, invece, hanno accolto centinaia di migliaia di profughi ucraini che vivono in condizioni decenti nei paesi ospiti, da quando è iniziata la guerra. Nello scacchiere medio-orientale è in corso un processo di convivenza pacifica tra Israele e gli Stati confinanti. Il pogrom di Hamas del 7 ottobre era rivolto a far saltare la normalizzazione dei rapporti anche con l’Arabia Saudita. La guerra con Israele in quell’area, è portata avanti dall’Iran e dalle milizie che ne sono finanziate. Quando Teheran ha cercato di bombardare Israele, anche l’aviazione giordana e quella saudita si sono levate in sua difesa. Negli anni passati la realpolitik ha sempre suggerito ai paesi europei ed occidentali di mostrare attenzione ed interesse per la causa palestinese, per un motivo molto evidente: mantenere buoni rapporti con i paesi arabi della regione, da cui dipendevano le forniture energetiche e che, in passato, hanno usato il greggio come un’arma.

Ma questa è una situazione in via di superamento tanto che il progetto di Hamas di infiammare il Medio Oriente, con l’attacco del 7 ottobre, è clamorosamente fallito e Israele ha potuto portare avanti l’attacco nella Striscia senza la minima reazione degli Stati arabi. E’ assurdo che la causa palestinese abbia attecchito in Europa e in Occidente mentre è divenuta un elemento di turbativa e di preoccupazione in quel contesto. C’è poi stata la fuga in avanti dell’Onu che ha invitato a riconoscere lo Stato palestinese (alcuni Paesi zelanti, anche europei, si stanno attivando), anche se non si sa bene se abbia un minimo di caratteristiche per essere tale. E l’interlocutore chi sarebbe? L’Autorità o Hamas? L’organizzazione terroristica ha già avuto una forma di riconoscimento quando la Corte penale internazionale ha incriminato di crimini di guerra il gruppo dirigente di Hamas insieme a un pezzo dell’establishment israeliano. Aver messo sullo stesso piano il premier di uno Stato democratico e i caporioni di una banda di assassini, ha sollevato numerose critiche. Ma questo apparentamento fa l’interesse di Hamas che viene portato allo stesso livello di uno Stato belligerante. L’obiettivo delle BR - è il caso di ricordarselo- era quello di ottenere un riconoscimento – anche implicito e indiretto – come interlocutore dello Stato contro il quale combattevano. I capi di Hamas lo hanno ottenuto al più alto livello anche attraverso un ordine di arresto. Quanto a Benjamin Netanyahu, detto Bibi, verrà un giorno in cui dovrà rispondere di gravi responsabilità: non essersi accorto dei lavori che Hamas stava compiendo a pochi chilometri dal confine; non aver avuto sentore della preparazione del pogrom del 7 ottobre; non essere stato in grado nè di difendere i cittadini inermi massacrati e rapiti, né di andarli a liberare; di non essere ancora riuscito dopo mesi a vincere la guerra. Nelle precedenti occasioni l’esercito israeliano fu in grado di avere ragione dei propri nemici in un tempo tanto breve che la comunità internazionale non riuscì neppure a rendersi conto della situazione e ad esprimere una reazione. Questo è il vero problema, oggi, del governo israeliano: aver condotto una guerra a metà, consentendo ai nemici – che hanno giocato lucidamente sull’isolamento degli israeliani nella comunità internazionale - di avere ancora risorse da impiegare appena si presenterà l’occasione; e agli amici di defilarsi, perché in fondo si tratta pur sempre di ebrei
 
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Netanyahu e una serie di interviste televisive con le emittenti statunitensi
In uno di questi, per il canale di notizie commerciali CNBC - dieci giorni fa e prima delle osservazioni di Gantz / Gallant, la sentenza della CPI e il riconoscimento irlandese / spagnolo / nord-nowegiano dello stato palestinese - Netanyahu e la sua opposizione alla soluzione dei due stati, sostenendo invece una sorta di governo interno sotto la supervisione della sicurezza israeliana.
“La soluzione dei due Stati
di cui la gente parla è fondamentalmente la più grande ricompensa per il terrorismo che si possa immaginare, l’80% dei palestinesi a Gaza e in Giudea, Samaria e la Cisgiordania sostengono la ferocia.
“Dare loro uno stato farebbe due cose: uno, sarebbe una ricompensa tremenda per ... quelle persone che hanno commesso il peggior massacro contro il popolo ebraico dall’Olocausto in un solo giorno.
E in secondo luogo, sarebbe uno stato che sarebbe immediatamente preso in consegna da Hamas e dall’Iran.
“Sostengo che se sconfiggiamo Hamas, dovremmo lottare per qualcosa che ho creduto a lungo che possiamo fare in Medio Oriente e che i palestinesi hanno tutti i poteri di cui hanno bisogno per governare se stessi, e nessuna delle potenze che potrebbero minacciare la sopravvivenza di Israele”.
Ha detto che ciò comportava di lasciare la “responsabilità militare nelle aree palestinesi adiacenti a Israele”
Altrimenti, l’Iran torna e, sai, abbiamo lasciato il Libano, l’Iran è entrato con Hezbollah. Abbiamo lasciato Gaza, l’Iran è arrivato con Hamas e la Jihad islamica”, ha detto Netanyahu. :rolleyes: :rolleyes:
“Se dovessimo farlo una terza volta, accadrebbe la stessa cosa. Quindi questo non è un bene per i palestinesi, non è un bene per Israele. Non fa bene alla pace. E' un male per il mondo. Non è un bene per l'America", ha aggiunto.
US pressure to change Israel's Gaza campaign off the boil



eh....non c'e' soluzione. :rolleyes: :oops:
 
Qui è spiegato molto bene, l'evidente fallimento dell'idf nella Striscia di Gaza.
Dove non ha concluso nulla di nulla.
Tant'è vero che gli scontri e le perdite dell'idf sono aumentate nell'ultimo periodo.

p.s. ieri giravano video sempre a Jabalia con soldati morti e rapiti in un tunnel. Idf smentisce

The Battle of Jabalia: A Palestinian lesson in war of attrition
 
La Norvegia è il paese più antisraeliano dell’emisfero occidentale. Il Consiglio comunale di Trondheim, la terza città più grande del paese, ha approvato una mozione che chiede ai residenti di boicottare personalmente i beni israeliani, una città che aspira a essere “deisraelizzata”. Poi è stata la volta di un’altra città norvegese, Tromso, il cui Consiglio comunale ha approvato una mozione simile.

Tromso, la città dove i turisti da tutto il mondo vanno a vedere l’aurora boreale, è gemellata con Gaza e ha ospitato anche funzionari di Hamas in visita. Quando arrivarono i nazisti, i norvegesi gli consegnarono tutti gli ebrei di Tromso, dove oggi sono rimasti soltanto due ebrei. Nonostante gli ebrei in Norvegia siano solo lo 0,003 per cento della popolazione totale


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dormano tranquilli i Norge, a breve saranno islamizzati al 100%
comunque visto che amano tanto i palestinesi inizino ad accollarseli loro, anzi gli passiamo un po'di pakistani e afroislamici dei nostri
 
Netanyahu e una serie di interviste televisive con le emittenti statunitensi
In uno di questi, per il canale di notizie commerciali CNBC - dieci giorni fa e prima delle osservazioni di Gantz / Gallant, la sentenza della CPI e il riconoscimento irlandese / spagnolo / nord-nowegiano dello stato palestinese - Netanyahu e la sua opposizione alla soluzione dei due stati, sostenendo invece una sorta di governo interno sotto la supervisione della sicurezza israeliana.
“La soluzione dei due Stati
di cui la gente parla è fondamentalmente la più grande ricompensa per il terrorismo che si possa immaginare, l’80% dei palestinesi a Gaza e in Giudea, Samaria e la Cisgiordania sostengono la ferocia.
“Dare loro uno stato farebbe due cose: uno, sarebbe una ricompensa tremenda per ... quelle persone che hanno commesso il peggior massacro contro il popolo ebraico dall’Olocausto in un solo giorno.
E in secondo luogo, sarebbe uno stato che sarebbe immediatamente preso in consegna da Hamas e dall’Iran.
“Sostengo che se sconfiggiamo Hamas, dovremmo lottare per qualcosa che ho creduto a lungo che possiamo fare in Medio Oriente e che i palestinesi hanno tutti i poteri di cui hanno bisogno per governare se stessi, e nessuna delle potenze che potrebbero minacciare la sopravvivenza di Israele”.
Ha detto che ciò comportava di lasciare la “responsabilità militare nelle aree palestinesi adiacenti a Israele”
Altrimenti, l’Iran torna e, sai, abbiamo lasciato il Libano, l’Iran è entrato con Hezbollah. Abbiamo lasciato Gaza, l’Iran è arrivato con Hamas e la Jihad islamica”, ha detto Netanyahu. :rolleyes: :rolleyes:
“Se dovessimo farlo una terza volta, accadrebbe la stessa cosa. Quindi questo non è un bene per i palestinesi, non è un bene per Israele. Non fa bene alla pace. E' un male per il mondo. Non è un bene per l'America", ha aggiunto.
US pressure to change Israel's Gaza campaign off the boil



eh....non c'e' soluzione. :rolleyes: :oops:
ha ragione, due stati vorrebbe dire che lo stato palestinese sarebbe avamposto del terrorismo e di fatto controllato dall'Iran. Solo un folle o in malafede può pensare che questa sia una soluzione
 
ha ragione, due stati vorrebbe dire che lo stato palestinese sarebbe avamposto del terrorismo e di fatto controllato dall'Iran. Solo un folle o in malafede può pensare che questa sia una soluzione

ma se in una "prigione a cielo aperto" come usano dire i propal,hanno costruito una metropolitana e stipato una mole impressionante di armi,
figuratevi dopo che hanno uno stato loro,ma chi controlla poi cosa succede li dentro?
impossibile ipotizzare una cosa del genere
 
ma se in una "prigione a cielo aperto" come usano dire i propal,hanno costruito una metropolitana e stipato una mole impressionante di armi,
figuratevi dopo che hanno uno stato loro,ma chi controlla poi cosa succede li dentro?
impossibile ipotizzare una cosa del genere
vabè l'Iran in qualità di protettore :o
 
Qui è spiegato molto bene, l'evidente fallimento dell'idf nella Striscia di Gaza.
Dove non ha concluso nulla di nulla.
Tant'è vero che gli scontri e le perdite dell'idf sono aumentate nell'ultimo periodo.

p.s. ieri giravano video sempre a Jabalia con soldati morti e rapiti in un tunnel. Idf smentisce

The Battle of Jabalia: A Palestinian lesson in war of attrition
E tu credi che sia così facile liberare prede rapite da selvaggi nascoste in tunnel sotto ospedali e scuole (tunnel scavati anche coi soldi dei contribuenti italiani) ?
Faticavano persino i crociati secoli fa.
 
dormano tranquilli i Norge, a breve saranno islamizzati al 100%
comunque visto che amano tanto i palestinesi inizino ad accollarseli loro, anzi gli passiamo un po'di pakistani e afroislamici dei nostri
tutta l'europa sara' islamizzata, dormi tranquillo.) e ringraziate i governarti pro immigrazione
 
tutta l'europa sara' islamizzata, dormi tranquillo.) e ringraziate i governarti pro immigrazione
che sono gli stessi che finanziavano i fratelli palestinesi. Comunque non tutta. Polonia, Ungheria, Cechia, Slovacchia non credo. Almeno non subito
 
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E tu credi che sia così facile liberare prede rapite da selvaggi nascoste in tunnel sotto ospedali e scuole (tunnel scavati anche coi soldi dei contribuenti italiani) ?
Faticavano persino i crociati secoli fa.

Guarda che non stanno liberando nessuno, non hanno mai liberato nessuno.
In 233 giorni forse 1-2 ostaggi liberati.

Ma non è solo il tema ostaggi.
A Gaza idf non controlla nulla e non ha distrutto minimamente hamas.
Dove si ritira torna immediatamente hamas a comandare
 
Guarda che non stanno liberando nessuno, non hanno mai liberato nessuno.
In 233 giorni forse 1-2 ostaggi liberati.
Premesso che hanno liberato qualche preda dei selvaggi in più.

... e quindi ?

Come ho detto faticavano anche i crociati secoli fa
 
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