Brava! Effettivamente non è agevole rintracciare la ricetta nei libri dell'800 e nemmeno sino alla metà del secolo scorso, a dirla tutta il Wellington deve la sua notorietà a 2 personaggi televisivi
La prima è la cuoca statunitense
Julia Child, di cui abbiamo parlato quasi un anno fa, star del programma “The French Chef” che presentò il filetto di manzo in crosta. L'altro è
Gordon Ramsey , che tutti conosciamo.
Tuttavia si tratta certamente di un piatto inglese, perché riprende la tradizione dei
Pasty ben sviluppata soprattutto in
Cornovaglia.
Si tratta appunto di preparazioni con la pasta sfoglia (il nome si può tradurre come “fagottino”, o “pasticcio”) che racchiudono ripieni golosi e molto conditi. In questa terra splendida e selvaggia, il confezionamento dei Cornish Pasty
attraversa tutti gli strati della popolazione, anzi sono diventati più famosi grazie ai
minatori, pescatori e contadini, tutti i lavoratori più affaticati che potevano trovare conforto in un fagottino famigliare e sostanzioso in grado di conservarsi a lungo.
Le mogli li preparavano
con il bordo più spesso e arricciato per permettere agli uomini di mangiare in maniera sicura, evitando contaminazioni. Questi, infatti, riscaldavano i pasticci con una candela accesa sotto un secchio di latta e li mangiavano con le mani, gettando infine la crosta laterale che avevano maneggiato.
Ma I fagottini di sfoglia erano cucinati già dal
Duecento, quando erano diffusi
fra le classi più abbienti e i nobili, che li gustavano con diversi
ripieni: selvaggina, carne di cervo, manzo, agnello e anche pesce, in particolare le anguille. Tutto arricchito con la
gravy, tipica salsa anglosassone fatta con il fondo di cottura della carne, condita con erbe aromatiche e spezie, brodo e un po' di farina per addensare.
La prima testimonianza scritta di questo piatto è la lettera di un fornaio indirizzata a
Jane Seymour, terza moglie di Henry VIII, in cui si legge, “
spero che la pasty ti arrivi in condizioni migliori dell'ultima volta...”.