Il mondo dell'arte: prospettive per il futuro

Hai ragione su questo, ma io mi batto per difendere la mia di idea, non quella della maggioranza.
io il mondo voglio cambiarlo, non assecondarlo.
 
"Se resti neutrale in una situazione di ingiustizia, hai scelto la parte dell'oppressore"
Desmond Tutu
 
Premesso che prediligo i contatti umani e non virtuali mi sono chiesto se qualche operatore del settore (gallerie in primis) abbia dei progetti in corso su tecnologie Metaverso. Chi ne sa qualcosa è invitato a segnalarlo. Grazie.
 
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Premesso che prediligo i contatti umani e non virtuali mi sono chiesto se qualche operatore del settore (gallerie in primis) abbia dei progetti in corso su tecnologie Metaverso. China sa qualcosa è invitato a segnalarlo. Grazie

Già le Major lo stanno provando seppur in maniera germinale. Per conto mio un futuro così se lo possono anche tenere.
 
"Pare proprio che tutti non vedessero l’ora di sottoporsi alla «fair fatigue» dopo l’astinenza e la Fad (fiere a distanza) imposte da ciò che sappiamo. Ma allora che cosa è cambiato? Poco o nulla.

Chi può, visto che il rapporto tra vendite in fiera e in sede è di 70 a 30 (per cento), infierisce sui più deboli: di qui il ricorso, durante le fiere, a spazi pop up, luoghi dall’atmosfera sinistramente simile a quella delle vendite private organizzate dalle case d’asta.

Chi non può, resta a casa e muore, o limita il calendario fieristico all’essenziale. Siccome il mercato deve essere alimentato in tutte le fasce di generazione e prezzo per continuare a propagare e propagandare il verbo dell’arte contemporanea, la produzione di opere non conosce rallentamenti ed ecco perché le fiere diventano ancora più essenziali per smaltire la merce e liberare i magazzini.

La fiera logora chi non la fa, avrebbe detto qualcuno. C’è infine un aspetto non trascurabile. Per riempire i padiglioni in carenza di espositori internazionali, aspetto che ha caratterizzato tutte le fiere della ripartenza, da Basilea ad Artissima, i selezionatori hanno dovuto dismettere la puzza al naso e allargare le maglie della rete. Ma quando tutto tornerà davvero come prima, chi dirà ai refusé dell’altro ieri oggi ammessi a corte che per loro la fiera è già finita?

fonte
Lo stand logora chi non ce l’ha
 
Non sono completamente daccordo con l'articolo. Le fiere non servono per "smaltire la merce e liberare i magazzini" perchè in fiera solitamente le gallerie portano i lavori disponibili più interessanti. I magazzini solitamente li svuotano con le aste e non con le fiere.
 
il gallerista, dopo aver cercato di vendere l'opera in galleria, in fiera ed in televendita la manda all'asta.
Questo è il flusso.
Come scrivo da molto tempo, il mercato dell'arte è uno solo, con diversi attori.
Il problema è il costo del servizio per spostare l'opera dal collezionista A al collezionista B.
 
All' arte serve una selezione: critici, galleristi, musei
con questo metodo si selezionano artisti e opere significative per il "sistema" cultura,
se invece prevale il mercato l' opera sarà un prodotto e come tutti i prodotti decide chi ha la struttura di vendita migliore.

Critici si nasce, artisti si diventa, pubblico si muore. ABO

Artisti si nasce, critici si diventa il pubblico ci vuole. FZ
 
Io è almeno dieci anni che mi interrogo sul senso delle fiere di settore, qualunque settore, eppure, prima del covid, mi sembra che godessero di ottima salute e ne nascessero di nuove. Evidentemente il fattore "contatto umano" conta ancora, e da quando ci sono le restrizioni si avverte molta voglia di ritorno. Poi c'è da considerare che per qualsiasi evento c'è un indotto che gira attorno e molte persone e aziende che lavorano, tra organizzazione, comunicazione, accoglienza, ecc. con il plus che tutte le fiere più importanti ormai portano con sé eventi collaterali in città, nelle gallerie, in luoghi di cultura pubblici e privati (nel caso dell'arte). Insomma gli interessi economici attorno agli eventi in presenza sono diffusi e importanti, anche nelle città di provincia. Circa il Metaverso, forse qualcuno si ricorda di Second Life, con investimenti per farsi le proprie città ecc, che sembrava destinato a proiettarci tutti in un mondo virtuale. Durato quel che è durato per scomparire presto, schiacciato dai social e da Facebook che si è imposto soprattutto perché facilitava il ritrovare o trovare persone nel mondo reale. Insomma penso che la tecnologia oggi sia ancora strumento e mezzo per facilitare incontri, transazioni, (anche manipolazione), ma non per sostituirsi al reale. Che poi un giorno arriverà il momento e le generazioni della virtualizzazione della realtà è probabile, ma mi sembra ancora lontano, o almeno non così vicino.
 
come dico sempre alle fiere si portano i formaggi, le vacche e le macchine da stampa.
Le opere d'arte no.
 
Ho aperto questo thread dopo aver fatto alcune riflessioni legate principalmente al periodo che stiamo vivendo ed alle nuove tecnologie che dovrebbero facilitare la comunicazione diffusa, il tutto calato nel mondo dell'arte. Ringrazio tutti voi per le osservazioni puntuali che riguardano però il presente del mondo dell'arte. Mi piacerebbe leggere le vostre opinioni su come potrà essere ipotizzato il futuro.
Grazie.
 
Ho aperto questo thread dopo aver fatto alcune riflessioni legate principalmente al periodo che stiamo vivendo ed alle nuove tecnologie che dovrebbero facilitare la comunicazione diffusa, il tutto calato nel mondo dell'arte. Ringrazio tutti voi per le osservazioni puntuali che riguardano però il presente del mondo dell'arte. Mi piacerebbe leggere le vostre opinioni su come potrà essere ipotizzato il futuro.
Grazie.

Caro Heimat, semplicemente del " futur non ve' certezza "... troppe variabili in gioco, soprattutto di questi tempi. Buon pomeriggio :)
 
Ho aperto questo thread dopo aver fatto alcune riflessioni legate principalmente al periodo che stiamo vivendo ed alle nuove tecnologie che dovrebbero facilitare la comunicazione diffusa, il tutto calato nel mondo dell'arte. Ringrazio tutti voi per le osservazioni puntuali che riguardano però il presente del mondo dell'arte. Mi piacerebbe leggere le vostre opinioni su come potrà essere ipotizzato il futuro.
Grazie.

Caro heimat, ho letto tutto fin dall'inizio e da allora sto ragionando proprio sugli scenari futuri.
Cosa che peraltro faccio abitualmente sui diversi temi che la vita, privata o lavorativa, ci propone.

L'unica certezza che mi sento di avallare, è che il mercato dell'arte sarà ancora più vivo e reattivo sul web.
La pandemia ha accelerato questa nuova (?!) proposta commerciale e mi pare che i numeri dimostrino anche che possa funzionare.
Nel mio caso gli acquisti online sono aumentati, soprattutto con l'estero, e inizio a fidarmi sempre più.
Non nascondo, peraltro, che quando le opere arrivano a casa, la loro visione dal vivo rende sempre molto di più della semplice foto seppure di altissima qualità.
Per quanto banale, questo è un aspetto che prima non avevo considerato e che invece adesso mi crea la giusta aspettativa ad aprire l'imballo.

Le fiere continueranno ad esserci, ma come giustamente scriveva qualcuno, chiedo scusa ma non vado a rileggere chi, ci sarà una netta distinzione tra quelle con visibilità internazionale, e relative gallerie e opere, e quelle nazional popolari destinate ad un mercato con tanti zeri in meno.
Anche le gallerie continueranno ad esserci ma in numero molto ridotto e soprattutto rimarranno solo quelle che lavorano con/per gli Artisti.
Tutto il mercato secondario sarà inevitabilmente dirottato verso aste, televendite e fiere di provincia o poco più, che però dovranno dotarsi di strutture economico-finanziarie in grado di garantire un adeguato sostentamento. Ad aiutarli arriveranno comunque i mercanti che vedranno sempre più ridursi il loro spazio di manovra. Sai com'è con il contante che inizia a scarseggiare, o comunque difficilmente reinvestibile, i costi di trasferta che aumentano sempre e costantemente e gli "uomini grigi" sempre sull'attenti, a fare il mercante sta diventando anche quella un'attività ad alto rischio imprenditoriale. Diverso ovviamente il caso dei tanti che mascherati da collezionisti di fatto hanno un'attività parallela.

Penso anche che nell'Arte, come peraltro sta già accadendo nella società, passato un momento storico dove c'è stato un livellamento verso il basso in termini di diffusione e divulgazione di contenuti, era inevitabile con tanti nuovi medium desiderosi di imposti (fiere, web, televendite, aste, social, ecc...), si ritornerà indietro con nette distinzioni in termini sociali. Ci saranno mercati differenti con differenti situazioni e molte saranno solo di nicchia "ad invito". Ovviamente già accade, ma noto che sta prendendo sempre più piede la preview riservata e ben curata in quanto destinata a possibili compratori. A seguire quella per i curiosi o perennemente "indecisi".

Insomma, i grandi numeri si faranno sempre più con i "cagnolini" after di qualcuno, ma la qualità sarà indirizzata verso collezioni strutturate, riconosciute e danarose quanto basta.

A rileggere tutto quanto ho scritto direi che in sostanza non dobbiamo aspettarci nulla di nuovo sotto il sole!
 
Grazie Cris. E' per me sempre un piacere leggere i tuoi contributi puntuali che denotano una vera passione per l'arte. Condivido le tue osservazioni e vorrei esternare un mio desiderio riguardante i musei che, a mio avviso, dovrebbero aprirsi maggiormente verso l'esterno, organizzando mostre pubbliche per diffondere il verbo artistico. Mi rendo conto delle difficoltà logistiche ed assicurative ma, qualche direzione illuminata dovrebbe agire in tale modo. Diversamente si potrebbero organizzare eventi all'interno del museo tipo danze, concerti anche di musica contemporanea o popolare.
Le gallerie dovrebbero sopravvivere attuando però delle curatele per i propri artisti facendoli conoscere con fiere e mostre. Credo che riusciranno a sopravvivere solo le gallerie che, a monte, hanno una direzione artistica di tipo strategico e coerente.
Attendiamo anche il contributo degli altri. Mi piacerebbe molto un intervento del mio conterraneo Johann Neeskens o di Rothko.
 
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mi piacerebbe che l'arte venisse condivisa, per questo i NFT non fanno per me.
Ma un museo virtuale a casa di tutti i soci, questo si.
 
mi piacerebbe che l'arte venisse condivisa, per questo i NFT non fanno per me.
Ma un museo virtuale a casa di tutti i soci, questo si.


Ho letto un pò di post sulle prospettive per il futuro e mi ha fatto riflettere il concetto di arte condivisa.
Ho sentito da qualche parte l'esimio Sgarbi anche lui immaginarsi un mondo in cui si possa avere l'arte condivisa.
Ma che cosa curiosa ...l'arte condivisa. Intanto occorre chiarire i termini. La condivisione è l'utilizzo in comune di un qualcosa. Ma voi sareste felici di condividere la vostra opera acquistata con fatica e che magari sperate di di rivendere ad un prezzo maggiorato dandola un pò a random in giro? Quello sarebbe condividere a meno che non la si dia in "affitto". Ma la cosa è ridicola. L'arte in affitto...suona anche male. Oppure come la condividereste? Condividere vuol dire coinvolgere un pò tutti. Quindi che fareste? Tante lito della Vostra opera? La riprodurreste in misura industriale?
Come può l'arte essere condivisa se poi il più delle volte va spiegata e anche in quel caso molti non apprezzano o peggio, se ne fregano e guardano ad altro anche meno "condiviso". Fatemi capire, forse mi sfugge qualcosa.
Se poi si pensa ai dipinti virtuali, a musei virtuali...mi viene in mente youp orn al posto di copulare realmente.
Boh...
 
direi che il concetto, teniamo l'opera un poco per uno, non si sposa con il 2022.
Sto lavorando sul come, appena disponibile vi informo.
 
un po di tempo fa leggevo come l'arte e le macchine storiche sono uno dei metodi più semplici e usati x ripulire il denaro e hanno contribuito agli aumenti esponenziali degli ultimi decenni.

maquataragionehai:clap::clap:

l'arte poi è una macchina storica in uso in bagno, la lavatrice:cool:

:D:D
 
Caro batterista: Io abito nella città del MART dove Sgarbi è l'attuale presidente/direttore. Una delle sua prime osservazioni ha riguardato il patrimonio artistico del MART che giace inutilizzato nei caveaux del museo. La sua idea riguarda la fruibilità di tali opere da collocare negli spazi pubblici provinciali al fine di garantire la visibilità ad un patrimonio che attualmente è inutilizzato. Non so se Sgarbi si riferisse a questo aspetto da te citato.
 
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direi che il concetto, teniamo l'opera un poco per uno, non si sposa con il 2022.
Sto lavorando sul come, appena disponibile vi informo.

Sarebbe una ottima idea quella di realizzare un sito web con tutte le opere delle nostre collezioni. Non so se è questo il tuo progetto.
 
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