Il Romanticismo nei dipinti e nell'arte in generale...

Il'ja Efimovič Repin
Da Wikipedia

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Nato a Čuhuïv (all'epoca parte del Governatorato di Char'kov, oggi in Ucraina), il 5 agosto (24 luglio) 1844, figlio di un modesto ufficiale, dopo il suo apprendistato con un pittore di icone chiamato Bunakov, nel 1866 si trasferì a San Pietroburgo per studiare presso l'Accademia Imperiale di Belle Arti. Grazie a una borsa di studio dell'Accademia, dove aveva vinto la medaglia d'oro con il dipinto La resurrezione della figlia di Giairo (vedi sotto, nella galleria immagini delle Opere), dal 1873 al 1876 soggiornò in Italia e a Parigi. A contatto con gli Impressionisti francesi, mutuò da questi il gusto per il colore vivo e luminoso, che reinterpretò genialmente nei suoi quadri raffiguranti contadini, pescatori e scene di vita di mercato.

Nel 1878 si unì al movimento artistico denominato degli Ambulanti, o Itineranti. Dal 1882 visse a San Pietroburgo, viaggiando spesso all'estero. Immortalò molti dei suoi connazionali più famosi, come Tolstoi, Mendeleev, Pobedonostsev e Mussorgsky; la sua ritrattistica rimase insuperabile in tutti i soggetti raffigurati: uomini, donne, bambini, compresi i ritratti storici, forzatamente non realistici.

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Nel 1903 fu incaricato dal governo russo di realizzare il suo progetto più grandioso, una tela di 400 × 877 centimetri, che raffigura una sessione cerimoniale del Consiglio di Stato per celebrare il suo centenario del 7 maggio 1901.

Dopo la Rivoluzione del 1917, la sua residenza I Penati, a Kuokkala, situata a nord di San Pietroburgo, fu annessa alla Finlandia. Fu perciò invitato da Lenin a tornare in Russia, ma Repin rifiutò dichiarando di essere troppo vecchio per viaggiare ancora. Tornò in Russia solo in seguito alle suppliche del Ministro della Pubblica Istruzione dell'Unione Sovietica nel 1926.

Uno dei dipinti più complessi di Repin, I Cosacchi dello Zaporož'e scrivono una lettera al Sultano di Turchia, occupò molti anni della sua vita. Repin ideò l'opera in seguito a letture svolte per passatempo, ma il pittore credeva davvero negli ideali dei cosacchi: libertà, eguaglianza e fratellanza; in breve, nel repubblicanesimo cosacco. Iniziato alla fine degli anni 1870, il quadro fu completato solo nel 1891. Fu subito acquistato dallo zar Alessandro III, che pagò ben 35.000 rubli per l'opera, una cifra enorme per l'epoca. Il dipinto, di grandi dimensioni, coglie appieno il divertimento dei cosacchi mentre sono intenti ad inventare insulti e volgarità da inserire in una lettera di risposta a quella indirizzata loro dal Sultano Mehmet IV.

Repin prese parte a numerose mostre internazionali: Vienna (1873), Parigi (1878 e 1900), Berlino (1896), Venezia (1897) e Roma (1911). Insegnò all'Accademia di San Pietroburgo.

La cittadina in cui morì, Kuokkala, è stata poi ribattezzata in suo onore Repino nel 1948, all'epoca della sua morte era in Finlandia ed è successivamente entrata a far parte della Russia, nel 1930.


La dacia (ora museo) I Penati dell'artista nel villaggio di Repino (ex Kuokkala)

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A lui è stato intitolato l'asteroide scoperto nel 1969, 2468 Repin.


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Alcune opere di Il'ja Efimovič Repin...

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Ritratto di Yanitskaya, 1865, Galleria Tret'jakov

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Ivan il Terribile e suo figlio Ivan il 16 novembre 1581, 1870–1873 (Galleria Tret'jakov, Mosca)

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Sadko nel Regno Subacqueo, 1876 (Museo russo)

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Donna nera, 1876, Museo russo

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Autoritratto, 1878, Museo russo
 
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'The Nightingale' - Louis Hersent (1777-1860)
 
visto che oggi è il 21 marzo, il primo giorno di primavera non potevo non postare "La Primavera" di Botticelli


L’ENIGMA DELLA PRIMAVERA DEL BOTTICELLI

a cura di Tony Kospan

Raramente un dipinto che ha un oggetto così chiaro…, come questo…, nasconde invece tanti segreti interpretativi…

Commissionata al pittore fiorentino intorno al 1478, “La Primavera” è il più celebre dipinto mitologico del Quattrocento, ed è anche una delle creazioni più belle e più misteriose del Rinascimento.

Ancor oggi, nonostante i tantissimi studi da parte dei più grandi esperti d'arte, ci sfuggono sia la genesi precisa che tutti i suoi veri significati

Nel 1498, pochi anni dopo la sua realizzazione, adornava il letto del giovane Lorenzo di Piefrancesco de’ Medici, nipote del Magnifico.

Sessant’anni più tardi, avendola vista nella villa medicea di Castello, Giorgio Vasari ce ne parla in un passo del suo celebre “Le Vite” ed in pratica ci consegna il titolo dell'opera

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AMBIENTAZIONE E PERSONAGGI RAPPRESENTATI

Nell'opera sono rappresentati 9 personaggi posti in un boschetto ombroso, che si presentano allineati su un prato tappezzato da decine di fiori di vario genere.

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L'ambientazione ricorda gli arazzi fiamminghi, noti come “millefiori“, all’epoca molto diffusi nelle case aristocratiche fiorentine.

L’identità delle nove figure sembra però ormai definitivamente accertata.

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Venere

Al centro della composizione c'è Venere (per altri potrebbe essere invece Giunone per la sua posa serena).

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Accanto a lei le tre Grazie: Talia la prosperità, Eufrosine la gioia e Aglaia lo splendore

Sia la dea che le altre figure femminili appaiono chiaramente incinte.

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Sulla destra c'è Zefiro, la ninfa Cloris che si trasforma in Flora dalla splendida veste bianca decorata di corolle.
 
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Cupido

In alto poi c'è Cupido e sull'estrema sinistra Mercurio.

LETTURA DEL DIPINTO

Va fatta contrariamente al solito… da destra verso sinistra.

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Zefiro Cloris e Flora (da dx verso sin)

Zefiro, vento primaverile agguanta la ninfa Cloris che poi si trasforma in Flora… dea della Primavera… e dei fiori…

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Flora

Flora, pur non essendo il personaggio centrale, spicca però per la sua bellezza… e dà anche il nome al dipinto.

Accanto a Flora… al centro dipinto… la dea Venere (o Giunone) con un atteggiamento sereno saluta con la mano le tre Grazie che danzano in cerchio un ballo dell'epoca coperte solo di veli trasparenti.

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Mercurio

Dall’alto Cupido alato scocca uno strale infuocato, mentre Mercurio, assorto, volgendo le spalle agli altri personaggi, tocca (indica? disperde?) le nuvole col caduceo (bastone con due serpenti attorcigliati intorno a esso).

I DUBBI

L'aver individuato tutti i soggetti presenti non ha tuttavia risolto la spiegazione del senso complessivo del dipinto ed infatti si è molto discusso sui seguenti punti:

– Qual è il vero significato dell'opera e cosa accomuna le nove figure?

– Perché la dea e le altre figure femminili sono tutte incinte?

ALCUNE TRA LE SPIEGAZIONI PIU' ACCREDITATE

Il primo che tentò di risolvere il problema fu lo studioso tedesco Aby Warburg che ipotizzò anche un titolo più preciso per il dipinto “Regno di Venere”. Questo perché appaiono riunite figure mitologiche che generalmente sono associate alla dea, la quale è anche la divinità della primavera.

L’inglese Charles Dempsey, invece, ritenne che il quadro fosse la raffigurazione non solo della stagione primaverile, ma anche dei tre mesi di cui essa è composta: il mese dei venti, marzo, sarebbe simboleggiato da Zefiro-Cloris-Flora; Venere, Cupido e le Grazie alluderebbero ad aprile, il mese dell’amore; mentre Mercurio rappresenterebbe maggio, dato che il nome di tale mese derivò anticamente da quello di Maia, madre di Mercurio.

Altri studiosi hanno cercato figure storiche nascoste sotto i panni mitologici e così sono stati fatti i nomi di dame fiorentine per Flora e le tre Grazie.

Altri ancora hanno ipotizzato spiegazioni di tipo filosofico.

Il critico d’arte tedesco Erwin Panofsky, per esempio, ricordando i diversi tipi di Amore e le relative Veneri del Neoplatonismo, ha contrapposto la Venere celeste raffigurata nella “Nascita di Venere” – altro capolavoro del Botticelli – alla Venere terrena de “La Primavera”.

Lo storico dell’arte austriaco Ernst Gombrich, invece, ha interpretato il quadro come la raffigurazione della Venus-Humanitas, figura che il filosofo Marsilio Ficino raccomandava come guida spirituale in una lettera al giovane Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, probabile destinatario del quadro.

“La Primavera”, dunque, è la visualizzazione di un dogma filosofico?

E' la rappresentazione di un ideale paradiso umanistico, immerso nella natura e abitato da un’umanità eternamente giovane e bella?

E' la raffigurazione di un complesso messaggio simbolico?

Oppure rappresenta semplicemente – secondo un’opinione oggi poco seguita – una mascherata di giovani fiorentini in una festa dell’epoca?

Il mistero intorno a questo straordinario dipinto è ancora fitto.

UNA PERSONALE INTERPRETAZIONE

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Botticelli

Riguardandolo ora di nuovo tutto insieme, a mio parere, il dipinto appare in modo evidente un inno al sorgere ed all'affermarsi della Primavera come la bella stagione che, rompendo le rigidità e le oscurità invernali e con il sorgere dei fiori e la rinascita della natura, prepara il trionfo dell'estate.

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Nel rappresentar ciò il Botticelli utilizza i simboli della mitologia classica e, a conferma della mia interpretazione, attraverso l'immagine delle donne incinte esalta la primavera quale momento di “gestazione della natura“ che darà presto tutti i suoi frutti… al sole dell'estate.

TONY KOSPAN

FONTI: VARI SITI WEB

 
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Cupido

In alto poi c'è Cupido e sull'estrema sinistra Mercurio.

LETTURA DEL DIPINTO

Va fatta contrariamente al solito… da destra verso sinistra.

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Zefiro Cloris e Flora (da dx verso sin)

Zefiro, vento primaverile agguanta la ninfa Cloris che poi si trasforma in Flora… dea della Primavera… e dei fiori…

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Flora

Flora, pur non essendo il personaggio centrale, spicca però per la sua bellezza… e dà anche il nome al dipinto.

Accanto a Flora… al centro dipinto… la dea Venere (o Giunone) con un atteggiamento sereno saluta con la mano le tre Grazie che danzano in cerchio un ballo dell'epoca coperte solo di veli trasparenti.

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Mercurio

Dall’alto Cupido alato scocca uno strale infuocato, mentre Mercurio, assorto, volgendo le spalle agli altri personaggi, tocca (indica? disperde?) le nuvole col caduceo (bastone con due serpenti attorcigliati intorno a esso).

I DUBBI

L'aver individuato tutti i soggetti presenti non ha tuttavia risolto la spiegazione del senso complessivo del dipinto ed infatti si è molto discusso sui seguenti punti:

– Qual è il vero significato dell'opera e cosa accomuna le nove figure?

– Perché la dea e le altre figure femminili sono tutte incinte?

ALCUNE TRA LE SPIEGAZIONI PIU' ACCREDITATE

Il primo che tentò di risolvere il problema fu lo studioso tedesco Aby Warburg che ipotizzò anche un titolo più preciso per il dipinto “Regno di Venere”. Questo perché appaiono riunite figure mitologiche che generalmente sono associate alla dea, la quale è anche la divinità della primavera.

L’inglese Charles Dempsey, invece, ritenne che il quadro fosse la raffigurazione non solo della stagione primaverile, ma anche dei tre mesi di cui essa è composta: il mese dei venti, marzo, sarebbe simboleggiato da Zefiro-Cloris-Flora; Venere, Cupido e le Grazie alluderebbero ad aprile, il mese dell’amore; mentre Mercurio rappresenterebbe maggio, dato che il nome di tale mese derivò anticamente da quello di Maia, madre di Mercurio.

Altri studiosi hanno cercato figure storiche nascoste sotto i panni mitologici e così sono stati fatti i nomi di dame fiorentine per Flora e le tre Grazie.

Altri ancora hanno ipotizzato spiegazioni di tipo filosofico.

Il critico d’arte tedesco Erwin Panofsky, per esempio, ricordando i diversi tipi di Amore e le relative Veneri del Neoplatonismo, ha contrapposto la Venere celeste raffigurata nella “Nascita di Venere” – altro capolavoro del Botticelli – alla Venere terrena de “La Primavera”.

Lo storico dell’arte austriaco Ernst Gombrich, invece, ha interpretato il quadro come la raffigurazione della Venus-Humanitas, figura che il filosofo Marsilio Ficino raccomandava come guida spirituale in una lettera al giovane Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, probabile destinatario del quadro.

“La Primavera”, dunque, è la visualizzazione di un dogma filosofico?

E' la rappresentazione di un ideale paradiso umanistico, immerso nella natura e abitato da un’umanità eternamente giovane e bella?

E' la raffigurazione di un complesso messaggio simbolico?

Oppure rappresenta semplicemente – secondo un’opinione oggi poco seguita – una mascherata di giovani fiorentini in una festa dell’epoca?

Il mistero intorno a questo straordinario dipinto è ancora fitto.

UNA PERSONALE INTERPRETAZIONE

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Botticelli

Riguardandolo ora di nuovo tutto insieme, a mio parere, il dipinto appare in modo evidente un inno al sorgere ed all'affermarsi della Primavera come la bella stagione che, rompendo le rigidità e le oscurità invernali e con il sorgere dei fiori e la rinascita della natura, prepara il trionfo dell'estate.

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Nel rappresentar ciò il Botticelli utilizza i simboli della mitologia classica e, a conferma della mia interpretazione, attraverso l'immagine delle donne incinte esalta la primavera quale momento di “gestazione della natura“ che darà presto tutti i suoi frutti… al sole dell'estate.

TONY KOSPAN

FONTI: VARI SITI WEB


Grazie JJ quante cose ...ho letto ieri e rileto di nuovo oggi per memorizzare ..
OK!:flower:
 
Christian Schloe è un artista austriaco, esistono pochissime informazioni on-line su questo artista sappiamo solo che ha iniziato a creare le sue opere da circa due anni e continuerà a farlo, la frase con cui ama presentarsi è di Peter S. Beagle ~ anything can happen in a world that holds such beauty ~.

Ricorda Meggie Taylor nei soggetti e nella tecnica, nelle sue opere c’è un po’ tutto mescolato come in un sogno, ci sono le atmosfere tipiche del romanticismo, ci sono i trasognati personaggi provenienti da un epoca vittoriana con i loro doppiopetto e le loro gonne vaporose, ci sono anche le principesse dei libri illustrati per bambini con le loro trecce bionde e gli occhi persi nel blu della notte.

Tutto sapientemente amalgamato sotto un cielo di stelle, o stampato sopra una carta da parati antica, graffiata, cilindri, farfalle , chiavi di scrigni favolosi, cervi antropomorfi e mongolfiere al posto delle gonne, in un universo tenuto in equilibrio da un omino che gioca a fare il funambolo con la luna e il sole.

La sua tecnica è molto fine, anche se lavori digitali riescono a dare la sensazione della tempera grassa utilizzata dai rinascimentali, soprattutto nei volti così limpidi e chiari.





alcuni dipinti suoi...

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Christian Schloe artista digitale austriacoe bravo !!OK!

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Léon Bonnat

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Originario di Bayonne dal 1846 al 1853 visse a Madrid, dove il padre aveva una libreria e dove studiò pittura con José de Madrazo y Agudo e Federico de Madrazo. Giunse a Parigi, nel 1854 e fu allievo di Léon Cogniet nell'École des Beaux-Arts.

La sua Resurrezione di Lazzaro gli valse il secondo Prix de Rome nel 1857. Abbandonò i soggetti storici e teatrali dopo un viaggio in Italia nel 1869 e un altro in Grecia e in Medio Oriente, preferendo scene di genere e soprattutto ritratti. Di questi ne realizzò circa duecento, tra i quali i ritratti di Louis Pasteur, Alexandre Dumas figlio, Victor Hugo, Dominique Ingres, Hippolyte Taine, Jules Ferry, Armand Fallières, Adolphe Thiers e Émile Loubet.
Suo è anche il Martirio di S. Denis, dipinto per il Pantheon di Parigi.

Nel 1880 fu nominato professore nell'École des Beaux-Arts e, l'anno dopo, membro dell'Accademia di Belle Arti di Parigi; nel 1915 fu creato cavaliere dell’Ordre national du Mérite.

Numerosi i suoi allievi: Édouard Manet, Louis Béroud, Abel Bertram, Georges Braque, Gustave Caillebotte, Julie Feurgard, Raoul Dufy, Thomas Eakins, Othon Friesz, Paul de La Boulaye, Charles Laval, Raymond Lecourt, Adolphe-Frédéric Lejeune, Auguste Leroux, André Louis Mestrallet, Alphonse Osbert, Henri Pailler, Alfred Roll, Joseph-Marius Avy, Pierre-Gaston Rigaud, Henry Siddons Mowbray, Henri de Toulouse-Lautrec, Marius Vasselon, Gustav Wentzel, Jean Hippolyte Marchand, Henri-Achille Zo, Nils Forsberg, Jean Geoffroy, Gabriel Deluc, Marc-Aurèle de Foy Suzor-Coté, nonché il suo amico Jules Aviat e molti altri.

Léon Bonnat morì nel 1922 a Monchy-Saint-Éloi, lasciando in eredità al Musée Bonnat di Bayonne la sua collezione personale che porta il suo nome. Aveva vissuto 89 anni.



Alcune opere sue...


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fanciulla romana presso una fontana

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Portrait of Marthe and Therese Galoppe,

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Victor Hugo

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Idillio

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La vittima
 
William Adolphe Bouguereau

Biografia
da Wikipedia

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William-Adolphe Bouguereau nacque a La Rochelle il 30 novembre 1825 da una modesta famiglia di antiche origini inglesi e di confessione cattolica. Suo padre Théodore e sua madre, Marguérite Bonnin, erano commercianti di vino e olio di Bordeaux; aveva inoltre un fratello maggiore, Alfred, e una sorella minore, Marie, morta ad appena sette anni. La famiglia si trasferì in seguito a Saint-Martin-de-Ré, per poi tornare a Bordeaux.

I genitori prevedevano che William si inserisse nell'azienda di famiglia, ma lo zio paterno Eugène, prete cattolico dal quale visse, a Mortagne dal 1837 al 1841, li convinse a far fare al ragazzo anche gli studi superiori e lo introdusse alla letteratura francese, alla Bibbia e all'amore per la natura. Apprese anche i rudimenti del disegno con il pittore Louis Sage, un ex-alunno di Jean-Auguste-Dominique Ingres, presso la Scuola cattolica di Pons.

In seguito, visto il talento che il giovane dimostrava sin da piccolo, il padre accettò che egli intraprendesse la carriera artistica. William venne così iscritto alla "Scuola comunale di disegno e pittura" di Bordeaux, dove apprese i primi elementi dell'arte con Charles Marionneau, artista locale. Per guadagnarsi qualcosa, William disegnava etichette per barattoli di marmellate e conserve di frutta usando la cromolitografia.

Diventato presto il migliore della classe, a vent'anni, nel marzo 1846, Bouguereau si trasferì a Parigi per seguire i corsi della Scuola di belle arti di Parigi ed entrò nell'atelier di François-Édouard Picot. Per perfezionarsi nel disegno del corpo umano assistette a lezioni di anatomia, studiò archeologia ed usi e costumi storici, approfondendo anche la letteratura classica (Ovidio e Virgilio) e la mitologia greca, i cui temi ed episodi avrebbero ispirato assai frequentemente i suoi lavori.

Nel 1848 e nel 1849 tentò il concorso per il Prix de Rome prima con il quadro San Pietro, dopo la sua liberazione dal carcere, viene a trovare i fedeli a casa di Maria, arrivando secondo con Gustave Boulanger, e poi con Ulisse riconosciuto da Euriclea, arrivando secondo dietro proprio a Boulanger. Ritentò infine nel 1850 e vinse il primo premio, consistente in un soggiorno di studio di tre anni a Villa Medici, con la tela Zenobia ritrovata dai pastori sulle rive dell'Araxa.

Andò quindi a Roma, ospite di Villa Medici dal 1851 al 1854, e durante questo periodo Bouguereau si impegnò a fondo negli studi della pittura rinascimentale italiana (il suo artista prediletto fu Raffaello) e delle opere dell'antichità greca, etrusca e romana. Inoltre, visitò altre città del Sud Italia come Napoli, Capri, Amalfi e Pompei.

Tornato a Parigi, iniziò la sua fortunata e contrastata carriera di pittore accademico che portò avanti con estremo rigore e coerenza stilistica, senza alcun cedimento, mentre attorno a lui venivano agitandosi i primi fermenti dell'innovazione impressionista. Nel 1856 sposò Marie-Nelly Monchablon, dalla quale ebbe cinque figli. Dopo pochi anni, nel 1860, essendosi diffuso il suo nome anche in Inghilterra, Bouguereau poté allestire un ampio studio nel quartiere di Montparnasse.

Ma fu solo nel 1866 che Bouguereau consolidò la sua fama e la sua carriera: il celebre mercante d'arte Paul Durand-Ruel decise infatti di occuparsi di lui e della promozione delle sue opere, permettendone anche l'esposizione nel celebre Salon di Parigi. Questo sodalizio diede ampi frutti, poiché le vendite dei suoi quadri si moltiplicarono grazie ai collezionisti privati (qualche opera fu acquistata addirittura da Napoleone III per il Palazzo delle Tuileries), ma soprattutto per la diffusione ed il successo delle sue opere negli Stati Uniti, dove Durand-Ruel aveva una galleria e dove Bouguereau conobbe un successo straordinario. Ne fu prova l'esposizione organizzata per l'Expo di Parigi del 1878, quando la Commissione organizzatrice riuscì a mettere assieme solo 12 tele di Bouguereau, poiché il resto si trovava oltre oceano.

Bouguereau dovette all'America non solo gran parte della sua fortuna e della sua fama, oltre che numerosissimi premi e riconoscimenti, ma, in particolare, le maggiori iniziative per la sua "riscoperta" negli ultimi anni del 1900. Egli stesso, per diffondere la conoscenza delle sue opere in Francia, firmò un contratto con l'editore Goupil per la vendita delle riproduzioni dei suoi quadri sotto forma di incisioni.

Nel 1875 Bouguereau fu chiamato ad insegnare pittura all'Académie Julian. L'anno seguente fu eletto membro a vita dell'Accademia di Belle arti. A questi riconoscimenti però seguirono per lui anni molto tristi.

Nel 1877, infatti, egli perse la moglie e due figli, e questo grave lutto rallentò per diverso tempo la sua attività e ne condizionò l'ispirazione.

Nel 1885 venne eletto presidente della Fondazione Taylor, incarico che ricoprì finché visse. Lo stesso anno gli fu assegnata la Medaglia d'Onore del Salon de Paris e fu nominato Commendatore della Legion d'Onore.

Nel 1888 assunse la presidenza della "Scuola di belle arti" di Parigi e contestualmente quella dell'Académie Julian. Da quell'anno in poi le sue opere, indipendentemente dal soggetto, furono regolarmente esposte ogni anno al Salon per tutto il resto della sua carriera. In quel periodo, inoltre, egli si dedicò anche a grandi lavori decorativi, fra i quali spiccano il palazzo Bortholoni ed il soffitto del Teatro Grande di Bordeaux.

All'età di 71 anni, nel 1896, Bouguereau si risposò con una sua fedele allieva americana che gli era stata accanto per molto tempo, Elizabeth Jane Gardner, di dodici anni più giovane. Costei, già seguace e imitatrice del Maestro, ebbe un ruolo determinante nel promuovere l'accesso delle donne, pittrici e artiste in genere, in diverse istituzioni artistiche francesi.

Nel 1905, la casa e lo studio parigino di Bouguereau furono svaligiati e devastati dai ladri. Egli, a 79 anni, riparò allora sulla costa atlantica, a La Rochelle, sua città natale. Qualche mese dopo, però, una crisi cardiaca ne concluse improvvisamente l'esistenza.[


Alcune sue opere...

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La leçon difficile

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L’Amour et Psyche, enfants

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Promenade à ane

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La vendangeuse

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Femme de Cervara et son enfant
 
Altre opere di William-Adolphe Bouguereau...

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Oranges

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First jewellery

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Bather


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Admiration
 
Mi paice molto la scuola di Atene di Raffaello. Ne ho messo uno in ufficio ed uno a casa.

In basso a dx col corpo seminascosto si intravede il viso del pittore.


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Non sono certamente dipinti romantici, ma mi piaccionoOK!


Anita Burnaz
My Art is figurative.......
My Art is figurative, invoked by a memory, impression, observation, or sudden insight into human character. I am inspired by the beauty I see in a subject: its physical reality, underlying nature, and context.

Though I want to remain realistic in my work, I believe in manipulating the figure and the composition, to create ambuguities that enhance visual beauty, emotional impact, and intellectual stimulation.

I compose carefully, work thoughtfully with line and color, yet, I keep my painting free and instinctive, as in a quick sketch. This leaves room for the subconscious, of myself and the viewer, allowing the painting a certain incomplete, fragmentary feel, as in a chase after a fleeting idea, or a moment in human life.

I was born in Riga. I live in Germany and work as a full-time artist.


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Alcuni dipinti suoi...

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Johann Friedrich Overbeck (Lubecca, 1789 - Roma, 1869).


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Johann Friedrich Overbeck figlio del sindaco protestante di Lubecca, nasce il 3 luglio 1789. Dopo i primi studi ad Amburgo con Tischbein e Runge, frequenta la scuola del Peroux a Lubecca, e nell'aprile 1806 s'iscrive all'Accademia di Vienna, dove conosce Franz Pforr (Heidelberg, 1795 - Roma, 1818). Esegue opere di soggetto medioevale e religioso notevolmente influenzate da Giotto, Simone Martini, Perugino e Masaccio.

Del 1808 è il dipinto La resurrezione di Lazzaro (Lubecca, Behnhaus). Nello stesso anno, con Pforr e una piccola schiera di allievi dell'Accademia, viene fondato un sodalizio che sarà apostrofato dei "Nazareni", istituzionalizzato nel 1809 con la nascita del "Lukasbunde" - ossia una confraternita di San Luca - e che influenzerà notevolmente la pittura tedesca dell'800, soprattutto quella di tematica sacra e medioevale. Nel 1810 Pforr ed Overbeck non vengono più ammessi all'Accademia, ed intraprendono, assieme ad Hottinger un viaggio che li porta a Roma, con tappe a Venezia, Bologna ed Urbino. Nell'Urbe trovano sistemazione nell'ex convento di Sant'Isidoro e si fanno crescere barbe e capelli al modo dei «barbus» i Primitivs di Maurice Quaï; si impongono la vita monastica con lo scopo di raggiungere lo status degli antichi maestri. Li si vedeva talvolta, riconoscibili per i lunghi capelli divisi da una scriminatura centrale, barbe incolte e cappellacci, passeggiare per le strade attorno a Piazza di Spagna, accompagnati da grossi cani da caccia, suscitando per la loro diversità timore o ilarità nei passanti. Il gruppo entra in polemica coi valori del neoclassicismo da cui proviene, in nome del sentimento, ponendo l'arte al servizio di un ideale monastico e contemplativo, teso all'esaltazione di una spiritualità mistica.
Overbeck, quale leader del gruppo, redige un programma di adesione a Raffaello ed al Quattrocento umbro e toscano, che vede realizzarsi tele ed affreschi (I sette anni di carestia; Giuseppe venduto dai fratelli; Il miracolo delle rose; Il ritrovamento di Mosè; Mattino di Pasqua).

L'attività artistica dei nazareni si indirizzò a opere di grande formato eseguite collegialmente e registrando inoltre un numero non calcolabile di ritratti. Si creò inoltre una nuova vena pittorica: il quadro dell' "amicizia". Nato nella comunità di Sant'Isidoro, questo genere, in cui il particolare è ridotto all'essenziale, presenta i soggetti di profilo, frontalmente e di mezzo profilo, mentre si stringono la mano con portamento e sguardo astratti che trascendono il fattore personale, trattandosi di amicizia ideale.

Dopo la prematura morte di Pforr, avvenuta nel 1812, Overbeck continuerà a dedicarsi oltre ai temi già trattati, anche ad opere di significato allegorico ed alla ritrattistica.

Nel 1831, torna in Germania, ma dopo poco rientra a Roma e realizza Il trionfo della Religione nelle Arti (Francoforte, Stadel Museen). La morte del figlio, avvenuta nel 1840, segna per Overbeck un lento ma progressivo declino artistico. Muore a Roma 12 novembre 1869.


A.R.

alcune opere sue...

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Trionfo della religione nelle arti

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Cristo risorge la figlia di Jairu

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Germania e Italia (1811)

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Ritratto del pittore Franz Pforr
 
Non sono certamente dipinti romantici, ma mi piaccionoOK!


Anita Burnaz
My Art is figurative.......
My Art is figurative, invoked by a memory, impression, observation, or sudden insight into human character. I am inspired by the beauty I see in a subject: its physical reality, underlying nature, and context.

Though I want to remain realistic in my work, I believe in manipulating the figure and the composition, to create ambuguities that enhance visual beauty, emotional impact, and intellectual stimulation.

I compose carefully, work thoughtfully with line and color, yet, I keep my painting free and instinctive, as in a quick sketch. This leaves room for the subconscious, of myself and the viewer, allowing the painting a certain incomplete, fragmentary feel, as in a chase after a fleeting idea, or a moment in human life.

I was born in Riga. I live in Germany and work as a full-time artist.


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Alcuni dipinti suoi...

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:clap: assai particolare OK!

Ciao :) Jolly, welcome back.

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(E. Delacroix, Donne di Algeri nei loro appartamenti, 1834, Louvre)

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(J. W. Godward)
 
:clap: assai particolare OK!

Ciao :) Jolly, welcome back.

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(E. Delacroix, Donne di Algeri nei loro appartamenti, 1834, Louvre)

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(J. W. Godward)

grazie Diago:) anche per aver uppato questo 3ad che insieme a tanti altri ho trascuratoOK!:)
 
Questo 3d è una bella scoperta. Brava.
 
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Frederic Leighton (Scarborough, 3 dicembre 1830 – Londra, 25 gennaio 1896) è stato uno scultore e pittore inglese all'epoca dei preraffaelliti.

Le sue opere a soggetto storico, biblico e mitologico sono tra gli esempi più raffinati di arte vittoriana.
Studiò all'University College School di Londra, prima di partire per l'Europa continentale in viaggio di studio.
Tra i maestri giovanili di Frederic Leighton, ci furono Edward von Steinle e Giovanni Costa presso cui, a Firenze, venne introdotto all'Accademia di Belle Arti
Tra le sue opere del tempo, è famosa la processione della Madonna del Cimabue attraverso Borgo Allegri.
Durante la maturità Frederic Leighton visse ed operò prima a Parigi (dal 1855 al 1859) e poi a Londra (dal 1860 fino alla morte).
Tra i pittori che conobbe Frederic Leighton e che influenzarono la sua arte, vanno annoverati Jean Auguste Dominique Ingres, Eugène Delacroix, Jean-Baptiste Camille Corot e Jean-François Millet.
A Londra, dopo essere entrato a far parte dei preraffaelliti, progettò la tomba di Elizabeth Barrett Browning, moglie del poeta Robert Browning e, nel 1864, divenne membro della Royal Academy, per poi diventarne presidente nel 1878.
Venne dichiarato cavaliere a Windsor nel 1878 e poi baronetto nel 1896 e morì senza eredi, un giorno dopo l'ufficializzazione della sua nomina a baronetto.
La sua casa a Holland Park è ora il Leighton House Museum e ospita una vasta selezione di disegni e dipinti.


Ecco alcune opere sue che ho scelto...

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Questo dipinto mi piace moltissimo e l'ho postato già in un altro 3ad mio, o in "Voglio vivere così" o "Angolo dei musicanti". ora non ricordo bene, ma non importa:D

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