Sabato 6 Febbraio, 2016
CORRIERE DEL VENETO
Aumento di capitale Bpvi, la Bce vuole la lista dei grandi investitori
Commissario se non passa l’aumento: si profila il bis della lettera a Veneto Banca
VICENZA Popolare di Vicenza, la Bce attende entro fine marzo la lista dei grandi investitori che entreranno nell’aumento di capitale.
Mentre, sul fronte soci, si prepara il
bis dell’avvertimento già visto in Veneto Banca:
senza aumento e spa scatterà il commissariamento.
Gli elementi escono ora, mentre la popolare guidata dal presidente Stefano Dolcetta e dall’Ad Francesco Iorio entra nel vivo degli incontri preparatori con i soci in vista dell’
assemblea del 5 marzo, che dovrà approvare trasformazione in
spa, aumento di capitale da 1,5 miliardi e quotazione in Borsa.
Ieri sera, a Udine, il palcoscenico più caldo in questo periodo nel duro rapporto con i soci, tra inchieste e reclami per la caduta del valore delle azioni, i vertici della popolare si sono trovati di fronte 1.500 soci.
E
martedì e mercoledì sarà il turno dei due appuntamenti, entrambi
alle 18, al teatro comunale di Vicenza e alla Zoppas Arena di Conegliano.
Nel frattempo si compone il quadro delle informazioni con cui Bpvi entra nei tre mesi in cui si decide il suo salvataggio.
Dopo la vendita della quota in Save, ieri è emerso che è pronta ad andare sul mercato Prestinuova, la controllata attiva nella cessione del quinto: potrebbe valere anche più di cento milioni di euro.
E altri elementi sono giunti dai documenti che la banca ha depositato in Consob (il
Terzo supplemento al documento di registrazione).
Lì emerge come la liquidità sia un fattore tenuto particolarmente sotto controllo.
Nelle due lettere del 25 e 30 novembre 2015, con cui ha fissato al
10,25% di Cet1 il livello di patrimonio da raggiungere (la banca era al 6,94% al 30 settembre), tra le misure da adottare Bce ha chiesto alla popolare, in attesa della ricapitalizzazione, di «porre in essere politiche conservative» e un piano sulla liquidità «per far fronte a possibili
deflussi che potrebbero influire sulla posizione di liquidità del gruppo».
Richieste a cui Vicenza ha replicato presentando un piano «comprensivo di prove di stress test» e, attivando meccanismi di allerta in caso di tensione.
Il tema è delicato, nella situazione particolare di
Vicenza, colpita dal ritiro dei depositi, dallo scorso settembre, per la rapida successione prima delle inchieste, poi del salvataggio di Etruria e altri tre istituti e infine dell’avvio del bail-in, con i
timori per i depositi oltre i centomila euro.
La raccolta perduta è stata rilevante: il conto finale lo si vedrà martedì, con l’approvazione del bilancio 2015.
L’indicatore di liquidità a breve termine (Lcr) è finito sotto pressione scendendo, dicono le carte depositate in Consob, dal 90,6% del 30 settembre 2015 all’80%; ma resta comunque sopra i limiti regolamentari, saliti al 70% a febbraio e la situazione è sotto controllo.
In più dalle parti di via Battaglione Framarin si segnala il dato positivo che l’emorragia di raccolta si è arrestata da inizio anno.
E che
l’effetto bail-in è costato in termini di ritiro di grandi depositi sopra i centomila euro, ma almeno non di clienti, che hanno mantenuto il conto in Bpvi. Una base, si spera, per ripartire, una volta sistemata la solidità patrimoniale.
L’altra richiesta rilevante avanzata da Bce è che la banca, nell’ambito dell’
aumento di capitale da 1,5 miliardi da completare entro aprile, presenti
entro fine marzo una lista dei principali investitori (definiti nella lettera, in inglese, con il termine di «investitori pietre-angolari») intenzionati a prendervi parte, con l’indicazione dei fondi messi a disposizione.
Un invito a Vicenza di portare a casa
prima dell’Ipo, tra fondazioni, investitori istituzionali e grandi soci locali, una base di partenza solida che riduca i rischi dell’aumento.
E se si tratterà di vedere quanti saranno disposti a dichiararsi prima dell’Ipo, intorno a Bpvi si resta fiduciosi sul portare a casa una buona base di partenza.
Se è vero che le condizioni di Borsa sono molto peggiorate rispetto al 2015, quando era tornato l’interesse ad investire in Italia, è pur vero l’interesse del
territorio ![MrGreen :D :D](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///yH5BAEAAAAALAAAAAABAAEAAAIBRAA7)
a partecipare appare in crescita.
La
ricapitalizzazione da 1,5 miliardi entro aprile, resta un passaggio imprescindibile.
Lo ricorda un passaggio del documento depositato in Consob:
se il piano non fosse completato con successo, Bpvi potrebbe dover fare i conti con misure che «possono includere l’amministrazione straordinaria».
Una formula che richiama quanto già visto in
Veneto Banca, con la lettera della Bce inviata ai soci e letta in assemblea. E la formula usata a Vicenza lascia presagire che il bis si vedrà proprio in Bpvi.
OCCIO ...!!!
Ultima novità di cui i documenti depositati in Consob danno conto è
l’avvio il 19 gennaio di una verifica ispettiva di Consob verso Bpvi, con l’obiettivo, si legge nei documenti della popolare, di «acquisire documenti e informazioni» sui rapporti tra la popolare e la società assicuratrice di cui è primo azionista «e la valutazione della partecipazione in essa detenuta».