Inflazione-livello dei prezzi-banche centrali

Ma se il
E per quanto riguarda il debito italiano...
Secondo me val la pena di considerare prima altri paesi. Vi son paesi come l'Argentina, con un debito in valuta estera che quota attorno a 30 e rendimenti a scadenza oltre il 20%. In sostanza ci si attende a breve una ristrutturazione, che potrà essere evitata solo nel caso di miracoli

Poi vi son paesi come la Turchia, Turchia 2034 in dollari rende il 7.4% (dato fineco); per confronto Italia 2033 in dollari rende il 4.75%. I titoli di stato turchi si son ripresi da giugno in poi, con alcuni cambiamenti degli atteggiamenti di Erdogan su questioni economiche. Quindi abbiamo l'Argentina che sconta già una probabile ristrutturazione a breve con bond a scadenza abbastanza vicina (inizio rimborsi nei prossimi anni) che quotano 30; la Turchia che non poteva continuare sulla strada scelta da Erdogan ma che non pareva esattamente prossima al default. Era però un paese che doveva cambiare a breve, per salvarsi. E chi opera sul mercato sa che prima di fallire, anche un politico o dittatore non esattamente illuminato, tipicamente prova ad evitare il peggio.

Altri paesi (Svizzera, Germania) paiono avere un debito sostenibile anche senza particolari riforme.

E l'Italia dove si trova? L'Italia fa parte dell'unione europea e ciò dà una percezione di buona protezione nei casi di shock; ad esempio con l'arrivo del covid la bce ha garantito ampio sostegno al deficit e secondo me si replicherebbe nel caso di nuovi particolari shock.
Per il lungo periodo certamente servono riforme, ma è difficile vedere una crisi di debito perchè si ritiene che entro 5 o 6 anni andrà tagliata la spesa pensionistica. Ci si aspetta che in qualche modo lo si faccia, ad esempio tagliando la spesa sanitaria.

Quel che secondo me è invece cruciale è che l'Italia mantenga buone prospettive di sostenibilità del debito negli scenari più probabili e non improbabili a breve. Ad esempio: supponiamo che nei prossimi 3 anni la crescita reale italiana sia nulla; supponiamo che l'inflazione europea scenda al 3,5% e che i tassi bce restino al livello attuale; supponiamo che la curva dei tassi tedesca divenga piatta e che l'italia paghi su tutta la curva lo spread attuale incrementato del 20%. Quanto dovremmo pagare in più di interessi, ogni anno? A occhio credo abbastanza, qualche decina di mld.
Questo è un punto debole del debito italiano, è grosso, quindi ogni 1% in più di costo del debito son 30 mld l'anno in più di spesa per interessi. E si fa presto tra spread, normalizzazione curva tedesca ed "effetto rinnovo" (scade debito emesso anni fa a tassi bassi e si rinnova ai tassi attuali) a far crescere di un 1 % l'interesse medio sui circa 3000 mld di debito.

Questo è secondo me il problema essenziale, non gli shock, e neppure il fatto che tra n anni si dovrà tagliare la spesa sanitaria nettamente per limitare così anche la spesa pensionistica; ma la sostenibilità a breve in scenari probabili o non molto improbabili. Quindi chi governa dovrà far un po' di simulazioni ed agire di conseguenza.

Vi sono paesi come la Turchia che possono restare molto a lungo con debito in euro-dollari a rendimenti elevati, semplicemente perchè hanno poche emissioni e quindi ovviamente, anche se il debito emesso ha quotazioni basse e rendimenti elevati, non han bisogno di intervenire immediatamente per contenere i rendimenti poichè i rinnovi del debito in valuta estera sono relativamente rari.
Il Venezuela, prima di smettere di pagare nel 2017, ha pagato per molti anni rendimenti altissimi.

Per l'Italia ovviamente questo scenario intermedio non esiste: dovendo rinnovare credo circa 400 mld l'anno non possiamo certo passare molti mesi emettendo al 10%. Neppure molte settimane.

Quindi l'Italia deve agire in anticipo modulando la spesa pubblica, altrimenti i mercati venderanno largamente il nostro debito.

Naturalmente sarebbe preferibile ridurre il debito, poichè non è buona cosa avere un debito che potrebbe richiedere manovre molto impegnative e penalizzanti ormai anche in scenari non di shock, ma in scenari economici dettati dall'evoluzione macro e monetaria.

E chi compra il debito italiano? https://www.bancaditalia.it/pubblic...finanza-pubblica/statistiche_FPI_20230915.pdf

Solo poco più del 25% del nostro debito è in mani estere.
E chi compra è in generale attento ai rendimenti? Valuta se acquistare debito italiano ad 1 anno, oppure un titolo di stato ad esempio francese ad un anno, che rende meno ma di una quantità irrisoria?

In generale direi di no: il debito italiano è largamente posseduto dalla bce (attraverso la banca d'Italia); da retail italiano che in parte neppure valuta alternative o si reca in banca e compra dietro consigli di impiegati di banca; poi vi sono le banche italiane, ma anche queste sanno che non possono vendere in massa debito italiano per preferire altro, per ovvi motivi devono anzi continuare a comprarlo; e poi vi saranno fondi venduti ai tantissimi che comprano fondi senza saper cosa comprano. In sostanza una parte molto consistente del debito italiano è venduta a persone-enti che o non valutano il rendimento o comprano per altri motivi pur avendo valutato modesto il rendimento, rispetto al rischio. Così un titoli italiano ad un anno rende solo uno 0,1 % circa più di un pari scadenza francese
Ma se il debito, anche grazie all inflazione, è in traiettoria discendente, perché temere un default che , se non è avvenuto finora, avrebbe meno possibilità di accadere ora ?
 
Ma se il
Ma se il debito, anche grazie all inflazione, è in traiettoria discendente, perché temere un default che , se non è avvenuto finora, avrebbe meno possibilità di accadere ora ?
Italy Government Debt to GDP - 2023 Data - 2024 Forecast - 1988-2022 Historical

non credo che qualcuno sostenga che il debito pubblico italiano cresca esattamente ogni anno, questo per fortuna non è accaduto.

ma poi qui, perlomeno io, non faccio previsioni, mi limito a tentare di interpretare il recente passato ed il presente e ad esprimere qualche idea su possibili criticità future.

In particolare segnalavo che lo scenario per il nostro debito potrebbe divenire assai rapidamente sfavorevole per via della situazione non poco diversa rispetto a quella di appena 3 anni fa.

Siamo passati da una bce che faceva tutto il possibile per contenere i rendimenti del debito pubblico per spingere le banche a prestare, ad una bce che non vede l'ora che i rialzi dei tassi diffondano completamente effetto al fine di contenere l'inflazione. E "far completamente effetto" significa spingere i tassi di mercato ad adeguarsi ai tassi bce anche sulle scadenze non brevissime. E' uno scenario diverso rispetto a quello del decennio conclusosi nel 2020 compreso. Quei rendimenti bassissimi che abbiamo visto per anni su bond secolari europei erano dovuti ad uno scenario di bassa inflazione e precise scelte bce. Chi governa dovrebbe valutare la possibilità che non si torni a breve in quello scenario con le ovvie conseguenze sul costo del debito.

E' solo uno scenario, una possibilità, ma chi governa deve valutarla e prepararsi.

Quindi in quel messaggio precedente volevo sostenere che l'Italia forse non dovrebbe preoccuparsi troppo di particolari shock, tanto se son troppo gravi non vi è nulla da fare, se non son troppo gravi c'è l'Europa. E nemmeno il lungo periodo deve esser la priorità...poichè prima arriva il breve periodo, ed a breve non va escluso un buon rialzo del costo del debito semplicemente per via delle mutate condizioni dello scenario tassi-inflazione. Ed i mercati lo prezzerebbero subito, poichè causerebbe problemi a breve. Non siamo la Turchia che emette un bond ogni tanto.

Prendersela con la bce non ha molto senso, anche nel caso di tassi bce fermi a questo livello, se gli Usa alzano ancora con ogni probabilità potrebbe proseguire la preferenza per il dollaro. La zona euro ha inflazione più elevata che gli Us e tassi inferiori: normale che si comprino bond Us, anche vendendo bond europei. Il mercato è fluido. Se la fed alza i tassi, sale anche il costo del debito europeo indipendentemente dalle scelte bce. Inoltre la svalutazione dell'euro porta inflazione...ha poco senso prendersela con le azioni bce per il costo del debito

qui alcuni dati: Banca d'Italia - Finanza pubblica: fabbisogno e debito
 
Rendimento BTP 10 anni | Quotazione decennale Italia - Investing.com

L'Italia pare aver preso sul serio il problema dell'inflazione e così diamo pieno e vigoroso supporto al propagarsi al mercato degli effetti della politica monetaria.

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Chi legge questa sezione sa che non sono mai stati particolarmente pessimista sul debito italiano ed ogni tanto ho pure un po' preso in giro chi negli anni passati, prima del 2020 pronosticava disastri a breve; ma già circa 2 anni fa segnalavo che non era per l'Italia buona cosa lo spingere verso maggior spesa pubblica, poichè vi era il rischio di favorire inflazione elevata e rialzi dei tassi pericolosi per un paese come l'Italia.

In sostanza il deficit degli anni 2020, 2021, 2022, in buona parte sostanzialmente monetizzato e fatto erogando direttamente soldi per farli spendere in un periodo di restrizioni alla produzione (cosa diversa dal QE degli anni precedenti) ha favorito e causato l'inflazione che ci ha fatti uscire da quello scenario pre 2020 che era assai favorevole al debito italiano. Lo scenario era: inflazione contenuta e bce che fa QE creando una % crescente di debito praticamente non oneroso (utili bce girati ai singoli paesi) e rinnovato appunto dalla bce, che non segue gli umori del mercato, non è che si spaventa per qualcosa, un virus e decide che è meglio di uscire dal debito italiano.

Ecco, quello scenario che era appunto secondo me molto favorevole alla sostenibilità del nostro debito (e lo scrivevo già allora) si è rotto a causa dell'eccesso di spesa pubblica monetizzata ed il rischio di questa rottura causata esattamente in questo modo si vedeva già circa 2 anni fa e chi vuole può leggere in questa discussione i messaggi passati.
Paghiamo un prezzo per scelte ed errori assolutamente evitabili.

Tuttavia non vi è motivo per preoccuparsi: i ristoranti sono pieni
 
prendo spunto da questo articolo: Banche euro rischiano nuovo schiaffo Bce su riserve obbligatorie - FinanzaOnline

probabile che si vogliano limitare gli utili delle banche favoriti dallo scenario dei tassi di cui si è già detto. Una scelta con ogni probabilità dall'impatto modesto e priva di effetti macroeconomici e monetari, ma che offre qualche idea per dei ragionamenti. Lasciamo perdere considerazioni sul fatto che una bassa remunerazione dei depositi bancari presso la bce tende a contenere i rendimenti offerti dalle banche "commerciali" sui depositi bancari e potrebbe spingere i risparmiatori verso maggiori acquisti di titoli di stato. Tanto si parla di effetti con ogni probabilità trascurabili, in questo caso.

Più in generale...l'euro è liberamente convertibile, non abbiamo limitazioni dei flussi di capitali, possiamo liberamente comprare dollari e titoli di stato Us. Quindi le scelte che in qualsiasi modo vanno nella direzione di abbassare la remunerazione risk free in euro, riducono l'appetibilità dell'euro, lo indeboliscono poichè spingono verso l'acquisto di altre valute.

Con possibili effetti sui rendimenti non a brevissimo dei titoli di stato. L'Europa, con una valuta liberamente convertibile, deve esser molto cauta nell'usare metodi per contenere i rendimenti dei titoli di stato, perchè il contenimento di questi rendimenti, spinge a preferire altre valute (ed altri bond), in particolare in questo momento in cui la nostra inflazione è elevata, più elevata che quella Us.

I debiti pubblici europei devono poter sostenere tassi più elevati. Scusate, ho sbagliato: il debito pubblico italiano deve poter sostenere tassi nominali e reali più elevati.
Ed è rischioso pensare di poter lasciar correre l'inflazione, si rischierebbe di accentuare la fuga di capitali nel caso in cui non si rialzino adeguatamente i tassi. 22 anni di calo dei rendimenti e dell'inflazione, ci hanno illusi di poter lasciare certi ragionamenti ai soli paesi emergenti.

Sul breve e medio periodo vi è poco da fare, è così. Per il lungo periodo potrebbe esser valutata l'idea di "eurizzare", ma servirebbero deficit commerciale; un debito comune abbondante e liquido con buoni rendimenti (limitare le idee di monetizzazione, tassi reali negativi ecc) appetibile per paesi che vogliano reinvestire il surplus commerciale che avrebbero con la zona euro. Compreremmo ed importeremmo in euro, e chi ha surplus dovrebbe in ogni caso reinvestire in qualche modo...insomma saremmo in una situazione simile a quella degli Usa, ma è un argomento di cui si è già detto molto in passato.
Gli Usa approverebbero queste scelte e le favorirebbero, non si attiverebbero in alcun modo per boicottarle, indubbiamente:D
 
si noti come i mercati, sia azionario, sia obbligazionario abbiano seguito i cambiamenti della situazione.

6 mesi fa la narrativa forse principale era: la fed alza i tassi, arriva a breve (entro 6 mesi) un rallentamento economico favorito pure dalla crisi bancaria americana, e così poi la fed taglia i tassi. Personalmente pensavo a tagli solo a 2024 inoltrato, e pensavo a rialzi anche questa estate, però anche secondo me era facile attendersi un rallentamento economico, calo dell'inflazione e poi tagli dei tassi. Così, fiduciosi, i mercati salivano e la curva dei rendimenti restava bella invertita. Sarebbe stato appunto uno scenario favorevole anche all'azionario, con lento ritorno a tassi contenuti.

Negli ultimi 2 mesi abbiamo invece visto dati economici sull'economia Us migliori rispetto alle aspettative di 6-10 mesi fa, ed un'inflazione che cala, ma molto lentamente. E così i mercati scontano ormai da 2-3 mesi uno scenario di tassi più elevati più a lungo.

Il cuore della questione, di cui si parla però poco, è secondo me il deficit pubblico. Il deficit pubblico Usa al 6% circa in un anno di crescita e buoni dati sull'occupazione favorisce inflazione e buoni dati di crescita economica.

Da quel che si legge, il deficit Usa dovrebbe rimanere elevato anche il prossimo anno, poi si vedrà con il nuovo presidente, ma dubito voglia partire con un bel taglio al deficit.

Quindi per ora: deficit pubblico Us elevato, tassi elevati e dollaro forte

Probabile che prima o poi gli Us debbano ridurre questo deficit pubblico riducendo la spesa pubblica ed incrementando la tassazione. Ovvero attuando manovre tendenzialmente recessive. In generale sarebbe più opportuno sfruttare i periodi di crescita per limitare il deficit, per poi poterlo eventualmente incrementare nel caso di crisi economica. Naturalmente il dollaro è il dollaro e grazie alla dollarizzazione ed alla fama del dollaro dovuta a decenni di stabilità superiore a quella di altre valute gli Usa possono permettersi scelte che sarebbero assai più pericolose per altri paesi.
Però appunto, prima o poi dovranno tagliare il deficit pubblico e/o incrementare le tasse (magari tagliando drasticamente i tassi per compensare la manovra recessiva, favorendo la svalutazione del dollaro causa tassi bassi e bassa crescita)
 
In Europa BCE che potrebbe aver terminato i rialzi dei tassi 2023. Continua però il non rinnovo a scadenza di titoli che la bce comprò a partire dal 2015 tramite il programma app. Prosegue per ora il reinvestimento dei proventi de titoli pepp in scadenza, ovvero dei titoli comprati da marzo 2020 in seguito al covid.

Evitando il reinvestimento dei proventi dei titoli app la bce ottiene 2 effetti: il primo è un drenaggio di liquidità dal sistema economico; il secondo è il favorire l'estendersi degli effetti delle scelte sui tassi bce ai tassi di mercato, in pratica è favorito l'incremento dei tassi di mercato sino ad avvicinarli maggiormente ai tassi bce. Effetti probabilmente modesti, visti gli importi

Difficile dire se la bce agisce ancora con acquisti mirati al fine di ridurre lo spread italiano. Suppongo di sì; con l'idea che debba esservi una omogenea trasmissione delle scelte di politica monetaria al mercato. Diciamo che è servita un poco di fantasia per giustificare certe scelte ed evitare problemi legali. La bce potrebbe usare quanto incassa da titoli ad esempio tedeschi in scadenza (programma pepp) per comprar altri titoli, ma non tedeschi...italiani. E' il primo rapido tipo di intervento che può esser messo in atto per contenere le differenze nei rendimenti.

Monetary policy decisions
Quantitative Tightening: quanto rapidamente scenderà la detenzione di BTP da parte della BCE? | Università Cattolica del Sacro Cuore
 
Una breve considerazione sullo spread.

Si sente e legge sovente che avere uno spread di 200 punti base (2%) con rendimento tedesco al 3% sarebbe intrinsecamente peggio di un pari spread con titolo tedesco allo 0%; e questa affermazione è motivata sostenendo che appunto è più grave lo spread a partire da un titolo tedesco al 3% poichè si parte da un livello già elevato, appunto il 3% invece che zero.

Ma non credo si possa in generale concordare: se un decennale tedesco rende il 3% è perchè, causa inflazione, i tassi bce sono cresciuti. E di per sè non è detto che sia peggio uno spread di 200 pb a partire dal 3% piuttosto che da zero. Dipende in sostanza dai tassi reali. Questo perchè pil nominale ed entrate fiscali crescono come l'inflazione, a pil reale costante; anzi le entrate fiscali un poco di più per via del sistema delle aliquote. Se vi è un surplus, anche cresce come l'inflazione; se la bc compra bond, pagherà al tesoro rendimenti superiori, se i tassi e l'inflazione sono maggiori.
Quindi i motivi per i quali al crescere dell'inflazione e dei tassi è possibile che il debito italiano soffra, non credono possano esser ricondotti ad un generico "si parte da un tasso già di base superiore", ma sono più specifici e relativi alla situazione particolare...ad esempio abbiamo una bce che vende titoli, e non so se quest'anno inizierà a non redistribuire utili, dipende un po' da come vorranno gestire le perdite dei titoli che hanno in portafoglio.


Secondo me un elemento essenziale è che negli anni passati, con svariati titoli che rendevano zero o meno di zero, in ogni caso il mercato cercava comunque un minimo di rendimento, accettando più facilmente il rischio italia.

Avreste preferito, anni fa, un titolo tedesco a 1-2 anni, con rendimento negativo (ma perchè mai un privato dovrebbe comprarlo, per perder soldi?); o un bond italiano che rendeva comunque qualcosa?

Ed un mese fa, invece, meglio un titolo tedesco a 2 anni, oppure un titolo italiano a 2 anni? Ma perchè prendere l'Italia, visto che rendeva veramente poco di più?

Ovviamente anni fa, mai avrei preso un titolo tedesco a rendimento negativo, così come oggi e 2 mesi fa, vista la piccola differenza, preferirei invece il bund.
 
Gli elementi essenziali che rendono più aspra la situazione italiana mi paiono:

1) non vi son più titoli che rendon zero, e quindi il bund e moltissimi altri titoli, gran parte dei bond europei, che erano esclusi a priori da buona parte degli investitori, tornano appetibili.
Il bud a 10 anni aveva rendimento negativo anni fa; lo si poteva comprare solo sperando che il rendimento divenisse in qualche momento ancor più negativo. Un decennale italiano qualcosa rendeva. Quindi per molti neppure esisteva il confronto: compro il bund o l'italiano a 10 anni? Il bund era escluso a priori. Il titolo italiano lo si confrontava con quelli di altri paesi magari non europei o europei fuori zona euro, con rischio non trascurabile. Oggi invece chi compra confronta il titolo italiano anche ad 1 anno col bund, oltre che con altro.

2) bce che diviene venditore netto invece che compratore

3) debito pubblico italiano significativamente più elevato

facciamo un esempio:

Situazione A:

inflazione zero; titolo tedesco ad 1 anno che rende meno 0,1% e pari scadenza italiano che rende 0,4%. Non compro il titolo tedesco, a rendimento negativo, nemmeno lo valuto

situazione B:

inflazione al 3,1%; titolo tedesco a 1 anno che rende il 3% e titolo italiano che rende 3,5%. Io mi prendo il tedesco, o perlomeno si valuta
 
Ultima modifica:
facciamo il punto sulla situazione tassi europei

la bce potrebbe fermare i rialzi, con politica monetaria che potrebbe proseguire nel divenire più restrittiva tramite la crescita dei tassi di mercato; tramite il calo dell'inflazione (aumento dei tassi reali) e tramite l'alleggerimento del portafoglio titoli bce. E' quindi secondo me ragionevole che la bce fermi i rialzi, nell'attese di vedere un po' che capita all'inflazione e alla crescita economica, che appunto deve ancora certamente scontare buona parte dei rialzi dei tassi bce.

Come sappiamo la bce fissa i tassi di mercato risk free a breve (0-6 mesi) ed il resto, ovvero "tassi lunghi" e non risk free varia a seconda delle aspettative. Per metter qualche numero: germania a 6 mesi rende il 3,75% mentre a 10 anni 2,88%

Questi tassi lunghi sono quindi assai inferiori ai tassi a breve e sono indicativi dei tassi di mercato, che seguono andamento simile. Intendo dire che l'economia detta reale (prestiti di vario genere) segue più o meno questi tassi, anche lunghi (con spread vari) che appunto non si sono adeguati ancora ai tassi a breve.

Nel caso in cui la bce lasci i tassi a questo livello per molto tempo è assai probabile che i tassi lunghi convergano perlomeno verso quelli a breve, perlomeno per la germania. Quindi il decennale tedesco può ancora salire di rendimento. Ma nel caso in cui arrivino un paio di dati abbastanza sotto le aspettative per l'inflazione e la crescita economica europee, questa narrativa "higher for longer" si potrebbe facilmente interrompere lasciando spazio in poche settimane alla narrativa "porca miseria, abbiamo alzato troppo".

In sostanza secondo me chi vuol comprare un decennale tedesco con rendimenti dal 2,9-3% in su si assume ormai modesti rischi di svalutazione del titolo.

Si tenga presente che in questa situazione, con tassi di mercato lunghi ancora così distanti dai tassi a breve, la bce DEVE proporre la narrativa higher for longher, perchè se non lo facesse, se dicesse: sì abbiamo alzato, ma tranquilli tra 4-6 mesi è probabile inizino vigorosi tagli dei tassi; se dicesse o lasciasse intender questo allora renderebbe assai inefficace la trasmissione ai tassi di mercato delle scelte di politica monetaria, i tassi di mercato non a breve resterebbero assai bassi rendendo poi più probabili altri rialzi dei tassi. In pratica la bce sarebbe più probabilmente costretta a rialzare ancora, se dichiarasse che tra non molto taglia.

Viceversa la bce, dichiarando che i tassi resteranno probabilmente così a lungo, favorisce i rialzi dei tassi di mercato non a breve. E rende così in realtà più probabile che si arrivi rapidamente ad un taglio dei tassi.

Si noti l'equivocità della situazione: la bce sfrutta le aspettative, ma qualsiasi cosa dica è probabile che poi faccia altro. Tutto ciò potrebbe tendere a spingere per questa situazione:

la bce spinge per la narrativa higher for longer, così i tassi di mercato crescono anche su medie e lunghe scadenze (come abbiamo visto dal 13 settembre anzi già da prima) e si contengono inflazione e crescita. Ma così di fatto si spinge verso una situazione che richiederà poi tagli dei tassi oltre le attese. Non perchè la bce abbia sbagliato, ma perchè se ora la bce non spinge il mercato a credere che non taglierà, allora i tassi a lungo resterebbero troppo bassi.

Naturalmente se l'inflazione torna a crescere o smette di calare cambia tutto, ma il mio scenario di base è che l'inflazione continui a calare e la bce non rialzi più.

Direi che la bce avrebbe dovuto iniziare prima ed in maniera più aggressiva a vendere/non reinvestire a scadenza i proventi dei titoli a scadenza del suo portafoglio, favorendo il rialzo dei tassi di mercato anche su scadenze mediolunghe.

Si noti bene la differenza: il rialzo dei tassi bce impone il rialzo dei rendimenti a breve. La vendita di titoli in portafoglio su varie scadenze, anche non brevi, favorisce la convergenza dei tassi di mercato al tasso a breve, favorisce quindi la trasmissione al mercato delle scelte di politica monetaria.

Credo che la bce si sia contenuta sull'alleggerimento del suo portafoglio per motivi sostanzialmente politici, per non creare tensioni con qualche governo di qualche paese più indebitato (chissà quale)
 
Secondo me ormai i bond con scadenze 10-15 anni si posson prendere (appena preso): bce che potrebbe aver terminato coi rialzi e poco rendimento da recuperare per i bond lunghi per avere rendimento allineato a quelli brevi
 
In questo messaggio vi farò notare qualcosa che secondo me è importate e, credo, troverete interessante se seguite questioni monetarie. Sugli effetti delle aspettative

Conoscerete la curva dei tassi: Borsa Americana oggi | Mercati finanziari USA - Investing.com
Curva ancora invertita, rispetto a com'è nella maggior parte del tempo. Ed è stata ancor più invertita nei mesi scorsi, ovvero più pendente verso il basso. Perchè questo è significativo? Perchè è una curva che più o meno approssima, applicati i vari spread, l'andamento dei tassi di mercato nell'economia detta reale, i prestiti.

Quindi curva molto invertita, molto pendente verso il basso, significa che la politica monetaria non sta funzionando: non si trasmettono all'economia detta reale quei tassi maggiori che vorremmo e che agirebbero per contenere l'inflazione, che così continua a salire.

Ma perchè quella curva era ed in misura assai minore ancor è così invertita? Non credo per via dell'attesa di una recessione, ma principalmente per un altro motivo, come già scritto in passato: l'aspettativa di taglio dei tassi. E chi crea questa forte aspettativa? La fed stessa.

Quando Powell dice: adesso alziamo i tassi, non ci fermeremo sino a che l'inflazione non sia tornata al 2, alzeremo ancora ecc...insomma le frasi assai aggressive viste nei mesi passati, che hanno sin da subito creato la forte aspettativa che nel giro di pochi mesi l'inflazione sarebbe stata riportata a valori contenuti.
Ecco, se si crea questa forte aspettativa, sì forse si rendono meno probabili rivendicazioni salariali ed altri fenomeno che favorirebbero l'inflazione; però i tassi sui bond non brevi e anche nei normali prestiti nell'economia reale perchè dovrebbero crescere molto?

La logica è:

I tassi fed sono al 5%, ma la fed stessa garantisce che tempo pochi mesi l'inflazione torna bassa (e quindi la fed dovrà tagliare i tassi) e allora io che presto a 10 anni presto al 3% e non al 5% perchè già il 3 è un buon tasso, dato che tanto tra pochi mesi la fed taglia.

Ma allora i tassi ai quali funziona l'economia reale restano assai inferiori al tasso fed, e sono questi tassi dell'economia reale (chiamiamoli "tassi reali" ) ad essere importanti per il contenimento dell'inflazione, non quel 5% fed che impone solo i tassi a brevissimo.


E con tassi reali al 3% o comunque assai inferiori al tasso fed, l'inflazione non viene contenuta.

In realtà direi che si dovrebbe ipotizzare che siano i bond a implicare tassi reali bassi, ovvero se il decennale Usa rende il 3% io che presto alle imprese a 10 anni, mi regolo a partire da quel tasso; ma non cambia nulla: i bond a 10 anni restavano a rendimenti bassi proprio perchè il mercato si aspettava il contenimento dell'inflazione e quindi il taglio dei tassi.


Si noti quindi che se la fed fosse del tutto efficace nel creare aspettativa, se al primo rialzo dei tassi per contenere l'inflazione ed anche nei rialzi successivi avesse convinto in maniera assoluta il mercato della capacità della fed di contenere l''inflazione...i tassi di mercato non sarebbero praticamente mai cresciuti se non a breve, e l'inflazione avrebbe continuato a crescere. In effetti non è molto diverso da quanto abbiam visto.


Viceversa una fed assai poco credibile nel contenimento dell'inflazione avrebbe portato i tassi di mercato, i tassi reali, ad adeguarsi immediatamente ai tassi a breve o persino a salire a tassi ben più elevati: se ci si aspetta che la fed fatichi a contenere l'inflazione alzando i tassi, allora ci si aspetta che li alzi al 7% e io che faccio prestiti alle imprese a 10 e 15 anni, chiedo tassi assai elevati perchè credo che appunto la fed rialzerà assai con inflazione che credo salirà.


Quindi in pratica è la stessa credibilità della fed nel riportare in basso l'inflazione ad aver favorito il sostanziale fallimento nell'azione (chiaramente vi è stato anche altro, in particolare la spesa in deficit, ma qui concentriamoci sulla questione aspettative)

Così siamo arrivati a metà ed oltre del 2023 con inflazione che cala lentamente e curva tassi ancora assai invertita. E giustamente fed e bce, stanchi di sti mercati che avevano fiducia nel calo rapido dell'inflazione e dei tassi, han detto: higher for longer.

Ma non ci credono neppure loro: l'importante è che ci credano i mercati ed alzino sti rendimenti del decennale e quindi poi i tassi dei prestiti dell'economia detta reale, mutui compresi. Così poi finalmente, con inflazione contenuta, si taglieranno i tassi. E si dirà che ancora una volta i banchieri hanno sbagliato e non capiscono nulla e noi che facciamo tante chiacchiere siam più bravi.

Ma è che i banchieri, se sono credibili, non potevano che dir cose che sarebbero risultate false, quando un anno fa dicevano che avrebbero contenuto l'inflazione. Ed oggi pure, se sono credibili, se il mercato crede all'higher for longer alzando i tassi reali di mercato, allora questo higher for longer verrà smentito dai mercati e tutti diranno: la vecchia alla bce si è di nuovo sbagliata!
Ma in realtà potremo dire che finalmente tutto ha funzionato.

Quindi ora negli Usa siamo arrivati a questo punto della politica monetaria: abbiamo avuto fed e bce prima in ritardo di circa 4-6 mesi quando è partita l'inflazione, poi aggressive ma assai fiduciose del contenimento dell'inflazione. Ed è questo un altro punto non da poco, quel ritardo di 4-6 mesi nei rialzi ha poi favorito rialzi ed aggressività che appunto è stata creduta favorendo tassi di mercato bassi e curve assai invertite.

Quindi fed e bce all'inizio in ritardo di qualche mese, poi aggressive e credibili e quindi tassi reali di mercato bassi, inflazione che cresce e poi cala ma lentamente ed ora: higher for longer per favorire il rialzo finale dei tassi di mercato. Tassi che nell'ultimo mese sono cresciuti moltissimo, negli Usa ed in Europa. Quindi credo che l'effetto su economia ed inflazione non mancherà e appunto mi pare probabile spinga verso un robusto contenimento dell'inflazione e della crescita. Obbligando poi a tagliare i tassi più rapidamente del previsto ora.

La politica monetaria diviene più efficace ora che calano le aspettative di efficacia della politica monetaria (ovvero ora che cala l'aspettativa che siano sufficienti tassi moderati per contenere l'inflazione sul medio e magari lungo periodo e si inizia a credere che la fed li terrà a lungo alti)

Ed anche Jamie Dimon dà una mano, forse: parla di tassi al 6-7% perchè ci crede o perchè, come altre volte, pare esprimersi in sintonia con le esigenze della fed? Compra decennale Usa o titoli a 6 mesi? Ci terremo il dubbio.

Quindi, se tutto segue questa logica, ci si dovrebbe aspettare un consistente effetto su economia ed inflazione del rapido e recente rialzo dei tassi di mercato (curve assai meno invertite), con poi tagli dei tassi oltre le attuali aspettative. Ma nel 2024

Azionario che soffre questi tassi reali elevati (perchè comprare azioni se un bond Us a 6 mesi ed ora anche a 10 anni rendon bene?) e rischia di soffrire a questo punto anche per via di un possibile rallentamento della crescita.

Anche l'oro continuerà a soffrire per lo stesso motivo, secondo me è ancora da vendere. Periodo da bond, allungando le scadenze...magari non sull'Italia, dalla quale starei ben lontano
 
Ciao condivido buona parte delle tue analisi con qualche eccezione:
In stati a demografia decrescente e aumento età media, come usa e Eu tagliare le spese sociali per ridurre il debito mi pare davvero difficile,oltre che politicamente impopolare
-con questa premessa uno scenario non improbabile è continuo indebitamento a tassi sempre più alti, per convincere i privati a finanziare lo stato
- se ciò è vero investimenti in titoli lunghi anche solo 10 anni sono ancora piuttosto rischiosi in tale scenario, ok si portano a scadenza ma a rendimenti inferiori al mercato
 
Rendimento BTP 10 anni | Quotazione decennale Italia - Investing.com

L'Italia pare aver preso sul serio il problema dell'inflazione e così diamo pieno e vigoroso supporto al propagarsi al mercato degli effetti della politica monetaria.

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Chi legge questa sezione sa che non sono mai stati particolarmente pessimista sul debito italiano ed ogni tanto ho pure un po' preso in giro chi negli anni passati, prima del 2020 pronosticava disastri a breve; ma già circa 2 anni fa segnalavo che non era per l'Italia buona cosa lo spingere verso maggior spesa pubblica, poichè vi era il rischio di favorire inflazione elevata e rialzi dei tassi pericolosi per un paese come l'Italia.

In sostanza il deficit degli anni 2020, 2021, 2022, in buona parte sostanzialmente monetizzato e fatto erogando direttamente soldi per farli spendere in un periodo di restrizioni alla produzione (cosa diversa dal QE degli anni precedenti) ha favorito e causato l'inflazione che ci ha fatti uscire da quello scenario pre 2020 che era assai favorevole al debito italiano. Lo scenario era: inflazione contenuta e bce che fa QE creando una % crescente di debito praticamente non oneroso (utili bce girati ai singoli paesi) e rinnovato appunto dalla bce, che non segue gli umori del mercato, non è che si spaventa per qualcosa, un virus e decide che è meglio di uscire dal debito italiano.

Ecco, quello scenario che era appunto secondo me molto favorevole alla sostenibilità del nostro debito (e lo scrivevo già allora) si è rotto a causa dell'eccesso di spesa pubblica monetizzata ed il rischio di questa rottura causata esattamente in questo modo si vedeva già circa 2 anni fa e chi vuole può leggere in questa discussione i messaggi passati.
Paghiamo un prezzo per scelte ed errori assolutamente evitabili.

Tuttavia non vi è motivo per preoccuparsi: i ristoranti sono pieni
Io lavoro nel manifatturiero in particolare eolico / oil & gas / movimento terra / militare etc. Con i tassi così il mercato è ammazzato e praticamente tutti son fermi, chi ha bisogno di fare investimenti attende, i tassi sono troppo alti ! Gli unici che lavorano sono il food & beverage, nel 2024 la tendenza prosegue o potrebbe essere un'inversione? Fai conto che il rallentamento lo abbiamo sentito a Luglio 2022 (l'anno scorso !) ... e ora siamo praticamente fermi (così molte altre aziende)
 
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Io lavoro nel manifatturiero in particolare eolico / oil & gas / movimento terra / militare etc. Con i tassi così il mercato è ammazzato e praticamente tutti son fermi, chi ha bisogno di fare investimenti attende, i tassi sono troppo alti ! Gli unici che lavorano sono il food & beverage, nel 2024 la tendenza prosegue o potrebbe essere un'inversione? Fai conto che il rallentamento lo abbiamo sentito a Luglio 2022 (l'anno scorso !) ... e ora siamo praticamente fermi (così molte altre aziende)
ma è quello che succede nelle fasi restrittive dove si alzano i tassi per frenare l'economia e fare scendere l'inflazione ,peccato che questa inflazione non è data dalla forte domanda ma dall'offerta stessa che per colpa di alcune materie prime che sono schizzate alle stelle sono aumentati i costi di produzione portando aumenti con effetto domino ovunque , ne usciremo? forse ma dobbiamo avere la fortuna che questo inverno sia molto mite per non fare infiammare dalla speculazione gas e petrolio....
 
si noti come i mercati, sia azionario, sia obbligazionario abbiano seguito i cambiamenti della situazione.

6 mesi fa la narrativa forse principale era: la fed alza i tassi, arriva a breve (entro 6 mesi) un rallentamento economico favorito pure dalla crisi bancaria americana, e così poi la fed taglia i tassi. Personalmente pensavo a tagli solo a 2024 inoltrato, e pensavo a rialzi anche questa estate, però anche secondo me era facile attendersi un rallentamento economico, calo dell'inflazione e poi tagli dei tassi. Così, fiduciosi, i mercati salivano e la curva dei rendimenti restava bella invertita. Sarebbe stato appunto uno scenario favorevole anche all'azionario, con lento ritorno a tassi contenuti.

Negli ultimi 2 mesi abbiamo invece visto dati economici sull'economia Us migliori rispetto alle aspettative di 6-10 mesi fa, ed un'inflazione che cala, ma molto lentamente. E così i mercati scontano ormai da 2-3 mesi uno scenario di tassi più elevati più a lungo.

Il cuore della questione, di cui si parla però poco, è secondo me il deficit pubblico. Il deficit pubblico Usa al 6% circa in un anno di crescita e buoni dati sull'occupazione favorisce inflazione e buoni dati di crescita economica.

Da quel che si legge, il deficit Usa dovrebbe rimanere elevato anche il prossimo anno, poi si vedrà con il nuovo presidente, ma dubito voglia partire con un bel taglio al deficit.

Quindi per ora: deficit pubblico Us elevato, tassi elevati e dollaro forte

Probabile che prima o poi gli Us debbano ridurre questo deficit pubblico riducendo la spesa pubblica ed incrementando la tassazione. Ovvero attuando manovre tendenzialmente recessive. In generale sarebbe più opportuno sfruttare i periodi di crescita per limitare il deficit, per poi poterlo eventualmente incrementare nel caso di crisi economica. Naturalmente il dollaro è il dollaro e grazie alla dollarizzazione ed alla fama del dollaro dovuta a decenni di stabilità superiore a quella di altre valute gli Usa possono permettersi scelte che sarebbero assai più pericolose per altri paesi.
Però appunto, prima o poi dovranno tagliare il deficit pubblico e/o incrementare le tasse (magari tagliando drasticamente i tassi per compensare la manovra recessiva, favorendo la svalutazione del dollaro causa tassi bassi e bassa crescita)
passavo da queste parti e non ho potuto resistere dal non commentare ...
https://www.usdebtclock.org/ la situazione americana è ben diversa da come c'e' la vogliono raccontare manipolando i dati a loro piacere,molto probabile in questo frangente sono già proiettati con la testa in campagna elettorale ed i dati devono andare in quella direzione , npl nelle banche in prima linea sul territorio a livelli record ,tanto che il governo ci ha dovuto mettere una pezza da 100 mld per tamponare , mercato immobiliare in crollo verticale e occupazione tutt'altro di come c'e' la raccontano , ...la politica scellerata dei Dem porterà gravi conseguenze nel medio lungo periodo ,una brusca frenata a queste scelte scellerate potrebbe arrivare dalle elezioni nel 2024 con la vittoria dei repubblicani che metteranno fine a questa stupida guerra e alle spese folli dei Dem con a capo il peggiore presidente di sempre ...
 
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ma è quello che succede nelle fasi restrittive dove si alzano i tassi per frenare l'economia e fare scendere l'inflazione ,peccato che questa inflazione non è data dalla forte domanda ma dall'offerta stessa che per colpa di alcune materie prime che sono schizzate alle stelle sono aumentati i costi di produzione portando aumenti con effetto domino ovunque , ne usciremo? forse ma dobbiamo avere la fortuna che questo inverno sia molto mite per non fare infiammare dalla speculazione gas e petrolio....
ok, ma dal punto di vista industriale vedi una ripartenza inizio 2024 o sarà ancora patimento
 
Ciao condivido buona parte delle tue analisi con qualche eccezione:
In stati a demografia decrescente e aumento età media, come usa e Eu tagliare le spese sociali per ridurre il debito mi pare davvero difficile,oltre che politicamente impopolare
-con questa premessa uno scenario non improbabile è continuo indebitamento a tassi sempre più alti, per convincere i privati a finanziare lo stato
- se ciò è vero investimenti in titoli lunghi anche solo 10 anni sono ancora piuttosto rischiosi in tale scenario, ok si portano a scadenza ma a rendimenti inferiori al mercato
Mi pare che l'Italia non abbia neppure una spesa sanitaria particolarmente elevata rispetto alla media dei paesi sviluppati. Non credo quindi debba tagliare la spesa sanitaria. Però penso che accadrà, verrà considerata una "soluzione". Una scelta naturalmente pessima.

Io lavoro nel manifatturiero in particolare eolico / oil & gas / movimento terra / militare etc. Con i tassi così il mercato è ammazzato e praticamente tutti son fermi, chi ha bisogno di fare investimenti attende, i tassi sono troppo alti ! Gli unici che lavorano sono il food & beverage, nel 2024 la tendenza prosegue o potrebbe essere un'inversione? Fai conto che il rallentamento lo abbiamo sentito a Luglio 2022 (l'anno scorso !) ... e ora siamo praticamente fermi (così molte altre aziende)

Credo che entro 1 mese vedremo gli effetti dei recenti rapidi rialzi dei tassi di mercato

passavo da queste parti e non ho potuto resistere dal non commentare ...
https://www.usdebtclock.org/ la situazione americana è...
probabile che debbano, prima o poi, tagliare la spesa pubblica limitando il deficit. Così avranno tendenzialmente minor crescita, quindi tassi di interesse ed inflazione bassi e dollaro debole, ma chissà quando accadrà
 
In questo messaggio vi farò notare qualcosa che secondo me è importate e, credo, troverete interessante se seguite questioni monetarie. Sugli effetti delle aspettative

Conoscerete la curva dei tassi: Borsa Americana oggi | Mercati finanziari USA - Investing.com
Curva ancora invertita, rispetto a com'è nella maggior parte del...
E proseguendo i ragionamenti a partire da questo messaggio sopra, che vi consiglio di leggere, se vi interessa la politica monetaria:

notate che se ora i mercati non credessero per nulla all'higher for longer, allora diverrebbe più probabile che si verifichi. Se il mercato reale continua a far prestiti decennali e ventennali a tassi bassi, perchè ritiene che fed e bce a breve riporteranno l'inflazione al 2% (e quindi taglieranno i tassi), allora diverrebbe più probabile il non contenimento a breve dell'inflazione e crescerebbe la probabilità di higher for longer. Se i mercati non credono alle parole della fed e della bce e all'higher for longer, l'higer for longer si verifica

Viceversa se i mercati credessero completamente all'higer for longer, ecco che avremmo tassi di mercato non più invertiti e assai elevati con conseguente rapido contenimento dell'inflazione e successivo taglio dei tassi. Se i mercati credono ai banchieri e all'higher for longer, l'higher for longer non si verifica.

Quindi se i mercati prendono posizioni nette nel credere/non credere ai banchieri centrali, cresce la probabilità che si verifichi il contrario di ciò in cui credono.

In maniera simile, quando fed e bce hanno iniziato i rialzi sostenendo che l'inflazione sarebbe stata rapidamente riportata al 2% accadeva che: se i mercati ci credono, allora i tassi di mercato restan bassi e tende a fallire il tentativo di contenere l'inflazione. Quindi se i mercati ci credono nettamente, la cosa non si verifica.
Se i mercati non ci credono che l'inflazione è momentanea e tornerà presto al 2 e quindi rialzano i tassi di mercato anche a lunga scadenza mantenendo curva pendente verso l'alto (pendenza positiva), allora nuovamente tende a verificarsi l'opposto di cosa si attendono i mercati, perchè rialzando i tassi di mercato contengono l'inflazione.

Higher for longer non è quel che pensano i banchieri centrali, ma è solo un metodo per contenere l'inflazione...ed evitare proprio l'higher for longer.

E quindi ora dove siamo?

Secondo me potremmo essere al punto in cui i mercati hanno creduto a sufficienza all'higer for longher, portando nelle ultime settimane a curve dei tassi via via meno invertite.


I banchieri centrali dovrebbero attendere conferme dai dati sull'inflazione prima di dire: "ops, l'higer for longher è stato un bel film, ma è finito". Dovrebbero continuare a dire: "probabilmente taglieremo solo a fine 2024, e solo se l'inflazione scende ". E Jamie Dimon dovrà dir ancora che si aspetta magari tassi al 7%.

Poi appena avranno conferme confortanti sull'inflazione, si cambierà film.

E già me li vedi i titoli su alcuni giornali italiani: "La vecchia di Francoforte ha sbagliato ancora e adesso taglia i tassi alzati troppo; l'Italia paga per questi errori; noi lo dicevamo già mesi fa"

In Italia su questioni economiche, anche monetarie, alcuni economisti sono troppo silenziosi. Chi si esprime su questi argomenti? Pochi, ad esempio Boldrin, Seminerio, (tramite youtube) ma pochi altri. E questo è un peccato poichè si lascia così ampio spazio, troppo spazio a portatori di idee completamente assurde.

A me pare che bce e fed stiano facendo bene e credo che bond a scedenza lunga si possan comprare. Vedremo cosa accade
 
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ok, ma dal punto di vista industriale vedi una ripartenza inizio 2024 o sarà ancora patimento
se avessi queste certezze sarei ricco ,per me dai dati che vedo come il ppi arriverà una recessione economica globale marcata ,ma non so ancora quanto e se con in mezzo il classico cigno nero da fare crollare gli indici azionari di un 40-50%
 
Mi pare che l'Italia non abbia neppure una spesa sanitaria particolarmente elevata rispetto alla media dei paesi sviluppati. Non credo quindi debba tagliare la spesa sanitaria. Però penso che accadrà, verrà considerata una "soluzione". Una scelta naturalmente pessima.



Credo che entro 1 mese vedremo gli effetti dei recenti rapidi rialzi dei tassi di mercato


probabile che debbano, prima o poi, tagliare la spesa pubblica limitando il deficit. Così avranno tendenzialmente minor crescita, quindi tassi di interesse ed inflazione bassi e dollaro debole, ma chissà quando accadrà
quando dovranno tagliare i tassi con una recessione economica alle porte ,anche se ci vogliono fare credre mettendo la sporcizia sotto al tappeto ad una soft landing :yes:
 
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