facciamo il punto sulla situazione tassi-rendimenti bond ed inflazione.
1) Dovrebbe ormai esser chiaro che quell'idea di avere bc che definiscono in maniera credibile quali sono (o dovrebbero essere) le aspettative di inflazione, al fine di contenere l'inflazione, non funziona. L'idea sarebbe: la bce dichiara in maniera credibile che l'inflazione tornerà ben presto al 2% e così si ancora l'aspettativa di inflazione a quel 2% e non ci sono grandi pretese salariali, le aziende pure alzano poco i prezzi e aspettandosi inflazione bassa non concedono rialzi salariali e così, se tutti si attendono inflazione bassa, convinti dalla BCE, allora ecco che l'inflazione resta o torna rapidamente bassa.
Abbiamo infatti ascoltato a turno Lagarde, Powell, Yellen, negli anni passati, sostenere che l'inflazione fosse transitoria e che a breve sarebbe tornata assai contenuta.
Peccato che tutta questa roba, tutto questo credere di poter ottenere inflazione bassa convincendo le persone, gli operatori del mercato, che sarà bassa, paia sempre più una controproducente fesseria. Perchè? Perchè i tassi di mercato (quelli che regolano gran parte dell'economia, mutui, prestiti di ogni tipo, bond societari, finanziamenti...) non a brevissimo, seguono le aspettative, non i tassi della bc.
Quindi se la bce convince "tutti" che tra poco l'inflazione torna al 2%, i tassi di mercato a 2, 5, 10, 20, 40 e 50 anni, quelli che regolano maggiormente ed influiscono maggiormente sull'economia e sull'inflazione restano bassissimi, molto più bassi dei tassi della bc e dei tassi a 3 e 6 mesi imposti direttamente dalla bc. E l'inflazione stenta a scendere, anche con bc che alzano assai i tassi, poichè i tassi di mercato restano bassissimi.
2) Quindi a settembre 2023 i banchieri di fed e bce han pensato bene di far impennare i tassi di mercato vendendo il film "higher for longer". E sappiamo bene quanto così siano saliti i rendimenti dei bond, i tassi sui mutui ecc, sino ad ottobre 2024. Con conseguente netto calo dell'azionario e delle quotazioni dei bond, sino appunto ad ottobre 2023. Cali delle quotazioni azionarie e dei bond che hanno un effetto di contenimento dell'inflazione.
3) poi da novembre 2024 in poi i banchieri di fed e bce, sorpresi dalla riuscita del loro piano (netto rialzo dei tassi di mercato mentre l'inflazione calava), non hanno confermato il film "higher for longher". Ed il mercato ha risposto in maniera immediata: borse in netto rialzo, bond saliti anche del 40% e più. Cose che hanno effetto inflattivo, uno scenario che può anche aver ridato fiato in generale all'economia, ai consumi, al credito, con tassi riscesi a valori assai contenuti, il decennale tedesco è arrivato a rendere meno dell' 1,9% a fine dicembre. Sono tassi di mercato bassi con inflazione assai superiore. Ha poco senso concentrarsi principalemnte sui tassi a brevissimo e sui tassi bce.
4) Così con tassi di mercato che in realtà son stati alti giusto per poche settimane tra settembre ed ottobre e son poi riscesi a valori contenuti, siamo arrivati a gennaio 2024. Con tassi di mercato ancora contenuti, economia americana in buone condizioni, europea un po' meno, ma soprattutto inflazione americana oltre le attese ed europea non bassa come ci si poteva attendere 3 mesi prima. Ed oggi fed e bce non sanno bene se confermare o no i tagli dei tassi.
5) A me sembra che questi tassi di fed e bce, a questi livelli, siano troppo alti. E' difficile credere che siano sostenibili sul lungo periodo e che si possano lasciare così, con rendimenti dei bond a 7 anni che si adeguerebbero e dovrebbero salire (dal rendimento attuale) di un 1,5% circa nel rendimento e con tutti i vari rendimenti di mercato che salirebbero ancor più. L'effetto sull'economia sarebbe quasi certamente notevole e si avrebbero grandi perdite sull'obbligazionario, ed anche sull'azionario, probabilmente, con effetti deflattivi. Oltre a possibili tensioni su alcuni debiti pubblici.
Non capisco quindi il senso di avere tassi bce e fed così alti, ma con fed e bce che buttano acqua sul fuoco e limitano la crescita dei rendimenti, se questi tendono ad adeguarsi ai tassi imposti da fed e bce stesse.
Non sarebbe meglio smettere di far danni con tutta quella comunicazione ? Con quella creazione di aspettative (è transitoria, tra poco torna al 2%, ottimo così i tassi di mercato restano bassissimi e l'inflazione cresce). E poi con quell'higher for longer durato un mese e mezzo e soprattutto buttato via prima che i tassi a lungo si allineassero a quelli a breve, giustamente, perchè i tassi a breve sono troppo alti.
Ma allora non sarebbe meglio tagliare subito di 0,25 e poi eventualmente di un altro 0,25 e semplicemente attendere, mesi, forse anni ? Limitando quella comunicazione che ha fatto essenzialmente danni? Così nel tempo, con calma, tagliando di 0,25 (e poi forse, a seconda dei dati di un altro 0,25) e limitando la comunicazione, i tassi di mercato di medio e lungo periodo salirebbero, magari si arriverebbe a curva dei tassi non invertita. Ma senza tassi bc troppo alti e quindi senza l'esigenza di doversi esprimere per favorire cali dei rendimenti non appena tendono ad adeguarsi ai tassi bc. Anche perchè i mercati amplificano, interpretano 2 frasi come dovish ed i rendimenti di un decennale crollano da un 3% all'1,8% in pochi mesi, con un riflesso su tutti gli altri tassi ai quali funziona il mercato, con un impatto sui listini e soprattutto sull'inflazione.
Tagliando i tassi di 0,25 e poi forse di 0,25 ancora, si potrebbe poi limitare la comunicazione e banalmente attendere la risalita dei tassi di mercato, senza più pensare di dover intervenire per contenerla. Con la prosecuzione dell'alleggerimento del portafoglio di fed e bce
Inoltre questi ormai secondo me eccessivi tassi a breve garantiscono alle banche rendimenti ed utili veramente importanti, come fa notare Boldrin in qualche video.