Iniziative di welfare aziendale

  • Ecco la 67° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    Nell’ultima settimana borsistica, i principali indici globali hanno messo a segno performance positive. In assenza di dati macro di rilievo, gli operatori si sono focalizzati sugli utili societari e sulle banche centrali. La stagione delle trimestrali è infatti entrata nel vivo in Europa e a Piazza Affari con oltre la metà dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib ad alzare il velo sui conti. Per quanto riguarda le banche centrali, la Reserve Bank of Australia ha lasciato i tassi di interesse invariati, come previsto. Anche la Bank of England ha lasciato fermi i tassi, con due voti a favore di un taglio immediato sui nove totali. La Riksbank svedese ha invece tagliato i tassi per la prima volta in otto anni, riducendo il costo del denaro di 25 punti base al 3,75%, evidenziando la divergenza dell’Europa dalla linea dura della Fed. Per continuare a leggere visita il link

Nel mio caso non ci sono cambiamenti nella contrattazione di secondo livello (rivista l'anno scorso per il triennio 2016-2018).
Questa di quest'anno è solo una possibilità volontaria di stornare una parte del premio (premio già definito sia per criteri legati alla produttività ed ai risultati aziendali che per ammontare) a questa forma di welfare aziendale previsto dalla finanziaria approvata a fine 2016.
E' chiaro che il recupero fiscale verrebbe ripartito tra l'azienda ed i lavoratori che decidessero di aderire.

Vediamo se ho capito,fino all'anno scorso c'era un tetto di welfare di 2000 eu,quest'anno questo tetto è stato portato a 3000.L'azienda su basi volontarie propone di ripartire la somma in due parti è cosi.Ovvero perchè parli di 1500eu
 
Vediamo se ho capito,fino all'anno scorso c'era un tetto di welfare di 2000 eu,quest'anno questo tetto è stato portato a 3000.L'azienda su basi volontarie propone di ripartire la somma in due parti è cosi.Ovvero perchè parli di 1500eu

:clap:
 
@mander lo sai che ti voglio bene come se tu fossi normale. Però mi fai la cortesia di lasciare la discussione un attimo ferma sulla mia domanda?


La ripropongo.

Il mio calcolo è corretto o ci sono degli errori?

Secondo me è giusto nei numeri ma non nelle conclusioni.
Le quote inps che avresti messo tu, in realtà ti vengono date in mano sotto forma di benefit e non vanno all'inps, quindi non le devi recuperare.
Come pure il contributo che avresti dato al fonchim ti viene dato in mano nei 1500 netti, e non va al fonchim.
In realtà tu perdi sostanzialmente il 23% che il datore avrebbe dovuto dare all'inps e che non da più e la maggior quota di tfr che il datore avrebbe dovuto accantonare e non accantona più.
In definitiva se tu li avessi avuti in busta paga avresti avuto:
1.131,44€ netti subito +
137,85€ di inps che sono sempre soldi tuoi che però dai temporaneamente all'inps +
4,50€ + 100,50€ della fonchim che sono pure quelli soldi tuoi temporaneamente dati al fonchim

totale 1374.29
INVECE TI DANNO 1500 euro

Il datore di lavoro per contro avrebbe dovuto tirare fuori per conto tuo
357.15 euro per l'inps +
103.60 euro di tfr +
34.50 euro al fonchim

cioè 495.25 euro

Quindi se avessi avuto i soldi in busta paga, tra quelli che avresti preso cash e quelli che avresti preso in maniera differita al momento del pensionamento e del pagamento del tfr avresti sommato:
1374.29 + 495.25 = 1869.54 di cui 1131 cash subito e 738.54 rivalutati (forse) al momento del pensionamento
Col benefit ne prendi 1500 subito + gli sconti delle convenzioni grazie ai quali quei 1500 possono aumentare il loro potere d'acquisto che altrimenti sarebbe stato inferiore (tipo la palestra senza convenzione sarebbe costata 500 euro, ma per i convenzionati ne costa 400)...

Alla fine parliamo, secondo me di poche decine di euro all'anno. Forse anzi, qualcosa ci guadagni
 
E nel frattempo il buon Linguella parla proprio di welfare integrativo.
La sanita integrativa: verso un obamacare all’italiana | Previdenza complementare

Io invece mi chiedo questo: dove guadagnano i fondi/gruppi/mutue che offrono assicurazioni sanitarie?
Mi spiego: per come ti propongono la "polizza" sembrerebbe una pacchia. Su radio radio per esempio propongono, a fronte di una quota ridicola di 2 euro e mezzo al giorno (poco più di 900 euro all'anno) una copertura apparentemente integrale per tutta la famiglia non importa quanto numerosa.
Io fino ad oggi (e siamo all'inizio di Marzo) ho già speso per me, le mie 2 figlie e mia moglie, 150 euro di ecografie, 200 euro di analisi, 600 euro di cure dentistiche (apparecchio), almeno 150 euro di medicine e 100 euro di visite specialistiche... e non stiamo male... sono semplici controlli (fegato, tiroide, dietologo, dentista, cardiologo, ginecologo... mia figlia 18enne è un po' in sovrappeso e non ha mestruazioni da agosto... e ovviamente non è incinta! :D).
Insomma io in manco 3 mesi mi ero rifatto con gli interessi della spesa annuale della copertura. A fine anno, anche se non succede che qualcuno si debba operare (io per esempio dovrei prima o poi togliermi la cistifelia), avremo raddoppiato i 900 euro di canone mutualistico... senza essere soci della mutua! Se lo fossimo, io penso che anche non avendone bisogno, faremmo tutti gli esami possibili e immaginabili e dunque: analisi del sangue x 4 tutti gli anni, ecografie a gogo, risonanze magnetiche ad ogni doloretto, mammografie e pap test a iosa... e qualsiasi cosa la medicina preventiva possa proporre. Come guadagnano queste mutue se tutti facessero così? (e io non vedo alcun motivo per cui tutti non lo debbano fare)
 
Io invece mi chiedo questo: dove guadagnano i fondi/gruppi/mutue che offrono assicurazioni sanitarie?
Mi spiego: per come ti propongono la "polizza" sembrerebbe una pacchia. Su radio radio per esempio propongono, a fronte di una quota ridicola di 2 euro e mezzo al giorno (poco più di 900 euro all'anno) una copertura apparentemente integrale per tutta la famiglia non importa quanto numerosa.
La risposta sintetica è "Non lo so".

Teoricamente una polizza assicurativa dovrebbe far guadagnare per la legge dei grandi numeri. Aderiscono in mille, 950 pagano di più di quello che gli viene rimborsato, 50 hanno rimborsato più di quanto hanno pagato ma comunque resta un delta che si pappa la compagnia.

In più penso che le convenzioni che stipulano con chi eroga i servizi sanitari garantiscano loro degli altri introiti visto che indirizzano i pazienti verso la clinica Pluto anziché Paperino, lo studio Pippo anziché lo studio Topolino.

Certo è che stanno venendo su come i funghi e non pare che ne chiuda mai uno... boh!
Però dal lato del cittadino il rischio è piccolo visto che l'iscrizione è a tempo. Se non ottieni i rimborsi che chiedi fai presto a cambiare fondo.
 
Ok mander. Ora se ti va mi spieghi perché secondo te no?

Perchè la massaia di Voghera che ha il marito chimicofarmaceutico, quadro, partirebbe subito dall'irpef che paga in forma ridotta(avete detto il 10% ma non sono riuscito a riscontrare il dato),supponendo :

- aliquota marginale 41
- addizionali 2

Avremo :irpef - irpef ridotta - contributo inps datore - contributo pc e tfr = 41 + 2 -10 -23 - 10 = equivalenza perfetta.

In termini immediati non c'è vantaggio,quello va tutto al datore,e come dicevo ieri questa è materia sindacale.
Se però entriamo nel merito i vantaggi possono rientrare utilizzando appieno le alternative offerte in materia di pc,fas,e quant'altro previsto

In particolare per quanto riguarda la pc leggo:

Previdenza complementare: è stato previsto che la conversione del bonus welfare non concorra all’eventuale superamento del plafond di deducibilità previsto per la previdenza complementare. Ovvero se complessivamente la contribuzione a carico azienda e dipendente, incrementata dalla conversione del bonus, supera il limite dei 5.164€ annui, la quota eccedente (se imputabile al bonus convertito) è ancora interamente deducibile dall’IRPEF.
vantaggio
Quindi se butti il grano nella pc,nel fas e usi lo strumento in modo ottimale per te e per la famiglia l'affare ci sta tutto.
 
Avremo :irpef - irpef ridotta - contributo inps datore - contributo pc e tfr = 41 + 2 -10 -23 - 10 = equivalenza perfetta.

Al di là che non capisco perché fai 41-10, ma stai facendo lo stesso errore di fondo che ieri avevo fatto io inizialmente nel post dei calcoli. 41,10,23,eccetera vanno applicati a montanti diversi. L'IRPEF la devi applicare al Reddito Lordo che è pari al montante contributivo meno i vari contributi (INPS, TFR, Fonchim). Quindi l'operazione di sopra è sbagliata concettualmente, sei messo molto peggio della massaia di Voghera a meno che tu non voglia insinuare che le massaie di Voghera non si sappiano fare i conti...;)

In particolare per quanto riguarda la pc leggo:

Previdenza complementare: è stato previsto che la conversione del bonus welfare non concorra all’eventuale superamento del plafond di deducibilità previsto per la previdenza complementare. Ovvero se complessivamente la contribuzione a carico azienda e dipendente, incrementata dalla conversione del bonus, supera il limite dei 5.164€ annui, la quota eccedente (se imputabile al bonus convertito) è ancora interamente deducibile dall’IRPEF.

Quindi se butti il grano nella pc,nel fas e usi lo strumento in modo ottimale per te e per la famiglia l'affare ci sta tutto.
Sì, qui c'ero arrivato pure io. Però non ho voglia di mettere altri 1500€ nel Fonchim, già sono al massimo deducibile e penso che va bene così.
Ci voglio mettere per certo quel che serve ad andar pari (vedi calcoli di @bigmad - 495,25€, o i miei - 633,10€) più un altro cuscinetto di sicurezza.
Siccome sarà erogata in 3 rate da 500 (totale 1.500), penso che ad ogni rata destinerò la metà - 250€ - al Fonchim. In totale così metterò 750€ nel fondo e 750€ destinati ad altro.

In tutto ciò ieri ho chiesto alle Risorse Umane in quanti hanno aderito e mi hanno detto che siamo intorno al 7% della popolazione aziendale. Un successone...
 
Al di là che non capisco perché fai 41-10, ma stai facendo lo stesso errore di fondo che ieri avevo fatto io inizialmente nel post dei calcoli. 41,10,23,eccetera vanno applicati a montanti diversi. L'IRPEF la devi applicare al Reddito Lordo che è pari al montante contributivo meno i vari contributi (INPS, TFR, Fonchim). Quindi l'operazione di sopra è sbagliata concettualmente, sei messo molto peggio della massaia di Voghera a meno che tu non voglia insinuare che le massaie di Voghera non si sappiano fare i conti...;)


Sì, qui c'ero arrivato pure io. Però non ho voglia di mettere altri 1500€ nel Fonchim, già sono al massimo deducibile e penso che va bene così.
Ci voglio mettere per certo quel che serve ad andar pari (vedi calcoli di @bigmad - 495,25€, o i miei - 633,10€) più un altro cuscinetto di sicurezza.
Siccome sarà erogata in 3 rate da 500 (totale 1.500), penso che ad ogni rata destinerò la metà - 250€ - al Fonchim. In totale così metterò 750€ nel fondo e 750€ destinati ad altro.

In tutto ciò ieri ho chiesto alle Risorse Umane in quanti hanno aderito e mi hanno detto che siamo intorno al 7% della popolazione aziendale. Un successone...

Il 41 è arbitrario,il 10 l'ho appreso qui'.La massaia di Voghera è celebre perchè ragiona per concetti per understatement,cosicchè se ha un marito quasi normale pensa alla equivalenza dei finocchi con l'aneto o al porro con le cipolle,alle pere con le mele,alla pensione inps con quella complementare e cosi via.

In pratica usando la testa della massaia,se il marito quasi normale porta a casa 1500 eu in più ma diminuisce i contributi inps e della pc,a parita' di altre condizioni non permette al marito di dire(ha ma io ho raggiunto il tetto detraibile come pc), e quindi impone al marito di ripristinare l'equivalenza versando l'ìimporto corrispondente del bonus o tutto,avendo dalla sua parte il vantaggio fiscale che Poletti ha consentito.

Che l'iniziativa possa avere successo o meno dipende essenzialmente da come viene spiegata e percepita e utilizzata .Ma che sia un passo avanti non ho alcun dubbio.
 

Se inteso come capacità di razionalizzare i fatti della vita,per quelli che sono l'accetto volentieri.

TE, TU,a volte ragioni come un mio amico di gioventù:quando andavamo a donne al momento di pagare faceva sempre storie:non ti mittisti bona, non mi dasti piaciri e cose cosi'
 
OK!


trattasi comunque di una cosa positiva e molto favorevole per ogni lavoratore.


Sarei curioso di sapere,e magari chiedo a te @mander, il perchè scegliere la percentuale datoriale in base a retribuzione tabellare (2 o 3 voci fisse - quindi di fatto quota sempre fissa e uguale tutti i mesi) piuttosto che in base a retribuzione mensile come in altri fondi negoziali........

la mia risposta è che nel primo modo l'azienda versa di meno.....potrebbe essere questa la risposta corretta? oltre che a scelte sindacali di settore?

Il motivo può dipendere da tante cose.
Se sei un autoferrotranviere, ad esempio, nella remunerazione di alcuni immagino possano entrare indennità guida, straordinari... mentre altri (gli impiegati, o gli operai dell'officina) avrebbero probabilmente solo la tabella base.
in questo modo l'azienda farebbe un'automatica perequazione tra i dipendenti.
Ma è solo un'ipotesi...
 
Ripeto: c’è altro? Grazie.

Io ragiono in modo diverso.
Ad esempio: i contributi allINPS non possono essere equiparati ai contributi a Fonchim, o alle imposte sui redditi.

I primi infatti servono solo a generare un numero (il montante), cui verrà applicato un coefficiente, per calcolare la tua pensione (nel futuro), che percepirai per un periodo incerto. Essi hanno quindi un valore solo stocastico: potremmo dire in prima grossolana approssimazione che per una sopravvivenza media dopo l'età del pensionamento, i coefficienti di conversione fanno sì che si recuperi (al lordo delle tasse) una cifra pari al 100% del montante. Semplifichiamo nuovamente il modello a vantaggio del lavoratore, e assumiamo che quindi i 360 di contributo aziendale all'Inps, che verranno mediamente spalmati per tutta la durata della pensione, vengano incassati tutti al primo anno. Ma mancano -assumiamo- 15 anni alla pensione. Quindi devo calcolare quanto valgono oggi 360 Euro lordi incassati tra 15 anni. Nei modelli di scelta intertemporale del consumo (Ramsey) si assume in genere un valore di sconto del 5% annuo. Favoriamo ancora il lavoratore, e scontiamo il tutto al 3%: 103%^15 = 156%. Cioè i 360 di contributo all'Inps perso "equivalgono" a 230 Euro correnti lordi persi (l'equivalenza è media, e sotto la lunga serie di ipotesi descritta).

Viceversa l'Irpef pagata nell'anno, o un contributo al fondo pensione incrementano o decrementano direttamente il reddito o il risparmio del lavoratore nello stesso periodo.
 
Il motivo può dipendere da tante cose.
Se sei un autoferrotranviere, ad esempio, nella remunerazione di alcuni immagino possano entrare indennità guida, straordinari... mentre altri (gli impiegati, o gli operai dell'officina) avrebbero probabilmente solo la tabella base.
in questo modo l'azienda farebbe un'automatica perequazione tra i dipendenti.
Ma è solo un'ipotesi...

Condivido,lo avevo pensato anche io.
Rimane il fatto che in altri contesti e/o categorie, è mantenuto il calcolo sulla retribuzione mensile pur distinguendo le varie ed eventuali indennità e voci tabellari.....in poche parole se ne fregano della perequazione.

Dal mio punto di vista sarebbe più incentivante e corretto......opinione personale e discutibilissima
 
Io ragiono in modo diverso.
Ad esempio: i contributi allINPS non possono essere equiparati ai contributi a Fonchim, o alle imposte sui redditi.

I primi infatti servono solo a generare un numero (il montante), cui verrà applicato un coefficiente, per calcolare la tua pensione (nel futuro), che percepirai per un periodo incerto. Essi hanno quindi un valore solo stocastico: potremmo dire in prima grossolana approssimazione che per una sopravvivenza media dopo l'età del pensionamento, i coefficienti di conversione fanno sì che si recuperi (al lordo delle tasse) una cifra pari al 100% del montante. Semplifichiamo nuovamente il modello a vantaggio del lavoratore, e assumiamo che quindi i 360 di contributo aziendale all'Inps, che verranno mediamente spalmati per tutta la durata della pensione, vengano incassati tutti al primo anno. Ma mancano -assumiamo- 15 anni alla pensione. Quindi devo calcolare quanto valgono oggi 360 Euro lordi incassati tra 15 anni. Nei modelli di scelta intertemporale del consumo (Ramsey) si assume in genere un valore di sconto del 5% annuo. Favoriamo ancora il lavoratore, e scontiamo il tutto al 3%: 103%^15 = 156%. Cioè i 360 di contributo all'Inps perso "equivalgono" a 230 Euro correnti lordi persi (l'equivalenza è media, e sotto la lunga serie di ipotesi descritta).

Viceversa l'Irpef pagata nell'anno, o un contributo al fondo pensione incrementano o decrementano direttamente il reddito o il risparmio del lavoratore nello stesso periodo.

Abbi pazienza @PiVi1962 ma non sono ferrato sui modelli di scelta intertemporale... (mi sa una cosa tipo Ritorno al futuro...).

Vediamo però se ho capito il nocciolo del tuo discorso: per la parte contributi INPS, non devo pensare di compensare 357,15€ (che sarebbe il contributo aziendale pari al 23,81% dell'imponibile previdenziale) ma di meno.
Quanto? 230€?
E questo perché in parole povere, proprio alla Piero Angela?

Ti ringrazio se mi spieghi.
 
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