Investimenti in arte e collezionismo

@ppf nessun problema!
@schiavo grazie, credo la fonte sia il libro citato da @Saffada e che certamente leggerò con piacere!
Buon weekend a tutti.
 
ma quali fortune , esistono solo le opere , il resto è fuffa

Sarà anche "fuffa", ma constato che quando artisti validi prob. sottovalutati raggiungono risultati di rilievo in aste importanti la cosa è apprezzata e a ragione anche dai più "puristi", ovvio che escludo i "fenomeni" creati a tavolino.... ma era proprio necessario precisarlo?!

Col tema committenza credo tu abbia sdoganato il fatto che l'arte vada sostenuta da un mercato, sia esso pubblico o privato, nonostante io resti comunque convinta che esisterebbe a prescindere, come esigenza/urgenza di libertà di espressione, testimonianza, identità e bellezza, visto che sopravvive alla dittatura, ai tentativi di omologazione e spersonalizzazione.

Sulla qualità o il livello della committenza e fuori dall'ipocrisia chiederei a Kiappo, che cito perchè palesemente produttore e portatore di una visione "romantica" dell'arte, se preferirebbe vendere i suoi lavori a gruppi di turisti occasionali o poterli esporre nella sede di una qualche prestigiosa fondazione (visto che sei tanto spocchioso verso il termine "location" da dedicargli addirittura un post!) :fiufiu: non per il luogo in sè ma a significare una sorta di consacrazione e riconoscimento di valore.

Notavo poi i due approcci contapposti ex ante ed ex post di Acci e Schiavo, il primo con un tematismo programmato vissuto con un'inflessibile e rigorosa coerenza, il secondo con una declinazione quasi inconsapevole, che riconosce solo alla fine il "comune denominatore" dei suoi lavori e si allinea ad percorso avviato in modo quasi casuale.
 
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figurati, alcun problema.
Apprezzo molto il tuo stile collezionistico, caparbio determinato, settoriale, è una via possibile e tu lo dimostri, però rasenta il feticismo , e non v'è nulla di male.
Ciò su cui vorrei discutere riguarda una possibile apertura verso tutti i periodi e i linguaggi, cioè scardinare il convincimento che collezionare sia un modo per camminare sempre sulla stessa strada, piuttosto vagare, perdere e perdersi, rischiare di trovarsi al buio per poter trovare una luce diversa.

Proprio oggi un utente ha pubblicato nel thread dedicato agli ANNINOVANTA questo post:
Oggi facciamo felice l'amico Investart con questa notizia relativa all'attività di uno degli esponenti degli Anni Novanta:

Le Meridiane di Stefano Arienti a Roma | Artribune

Devo riconoscere, caro Roberto, che Stefano Arienti,
nel quale hai sempre creduto, è cresciuto molto.
Le sue Meridiane sono davvero notevoli.

Carissimo microalfa,

L'Artista é innanzitutto un uomo e come tale ogni mattina inizia per lui un giorno nuovo che non potrà mai essere uguale agli altri. Esperienze, delusioni, gioie e dolori rendono la vita un avventura irripetibile che ci porta a essere persone sempre diverse, mi auguro più mature, e tutto quello che facciamo non è mai uguale a quello che abbiamo fatto prima. Pensiamo al nostro lavoro, oggi siamo diversi nell' affrontarlo da come eravamo agli inizi. Si può perdere di entusiasmo ma guadagnare in maturità, si può con il tempo essere più preparati ma meno disposti a provarci e a mettersi in gioco. Dico ciò perché collezionando e soprattutto seguendo gli Artisti italiani della "Generazione anni '60" posso affermare di avere visto nei loro Lavori sempre "uomini in cammino", migliori, peggiori, ma certamente sempre diversi. L'evoluzione e/o l'involuzione che leggo nelle loro Opere le rende sempre nuovi mondi da esplorare.
 
Quando si parla di INVESTIMENTI la "REGOLA D'ORO" a detta di tutti gli operatori di settore è quella di DIVESIFICARE.

Quando nei telegiornali vediamo uomini e donne seduti al telefono davanti a dei monitor pieni di numeri che cambiano in continuazione sappiamo bene che ognuno di loro vigila su una quantità ben delimitata di dati e non su tutto quello che avviene in tutti i mercati finanziari del mondo.
Le stesse Case d'Asta più importanti hanno suddiviso i vari mercati dell'arte in più aree geografiche /settori per avere referenti preparatissimi sugli specifici argomenti.
Se inseriamo come diversificazione l'investimento in arte all'interno del portafoglio di un gestore finanziario professionale ipotizziamo che al massimo la percentuale a essa dedicata dovrebbe essere un 20% del totale.
Quell'ipotetico 20% sarà poi da suddividere in 5 macroaree: Africa, Americhe, Asia, Europa, Oceania dando a ognuna di loro un diverso "peso specifico".
Se prendiamo l'Europa si dovrà poi ulteriormente dividere/ripartire tale percentuale affidatale in un valore X per ogni singolo paese e all'interno di ogni singolo paese suddividere il valore X affidatole in una percentuale da ripartire tra le varie sottocategorie guardando anche agli Artisti della "Generazione anni 60"/ANNINOVANTA e riservano loro una percentuale da eventualmente investirvi.
NATURALMENTE non vi è alcun obbligo di dover necessariamente investire/acquistare per esempio anche Artisti italiani della "Generazione anni '60"/ANNINOVANTA ma se una Società di Gestione ha dei seri operatori che monitorizzano/seguono anche quella ben determinata "fascia di mercato" dovrebbero essere capaci/pronti a segnalare valore nel caso che ne riscontrino.
Se io gestissi per conto di quel fondo quel ben determinato segmento del loro portafoglio segnalerei (a dire il vero avrei già da tempo segnalato) loro un nucleo di Artisti da inserire in portafoglio, penso allo stesso Stefano Arienti citato sopra, a Liliana Moro e Luca Vitone solo per fare alcuni nomi.
 
Sarà anche "fuffa", ma constato che quando artisti validi prob. sottovalutati raggiungono risultati di rilievo in aste importanti la cosa è apprezzata e a ragione anche dai più "puristi", ovvio che escludo i "fenomeni" creati a tavolino.... ma era proprio necessario precisarlo?!

Col tema committenza credo tu abbia sdoganato il fatto che l'arte vada sostenuta da un mercato, sia esso pubblico o privato, nonostante io resti comunque convinta che esisterebbe a prescindere, come esigenza/urgenza di libertà di espressione, testimonianza, identità e bellezza, visto che sopravvive alla dittatura, ai tentativi di omologazione e spersonalizzazione.

Sulla qualità o il livello della committenza e fuori dall'ipocrisia chiederei a Kiappo, che cito perchè palesemente produttore e portatore di una visione "romantica" dell'arte, se preferirebbe vendere i suoi lavori a gruppi di turisti occasionali o poterli esporre nella sede di una qualche prestigiosa fondazione (visto che sei tanto spocchioso verso il termine "location" da dedicargli addirittura un post!) :fiufiu: non per il luogo in sè ma a significare una sorta di consacrazione e riconoscimento di valore.

Notavo poi i due approcci contapposti ex ante ed ex post di Acci e Schiavo, il primo con un tematismo programmato vissuto con un'inflessibile e rigorosa coerenza, il secondo con una declinazione quasi inconsapevole, che riconosce solo alla fine il "comune denominatore" dei suoi lavori e si allinea ad percorso avviato in modo quasi casuale.

Cara Lory, ti rispondo volentieri e senza ipocrisia...a me piacerebbero entrambe le cose...a chi non piacerebbe avere successo, conclamato da una personale in una sede prestigiosa?...però, per vari motivi, che non sto qui a spiegare..ho avuto una vita un po' disordinata, non mi sono mai curato di certi ambienti e personaggi "intellettuali " o "radical chic" che detesto cordialmente, ho fatto e vinto qualche concorso, ho avuto un Gallerista...ma ho anche, per diversi anni, essendo socio di un Gruppo Artistico, esposto in diverse piazze in Nord Italia nei classici mercatini di pittura: l'ho trovata un'esperienza utile e divertente, ho conosciuto persone di tutti i tipi, persone che vedendole in giro potevano sembrare dei quasi barboni...invece, per farti un esempio, una era il portavoce della Ferrari ( auto )...e mi prese diversi lavori, altri erano stilisti o industriali o professionisti...oltre a tanta gente comune. Non rinnego nulla. Da qualche anno questi mercati non funzionano più, la qualità media si è abbassata notevolmente, sia come pittori che come pubblico e io ho mollato..e da qualche mese mi sono convertito al "on line"...Infine, cerco di rendermi conto dei miei limiti artistici ed anagrafici, qualche anno fa un Gallerista milanese vide dei miei lavori a casa di un'amica comune e le chiese di me, dicendo che non ero malaccio..ma quando seppe la mia età, disse " peccato "... per cui, se pur avessi avuto qualche ambizione, me le hanno seppellite!!! Stammi bene. ..;)
 
Kiappo credo di essermi fatta un'opinione piuttosto precisa conoscendo un po' di cose che hai scritto qua e là... Non a caso mi avevi dato della "strega"! ;)
Solo per questo ti ho "messo in mezzo" ed ho simpatia per il fatto che vedo in te una genuinità senza filtri diventata ormai merce rara e perché so che rientri tra chi l'arte la fa.

Ti tranquillizzo detesto anch'io il "radical chic" da cui prendo le distanze col mio essere campagnola e montanara. Volevo tuttavia dare un'impronta di sano realismo a quello che anche nel campo artistico può corrispondere ad una sana e legittima aspirazione"professionale" di riconoscimento pubblico e successo al di là della gratificazione personale.
 
Oggi voglio investire in arte.
Kiappo, le domande sono semplici, le risposte dipende da te (se vuoi).
Cosa dipingevi all'inizio?
Perché fai quadri astratti?
Qual'è il tuo artista preferito?
Il Rhode Island: qualsiasi artista sognerebbe di vivere un’esperienza su un peschereccio! Non ci credo che non hai fatto quadri ispirati a quel periodo.
 
Caro Andrea, buona serata, come credo tutti o quasi...ho iniziato da bambino /ragazzo con il disegno...il primo di cui mi parlava mio papà ( che dipingeva molto bene...) l'ho fatto a 4 anni...era un aereo, disegnato con quelle matite rosso/blu che si usavano 50/60 anni fa e su carta da droghiere...poi grazie all'amicizia con Carlo Munari ho pubblicato qualche disegno stile fumetto da guerra... quando ho frequentato la scuola di pittura ( arma a doppio taglio!!! ) ho iniziato con il figurativo...poi,ho avuto la svolta verso l'astratto/informale...ma, almeno per me, non è stata una svolta "voluta"..ma qualcosa di cui non posso fare a meno..una specie di trattamento sanitario obbligatorio :D..a me piace che la tela sia un piano da lavoro..dove si DEVONO vedere i vari passaggi, anche gli errori, i ripensamenti, i graffi, le etichette che mi ricordano qualcosa o qualcuno etc etc..i disegni fatti in Rhode Island...sono rimasti la, perchè dovevo rientrarci definitivamente ed ero tornato in Italia per chiudere la baracca...poi, invece...come un fesso, sono rimasto..ti saluto!!...P.S. Artisti preferiti: Burri, Fontana, Richter, Kiefer,Jasper Johns, Cézanne, Hopper...ce ne sono tanti, a me piace quasi tutta la pittura, e anche la fotografia, la scultura...ma non sono uno "studioso"
 
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Caro Andrea, buona serata, come credo tutti o quasi...ho iniziato da bambino /ragazzo con il disegno...il primo di cui mi parlava mio papà ( che dipingeva molto bene...) l'ho fatto a 4 anni...era un aereo, disegnato con quelle matite rosso/blu che si usavano 50/60 anni fa e su carta da droghiere...poi grazie all'amicizia con Carlo Munari ho pubblicato qualche disegno stile fumetto da guerra... quando ho frequentato la scuola di pittura ( arma a doppio taglio!!! ) ho iniziato con il figurativo...poi,ho avuto la svolta verso l'astratto/informale...ma, almeno per me, non è stata una svolta "voluta"..ma qualcosa di cui non posso fare a meno..una specie di trattamento sanitario obbligatorio :D..a me piace che la tela sia un piano da lavoro..dove si DEVONO vedere i vari passaggi, anche gli errori, i ripensamenti, i graffi, le etichette che mi ricordano qualcosa o qualcuno etc etc..i disegni fatti in Rhode Island...sono rimasti la, perchè dovevo rientrarci definitivamente ed ero tornato in Italia per chiudere la baracca...poi, invece...come un fesso, sono rimasto..ti saluto!!...P.S. Artisti preferiti: Burri, Fontana, Richter, Kiefer,Jasper Johns, Cézanne, Hopper...ce ne sono tanti, a me piace quasi tutta la pittura, e anche la fotografia, la scultura...ma non sono uno "studioso"

Adoro la carta da droghiere! Come si fa a non disegnarci sopra, con le macchie di unto … (il mio monocromo è su carta da pasticcere, così ho unito l’utile al dilettevole). :-)

“a me piace,che la tela sia un piano da lavoro..dove si DEVONO vedere i vari passaggi, anche gli errori, i ripensamenti, i graffi, le etichette che mi ricordano qualcosa o qualcuno”.
Grazie Kiappo
 
Prego...Buona serata!!
 
Posto qui perchè non saprei dove farlo.

Io sto cercando di trovare un'opera ma nelle aste non ho ancora trovato quello che mi piace completamente o che avesse le caratteristiche ricercate.
Siccome in galleria le richieste sono state molto alte, mi chiedevo se i mercanti d'arte fossero una possibilità.
Voi avete avuto qualche esperienza a riguardo e sapete darmi qualche informazione in più?
Che voi sappiate anche chi ha una casa d'asta fa eventualmente questa attività?
Grazie
 
@Italo82 galleristi e mercanti sono sostanzialmente sinonimi.
Il termine "mercanti" si riferisce a galleristi che si occupano principalmente di mercato secondario, ossia trattano opere di artisti reperite sul mercato (invece che direttamente dall'artista).
Tendenzialmente i prezzi saranno grossomodo simili, variando in base alla qualità ecc e magari anche al "prestigio" della galleria/mercante.

Nelle fiere hai galleristi e mercanti che espongono e magari lì puoi trovare quello che cerchi o avere una maggiore scelta e una possibilità di raffrontare i prezzi.

Come alternativa hai le aste (tendenzialmente non fanno vendita fuori asta, tranne il dopo-asta) o i privati (trovandoli...).

Sul FOL c'è una sezione di cerco/vendo qui: Collezionisti fai da te
Puoi fare un tentativo inserendo un annuncio.
 
Ci è mai capitato di piangere, si insomma le lacrime,al cospetto di un'opera d'arte? Son pronto a scommettere sul no.
Ma scommetto che sia capitato a tutti di piangere ascoltando musica, guardando un film piuttosto che leggendo un libro.

Perché contemplando un'opera d'arte non si piange?
Ci avete mai pensato?
 
Interno casa di Antipole.
Tv come sfondo con Casablanca, lui sul divano, una scatola di cleenex a fianco e il cell in mano.

Tv: Suonala ancora Sam.
"You must remenber this, a kiss is still a kiss, a sigh is just a sigh.
The fundamental thing apply as times goes by..."

Ti posso sigh... garantire sigh... che guardando certi quadri sigh-sigh pensando a quanto li ho pagati Prrrr!!! mi viene da piangere sigh...
:):p Ciao!!

Ps, per asciugare il tutto.

Blowin' In The Wind lyrics - Bob Dylan original song - full version on Lyrics Freak
 
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Ci è mai capitato di piangere, si insomma le lacrime,al cospetto di un'opera d'arte? Son pronto a scommettere sul no.
Ma scommetto che sia capitato a tutti di piangere ascoltando musica, guardando un film piuttosto che leggendo un libro.

Perché contemplando un'opera d'arte non si piange?
Ci avete mai pensato?

Proprio piangere con lacrime vere e proprie no, ma emozionarmi in modo molto forte o provare senazioni da Sindrome di Stendhal si.

Forse (metto lì un'ipotesi), tra un'opera d'arte e musica/film/letteratura ci sono dei meccanismi che agiscono in modo diverso sulle nostre emozioni, e mi viene da dire che l'emozione davanti ad un'opera d'arte è più mentale (legata ad intelletto/pensiero) mentre musica/film/letteratura ti possono trascinare più "di pancia" (espressione orribile ma rende l'idea), andando a toccare altre corde che possono arrivare a provocare le lacrime.
 
Quello no, ma con una successione di opere come la seguente ci andiamo vicino (contemporaneo e moderno per non fare torti a nessuno).
:yes: Ciao!!

Felix Gonzales-Torres le prime due Edward Hopper la successiva.

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