DONADON: la società è sana (anche se il mercato non ci crede). I progetti dell’azienda che punta sull’Edtech
di Sara Bichicchi
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Un
aumento di capitale da massimo
7,9 milioni di euro per rispondere alle voci di crisi.
H-Farm, venture builder quotato sull’indice Egm, ha deliberato giovedì 18 sui nuovi fondi e
Riccardo Donadon, amministratore delegato e primo azionista, è convinto che questa sia la strada giusta per rassicurare il mercato e i clienti: «
H-Farm è una società che investe in startup», ha ricordato a
MF-Milano Finanza, «e le startup, nei primi anni, perdono soldi. Le nostre
perdite sono, in realtà,
investimenti». Al momento nel portfolio dell’azienda di Donadon, attiva dal 2005, ci sono una ventina di società più alcuni fondi di venture capital e joint venture.
Il bilancio più recente di
H-Farm, che dal 2022 chiude l’esercizio il 31 agosto, segnala nell’ultima riga un
rosso da quasi
9 milioni di euro. La società era in perdita anche nel 2020 e 2021, mentre la relazione finanziaria 2022 registrava utili per oltre 17 milioni. In quell’anno
H-Farm ha venduto la business unit
Consultancy a
Jakala per più di 40 milioni di euro e si è riposizionata scommettendo su un nuovo settore: l’
Education. Di qui la decisione di spostare al 31 agosto la chiusura del bilancio, per allinearsi con il calendario scolastico.
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Education, tra due anni il break even del campus universitario H-Farm
«Ci siamo dati l’obiettivo di costruire
tre scuole e
un’università in sei anni», ha spiegato Donadon. «Con
H-Farm International School abbiamo
2.200 studenti e nell’anno scolastico in corso dovremmo uscire dalla zona di avviamento per raggiungere quasi il break even. Considerando che dopo avere inaugurato il campus è arrivato il Covid, è un buon risultato».
Più lunghi, invece, i tempi per avere profitti dal ramo universitario,
H-Farm College. «L’università ha avuto quasi
400 matricole quest’anno e inauguriamo due nuovi percorsi, tra cui il primo corso universitario sull’Intelligenza Artificiale», ha aggiunto il ceo. «Probabilmente servono ancora
due anni per raggiungere il break even nell’education universitaria. Ma sapevamo che avremmo avuto bisogno di tempo. Ogni cluster di investimento dura sei, otto o dieci anni, soprattutto in un settore come l’Education dove si devono costruire le strutture».
I fondi derivati dall’aumento di capitale serviranno innanzitutto per far crescere i progetti nel campo dell’Education, che sono in continua evoluzione. «Lunedì 22 presentiamo un
nuovo prodotto tecnologico che aiuterà chi ha una passione difficile da conciliare con la scuola, come può essere lo sport a livello agonistico», ha detto Donadon a
MF-Milano Finanza. In più,
H-Farm è partner, con una partecipazione di circa il 15%, dell’
acceleratore edutech FuturEd insieme a
Cdp Venture Capital che a breve selezionerà 10 startup del settore. Le aziende possono candidarsi fino a venerdì 26 e quelle scelte riceveranno un finanziamento tramite equity fino a 90 mila euro ciascuna.
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Depop e la consulenza digitale, gli exit di successo di Donadon
Se l’Education è il presente di
H-Farm, il passato è composto da quasi vent’anni di investimenti: in totale la società ha scommesso circa 28 milioni di euro (con un ritorno di 42 milioni) su
128 startup. Tra queste ci sono stati alcuni exit di successo. Oltre alla cessione della business unit di consulenza digitale a
Jakala, che ha fruttato oltre 40 milioni di euro a fronte di un investimento di 15, il diamante di
H-Farm è
Depop, società di social e-commerce che ha portato a
H-Farm una plusvalenza di 6,7 milioni, pari a un ritorno di sei volte.
Il
mercato, però, non sembra convinto della strategia di
H-Farm. La società si è quotata nel 2015 con un prezzo di ipo di un euro per azione, ma venerdì 19 ha chiuso a 13 centesimi. In quasi nove anni, quindi,
ha perso l’87% del valore in borsa e solo nell’ultimo anno ha ceduto oltre il 40%. Il nost«ro è un business model molto complesso, che è
difficile raccontare in borsa», ha concluso Donadon. «Ci stiamo lavorando».(riproduzione riservata)
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