Italia paese violento... morti ammazzati, pedofili in ogni angolo

Omicidi seriali prima del 1900 [modifica]

Prefazione [modifica]
Anche se il fenomeno degli omicidi seriali viene generalmente considerato come moderno, può essere rintracciato nella storia, anche se con un grado limitato di accuratezza.
Alcuni criminologi storici hanno suggerito che potrebbero esserci stati casi di omicidi seriali lungo tutto il corso della storia, ma che i casi specifici non vennero registrati adeguatamente. Potrebbe addirittura darsi il caso che bestie mitologiche come lupi mannari e vampiri e le storie ispirate ad esse fossero ispirate ad assassini seriali medioevali, che commettevano smembramenti, atti di vampirismo e cannibalismo. Dopo tutto, un lupo mannaro viene ritratto come una persona normale che viene occasionalmente sopraffatta da un bisogno animalesco di uccidere selvaggiamente le persone; un tale mito potrebbe aver fornito una spiegazione adeguata per casi di omicidio seriale quando il concetto di psicologia era a secoli di distanza dall'essere definito e studiato.[1]
L'idea di serial killer storici che motivarono tali miti, comunque, potrebbe essere poco più che una speculazione, anche se ci furono e ci sono tuttora un certo numero di assassini che bevono il sangue delle loro vittime o che compiono atti di smembramento e cannibalismo.
Prima del 1800 [modifica]


Erzsébet "Elisabeth" Bathory
Il primo caso di omicidi seriali risale al 331 a.C. (sotto il consolato di Marco Claudio Marcello) quando, nell'Impero Romano, colpì un gruppo di alcune matrone avvelenatrici; il numero di omicidi è sconosciuto. Arrestate a seguito della soffiata di una schiava, alcune di loro si suicidarono bevendo il veleno; le altre vennero incarcerate a vita nelle carceri tiburtine.
Il secondo caso risale al 115 a.C. circa, quando il principe cinese Liu Pengli, appartenente alla stirpe reale degli Han, commise più di un centinaio di omicidi e rapine ai danni dei suoi sudditi per puro piacere personale. Denunciato dal figlio di una delle vittime, fu spogliato dei suoi beni ed esiliato sotto l'ordine dell'imperatore.
Il terzo caso riguarda Lucusta, un'avvelenatrice romana di origine gallica che contribuì all'uccisione dell'imperatore Claudio, di Britannico e di un numero imprecisato di altre persone; gli omicidi conosciuti sono almeno sette. Arrestata dopo la morte di Nerone, fu condannata a morte.
Il quarto caso riguarda Sawney Beane, uno scozzese che, insieme ad un gruppo di 47 elementi, uccise un gran numero di persone (fino a un migliaio) per cannibalizzarle. Tuttavia la sua esistenza è disputata.
Nel XV secolo, uno degli uomini più benestanti di Francia, il maresciallo Gilles de Rais, rapì, violentò, uccise e necrofilizzò almeno un centinaio di giovani ragazzi. Fu quindi arrestato con l'accusa di omicidio e di praticare magia nera; trovato colpevole di queste accuse, fu condannato a morte.
Negli stessi anni un ricco commerciante dello Yemen, chiamato Zu Shenatir attirò un numero imprecisato di ragazzi in casa sua per violentarli e ucciderli. Fu infine accoltellato da una delle sue potenziali vittime.
Nel 1542 una cuoca inglese, Margareth Davey, fu bollita viva per aver avvelenato una serie di sguatteri senza motivo apparente.
Nel 1589 fu giustiziato Peter Stubbe, una persona sospettata di licantropia che uccise e cannibalizzò alcune donne e bambini.
Nel 1598 vennero arrestati Jacques Roulet e il Sarto di Chalons, due assassini francesi che uccisero e cannibalizzarono dei ragazzi. Il Sarto di Chalons venne impiccato il 14 dicembre dello stesso anno; Roulet venne mandato in un manicomio e fu istruito alla religione; da questo momento non si hanno altre informazioni su di lui.
L'aristocratica ungherese Erzsébet Báthory venne arrestata nel 1610 e successivamente accusata di aver torturato e macellato fino a 650 giovani ragazze. Le vittime accertate oscillano tra le 100 e le 300; nel suo castello e nell'area circostante si effettuarono 80 ritrovamenti. Venne murata viva in una stanza finché non venne trovata morta. Benché sia De Rais che la Báthory venissero riportati come sadici e assuefatti all'omicidio, essi differiscono dai tipici serial killer moderni in quanto erano entrambi ricchi e potenti. Inoltre poco conosciute correnti storiografiche ammettono l'eventualità che le accuse rivolte alla Báthory fossero una montatura dei suoi avversari politici.
A causa di una differente morale, di differenti valori sociali e, soprattutto, di una scarsa circolazione delle notizie è molto probabile che altri serial killer meno efferati siano stati dimenticati o, se nobili, siano stati protetti dalla propria famiglia.
Nel 1637 venne arrestata la nobile ungherese Anna-Rozalia Liszty che, per i suoi attacchi di depressione, isterismo, violenza ed epilessia, aveva bastonato a morte otto o nove cameriere ed una nobile; dopo l'arresto riuscì a scappare in Polonia, sotto la protezione del re. Non si hanno più sue informazioni dal 27 marzo 1638, quando il re le concesse alcuni benefici.
Nel 1659 furono giustiziate Giulia Tofana e la figlia Girolama Spana, colpevoli di avere avvelenato un gran numero di persone con un potente veleno, l'Acqua tofana. Le uccisioni vennero iniziate dalla presunta madre di Giulia, Thofania d'Adamo. Dopo che fu giustiziata per un omicidio, Giulia continuò la "carriera" di assassina e, nel 1640, scoprì l'Acqua Tofana. Con l'aiuto di complici vendette il veleno a delle persone che volevano togliersi di mezzo degli avversari scomodi; colpirono a Napoli, Roma e Palermo. Arrestata, confessò di avere venduto una dose di veleno sufficiente ad uccidere 600 persone.
Nel gennaio 1660 morì Catalina de Los Rios y Lisperguer, una ricca donna cilena che fu accusata di 40 omicidi, commessi a partire dal 1650; avrebbe ucciso i suoi servi e inquilini per il suo carattere oppressivo e perverso.
Nel periodo seicentesco venne arrestato Jean Grenier, un francese che uccise e cannibalizzò alcuni ragazzi; al momento dell'omicidio aveva 15 anni. Venne imprigionato a vita in un monastero, dove morì all'età di 22 anni.
Nel 1762 fu arrestata in Russia Dar'ja Nikolaevna Saltykova, una nobildonna che avrebbe ucciso circa un centinaio dei suoi servi a forza di maltrattarli e torturarli. Nel 1768 fu trovata colpevole di almeno 38 omicidi e venne murata viva nel seminterrato di una stanza del convento di Ivanovsky; fu trovata morta nel 1801.
Il 1800 [modifica]


William Hare e Brendan Burke
Tra il 1785 e il 1800 circa il barbiere inglese Sweeney Todd avrebbe ucciso nel suo negozio a Fleet Street almeno 160 clienti. Gli tagliava la gola e nascondeva i cadaveri nelle catacombe o in cantina insieme ai vestiti; con l'aiuto della complice Margery Lovett preparava delle torte che contenevano alcune parti umane. Arrestati nel 1800 o 1801, la Lovett si avvelenò in cella nel 1801 e Sweeney venne impiccato a Londra il 25 gennaio 1802. La sua effettiva esistenza resta tuttora disputata.
Tra il 1790 e il 1830 Thug Behram prese apparentemente parte all'uccisione per strangolamento di 931 persone, confessando in seguito di averne strangolate almeno 125 di persona. Egli commise queste uccisioni come membro della setta dei Thug, al quale vengono attribuite un numero di morti in India compreso tra 50.000 e 2.000.000. Le attività del culto spinsero le autorità britanniche in India a portare avanti una campagna contro di loro. A causa di una errata interpretazione delle fonti manoscritte originali, Behram è spesso considerato come il più prolifico serial killer della storia. Questo può però essere messo in discussione, non solo perché il numero di vittime che confessò di aver strangolato personalmente era molto più basso delle 931 che gli vengono spesso accreditate, ma anche in base alla definizione precisa di serial killer, che prende in considerazione non solo il numero di uccisioni, ma anche il modo in cui vengono eseguite e le motivazioni dell'assassino; le autorità dell'epoca quindi fecero confusione nell'attribuirgli i casi.
Nel 1829 fu impiccato Brendan Burke, un inglese che, insieme al complice William Hare, soffocò alcuni clienti del suo hotel per scarnificarne i cadaveri e venderne gli scheletri all'università. Hare, in cambio della confessione che incolpava Burke, si salvò, ma sarebbe stato ucciso anni dopo da un barbone che lo aveva riconosciuto.
Nell'aprile 1842 fu impiccato John Lynch, un killer e rapinatore australiano che, a partire dal 1835, uccise almeno nove uomini durante delle liti; in un caso arrivò a sterminare una famiglia intera. La polizia lavorò sugli indizi lasciati sull'ultima scena del crimine e lo arrestò nel 1841; venne condannato a morte
Nel 1843 un incendio devastò la casa di Marie Delphine Lalaurie, una commerciante di schiavi, che fuggì sparendo nel nulla. Diverso tempo dopo la gente che entrò nei resti della casa trovò 12 cadaveri: erano i suoi schiavi, che erano stati torturati da lei.
Nel 1852 fu giustiziata Hèléne Jégado, una badante francese che avvelenava le persone per cui lavorava; in totale fece 36 vittime, ma al processo gliene accertarono 23.
Nell'agosto 1871 fu arrestato Vincenzo Verzeni, un italiano che uccise due donne e ne aggredì altre nel bergamasco. Commise atti di mutilazione, vampirismo, cannibalismo e presunta necrofilia sulle vittime. Il suo caso venne studiato da Cesare Lombroso.
Nel marzo 1873 fu impiccata Mary Cotton, una donna dell'Inghilterra Vittoriana che uccise con l'arsenico almeno 21 persone per intascarsi i soldi dell'assicurazione sulla vita.
Nell'aprile 1874 venne arrestato lo statunitense Jesse Pomeroy, un quattordicenne che aveva ucciso due ragazzi.
Tra il 1873 e il 1876 il sacrestano Thomas T. Piper uccise a bastonate quattro donne a Boston; venne successivamente catturato e giustiziato nel 1876.
Nel dicembre del 1883 venne arrestata Maria Swanenburg, una donna olandese che, usando l'arsenico, avvelenò almeno 27 persone per intascarsi la loro assicurazione sulla vita o la loro eredità.
Nel suo famoso libro del 1886 Psychopathia Sexualis, lo studioso Richard von Krafft-Ebing annotò il caso di un assassino seriale italiano del 1870, quello di un macellaio chiamato Eusebius Pieydagnelle, che aveva un'ossessione sessuale per il sangue e confessò l'uccisione e la macellazione di sei persone; si era consegnato alle autorità perché si era pentito delle sue azioni e chiese alla giuria la pena di morte; non si sa cosa gli successe dopo, potrebbe essere stato giustiziato.
Il mai identificato Jack lo Squartatore smembrò e sventrò almeno cinque prostitute nel quartiere di Whitechapel a Londra, nel 1888. I suoi crimini ottennero un'enorme attenzione da parte della stampa dell'epoca perché, anche se c'erano numerosi omicidi motivati da furto e rapina nell'Inghilterra Vittoriana, non si era quasi mai sentito di qualcuno che uccidesse per puro piacere di farlo. Londra era anche il centro della più grande superpotenza dell'epoca, e tali drammatici omicidi di donne economicamente bisognose, nel mezzo di una tale ricchezza, concentrarono l'attenzione dei media sulle sfortune delle classi povere urbane e ottennero risonanza mondiale.
A seguito dello scandalo di Jack lo Squartatore furono arrestate alcune persone sospettate di essere lui, tra cui: Thomas Neill Cream, un medico che avvelenò con delle pillole di stricnina almeno 5 prostitute; George Chapman, che uccise tre pazienti e Amelia Dyer, soprannominata "Jill the Ripper", che strangolò almeno 6 bambini (cifra che probabilmente è molto più alta, forse fino a 200 unità) per guadagnarsi i soldi dell'adozione; il dottor Cream e la Dyer vennero impiccati.
Nel maggio 1896 venne impiccato a Filadelfia lo statunitense Henry Howard Holmes, dopo che confessò nella sua biografia 133 omicidi; la polizia gliene aveva accertati 9 dei 27 che aveva confessato inizialmente ma, durante la perquisizione della sua enorme casa, trovò più di un centinaio di scheletri: erano le ossa delle vittime che aveva gasato, dissezionato e sciolto nell'acido; i delitti erano motivati dal denaro.
Nel 1898 venne ghigliottinato Joseph Vacher, un ex-soldato francese con un occhio solo che aveva confessato l'uccisione e la mutilazione di almeno 11 o 14 donne e bambini.
In questo periodo circa iniziarono gli omicidi delle statunitensi Belle Gunness e Jane Toppan, che però si conclusero nel Novecento, secolo ormai vicino.
 
sono esistiti anche Barbablù e Jack lo squartatore in passato casi sporadici che infatti sono ancora ricordati
ma i vari Pietro Maso, quelli di Novi Ligure, i lanciatori di pietre dal cavalcavia, i Misseri, Gambirasio ecc ecc ecc ecc sono tutti casi figli degli ultimi decenni:yes:

si gli ultimi 5 o 6 decenni
 
sono esistiti anche Barbablù e Jack lo squartatore in passato casi sporadici che infatti sono ancora ricordati
ma i vari Pietro Maso, quelli di Novi Ligure, i lanciatori di pietre dal cavalcavia, i Misseri, Gambirasio ecc ecc ecc ecc sono tutti casi figli degli ultimi decenni:yes:

non c'era la grancassa mediatica, non i fatti di sangue :rolleyes:
 
Omicidi seriali prima del 1900 [modifica]

Prefazione [modifica]
Anche se il fenomeno degli omicidi seriali viene generalmente considerato come moderno, può essere rintracciato nella storia, anche se con un grado limitato di accuratezza.
Alcuni criminologi storici hanno suggerito che potrebbero esserci stati casi di omicidi seriali lungo tutto il corso della storia, ma che i casi specifici non vennero registrati adeguatamente. Potrebbe addirittura darsi il caso che bestie mitologiche come lupi mannari e vampiri e le storie ispirate ad esse fossero ispirate ad assassini seriali medioevali, che commettevano smembramenti, atti di vampirismo e cannibalismo. Dopo tutto, un lupo mannaro viene ritratto come una persona normale che viene occasionalmente sopraffatta da un bisogno animalesco di uccidere selvaggiamente le persone; un tale mito potrebbe aver fornito una spiegazione adeguata per casi di omicidio seriale quando il concetto di psicologia era a secoli di distanza dall'essere definito e studiato.[1]
L'idea di serial killer storici che motivarono tali miti, comunque, potrebbe essere poco più che una speculazione, anche se ci furono e ci sono tuttora un certo numero di assassini che bevono il sangue delle loro vittime o che compiono atti di smembramento e cannibalismo.
Prima del 1800 [modifica]


Erzsébet "Elisabeth" Bathory
Il primo caso di omicidi seriali risale al 331 a.C. (sotto il consolato di Marco Claudio Marcello) quando, nell'Impero Romano, colpì un gruppo di alcune matrone avvelenatrici; il numero di omicidi è sconosciuto. Arrestate a seguito della soffiata di una schiava, alcune di loro si suicidarono bevendo il veleno; le altre vennero incarcerate a vita nelle carceri tiburtine.
Il secondo caso risale al 115 a.C. circa, quando il principe cinese Liu Pengli, appartenente alla stirpe reale degli Han, commise più di un centinaio di omicidi e rapine ai danni dei suoi sudditi per puro piacere personale. Denunciato dal figlio di una delle vittime, fu spogliato dei suoi beni ed esiliato sotto l'ordine dell'imperatore.
Il terzo caso riguarda Lucusta, un'avvelenatrice romana di origine gallica che contribuì all'uccisione dell'imperatore Claudio, di Britannico e di un numero imprecisato di altre persone; gli omicidi conosciuti sono almeno sette. Arrestata dopo la morte di Nerone, fu condannata a morte.
Il quarto caso riguarda Sawney Beane, uno scozzese che, insieme ad un gruppo di 47 elementi, uccise un gran numero di persone (fino a un migliaio) per cannibalizzarle. Tuttavia la sua esistenza è disputata.
Nel XV secolo, uno degli uomini più benestanti di Francia, il maresciallo Gilles de Rais, rapì, violentò, uccise e necrofilizzò almeno un centinaio di giovani ragazzi. Fu quindi arrestato con l'accusa di omicidio e di praticare magia nera; trovato colpevole di queste accuse, fu condannato a morte.
Negli stessi anni un ricco commerciante dello Yemen, chiamato Zu Shenatir attirò un numero imprecisato di ragazzi in casa sua per violentarli e ucciderli. Fu infine accoltellato da una delle sue potenziali vittime.
Nel 1542 una cuoca inglese, Margareth Davey, fu bollita viva per aver avvelenato una serie di sguatteri senza motivo apparente.
Nel 1589 fu giustiziato Peter Stubbe, una persona sospettata di licantropia che uccise e cannibalizzò alcune donne e bambini.
Nel 1598 vennero arrestati Jacques Roulet e il Sarto di Chalons, due assassini francesi che uccisero e cannibalizzarono dei ragazzi. Il Sarto di Chalons venne impiccato il 14 dicembre dello stesso anno; Roulet venne mandato in un manicomio e fu istruito alla religione; da questo momento non si hanno altre informazioni su di lui.
L'aristocratica ungherese Erzsébet Báthory venne arrestata nel 1610 e successivamente accusata di aver torturato e macellato fino a 650 giovani ragazze. Le vittime accertate oscillano tra le 100 e le 300; nel suo castello e nell'area circostante si effettuarono 80 ritrovamenti. Venne murata viva in una stanza finché non venne trovata morta. Benché sia De Rais che la Báthory venissero riportati come sadici e assuefatti all'omicidio, essi differiscono dai tipici serial killer moderni in quanto erano entrambi ricchi e potenti. Inoltre poco conosciute correnti storiografiche ammettono l'eventualità che le accuse rivolte alla Báthory fossero una montatura dei suoi avversari politici.
A causa di una differente morale, di differenti valori sociali e, soprattutto, di una scarsa circolazione delle notizie è molto probabile che altri serial killer meno efferati siano stati dimenticati o, se nobili, siano stati protetti dalla propria famiglia.
Nel 1637 venne arrestata la nobile ungherese Anna-Rozalia Liszty che, per i suoi attacchi di depressione, isterismo, violenza ed epilessia, aveva bastonato a morte otto o nove cameriere ed una nobile; dopo l'arresto riuscì a scappare in Polonia, sotto la protezione del re. Non si hanno più sue informazioni dal 27 marzo 1638, quando il re le concesse alcuni benefici.
Nel 1659 furono giustiziate Giulia Tofana e la figlia Girolama Spana, colpevoli di avere avvelenato un gran numero di persone con un potente veleno, l'Acqua tofana. Le uccisioni vennero iniziate dalla presunta madre di Giulia, Thofania d'Adamo. Dopo che fu giustiziata per un omicidio, Giulia continuò la "carriera" di assassina e, nel 1640, scoprì l'Acqua Tofana. Con l'aiuto di complici vendette il veleno a delle persone che volevano togliersi di mezzo degli avversari scomodi; colpirono a Napoli, Roma e Palermo. Arrestata, confessò di avere venduto una dose di veleno sufficiente ad uccidere 600 persone.
Nel gennaio 1660 morì Catalina de Los Rios y Lisperguer, una ricca donna cilena che fu accusata di 40 omicidi, commessi a partire dal 1650; avrebbe ucciso i suoi servi e inquilini per il suo carattere oppressivo e perverso.
Nel periodo seicentesco venne arrestato Jean Grenier, un francese che uccise e cannibalizzò alcuni ragazzi; al momento dell'omicidio aveva 15 anni. Venne imprigionato a vita in un monastero, dove morì all'età di 22 anni.
Nel 1762 fu arrestata in Russia Dar'ja Nikolaevna Saltykova, una nobildonna che avrebbe ucciso circa un centinaio dei suoi servi a forza di maltrattarli e torturarli. Nel 1768 fu trovata colpevole di almeno 38 omicidi e venne murata viva nel seminterrato di una stanza del convento di Ivanovsky; fu trovata morta nel 1801.
Il 1800 [modifica]


William Hare e Brendan Burke
Tra il 1785 e il 1800 circa il barbiere inglese Sweeney Todd avrebbe ucciso nel suo negozio a Fleet Street almeno 160 clienti. Gli tagliava la gola e nascondeva i cadaveri nelle catacombe o in cantina insieme ai vestiti; con l'aiuto della complice Margery Lovett preparava delle torte che contenevano alcune parti umane. Arrestati nel 1800 o 1801, la Lovett si avvelenò in cella nel 1801 e Sweeney venne impiccato a Londra il 25 gennaio 1802. La sua effettiva esistenza resta tuttora disputata.
Tra il 1790 e il 1830 Thug Behram prese apparentemente parte all'uccisione per strangolamento di 931 persone, confessando in seguito di averne strangolate almeno 125 di persona. Egli commise queste uccisioni come membro della setta dei Thug, al quale vengono attribuite un numero di morti in India compreso tra 50.000 e 2.000.000. Le attività del culto spinsero le autorità britanniche in India a portare avanti una campagna contro di loro. A causa di una errata interpretazione delle fonti manoscritte originali, Behram è spesso considerato come il più prolifico serial killer della storia. Questo può però essere messo in discussione, non solo perché il numero di vittime che confessò di aver strangolato personalmente era molto più basso delle 931 che gli vengono spesso accreditate, ma anche in base alla definizione precisa di serial killer, che prende in considerazione non solo il numero di uccisioni, ma anche il modo in cui vengono eseguite e le motivazioni dell'assassino; le autorità dell'epoca quindi fecero confusione nell'attribuirgli i casi.
Nel 1829 fu impiccato Brendan Burke, un inglese che, insieme al complice William Hare, soffocò alcuni clienti del suo hotel per scarnificarne i cadaveri e venderne gli scheletri all'università. Hare, in cambio della confessione che incolpava Burke, si salvò, ma sarebbe stato ucciso anni dopo da un barbone che lo aveva riconosciuto.
Nell'aprile 1842 fu impiccato John Lynch, un killer e rapinatore australiano che, a partire dal 1835, uccise almeno nove uomini durante delle liti; in un caso arrivò a sterminare una famiglia intera. La polizia lavorò sugli indizi lasciati sull'ultima scena del crimine e lo arrestò nel 1841; venne condannato a morte
Nel 1843 un incendio devastò la casa di Marie Delphine Lalaurie, una commerciante di schiavi, che fuggì sparendo nel nulla. Diverso tempo dopo la gente che entrò nei resti della casa trovò 12 cadaveri: erano i suoi schiavi, che erano stati torturati da lei.
Nel 1852 fu giustiziata Hèléne Jégado, una badante francese che avvelenava le persone per cui lavorava; in totale fece 36 vittime, ma al processo gliene accertarono 23.
Nell'agosto 1871 fu arrestato Vincenzo Verzeni, un italiano che uccise due donne e ne aggredì altre nel bergamasco. Commise atti di mutilazione, vampirismo, cannibalismo e presunta necrofilia sulle vittime. Il suo caso venne studiato da Cesare Lombroso.
Nel marzo 1873 fu impiccata Mary Cotton, una donna dell'Inghilterra Vittoriana che uccise con l'arsenico almeno 21 persone per intascarsi i soldi dell'assicurazione sulla vita.
Nell'aprile 1874 venne arrestato lo statunitense Jesse Pomeroy, un quattordicenne che aveva ucciso due ragazzi.
Tra il 1873 e il 1876 il sacrestano Thomas T. Piper uccise a bastonate quattro donne a Boston; venne successivamente catturato e giustiziato nel 1876.
Nel dicembre del 1883 venne arrestata Maria Swanenburg, una donna olandese che, usando l'arsenico, avvelenò almeno 27 persone per intascarsi la loro assicurazione sulla vita o la loro eredità.
Nel suo famoso libro del 1886 Psychopathia Sexualis, lo studioso Richard von Krafft-Ebing annotò il caso di un assassino seriale italiano del 1870, quello di un macellaio chiamato Eusebius Pieydagnelle, che aveva un'ossessione sessuale per il sangue e confessò l'uccisione e la macellazione di sei persone; si era consegnato alle autorità perché si era pentito delle sue azioni e chiese alla giuria la pena di morte; non si sa cosa gli successe dopo, potrebbe essere stato giustiziato.
Il mai identificato Jack lo Squartatore smembrò e sventrò almeno cinque prostitute nel quartiere di Whitechapel a Londra, nel 1888. I suoi crimini ottennero un'enorme attenzione da parte della stampa dell'epoca perché, anche se c'erano numerosi omicidi motivati da furto e rapina nell'Inghilterra Vittoriana, non si era quasi mai sentito di qualcuno che uccidesse per puro piacere di farlo. Londra era anche il centro della più grande superpotenza dell'epoca, e tali drammatici omicidi di donne economicamente bisognose, nel mezzo di una tale ricchezza, concentrarono l'attenzione dei media sulle sfortune delle classi povere urbane e ottennero risonanza mondiale.
A seguito dello scandalo di Jack lo Squartatore furono arrestate alcune persone sospettate di essere lui, tra cui: Thomas Neill Cream, un medico che avvelenò con delle pillole di stricnina almeno 5 prostitute; George Chapman, che uccise tre pazienti e Amelia Dyer, soprannominata "Jill the Ripper", che strangolò almeno 6 bambini (cifra che probabilmente è molto più alta, forse fino a 200 unità) per guadagnarsi i soldi dell'adozione; il dottor Cream e la Dyer vennero impiccati.
Nel maggio 1896 venne impiccato a Filadelfia lo statunitense Henry Howard Holmes, dopo che confessò nella sua biografia 133 omicidi; la polizia gliene aveva accertati 9 dei 27 che aveva confessato inizialmente ma, durante la perquisizione della sua enorme casa, trovò più di un centinaio di scheletri: erano le ossa delle vittime che aveva gasato, dissezionato e sciolto nell'acido; i delitti erano motivati dal denaro.
Nel 1898 venne ghigliottinato Joseph Vacher, un ex-soldato francese con un occhio solo che aveva confessato l'uccisione e la mutilazione di almeno 11 o 14 donne e bambini.
In questo periodo circa iniziarono gli omicidi delle statunitensi Belle Gunness e Jane Toppan, che però si conclusero nel Novecento, secolo ormai vicino.
hai dimenticato l'assassinio di Giulio Cesare:o
 
convinti voi che la situazione sia migliorata
contenti tutti
 
sono esistiti anche Barbablù e Jack lo squartatore in passato casi sporadici che infatti sono ancora ricordati
ma i vari Pietro Maso, quelli di Novi Ligure, i lanciatori di pietre dal cavalcavia, i Misseri, Gambirasio ecc ecc ecc ecc sono tutti casi figli degli ultimi decenni:yes:

condivido il tuo pensiero,la violenza c'era ma era molto più circoscritta e i casi che oggi sono quasi nella normalità della cronaca allora erano considerati eclatanti
 
condivido il tuo pensiero,la violenza c'era ma era molto più circoscritta e i casi che oggi sono quasi nella normalità della cronaca allora erano considerati eclatanti

perchè si conosceva solo il "particulare" della propria realtà locale, ovvio che omicidi efferati e rapine varie si sentivano una volta nella vita o forse mai... ne accadono relativamente "pochi" ogni anno

se non ci fosse stata la grancassa mediatica, chi mai avrebbe saputo di Yara o Melania se non i loro compaesani e la gente dei paesi limitrofi? con la tv invece a noi tutti sembra che ci sia un omicidio al giorno nelle nostre città e nei ns. paesi mentre in realtà magari ce n'è uno ogni 10-15 anni :yes:
 
perchè si conosceva solo il "particulare" della propria realtà locale, ovvio che omicidi efferati e rapine varie si sentivano una volta nella vita o forse mai... ne accadono relativamente "pochi" ogni anno

se non ci fosse stata la grancassa mediatica, chi mai avrebbe saputo di Yara o Melania se non i loro compaesani e la gente dei paesi limitrofi? con la tv invece a noi tutti sembra che ci sia un omicidio al giorno nelle nostre città e nei ns. paesi mentre in realtà magari ce n'è uno ogni 10-15 anni :yes:

erano gli anni 70' mica l'800':D
 
Gli anni '70 a Milano erano un incubo rapine, violenze di ogni genere...lotte politiche sanguinarie avevi veramente paura ad uscire la sera

Detto questo meglio la Milano anni '70 che vivere nella paura di tamponare la persona sbagliata in Calabria nel 2012
 
erano gli anni 70' mica l'800':D

la tv parlava d'altro... la tv dell'orrore rimescolato all'infinito con DNA e azzate pseudoscientifiche varie non era ancora nata, la cultura aveva ancora un valore :yes:
 
perchè si conosceva solo il "particulare" della propria realtà locale, ovvio che omicidi efferati e rapine varie si sentivano una volta nella vita o forse mai... ne accadono relativamente "pochi" ogni anno

se non ci fosse stata la grancassa mediatica, chi mai avrebbe saputo di Yara o Melania se non i loro compaesani e la gente dei paesi limitrofi? con la tv invece a noi tutti sembra che ci sia un omicidio al giorno nelle nostre città e nei ns. paesi mentre in realtà magari ce n'è uno ogni 10-15 anni :yes:

guarda che i media c'erano anche 50 fa e ne parlavano eccome solo che erano casi isolati
non pensi che propio la tv abbia fatto da veicolo per abbassare la soglia della "moralità"?
non pensi che tutti i morti ammazzati in tv con film e cartoni animati non abbiano influenzato la società?
 
Gli anni '70 a Milano erano un incubo rapine, violenze di ogni genere...lotte politiche sanguinarie avevi veramente paura ad uscire la sera

Detto questo meglio la Milano anni '70 che vivere nella paura di tamponare la persona sbagliata in Calabria nel 2012

hai perfettamente centrato...la violenza politica fu devastante,le rapine tra criminalità organizzata e politica erano all'ordine del giorno ma omicidi violenze per fatti banali erano rarissimi,come le violenze sui bambini o sessuali
 
guarda che i media c'erano anche 50 fa e ne parlavano eccome solo che erano casi isolati
non pensi che propio la tv abbia fatto da veicolo per abbassare la soglia della "moralità"?
non pensi che tutti i morti ammazzati in tv con film e cartoni animati non abbiano influenzato la società?


credo che sia esattamente il contrario, la televisione è stato un vincolo di diffusione di cultura ed informazione fino agli anni 80 inclusi; i cartoni animati? mah io ricordo gli ideali di amicizia, fratellanza, la lotta contro il male... mai pensato di tirare un pugno rotante a qualcuno perchè lo faceva Mazinga :)

sicuramente esiste un certo fattore di emulazione, ma a mio avviso non sulla violenza... magari sul consumismo o sulla zokkolaggine quello si
 
erano altre realtà di vita,i quartieri erano molto vissuti anche nelle strade e quindi vi era una specie di vigilanza cittadina,spesso fatta dalla stessa criminalità
 
erano altre realtà di vita,i quartieri erano molto vissuti anche nelle strade e quindi vi era una specie di vigilanza cittadina,spesso fatta dalla stessa criminalità


che cu.lo :cool:
 
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