La CGI reputa plausibile che Israele potrebbe aver commesso atti di genocidio - "Gaza è diventata un luogo di disperazione e morte".

Sulle richieste di mandato di arresto della ICC ho citato sia quelle Hamas sia contro i politici israeliani, perché quelle sono effettive richieste.
La ICJ nulla può fare contro Hamas, l'ho accennato, la Corte ha chiesto la liberazione degli ostaggi, come tutti si auspicano, ma non può ordinare.
Discorso diverso i provvedimenti contro Israele, quelli sono vincolanti, essendo nei confronti di uno stato.
Che Israele non avrebbe rispettato i provvedimenti, ne è cosciente tutto il mondo, è del tutto fuori dalla legge internazionale, uno stato canaglia.

stai esagerando con le terminologie gorio
escono dal normale dibattito
ti segnalo a oltranza
 
Ultima modifica:
Che c'entra il contratto di locazione, quasi tutti i luoghi sotto immunità diplomatica sono in locazione.
Come quella degli ospedali che vengono bombardati adducendo scusanti non provate, anzi, s'impediscono le ispezioni, poi ci si lamenta se si finisce sotto processo e si grida all'antisemitismo.
Israele non ha alcun riguardo, limite e remora, morale o legale, quindi figuriamoci se si preoccupa se bombarda le sedi diplomatiche o tratta male i diplomatici.

dentro gli ospedali hanno trovato dozzine di terroristi nascosti con fior di video che lo provano
 
stai esagerando con le terminologie gorio
ti segnalo a oltranza
Queste sono solo un parte delle risoluzioni ONU disattese da Israele, oggi sotto accusa per genocidio e crimini di guerra e contro l''umanità, come lo vogliamo chiamare?
Da gennaio non ascolta la ICJ, non ha rispettato la risoluzione ultima del CdS ONU sul cessate il fuoco, ha già detto che se ne infischierà degli eventuali mandati di cattura, maltratta gli ambasciatori, perché i loro stati hanno, semplicemente, esercitato la propria sovranità.
Come lo vogliamo definire?


– Assemblea Generale risoluzione 194 (1947): profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele;
– Risoluzione 106 (1955): Condanna Israele per l’attacco a Gaza;
– Risoluzione 111 (1956): condanna Israele per l’attacco alla Siria, che ha ucciso cinquanta-sei persone;
– Risoluzione 127 (1958): raccomanda a Israele di sospendere la sua zona “no man” (di nessuno) a Gerusalemme;
– Risoluzione 162 (1961): chiede a Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite;
– Risoluzione 171 (1962): indica brutali violazioni del diritto internazionale da parte di Israele nel suo attacco alla Siria;
– Risoluzione 228 (1966): censura Israele per il suo attacco a Samu in Cisgiordania, allora sotto il controllo giordano;
– Risoluzione 237 (1967): chiede con urgenza a Israele di consentire il ritorno dei profughi palestinesi;
– Risoluzione 242 (1967): l’occupazione israeliana della Palestina è illegale;
– Risoluzione 248 (1968): condanna Israele per il suo attacco massiccio su Karameh in Giordania;
– Risoluzione 250 (1968): chiede a Israele di astenersi dal dispiegamento militare (parata) a Gerusalemme;
– Risoluzione 251 (1968): deplora profondamente il dispiegamento militare (parata) israeliano a Gerusalemme, in spregio della risoluzione 250;
– Risoluzione 252 (1968): dichiara nulli gli atti di Israele volti a unificare Gerusalemme come capitale ebraica;
– Risoluzione 256 (1968): condanna del raid israeliano sulla Giordania e delle palesi violazioni del diritto internazionale;
– Risoluzione 259 (1968): deplora il rifiuto di Israele di accettare la missione delle Nazioni Unite per valutare l’occupazione dei territori;
– Risoluzione 262 (1968): condanna Israele per l’attacco sull’aeroporto di Beirut;
– Risoluzione 265 (1969): condanna Israele per gli attacchi aerei di Salt in Giordania;
– Risoluzione 267 (1969): censura Israele per gli atti amministrativi atti a modificare lo status di Gerusalemme;
– Risoluzione 270 (1969): condanna Israele per gli attacchi aerei sui villaggi nel sud del Libano;
– Risoluzione 271 (1969): condanna Israele per la mancata esecuzione delle risoluzioni delle Nazioni Unite su Gerusalemme;
– Risoluzione 279 (1970): chiede il ritiro delle forze israeliane dal Libano;
– Risoluzione 280 (1970): condanna gli attacchi israeliani contro il Libano;
-Risoluzione 285 (1970): richiesta dell’immediato ritiro israeliano dal Libano;
– Risoluzione 298 (1971): deplora il cambiamento dello status di Gerusalemme ad opera di Israele;
– Risoluzione 313 (1972): chiede ad Israele di fermare gli attacchi contro il Libano;
– Risoluzione 316 (1972): condanna Israele per i ripetuti attacchi sul Libano;
– Risoluzione 317 (1972): deplora il rifiuto di Israele di ritirarsi dagli attacchi;
– Risoluzione 332 (1973): condanna di Israele ripetuti attacchi contro il Libano;
– Risoluzione 337 (1973): condanna Israele per aver violato la sovranità del Libano;
– Risoluzione 347 (1974): condanna gli attacchi israeliani sul Libano;
– Assemblea Generale risoluzione 3236 (1974): sancisce i diritti inalienabili del popolo palestinese in Palestina all’autodeterminazione senza interferenze esterne, all’indipendenza e alla sovranità nazionale;
– Risoluzione 425 (1978): chiede a Israele di ritirare le sue forze dal Libano;
– Risoluzione 427 (1978): chiede a Israele di completare il suo ritiro dal Libano;
– Risoluzione 444 (1979): si rammarica della mancanza di cooperazione con le forze di pace delle Nazioni Unite da parte di Israele;
– Risoluzione 446 (1979): stabilisce che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo per la pace e chiede a Israele di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;
– Risoluzione 450 (1979): chiede a Israele di smettere di attaccare il Libano;
– Risoluzione 452 (1979): chiede a Israele di cessare la costruzione di insediamenti nei territori occupati;
– Risoluzione 465 (1980): deplora gli insediamenti di Israele e chiede a tutti gli Stati membri di non dare assistenza agli insediamenti in programma;
– Risoluzione 467 (1980): deplora vivamente l’intervento militare di Israele in Libano;
– Risoluzione 468 (1980): chiede a Israele di annullare le espulsioni illegali di due sindaci palestinesi e di un giudice, e di facilitare il loro rientro;
– Risoluzione 469 (1980): deplora vivamente la mancata osservanza da parte di Israele dell’ordine del Consiglio di non deportare i palestinesi;
– Risoluzione 471 (1980): esprime profonda preoccupazione per il mancato rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra da parte di Israele;
– Risoluzione 476 (1980): ribadisce che la richiesta di Gerusalemme da parte di Israele è nulla;
– Risoluzione 478 (1980): censura Israele, nei termini più energici, per la sua pretesa di porre Gerusalemme sotto la propria legge fondamentale;
– Risoluzione 484 (1980): dichiara imperativamente che Israele rilasci i due sindaci palestinesi deportati;
– Risoluzione 487 (1981): condanna con forza Israele per il suo attacco contro l’impianto per la produzione di energia nucleare in Iraq;
– Risoluzione 497 (1981): dichiara che l’annessione israeliana del Golan siriano è nulla e chiede che Israele revochi immediatamente la sua decisione;
– Risoluzione 498 (1981): chiede a Israele di ritirarsi dal Libano;
– Risoluzione 501 (1982): chiede a Israele di fermare gli attacchi contro il Libano e di ritirare le sue truppe;
– Risoluzione 509 (1982): chiede ad Israele di ritirare immediatamente e incondizionatamente le sue forze dal Libano;
– Risoluzione 515 (1982): chiede ad Israele di allentare l’assedio di Beirut e di consentire l’ingresso di approvvigionamenti alimentari;
– Risoluzione 517 (1982): censura Israele per non obbedire alle risoluzioni ONU e gli chiede di ritirare le sue forze dal Libano;
– Risoluzione 518 (1982): chiede che Israele cooperi pienamente con le forze delle Nazioni Unite in Libano;
– Risoluzione 520 (1982): condanna l’attacco di Israele a Beirut Ovest;
– Risoluzione 573 (1985): condanna vigorosamente Israele per i bombardamenti in Tunisia durante l’attacco alla sede dell’OLP;
– Risoluzione 587 (1986): prende atto della precedente richiesta a Israele di ritirare le sue forze dal Libano ed esorta tutte le parti a ritirarsi;
– Risoluzione 592 (1986): deplora vivamente l’uccisione di studenti palestinesi all’università di Bir Zeit ad opera di truppe israeliane;
– Risoluzione 605 (1987): deplora vivamente le politiche e le prassi israeliane che negano i diritti umani dei palestinesi;
– Risoluzione 607 (1988): chiede ad Israele di non espellere i palestinesi e di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;
– Risoluzione 608 (1988): si rammarica profondamente del fatto che Israele ha sfidato le Nazioni Unite e deportato civili palestinesi;
– Risoluzione 636 (1989): si rammarica profondamente della deportazione di civili palestinesi ad opera di Israele;
– Risoluzione 641 (1989): continua a deplorare la deportazione israeliana dei palestinesi;
– Risoluzione 672 (1990): condanna Israele per le violenze contro i Palestinesi a Haram Al-Sharif/Temple Monte;
– Risoluzione 673 (1990): deplora il rifiuto israeliano a cooperare con le Nazioni Unite;
– Risoluzione 681 (1990): deplora la ripresa israeliana della deportazione dei palestinesi;
– Risoluzione 694 (1991): si rammarica della deportazione dei palestinesi e chiede ad Israele di garantire la loro sicurezza e il ritorno immediato;
– Risoluzione 726 (1992): condanna fermamente la deportazione dei palestinesi ad opera di Israele;
– Risoluzione 799 (1992): condanna fermamente la deportazione di 413 palestinesi e chiede ad Israele il loro immediato ritorno;
– Risoluzione 1397 (2002): afferma una visione di una regione in cui due Stati, Israele e Palestina, vivono fianco a fianco all’interno di frontiere sicure e riconosciute;
– La risoluzione dell’Assemblea generale ES-10/15 (2004): dichiara che il muro costruito all’interno dei territori occupati è contrario al diritto internazionale e chiede a Israele di demolirlo.​

 
dentro gli ospedali hanno trovato dozzine di terroristi nascosti con fior di video che lo provano
Mai provato e mai permesso d'indagare, visto che gli operatori ONU, i cooperanti ed i giornalisti Israele li ammazza, non li fa entrare o li censura; per questi fatti, è infatti accusa presso la ICJ e la ICC, tenderei a credere a quelle fonti di prova, che a IDF e qualche video facebook.
 
leggo or ora ( non lo sapevo)che il presidente del tribunale internazionale Nawal Salam è stato per 10 anni ambasciatoreb alll'Onu del lLibano un Paese notoriamente ostile adIsraele.,che non riconosce ad Israele il diritto all'esistenzaedè spesso intervenuto sostenendo le ragioni dei palestinesi contro Israele. Nessuno mai cita questo particolare.Il fatto che un personaggio delgenere che nel giugno 2015 rivolgeva ad Israele la seguente dedica :" Infelice compleanno a te.48 anni di occupazione." venga chiamato a giudicare Israele si commenta da sè .
 
Ultima modifica:
Bah, vi state perdendo in discussioni infinite, la morte di migliaia di bambini (anche se fossero la metà di quello che si dice) non ha giustificazioni e difese. Le avete viste tutti le foto, e non ditemi che sono fotomontaggi o che “sapevano cosa sarebbe successo”. Un ragionamento medievale.
 
Ultima modifica:
ma io non sono come i propal che con la violenza non fanno esprimere le idee alle persone,guarda solo cio che succede nelle universita e siamo arrivati al punto del comizio jihadista
non rivendico nulla
ma hamas sapeva quello che faceva e lo ha fatto volutamente per provocare una seconda hakba
d'altronde basta fare una ricerca su google
"abbiamo bisogno del sangue dei bambini" e tutti possono conoscere la realta dei fatti
Agli editori del New York Times



Fra i fenomeni più preoccupanti dei nostri tempi emerge quello relativo alla fondazione, nel nuovo stato di Israele, del Partito della Libertà (Tnuat Haherut), un partito politico che nell’organizzazione, nei metodi, nella filosofia politica e nell’azione sociale appare strettamente affine ai partiti nazista e fascista. È stato fondato fuori dall’assemblea e come evoluzione del precedente Irgun Zvai Leumi, un’organizzazione terroristica, sciovinista, di destra della Palestina.

L’odierna visita di Menachem Begin [1], capo del partito, negli Stati Uniti è stata fatta con il calcolo di dare l’impressione che l’America sostenga il partito nelle prossime elezioni israeliane, e per cementare i legami politici con elementi sionisti conservatori americani. Parecchi americani con una reputazione nazionale hanno inviato il loro saluto. È inconcepibile che coloro che si oppongono al fascismo nel mondo, a meno che non siano opportunamente informati sulle azioni effettuate e sui progetti del Sig. Begin, possano aver aggiunto il proprio nome per sostenere il movimento da lui rappresentato.

Prima che si arrechi un danno irreparabile attraverso contributi finanziari, manifestazioni pubbliche a favore di Begin, e alla creazione di una immagine di sostegno americano ad elementi fascisti in Israele, il pubblico americano deve essere informato delle azioni e degli obiettivi del sig. Begin e del suo movimento.

Le confessioni pubbliche del sig. Begin non sono utili per capire il suo vero carattere. Oggi parla di libertà, democrazia e antimperialismo, mentre fino ad ora ha apertamente predicato la dottrina dello stato fascista. È nelle sue azioni che il partito terrorista tradisce il suo reale carattere, dalle sue azioni passate noi possiamo giudicare ciò che farà nel futuro.

Attacco a un villaggio arabo

Un esempio scioccante è stato il loro comportamento nel villaggio arabo di Deir Yassin. Questo villaggio, fuori dalle strade di comunicazione e circondato da terre appartenenti agli ebrei, non aveva preso parte alla guerra, anzi aveva allontanato bande di arabi che lo volevano utilizzare come una loro base. Il 9 aprile, bande di terroristi attaccarono questo pacifico villaggio, che non era un obiettivo militare, uccidendo la maggior parte dei suoi abitanti (240 tra uomini, donne e bambini) e trasportando alcuni di loro come trofei vivi in una parata per le strade di Gerusalemme. La maggior parte della comunità ebraica rimase terrificata dal gesto e l’Agenzia Ebraica mandò le proprie scuse al re Abdullah della Transgiordania. Ma i terroristi, invece di vergognarsi del loro atto, si vantarono del massacro, lo pubblicizzarono e invitarono tutti i corrispondenti stranieri presenti nel paese a vedere i mucchi di cadaveri e la totale devastazione a Deir Yassin.

L’accaduto di Deir Yassin esemplifica il carattere e le azioni del Partito della Libertà.

All’interno della comunità ebraica hanno predicato un misto di ultranazionalismo, misticismo religioso e superiorità razziale. Come altri partiti fascisti sono stati impiegati per interrompere gli scioperi e per la distruzione delle unioni sindacali libere. Al loro posto hanno proposto unioni corporative sul modello fascista italiano. Durante gli ultimi anni di sporadica violenza antibritannica, i gruppi IZL [2] e Stern inaugurarono un regno di terrore sulla comunità ebraica della Palestina. Gli insegnanti che parlavano male di loro venivano aggrediti, gli adulti che non permettavano ai figli di incontrarsi con loro venivano colpiti in vario modo. Con metodi da gangster, pestaggi, distruzione di vetrine, furti su larga scala, i terroristi hanno intimorito la popolazione e riscosso un pesante tributo. La gente del Partito della Libertà non ha avuto nessun ruolo nelle conquiste costruttive ottenute in Palestina. Non hanno reclamato la terra, non hanno costruito insediamenti ma solo diminuito le attività di difesa degli ebrei. I loro sforzi verso l’immigrazione erano tanto pubblicizzati quanto di poco peso e impegnati principalmente nel trasporto dei loro compatrioti fascisti.

Le discrepanze

La discrepanza tra le sfacciate affermazioni fatte ora da Begin e il suo partito, e il loro curriculum di azioni svolte nel passato in Palestina non portano il segno di alcun partito politico ordinario. Ciò è, senza ombra di dubbio, il marchio di un partito fascista per il quale il terrorismo (contro gli ebrei, gli arabi e gli inglesi) e le false dichiarazioni sono i mezzi e uno “stato leader” è l’obbiettivo.

Alla luce delle soprascritte considerazioni, è imperativo che la verità su Begin e il suo movimento sia resa nota a questo paese. È ancora più tragico che i più alti comandi del sionismo americano si siano rifiutati di condurre una campagna contro le attività di Begin, o addirittura di svelare ai suoi membri i pericoli che deriveranno a Israele sostenendo Begin. I sottoscritti infine usano questi mezzi per presentare pubblicamente alcuni fatti salienti che riguardano Begin e il suo partito, e per sollecitare tutti gli sforzi possibili per non sostenere quest’ultima manifestazione di fascismo.



Firmato:



Isidore Abramowitz, Hannah Arendt, Abraham Brick, rabbi Jessurun Cardozo, Albert Einstein, Herman Eisen, M.D., Hayim Fineman, M. Gallen, M.D., H.H. Harris, Zelig S. Harris, Sidney Hook, Fred Karush, Bruria Kaufman, Irma L. Lindheim, Nachman Maisel, Seymour Melman, Myer D. Mendelson, M.D., Harry M. Oslinsky, Samuel Pitlick, Fritz Rohrlich, Louis P. Rocker, Ruth Sagis, Itzhak Sankowsky, I.J. Shoenberg, Samuel Shuman, M. Singer, Irma Wolfe, Stefan Wolfe



New York, 2 dicembre 1948


Ps.
Questa consecutio a distanza di 76 anni mostra la lungimiranza degli scriventi, gli eventi hanno portato esattamente ad atti di suprematismo razzista con intento di persecuzione genocida come viene testualmente riportato nel rapporto Onu.

Pps. Per la moderazione.

Questo post non é ne polemico ne litigio personale, riporta una evidenza storica. Se la storia é meritevole censura chiedo di essere bannato
 
Agevolo il lavoro, il presidente pro tempore della ICJ si chiama Nawaf Salam.
Scritto venerdì, ore 15:48, neppure una ventina di minuti dopo la lettura dell'ordinanza da parte del presidente della ICJ.
Prevedibilissimi, come le accuse di antisemitismo alla Corte, a tamburo battente da parte dei ministri israeliani.
Ci sono cadaveri, c'è la pistola fumante ancora in mano, che continua ad uccidere, ma si cerca di camuffare tutto ciò, fino alla negazione della realtà.
Chiaramente questo Israele è un paese oramai perso, oltre ad aver perso questa cruciale fase storica, solo dal crollo di una mentalità potrà rigenerarsi, su basi di diritto ed uguaglianza.
Ma è grave che un pezzo d'occidente ha del tutto smarrito i propri valori, c'è da fare una riflessione profonda, oltre che una Norimberga, per molti cattivi maestri.
 
Scritto venerdì, ore 15:48, neppure una ventina di minuti dopo la lettura dell'ordinanza da parte del presidente della ICJ.
Prevedibilissimi, come le accuse di antisemitismo alla Corte, a tamburo battente da parte dei ministri israeliani.
Ci sono cadaveri, c'è la pistola fumante ancora in mano, che continua ad uccidere, ma si cerca di camuffare tutto ciò, fino alla negazione della realtà.
Chiaramente questo Israele è un paese oramai perso, oltre ad aver perso questa cruciale fase storica, solo dal crollo di una mentalità potrà rigenerarsi, su basi di diritto ed uguaglianza.
Ma è grave che un pezzo d'occidente ha del tutto smarrito i propri valori, c'è da fare una riflessione profonda, oltre che una Norimberga, per molti cattivi maestri.

il fatto che non la pensino come te non significa cio che scrivi
anzi e' certo che i propri loro valori li mettano dalla parte di una nazione che vedi sulla cartina geografica piuttosto di una banda di terroristi apolidi che usano la violenza per far sentire la propria voce
 
il fatto che non la pensino come te non significa cio che scrivi
anzi e' certo che i propri loro valori li mettano dalla parte di una nazione che vedi sulla cartina geografica piuttosto di una banda di terroristi apolidi che usano la violenza per far sentire la propria voce
Dal momento che si dovessero concentrare sulle nazionalità e religioni dei magistrati, che appoggino il non rispettare i provvedimenti ONU e delle giurisdizioni internazionali, che, soprattutto, ignorino del tutto le vite ed i diritti inalienabili di milioni di esseri umani, che tu qualifichi apolidi, credendo di sminuirne la dignità ed i diritti, li pone dalla parte opposta dello stato di diritto e dei principi universali onusiani.
 
Dal momento che si dovessero concentrare sulle nazionalità e religioni dei magistrati, che appoggino il non rispettare i provvedimenti ONU e delle giurisdizioni internazionali, che, soprattutto, ignorino del tutto le vite ed i diritti inalienabili di milioni di esseri umani, che tu qualifichi apolidi, credendo di sminuirne la dignità ed i diritti, li pone dalla parte opposta dello stato di diritto e dei principi universali onusiani.

L'apolidia (composto di alfa privativa (non) e polis, "città" in greco) è la condizione dei soggetti privi di qualunque cittadinanza: tali soggetti sono detti "apolidi".

non li qualifico io,li qualifica il vocabolario e l'atlante
 
Bah, vi state perdendo in discussioni infinite, la morte di migliaia di bambini (anche se fossero la metà di quello che si dice) non ha giustificazioni e difese. Le avete viste tutti le foto, e non ditemi che sono fotomontaggi o che “sapevano cosa sarebbe successo”. Un ragionamento medievale.
Cerro che Hamas lo sapeva. Ha attaccato apposta per avere un pugno di morti da mettere sul tavolo. Come quell'altro la.
 
Cerro che Hamas lo sapeva. Ha attaccato apposta per avere un pugno di morti da mettere sul tavolo. Come quell'altro la.
ehhh ma non ci arrivano...
ma secondo te una persona normale prenderebbe a schiaffi mike tyson pensando di non essere corcato come si deve dopo?
 
L'apolidia (composto di alfa privativa (non) e polis, "città" in greco) è la condizione dei soggetti privi di qualunque cittadinanza: tali soggetti sono detti "apolidi".

non li qualifico io,li qualifica il vocabolario e l'atlante
No. Sono rifugiati in patria.

La terra si chiama Palestina per tutto il mondo:
La Palestina (in greco: Παλαιστίνη, Palaistínē; in latino: Palaestina; in arabo فلسطين‎?, Falasṭīn; in ebraico פלשתינה‎?, Palestina; in yiddish: פּאלעסטינע, Palestine) è la regione geografica del Vicino Oriente compresa tra il mar Mediterraneo, il fiume Giordano, il Mar Morto, a scendere fino al Mar Rosso e ai confini con l'Egitto.

È un territorio caratterizzato da insediamento umano di antichissima data, abitato da popolazioni umane stabili (come pure di Neanderthal) fin da epoche preistoriche.[1] La città di Gerico è ritenuta il sito abitato in modo continuativo più antico al mondo, essendo abitato dal 9000 a.C circa.[2]

Sono rifugiati in status perpetuo secondo le condizioni applicative dell’art.80 per la nascita dello stato di Israele.


A mio parere, Sei offensivo e provocatorio con sfumature razziste.
 
Cerro che Hamas lo sapeva. Ha attaccato apposta per avere un pugno di morti da mettere sul tavolo. Come quell'altro la.
Hamas ha esercitato, in modo oltre il consentibile, ossia integrando, nelle modalità appunto, gli estremi dei crimini contro l'umanità, un di per sé legittimo diritto di resistenza e liberazione da una potenza occupante.
Non sto giustificando Hamas, basta leggere e spero di non dover ripetere.
Vuol dire, che Israele, in quanto potenza occupante, vorrei non leggere, a risposta, argomentazioni esoteriche, atteniamoci sul punto, per cortesia, alle decennali conclusioni delle istituzioni e corti internazionali, aveva, sia prima, sia dopo il 7/10, precisi e stringenti doveri, sempre disattesi, integrando crimini di guerra, contro l'umanità e genocidio; Hamas, da parte sua, male rappresentando il legittimo diritto dei palestinesi di resistere e liberarsi da sessant'anni di oppressione, anche con le armi, ha travalicato, con atti criminali, che però non fanno di certo scomparire quel diritto e non giustificano, in alcun modo, le azioni d'Israele, prima e dopo il 7/10, tanto meno la continuazione di quei crimini contro i palestinesi.
 
Potenza okkupante.
Purtroppo tocca rispondere con un meme.
 

Allegati

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Ursula Von Der Leyen, accusata di complicità in crimini di guerra e crimini contro l'umanità, chiamata davanti alla ICC per un'iniziativa dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Ginevra (GIPRI) gipri.ch | , denuncia sottoscritta da due soci della Fondazione Transnazionale per la Pace e la Ricerca sul Futuro (TFF) Who we are, il prof. Richard Falck, ebreo Richard A. Falk - Wikipedia , già Special Rapporteur ONU sulla situazione dei territori occupati e per, i suoi elaborati (come ti puoi sbagliare), osteggiato in tutti i modi ed accusato di antisemitismo e il socio fondatore della TFF, il danese Jan Oberg Jan Oberg’s CV.
Questo si legge in un comunicato, ripreso da The Transnational.
Un commento mi sento di farlo.
Leggo, da parte di brillanti analisti ed ex diplomatici, che il diritto non può ovviare e, anzi, nel caso delle accuse ad Israele, complicherebbe la situazione, in quanto ostacolerebbe la risoluzione, appunto diplomatica, della questione complessiva.
Una scusa come un'altra, per esimere ancora Israele dall'assolvimento, valevole erga omnes, di quegli imprescindibili incombenti in capo agli stati, nascenti dalle norme di diritto internazionale e diritto internazionale umanitario; fa specie che simili figure, dopo sessant'anni di consuetudine di esenzione ad personam per Israele, che ha prodotto il disastro inestricabile che vediamo, non se ne rendano conto, tanto da far pensar male, per quanto sia inverosimile.
Un argomento del tutto falso, in tal senso, sarebbe quello di non riconoscere in sede ONU la Palestina, non perché non ne abbia diritto, perché anzi, si afferma che quel diritto lo abbia, ma perché, a loro dire, ciò dovrà avvenire alla fine di un processo di trattative bilaterali tra le parti: come a dire, in sostanza: "Sarà Israele a decidere se la Palestina dovrà essere o meno riconosciuta".
Viene da dubitare sulla buona fede.
Infatti, se devi spingere due parti a trattare, come la comunità internazionale si perita di affermare, non c'è dubbio che, la stessa comunità internazionale, nell'ambito delle proprie prerogative legittime, ha il dovere di conferire ad entrambe le parti, nell'auspicio di un accordo, le facoltà che la legge compete loro, per porli sullo stesso piano, fosse altro che al fine dell'effettività di quelle trattative, oltre che per dovere statutario e salvaguardia delle istituzioni stesse.
Basti quest'esempio, per capire che, dove manca la politica, o meglio, dove la politica è volutamente da un'altra parte che non l'autodeterminazione dei popoli, i legittimi diritti di milioni d'individui, i principi onusiani di pari dignità di tutti gli esseri umani, subentra, perché quello è il suo scopo, il diritto, nelle sue organizzazioni e nelle sue istituzioni, che proprio per questo, sono oggi avversate, sino alla minaccia, di chi vorrebbe continuare a servirsene come strumento personale, non concependo, che, invece, esplichino la loro funzione naturale, strumento di garanzia, generale e di ultima istanza.
Tradotto e con la fonte originale.




Il caso contro Ursula von der Leyen davanti alla CPI per complicità in crimini di guerra e crimini contro l’umanità a Gaza


da Jan Oberg,



Transnational, 24 maggio 2024.



Si tratta di un’iniziativa urgente e importante dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Ginevra (GIPRI). Due soci della Fondazione Transnazionale per la Pace e la Ricerca sul Futuro (TFF), il professor Richard Falk e il direttore della TFF Jan Oberg, l’hanno firmata.

L’iniziativa ha bisogno della più ampia diffusione possibile. Nelle ultime 48 ore, nessuno dei principali media occidentali ha trovato la notizia degna di nota. Alla faccia della libera stampa occidentale. Pertanto, ci auguriamo che condividiate questo articolo e il documento legale qui sotto in tutto il mondo.



COMUNICATO STAMPA, 22 maggio 2024



Oggi la Corte Penale Internazionale (CPI) è stata ufficialmente chiamata a indagare Ursula von der Leyen per complicità.

Esistono ragionevoli motivi per ritenere che il sostegno incondizionato a Israele della Presidente della Commissione Europea – militare, economico, diplomatico e politico – abbia permesso i crimini di guerra e il genocidio in corso a Gaza.



L’Aia (Paesi Bassi), 22 maggio 2024




– Oggi è stata presentata una comunicazione all’Ufficio del Procuratore della Corte Penale internazionale (CPI), in cui si espone dettagliatamente, attraverso fatti e prove, che ci sono ragionevoli motivi per ritenere che l’attuale presidente della Commissione Europea, la signora Ursula von der Leyen, cittadina tedesca, sia complice di una serie di violazioni del diritto umanitario internazionale, che equivalgono a crimini che rientrano nella giurisdizione della CPI, commessi dalle forze armate israeliane (IDF) contro i civili palestinesi nei Territori Palestinesi Occupati (TPO), compresa la Striscia di Gaza.

Questa comunicazione, appoggiata da diversi gruppi per i diritti umani e da importanti accademici ed esperti di diritto penale internazionale, chiede al Procuratore della CPI di avviare le indagini sulla base delle informazioni fornite contro la signora Ursula von der Leyen.

La comunicazione documenta in dettaglio il fatto che la signora Ursula von der Leyen è personalmente responsabile penalmente e punibile per alcuni dei crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio commessi (e tuttora in corso) dalle forze armate israeliane negli OPT, nella misura in cui ha aiutato, favorito e assistito in altro modo che si commettessero o si tentasse di commettere tali crimini, fornendo anche i mezzi per commetterli, ai sensi dell’articolo 25(3)(c) dello Statuto di Roma della CPI. La signora von der Leyen non gode di alcuna immunità funzionale davanti alla CPI in virtù dell’articolo 27 dello Statuto di Roma.

La signora Ursula von der Leyen si è resa complice di violazioni degli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto di Roma attraverso una serie di atti positivi e omissioni, nella sua veste ufficiale di presidente della Commissione Europea. Gli atti positivi includono i seguenti:

– Sostegno militare a Israele: La signora von der Leyen, nella sua veste ufficiale di presidente della Commissione Europea, è stata determinante nell’assicurare la fornitura di mezzi, sotto forma di sostegno militare, all’IDF. Nel periodo 2019-23, Israele è stato il terzo principale destinatario di armi fornite da uno Stato membro dell’UE, la Germania, a sua volta quinto esportatore di armi importanti al mondo.

– Sostegno economico e finanziario a Israele: sia rifiutando di fare qualsiasi passo verso la sospensione dell’Accordo di Associazione UE-Israele, sia promuovendo, nel corso dell’attuale assalto israeliano a Gaza, nuovi strumenti di cooperazione UE-Israele.

– Sostegno diplomatico al governo israeliano: questo sembra essere una risposta alla richiesta formulata dal Primo Ministro Netanyahu il 7 ottobre 2023 alla comunità internazionale di “garantire libertà d’azione a Israele nel proseguimento della campagna”. Il sostegno diplomatico di cui gode Israele è stata la conditio sine qua non della perpetrazione di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio, plausibilmente commessi dall’IDF nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre.

– Sostegno politico: le varie dichiarazioni ufficiali della signora von der Leyen che esprimevano un sostegno incondizionato a Israele sono equivalse a un incoraggiamento e supporto morale ai membri dell’IDF, coinvolti nella commissione di crimini contro la popolazione palestinese negli OPT.

La Presidente della Commissione Europea era consapevole di partecipare, per favoreggiamento, all’attuazione dei crimini in questione. Data l’ampia pubblicità data quotidianamente alle violazioni del diritto internazionale umanitario perpetrate dall’IDF nella Striscia di Gaza, soprattutto a partire dall’ottobre 2023, e la ricchezza dei rapporti e dei documenti ufficiali delle Nazioni Unite disponibili, che di fatto hanno spinto numerosi funzionari dell’ONU – tra cui il Segretario Generale dell’ONU – a esprimere la loro massima preoccupazione, la Sig.ra von der Leyen non può negare il semplice fatto che era a conoscenza di tali crimini, o quantomeno ne conosceva la plausibilità, come stabilito dalla Corte Internazionale di Giustizia (CIG) nell’ordinanza del 26 gennaio 2024 sulle misure provvisorie in materia di genocidio.

Avrebbe dovuto intraprendere tutte le azioni possibili a sua disposizione per impedire la continuazione di tali crimini e, per lo meno, per non facilitare in alcun modo la commissione di tali crimini, come purtroppo ha fatto. L’obbligo di prevenire la commissione di genocidi è fondamentale nella Convenzione sul Genocidio e nello Statuto della Corte Penale Internazionale.

La Presidente della Commissione Europea non ha agito per impedire la commissione dei crimini in questione. È quindi complice per omissione. Infatti:

– La Presidente von der Leyen aveva, e ha tuttora, l’obbligo giuridico di agire nelle circostanze considerate, nella misura in cui il diritto internazionale impone a una persona investita di poteri pubblici il dovere di agire per proteggere la vita umana.

– La Presidente von der Leyen aveva, e ha tuttora, la capacità di agire; i mezzi erano (e sono tuttora) a sua disposizione per adempiere al suo dovere di agire. Ciò è confermato dalle azioni intraprese dalla Commissione Europea sotto la sua presidenza, in altri contesti (ad esempio in Ucraina), per prevenire la commissione di crimini di guerra e limitare la capacità di alcune potenze di condurre operazioni militari.

– Se la Presidente von der Leyen avesse agito in base al suo dovere legale di agire, invece di cercare di “garantire la libertà d’azione di Israele nel proseguimento della campagna”, i crimini avrebbero avuto molte meno probabilità di verificarsi, o per lo meno di essere perpetrati per un periodo di tempo così lungo, e su una tale scala e grandezza.


CONTATTI STAMPA

Geneva International Peace Research

Institute (GIPRI), Geneva, Switzerland


Email: ge.jacquet@gipri.ch


Collectif de Juristes pour le Respect des

Engagements Internationaux de la France

(CJRF), Paris, France

Email: comite.cjrf@gmail.com


ICC case against Ursula v.d. Leyen before the ICC for complicity in war crimes and crimes against humanity in Gaza - The Transnational

 
Hamas ha esercitato, in modo oltre il consentibile, ossia integrando, nelle modalità appunto, gli estremi dei crimini contro l'umanità, un di per sé legittimo diritto di resistenza e liberazione da una potenza occupante.
Non sto giustificando Hamas, basta leggere e spero di non dover ripetere.
Vuol dire, che Israele, in quanto potenza occupante, vorrei non leggere, a risposta, argomentazioni esoteriche, atteniamoci sul punto, per cortesia, alle decennali conclusioni delle istituzioni e corti internazionali, aveva, sia prima, sia dopo il 7/10, precisi e stringenti doveri, sempre disattesi, integrando crimini di guerra, contro l'umanità e genocidio; Hamas, da parte sua, male rappresentando il legittimo diritto dei palestinesi di resistere e liberarsi da sessant'anni di oppressione, anche con le armi, ha travalicato, con atti criminali, che però non fanno di certo scomparire quel diritto e non giustificano, in alcun modo, le azioni d'Israele, prima e dopo il 7/10, tanto meno la continuazione di quei crimini contro i palestinesi.

le giustificano eccome,
e' stato compiuto un atto di guerra il 07/10 e come tale si pagano le conseguenze
tutto cio che accade successivamente e' proprio perche non gli passi piu per la mente di riprovarci
 
le giustificano eccome,
e' stato compiuto un atto di guerra il 07/10 e come tale si pagano le conseguenze
tutto cio che accade successivamente e' proprio perche non gli passi piu per la mente di riprovarci

Non è un atto di guerra quello del 7/10 e, comunque, anche le guerre hanno delle regole ed i crimini d'Israele risalgono a ben prima del 7/10, che, nel suo orrore, ha disvelato a tutti quel che stava accadendo.
Queste le parole del prosecutor ICC Karim. A.A. Khan, stralciate dal comunicato ufficiale, uscito sui sito ufficiale lunedì scorso, con il quale informava di aver chiesto alla Camera Preliminare il mandato di arresto per tre capi di Hamas e due esponenti israeliani:

"Since last year, in Ramallah, in Cairo, in Israel and in Rafah, I have consistently emphasised that international humanitarian law demands that Israel take urgent action to immediately allow access to humanitarian aid in Gaza at scale. I specifically underlined that starvation as a method of war and the denial of humanitarian relief constitute Rome Statute offences. I could not have been clearer.

As I also repeatedly underlined in my public statements, those who do not comply with the law should not complain later when my Office takes action. That day has come
."

Statement of ICC Prosecutor Karim A.A. Khan KC: Applications for arrest warrants in the situation in the State of Palestine

Non è possibile contare le risoluzioni ONU disattese da Israele, gli infiniti rapporti ONU e di tutte le principali organizzazioni internazionali, i cui autori, tutti, indistintamente tutti santa pazienza, sono stati boicottati, calunniati ed accusati di antisemitismo, le statuizioni delle Corti Internazionali sfidate da Israele, per ultimo, solo qualche minuto dopo quella di venerdì, c'è stato un bombardamento su Rafah, con il chiaro proposito di far vedere che se ne infischiano, anzi rilanciano, ma di cosa stiamo parlando.
Mai una volta che ci si sia fermati nel merito di quei rilievi, si è sempre usato il bastone, virtuale su chi osava sollevare il problema, reale sui poveri palestinesi, per far vedere chi comandava, al di là della legge e dei principi di diritto ed uguaglianza.
Poi, c'è un momento in cui il mondo dice basta, enough is enough, non ostante gli infiniti avvertimenti e le cautele speciali, che non si sarebbero avute con chiunque altro e non è stato giusto darne, poiché le hanno pagate i palestinesi con il loro sangue, carne ed ossa, si continua con protervia e violenza inaudita; ora "That day has come", perciò si ricomincia con il vittimismo, le disgustose accuse di antisemitismo e quel che sappiamo.
Israele vuole continuare in questo modo?
Ne subisca le conseguenze, perché questa volta ci saranno.
 
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