...E il tuo post sulla Nuova Zelanda (liberalizzazioni à gogo, se non ricordo male) mi cade a fagiolo per chiedere un parere su questa lettura di ieri (il solito Uriel, che non sempre condivido, ma che in questo caso mi sembra esponga un punto di vista interessante).
Questione di priorita'
A dirti la verità Uriel l'ho abbandonato da un pezzo.
Ho letto questo articolo velocemente e superficialmente, e da quel poco che ho capito non mi è piaciuto per nulla.
Trovo che si mescolino confusamente mele con pere. Il sistema capitalista, basato su capitale e libertà, è un sistema economico, non certo politico.
Salvare una vita piuttosto che risparmiare soldi non è un problema economico: è un problema politico, e non sta al capitalismo risolverlo, o avere la responsabilità di farlo.
Riguardo le disuguaglianze nel mondo, per me non sono affatto un problema, anzi: sulla disuguaglianza si fonda il merito, la produttività, la volontà.
Se per ridurre la povertà nel mondo, ovvero migliorare lo stato delle classi più deboli, è
necessario aumentare le disuguaglianze, che scegliamo? Lotta alle diseguaglianze o lotta alla povertà?
"Uno vale uno", "siamo tutti uguali", e amenità pseudoetiche di questo genere, non solo sono ipocritamente sbagliate: sono estremamente dannose.
Proprio l'altro giorno, in vacanza in Italia, parlavo a cena con una vecchia amica, che però non ha avuto nella vita il successo economico sperato.
Mi ha detto che trova immorale possedere uno yacht da x milioni di euro mentre c'è gente che nel mondo muore di fame (solito populismo italiota).
Le ho chiesto se lo riterrebbe ancora immorale nel caso in cui, ipoteticamente, potesse avere la certezza che proprio grazie a quei yacht, a quell'apparente spreco, ovvero a quell'evidente diseguaglianza, il livello di povertà mondiale stia costantemente diminuendo.
Non ha risposto.