La nuova stretta della Santanche' sugli affitti turistici

ma di problemi non ce ne sono anche se uno si trova a passeggiare; basta solo declinare le proprie generalita'.

Inoltre , alla richiesta mi faccia vedere il contratto di affitto , salvo che si stia trattando di indagine riguardo un reato, una persona può anche rifiutarsi.

E se anche tu avessi fatto vedere il contratto di affitto e da un controllo successivo l'ADE rilevava che il proprietario non aveva registrato il contratto di affitto, ci sarebbe stata , a distanza di anni una sanzione amministrativa.

E come la polizia faceva a fidarsi, solo a titolo di esempio, del foglio di carta?

Mi fermano e dico , abito qua e questo è il contratto , potrei averlo scritto a mano , potrebbe essere falso , potrebbe essere una invenzione.

Altro è che la polizia entra direttamente in casa del privato.

Ma non può farlo.
Stai assumendo che tutti i miei ospiti siano non-italiani e/o non vogliano collaborare con le forze dell'ordine. Invece ce ne sono tanti che potrebbero tranquillamente declinare le proprie generalita', spiattellare il motivo per cui sono li' e magari anche fargli vedere la prenotazione su airbnb. E potrebbero essere anche italiani pronti a reiterare la cosa qualora si andasse a giudizio.
 
ma di problemi non ce ne sono anche se uno si trova a passeggiare; basta solo declinare le proprie generalita'.

Inoltre , alla richiesta mi faccia vedere il contratto di affitto , salvo che si stia trattando di indagine riguardo un reato, una persona può anche rifiutarsi.

E se anche tu avessi fatto vedere il contratto di affitto e da un controllo successivo l'ADE rilevava che il proprietario non aveva registrato il contratto di affitto, ci sarebbe stata , a distanza di anni una sanzione amministrativa.

E come la polizia faceva a fidarsi, solo a titolo di esempio, del foglio di carta?

Mi fermano e dico , abito qua e questo è il contratto , potrei averlo scritto a mano , potrebbe essere falso , potrebbe essere una invenzione.

Altro è che la polizia entra direttamente in casa del privato.

Ma non può farlo.
Aggiungo che:
1) non ci sarebbe stata nemmeno sanzione amministrativa in quanto i contratti di locazione breve (sotto i 30gg) non sono soggetti a obbligo di registrazione
2) se anche entrassero in casa (impossibile o quasi per le ragioni già viste) la sanzione all' host verrebbe comminata solo ed esclusivamente sulla base delle dichiarazioni del turista che possono essere tranquillamente smentite in sede di ricorso da parte dellhost. Ecco perché a New York hanno tagliato la testa al toro col requisito della residenza: lì non scappi (o quantomeno, diventa molto difficile eludere)
 
giusto; ma se non c'è il latitante, parte la controdenuncia d'ufficio per procurato allarme
Puo' dire di aver visto qualcuno che gli assomigliava o dei fumi sospetti. Fermo restando che la denucia puo' anche essere anonima
 
Puo' dire di aver visto qualcuno che gli assomigliava o dei fumi sospetti. Fermo restando che la denucia puo' anche essere anonima
Nico anche se esce fuori Babbo Natale dal comignolo, anche se la pula entra in casa e il turista gli dice che sono lì solo per un giorno o per mezz'ora, in caso di sanzione l'host ricorrerebbe in giudizio e lì sarebbe la parola dell'host contro quella del turista. In assenza di accordi scritti diventa tutto estremamente fumoso e puramente teorico.
(E ci ridai anche co la denuncia alla Questura...)
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Nico anche se esce fuori Babbo Natale dal comignolo, anche se la pula entra in casa e il turista gli dice che sono lì solo per un giorno o per mezz'ora, in caso di sanzione l'host ricorrerebbe in giudizio e lì sarebbe la parola dell'host contro quella del turista. In assenza di accordi scritti diventa tutto estremamente fumoso e puramente teorico.
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Nahar, ancora una volta, se l'ospite gli fa vedere la prenotazione su airbnb li' c'e' scritto chiaramente che e' per una notte. Quindi non e' piu' la tua parola contro la sua, ma e' la tua contro quella del turista e di airbnb. Tra l'altro il turista potrebbe anche portare, come ulteriore evidenza, i documenti di viaggio.
 
Nahar, ancora una volta, se l'ospite gli fa vedere la prenotazione su airbnb li' c'e' scritto chiaramente che e' per una notte. Quindi non e' piu' la tua parola contro la sua, ma e' la tua contro quella del turista e di airbnb. Tra l'altro il turista potrebbe anche portare, come ulteriore evidenza, i documenti di viaggio.
La prenotazione di Airbnb NON è un contratto sottoscritto da entrambe le parti. È solo il PDF generato da un sito che in sede di giudizio può essere tranquillamente disconosciuto, in quanto un conto è ciò che dice il PDF, un conto ciò che accade nella realtà. Guarda caso, i contratti esistono proprio per questo ;-) Non puoi obbligare nessuno a pagare una sanzione basandoti solo su presunzioni (tipo le schede Alloggiati, le dichiarazioni del turista, o i tabulati di Airbnb). Puoi obbligarmi solo se io ho FIRMATO di mio pugno un documento dove DICHIARO di aver ospitato tizio per un solo giorno. E anche in quel caso... chissà
 
La prenotazione di Airbnb NON è un contratto sottoscritto da entrambe le parti. È solo il PDF generato da un sito che in sede di giudizio può essere tranquillamente disconosciuto, in quanto un conto è ciò che dice il PDF, un conto ciò che accade nella realtà. Guarda caso, i contratti esistono proprio per questo ;-) Non puoi obbligare nessuno a pagare una sanzione basandoti solo su presunzioni (tipo le schede Alloggiati, le dichiarazioni del turista, o i tabulati di Airbnb). Puoi obbligarmi solo se io ho FIRMATO di mio pugno un documento dove DICHIARO di aver ospitato tizio per un solo giorno. E anche in quel caso... chissà
Scusami, secondo te, se il cliente dice che ha prenotato per una notte, ha anche i documenti di viaggio che lo testimoniano, airbnb dice la stessa cosa (il giudice puo' anche fare una rogatoria se non crede al pdf), il bonifico che ho ricevuto da airbnb e' perfettamente in linea con quanto da questi dichiarato, il giudice crede a me?
 
Potrebbe credere a te (locatario) o a me (locatore), è proprio questo il punto. Anche io potrei portare controindicazioni molto convincenti sai.
Naturalmente il problema potrebbe essere risolto dalle istituzioni statuendo l'obbligo di inviare all' AdE gli estremi di ogni contratto di locazione, così come si fa per le schede Alloggiati. Ma finché non accadrà qualcosa del genere , e dunque finché in capo all'host non esisterà alcun obbligo contrattuale in materia di locazioni brevi, la faccenda del minimum stay resterà aria fritta.
 
Ultima modifica:
Potrebbe credere a te (locatario) o a me (locatore), è proprio questo il punto. Anche io potrei portare controindicazioni molto convincenti sai.
Naturalmente il problema potrebbe essere risolto dalle istituzioni statuendo l'obbligo di inviare all' AdE gli estremi di ogni contratto di locazione, così come si fa per le schede Alloggiati. Ma finché non accadrà qualcosa del genere , e dunque finché in capo all'host non esisterà alcun obbligo contrattuale in materia di locazioni brevi, la faccenda del minimum stay resterà aria fritta.
non ho capito legalmente questa cosa però ;

in base a quali argomenti le informazioni contenute all'interno della piattaforma non sono valide giuridicamente ai fini di un giudizio, cioè non fanno la " prova"?
 
non ho capito legalmente questa cosa però ;

in base a quali argomenti le informazioni contenute all'interno della piattaforma non sono valide giuridicamente ai fini di un giudizio, cioè non fanno la " prova"?
Potrei fare molti esempi al riguardo: magari il turista ha prenotato ma poi non si è presentato, oppure ha prenotato per un solo giorno ma poi è stato due o tre, o viceversa, o ancora possibili errori da parte di Airbnb e Booking nel compilare i tabulati delle prenotazioni (errori non infrequenti), etc.
L'unica soluzione al problema è quella che ho proposto nel precedente post. I contratti di locazione esistono per una ragione , il resto è fumo.
 
@E-mily

come ti sta andando in questo periodo con la tua attivita' e nella non facile procedura di disintermediazione?
I miei “transitori” procedono in riga sulla piazza di Milano. Ho continuato ad alimentare la loro fiamma, e vi ho versato meno gocce di sudore di quando ospitavo turisti e viaggiatori.

Ho appeso tutto intorno al fuoco amuleti, sopra vi ho fatto scongiuri, perché se mai dovesse, per accidente o malagrazia, andare in porto lo sciagurato disegno di legge della ministra Santanchè trasformatosi in decreto legge, peraltro, pare, già saltato - che colpisce le locazioni brevi, comprendendo, quindi, sia la locazione turistica sia - alla luce del primo comma dell’art.2 del DM 16 gennaio 2017 – anche quella di natura transitoria (non turistica), sarei costretta ad aprire un’impresa e a trasformare i miei appartamenti in mini-hotel.

E allora io, d’un balzo, volteggerei sopra questo testo pregno di veleno che deforma la locazione, distorcendola con una nuova legge, quella del “due”, intese come notti in caso di “locazione turistica”, e come appartamenti, in caso di “locazione breve” e – pumf! – atterrerei docile su altri lidi NON locatizi, perché restano fuori dalla norma molte tipologie ricettive (che non sono locazioni) prenotabili per un giorno e che non cadono sotto la scure dei due appartamenti: una su tutte le “Case e appartamenti per vacanze”, gestibili in Lombardia anche in forma NON imprenditoriale.
 
In che senso "Case e appartamenti per vacanza" non sono considerate locazioni, e dunque sfuggirebbero alla famigerata norma (che peraltro, per ora, è tutto tranne che approvata)?
 
In che senso "Case e appartamenti per vacanza" non sono considerate locazioni, e dunque sfuggirebbero alla famigerata norma (che peraltro, per ora, è tutto tranne che approvata)?

Con la “CAV” l’appartamento si sposta dall’ambito privatistico perché non viene concesso in locazione, ma viene inquadrato civilisticamente come un contratto di ospitalità o di alloggio, che è un contratto atipico, enucleato sul contratto d’albergo: nessun obbligo di far firmare un contratto, esattamente come accade quando si prenota una stanza d’albergo.

Non è una dimora privata, ma è una struttura ricettiva extra-alberghiera aperta al pubblico (gestibile in forma non imprenditoriale o imprenditoriale: dipende dalle leggi regionali) che pratica prezzi a persona per notte (le locazioni non sono alberghi: non praticano prezzi a persona per notte) che in Lombardia e in altre Regioni devono essere esposti all’interno della struttura.

L’attività di “CAV”, spesso confusa superficialmente con la locazione turistica, presuppone – oltre alla concessione di un locale ammobiliato, provvisto delle necessarie utenze domestiche - anche la prestazione di ulteriori SERVIZI personali di hotellerie.

Le prestazioni e i servizi previsti ad esempio nel Lazio per le “CAV”, di cui all’allegato A/4 del RR 14/2017, prevedono, infatti, il servizio di ricevimento, il servizio di assistenza, il servizio di reperibilità telefonica 24h, il servizio di pulizia dell’alloggio giornaliero, il servizio di cambio biancheria da letto e da bagno ogni 3 giorni o su richiesta, tutti servizi di tipo alberghiero incompatibili con la locazione.

La natura occasionale dell’attività (in Lombardia è previsto un periodo di chiusura di 90 giorni per la forma non imprenditoriale) e le prestazioni di alloggio sopra riferite configurano l’ipotesi reddituale, di cui all’art.67, co.1, lett. i) del TUIR, ossia redditi diversi, non cedolarizzabili, derivanti da attività commerciali non esercitate abitualmente (rigo RL14 del mod. Redditi PF).

Solo tassazione ordinaria (no cedolare secca), ma, in compenso, in colonna 3 le spese specificatamente inerenti all’attività sono deducibili, perché i redditi rientranti in questa categoria sono determinati dall’art.71, co.2 come “differenza tra l'ammontare percepito nel periodo di imposta e le spese specificamente inerenti alla loro produzione”.
 
Intervento molto interessante... Mi sovviene solo una domanda, in relazione ai servizi "accessori" dovuti da chi gestisce una CAV: il turista che cavolo ne sa? Nel senso: un turista non capisce un tubo di differenze "burocratiche" tra locazioni, Cav, affittacamere etc. Semplicemente il turista, nel 90% dei casi, conosce due opzioni: 1) hotel 2) appartamento/camera (che a sua volta potrebbe comprendere l'ulteriore specificazione del bed&breakfast, dove c'è anche la colazione, ma già andiamo sul sofisticato...anche perché ormai la differenza tra un b&b puro e un appartamento che offre colazione con prodotti confezionati è pressoché nulla). Perciò cosa impedisce a qualcuno di eludere la leggina Santa Anché incriminata configurando legalmente la propria "attività" come CAV (o altre opzioni non riferibili alla normativa locatizia vera e propria) ma continuando di fatto a gestirla come una "normale" locazione breve/turistica (il famigerato "airbnb" per intenderci)? Al massimo potrebbe lamentarsi qualche turista superinformato e scrupoloso. Ma da quel che mi risulta su Airbnb nemmeno sono indicate queste differenze tra Cav, affittacamere, etc..è tutto un calderone, di conseguenza lo stesso turista difficilmente può capire "cosa" ha prenotato (legalmente parlando). Mah.
 
Ultima modifica:
Tutte queste idee che vengono in mente al legislatore sono scuse per non fare l'unica cosa che si DEVE fare: una riforma totale del diritto riguardante le locazioni residenziali con sfratti esecutivi entro 15gg. Nessuno si vuole smazzare coi turisti ma e' l'unica possibilita rimasta per trarre qualche beneficio dalle proprieta immobiliari. Sarebbe molto piu gradita dalla stragrandissima maggioranza dei proprietari la possibilita di affittare con serenita a lungo termine piuttosto che inventarsi albergatori.

Ma quella riforma il legislatore non la vuole fare... e' disposto a fare di tutto ma NON quello...
 
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