Marciamo fino a OPA 11.- conviene muoversi.

Modello Eni-Enel per una Tim più europea​

  • Corriere della Sera
  • 29 Dec 2022
  • Di Vito Gamberale
Questo governo nasce su basi ideologiche nazionaliste. La premier, Giorgia Meloni in questi primi mesi, ha dato una efficace torsione a questa ideologia: ha conciliato un allineamento sostanziale all’Ue con la difesa degli interessi del Paese. Un esempio, l’ottenimento del price cap. Da qui, poche riflessioni su Tim, che merita la pretesa di un allineamento all’Europa, per la difesa del diritto patriottico ad avere un normale incumbent. Prima di tutto, l’integrazione Rete/Servizi. L’Italia può aspirare ad essere allineata a Spagna, Francia e Germania? Lì, gli incumbent sono pienamente integrati; mai l’Antitrust europeo si è permesso di obbligarli a separare i servizi dalla rete. In Italia, la seconda rete Open Fiber è frutto di furbizia politica più che di una strategia. E ancora, in Italia esiste una concorrenza nelle Tlc che non ha riscontro in Europa e nel Mondo: a fianco di tre operatori (Tim, Vodafone e Wind3) ne esistono un’altra mezza dozzina, la maggior parte senza un abbozzo di rete propria. Negli altri Paesi europei (e anche Usa) non ci sono più di tre operatori, con quote di mercato di fatto “stabilizzate” e tutti pressoché operanti su un’unica rete fissa. Le tariffe, in Italia, sono calate di oltre il 70% in 20 anni. Nessun servizio ha subito un tale tracollo di prezzo. Concorrenza e tariffe distorte sono merito delle due authority che governano le Tlc: Antitrust e Agcom, dove è mancata visione e competenza industriale. In Tim sono entrati ed usciti manager storici o improbabili, tutti senza un progetto per Tim: dentro, inefficaci; fuori, a gestire concorrenti da sempre in perdita. Da quella maledetta Opa del 1999/2000, le trame societarie di Tim sono gestite da banche d’affari, spesso entrate come soci, per poi uscirne trovando sostituti avventurosi. Oggi, nelle due reti – Fiber Co e Open Fiber – troviamo, come soci pesanti due fondi internazionali (uno americano ed uno australiano), vicenda che non ha simili in tutto il mondo dei Paesi che pesano. Sarebbe utile, al governo, leggere uno studio di un’importante legal firm europea che analizza i comportamenti difensivi dei maggiori Stati europei verso tentate invasività nei propri asset strategici. Quindi: pluralità di reti; assurda pressione europea a separare reti da servizi; concorrenza impropria e dumping nei prezzi; soci eterodossi e patti opachi (vedi Aspi). E, ora, il vertice operativo di Tim propugna una vendita all’incanto di rete e servizi. A supporto di tutte queste stramberie, una Cdp dalle contraddittorie partecipazioni: socia di Tim e di Open Fiber, si trova a dover mediare per contenere le perdite di chi è entrato con rischio industriale e vuole uscire senza danni. A corollario dell’anomalo caos nelle Tlc nazionali, si intravvedono nani e ballerine, nelle ombre di questo epilogo. Tim fu una privatizzazione mal fatta. Lo Stato si è chiamato sempre fuori, ad ogni passaggio, pur avendo a disposizione la «golden share», ossia il diritto di intervento. Le operazioni nazionali di mercato meglio riuscite sono state Eni ed Enel, dove lo Stato è rimasto socio di minoranza, mentre le aziende, guidate da manager maturati nelle competenze interne, sono diventate leader mondiali. Ernesto Pascale voleva per Tim simile operazione di mercato. Le Tlc non sono da meno dell’energia per un grande Paese. È il caso di sperare che questo governo compia una torsione europea, per un riassetto delle Tlc patriote, in linea con Spagna, Francia, Germania. C’è da augurarsi che la premier, anche questa volta, batta il colpo giusto.
La separazione. L’Antitrust Ue non ha mai obbligato gli incumbent in Spagna, Francia e Germania a separare i servizi dalla rete.
CORRIERE DELLA SERA 29.12.2022
 

Allegati

  • TIS_2022-12-29_12-45-40.png
    TIS_2022-12-29_12-45-40.png
    98,8 KB · Visite: 20
:bow::bow::bow::bow:
Ciao Cari$$imo.
Grande vuoi entrare su Tiscali?
Sarebbe una Buona Notizia!

:bow::bow::bow::bow:
Ciao Cari$$imo.
Grande vuoi entrare su Tiscali?
Sarebbe una Buona Notizia!!
Non per essere cinico ma per me un titolo vale l'altro. Spulcio tra quelli nei quali certi indicatori/oscillatori/algoritmi/lettura dei fondi di caffè funzionano meno peggio. Se si presenta l'occasione per cercare di guadagnare a rischio limitato cerco di sfruttarla. Anche io ho 2/3 titoli "preferiti" ma se girano dalla parte non voluta li rispedisco al mittente. Condizione essenziale per entrare è sapere prima a quanto ammonta la perdita potenziale altrimenti mi astengo. Se poi il trade va per il verso giusto ci si penserà dopo a gestire la posizione. A ricomprare e a morire, specie alla mia età, vi è sempre tempo. ;)
 
speriamo che come pucchio sparisce, o perché va in vacanza o perché bannato, tiscali cominci a salire.

In passato è successo, e oggi preciso ha fatto un buon movimento, vediamo domani e nuovo anno che succede.
 
penso che adc riservato a questi prezzi sarebbe molto sconveniente, penso che succede lo stesso che fu prima del precedente
 
la palla che è legata al piede di Tiscali non è la guerra in Ucraina, le materie prime, l'inflazione o la pandemia, ma è TIM.... finchè non troveranno una soluzione che accontenta tutti (CDP, OF, Vivendi, Azionisti, ecc.) e si realizzi questa benedetta Rete Unica, possiamo solo ballare l'AlliGally
 
Indietro