Ogni tanto passo di qui per salutare i vecchi "compagni di avventura" e vedere che aria tira.
Di certo non è buona.
Se vedete come le borse hanno recuperato e altri bond bancari hanno nettamente abbassati i rendimenti offerti, questa a differenza pare in piena agonia
A me preoccupa il fatto che se ne parla sempre più (come di cosa...?...di far pagare un po a tutti bondisti compresi)
Ecco perchè sono sempre meno esposto sui bancari, ma soprattutto non ho alcuna esposizione verso "la nuova Argentina" di Obama.
Vedi Chrysler tanto per iniziare
L'articolo è del Sole...
Con Bank of America arriva il conto della crisi bancaria
Oggi gli azionisti di Bank of America decidono la sorte dell'amministratore delegato. Costretto ad avallare a fine 2008 l'acquisto della disastrata Merrill Lynch in nome dei superiori interessi della nazione, Ken Lewis potrebbe perdere il posto. Saggiamente condotta al tempo dell'orgia da derivati, abs e cdo, Bank of America è il gigante di Charlotte, North Carolina, sorto nel 98 quando la Nations Bank acquistò Bank of America - base storica a San Francisco - e ne assunse il nome. Purtroppo due acquisizioni legate alla crisi, quella del gigante dei mutui Countrywide ad agosto e quella, molto sollecitata dalla Fed e dal Tesoro, di Merrill Lynch a settembre, hanno messo BoA nei guai. I 45 miliardi già versati di aiuti da parte di Washington non bastano a ridurre le perdite a dimensioni accettabili, perdite causate soprattutto da una Merrill Lynch più disastrata di quanto si pensasse.
Andrew Cuomo, il procuratore generale dello Stato di New York, ha costretto Lewis a raccontare come andarono le cose a fine 2008, quando il passaggio di Merrill Lynch, annunciato a settembre e che sarà formalizzato a gennaio, divenne chiaramente troppo oneroso, date le perdite molto più alte del previsto. Una clausola contrattuale poteva consentire di tirarsi indietro. Lewis ha raccontato che Henry Paulson, ministro del Tesoro di George W. Bush ancora in carica, gli annunciò che in caso di rifiuto sarebbe stato licenziato da Ben Bernanke, presidente della Federal reserve. e gli ordinò di stare zitto. Quella che era la migliore grande banca americana si trova così ora nella stessa categoria di Citigroup, il gigante disastrato.
Gli azionisti sono furibondi per le perdite subite sui mercati e per non essere stati informati del disastro che l'operazione Merrill Lynch avrebbe causato.
Il caso BofA tuttavia è interessante perché pone ormai sul tavolo, e molto chiaramente, il nodo del "chi paga" nella crisi bancaria e finanziaria americana, un nodo che anche in Europa non sarà eludibile. È chiaro infatti che addossare tutti i costi al contribuente sarà impossibile.
Gli azionisti sono già di fatto azzerati, e lo saranno definitivamente quando arriveranno gli aumenti di capitale, con la distribuzione di azioni ordinarie presumibilmente al Tesoro. Ma anche gli obbligazionisti saranno chiamati a sopportare parte delle pardite. Le teste di Ken Lewis e dei suoi colleghi del consiglio di amministrazione, se finiranno sotto la ghigliottina dell'azionariato furente, sono solo le prime a cadere.