MPS secondo voi arriverà un cavaliere bianco e rilancerà Banca Mps?

Delle banche
Bper pare quella più blindata,
Mps da stare allerta per giochini di potere / mercato
Desio ,Sondrio Bpm giocano in un Torneo diverso

Unicredit rimanendo su quotazioni alte probabilmente ora ha una spinta minore

Sbaglio ?
 
Delle banche
Bper pare quella più blindata,
Mps da stare allerta per giochini di potere / mercato
Desio ,Sondrio Bpm giocano in un Torneo diverso

Unicredit rimanendo su quotazioni alte probabilmente ora ha una spinta minore

Sbaglio ?
BPER e Sondrio hanno lo stesso identico primo azionista con le stesse identiche percentuali.
Il problema essenziale delle fusioni è proprio il concambio che in questo caso semplicemente non sussiste visto che ad Unipol qualunque concambio porta ad avere sempre la stessa identica percentuale di azioni.
Per di più su due banche senza significative sovrapposizioni di filiali e con sia stile gestionale che partner analoghi.
Di base la fusione più semplice che esista, il che rende l'OPS di gran lunga lo scenario più realistico.
 
IL SOLE 24 ORE
https://24plus.ilsole24ore.com/art/mps-svolta-rischi-legali-attrae-fondi-esteri
Mps, la svolta sui rischi legali attrae i fondi esteri
La banca ha ridotto il “petitum” dei rischi legali straordinari dagli 1,8 miliardi di agosto 2022 agli 890 milioni di fine marzo 2024
26 maggio 2024

di Alessandro Graziani

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[...]
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Allora , sei mesi fa stava a 3 circa , dicevo arriva 4 4.6 , c'era poca gente , uno mi aggrediva dicendo che non aveva giò fatto + 40%. , c'era un 'altro che diceva che non faceva prigionieri, comunque acqua passata , ora vedo target vicino 8 ., ( sarei felicissimo) di certo in borsa non c'è nulla, solo Olivetti era un rigore a porta vuota, 30 anni orsono. Comunque chi vivrà vedrà. Buon gain
iol non vuol dire io lucifebo, ma italia on line, opa su seat pg risparmio a 1400 euro ad azione. (fuori tema ma orgoglioso.)
Attendiamo 5 agosto.
 
Ultima modifica:
@delios, se ho ben capito le regole del forum arrivati alle 100 pagine bisognerebbe aprire una nuova discussione.
Se così fosse, visto che hai portato bene, proporrei che sia tu a riaprirla OK!
 
A meno che Unicredit non anticipi tutti con un opa a 6.50
UNICREDIT ha altri pensieri ...

Panetta e le banche: uscire dalla Russia​

Il governatore: ci possono essere difficoltà oggettive, ma c’è una decisione del governo e quindi va fatto​

  • Corriere della Sera
  • 26 May 2024
  • DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Mario Sensini
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A Stresa Fabio Panetta (Bankitalia), 64 anni, ieri con il ministro Giancarlo Giorgetti, 57
«Qui c’è una decisione del governo, dalla Russia bisogna uscire». Per Fabio Panetta, governatore della Banca d’italia, non ci sono altre alternative per le banche italiane. Dopo le sanzioni scattate nei confronti di Putin per l’aggressione all’ucraina, benché abbiano ridotto notevolmente le loro attività, in Russia ci sono ancora Intesa Sanpaolo e soprattutto Unicredit, cui giorni fa un tribunale russo ha sequestrato 463 milioni di euro.
«Quando un governo decide che una cosa va fatta, si fa» ha detto ieri Panetta, che con i governatori delle banche centrali ha partecipato al G7 Finanze di Stresa. «Ci possono essere difficoltà oggettive a uscire da un Paese come la Russia, bisogna trovare un compratore e, sapendo di essere forzati a vendere, ciò può essere costoso. Gli intermediari hanno l’obbligo di minimizzare i costi, ma qui c’è una decisione del governo». Non in atti ufficiali, ma con una forte moral suasion, dopo le sanzioni Ue e le pressanti raccomandazioni della Bce, che attende dalle banche europee un piano entro pochi giorni per il disimpegno dalla Russia, e minaccia sanzioni.
L’altro tema affrontato dal G7 è l’utilizzo degli interessi e dei dividendi maturati sulle attività della banca centrale russa detenute all’estero e congelate a favore di Kiev. Il G7, ha spiegato il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, che ha presieduto la riunione, immagina un’operazione finanziaria «che possa colmare per i prossimi due o tre anni le esigenze di bilancio dell’ucraina: c’è una forte intesa politica nel G7, ma ci sono ancora difficoltà tecniche e giuridiche ed i dettagli sono sostanziali». La decisione è rinviata ai capi di Stato a giugno in Puglia, e per ora a sovenzionate stenerla, dice Giorgetti, «c’è l’ottimismo della ragione».
Un’azione più decisa è stata invece sollecitata da Giorgetti per fronteggiare la sovracapacità produttiva della Cina, che ha indotto gli Usa ad imporre intanto i dazi sulle auto. Il timore è che senza iniziative analoghe, le produzioni sovda Pechino (auto, pannelli solari, batterie) invadano l’ Europa. «La mia opinione è che i dazi siano un fatto oggettivo, non una scelta politica. La decisione Usa impone una riflessione anche a noi, altrimenti perdiamo due volte, con la Cina e con gli Usa» ha detto Giorgetti.
Problemi anche per l’accordo Ocse sulla Global Minimum Tax, che bisognerebbe chiudere a giugno, ma finito «su un binario morto», ha detto Giorgetti, per le resistenze di India e Cina.
Giorgetti e la Cina
«La mia opinione è che i dazi siano un fatto oggettivo, non una scelta politica»
Article Name:Panetta e le banche: uscire dalla Russia
Publication:Corriere della Sera
Author:DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Mario Sensini
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Il MEF mette al primo posto gli interessi degli italiani, quelli di partito e personali, non li prende proprio in considerazione:ops2::D:D
L'hai sentito dire da Giorgetti o da Bossi?
 
fa un riepilogo, ma non aggiungte nulla.

Oggi 09:10 - MF-NW
Di Angelo De Mattia ROMA (MF-NW)--Pur scadendo a fine giugno i termini del lock up relativi alla vendita di azioni del Monte dei Paschi possedute dal Tesoro, le cronache gi si esercitano sulle possibili condotte dello stesso Ministero dell''Economia, ipotizzando orientamenti che vanno dalla prosecuzione del collocamento sul mercato di un''ulteriore tranche della quota pubblica complessiva del 26,7%, che arriverebbe fino alla dismissione del 16% circa, all''avvio di contatti con altri intermediari per la cessione dell''intera quota o di parte di essa. Siamo per ora, giusto ripeterlo, nel campo delle esercitazioni, che in alcuni casi confinano con la fantasia. A questo punto, considerata la rapida risalita del Monte dei Paschi a Piazza Affari e nei conti, in particolare con il ritorno all''utile, e avuto presente il successo dei collocamenti finora attuati, ci che invece necessario avere un chiarimento da parte del ministero dell''Economia sulla perdurante vigenza dei due criteri che furono a suo tempo enunciati dal ministro Giancarlo Giorgetti, riguardanti da un lato il carattere ordinato che avrebbe dovuto avere l''uscita dello Stato dal capitale dell''istituto di credito senese (da questo punto di vista, non vi sono rilievi da muovere) e dall''altro l''operazione di consolidamento in un''area del settore bancario che la dismissione pubblica avrebbe consentito. Su quest''ultimo punto siamo invece in alto mare. Anzi, le voci su nuovi collocamenti sul mercato, con tutte le indeterminatezze di cui si detto, segnalerebbero una sottovalutazione della finalit del consolidamento. Qual allora l''effettivo intendimento del governo Meloni? Abbiamo avuto modo di rilevare, in occasione della manovra di bilancio relativa a quest''anno, che pur essendo stato previsto un introito possibile delle dismissioni-privatizzazioni per 20 miliardi di euro, ci non ricondotto a una visione generale del rapporto tra pubblico e privato, a una conseguente strategia, a un''indicazione del livello ritenuto ottimale delle presenze dello Stato nelle imprese. Non basta sottolineare il pragmatismo delle scelte, il loro carattere non ideologico. Anche il pragmatismo deve poggiare su criteri e avere determinate finalit . Diversamente, prevale la critica del mero fare cassa che finisce con l''indirizzare le scelte della specie. Il problema non certo inventato per il Monte dei Paschi, dal momento che esso risponde all''esigenza di conoscere quale sia il futuro che si pensa di delineare per la pi antica banca del mondo, quale sia l''assetto azionario che se ne pu prevedere oggi, se si pensa che l''istituto guidato dall''amministratore delegato Luigi Lovaglio debba restare in vita con una propria identit , anche realizzando una particolare aggregazione, oppure debba realizzare forme pi spinte di concentrazione. Oggi, mentre le cronache finanziarie riportano possibili interventi - ai quali si starebbe pensando - anche di altre fondazioni di origine bancaria, il chiarimento appare ancor pi doveroso, innanzitutto per il mercato, per la clientela del Monte dei Paschi, per i lavoratori che finora hanno dato un''importante prova di collaborazione in tutte le non facili decisioni che li hanno riguardati, per il territorio, per le istituzioni: si potrebbe aggiungere, dati il ruolo e la storia dell''istituto, anche per il Paese. Certo, non facile rimanere coerenti con la linea del consolidamento nel settore bancario. Nelle discussioni e sulla stampa, allorch si ripropone il tema delle aggregazioni, si rifanno i nomi di tre istituti di credito, ossia Unicredit, Banco Bpm e Bper, che finora hanno per - per diverse ragioni - reiterato il loro disinteresse a una concentrazione con il Monte dei Paschi. A un certo punto dei tre la banca che era apparsa un po'' meno ferma sul diniego era Unicredit. Ma se consideriamo l''interesse manifestato dall''amministratore delegato Andrea Orcel per la posizione di Emmanuel Macron sulla necessit che si riprenda la costruzione dell''Unione Bancaria, avendo di mira tra l''altro le aggregazioni transfrontaliere, si pu forse intuire quale siano gli interessi del banchiere, forte di una particolare competenza anche a livello internazionale. Finora tace la Vigilanza della Bce, alla quale compete la supervisione sul Monte, ambito in cui prevista la collaborazione con Banca d''Italia. Ci si potrebbe attendere che nelle prossime considerazioni finali di fine maggio, le prime da governatore della Banca d''Italia, Fabio Panetta si esprima su indirizzi e criteri generali riguardanti le banche e il sistema. Sarebbe eccessivo ritenere che pure in termini generali si possa parlare solo con riferimento agli istituti less significant, rientranti nella diretta competenza di Palazzo Koch. D''altro canto, questa materia sulla quale non grava il vincolo del massimo riserbo vigente per la politica monetaria nei sette giorni precedenti la riunione del consiglio direttivo della Bce, che si tiene il 6 giugno. Vedremo. In ogni caso, se l''ipotesi di un Monte dei Paschi stand alone riprendesse piede, bisognerebbe tempestivamente chiarirlo. Un''operazione di parresia essenziale, innanzitutto da parte del Tesoro. L''opacit non gioverebbe a nessuno, cos come non gioverebbe un''indefinita procrastinazione di scelte fondamentali. (milanofinanza.it) red fine
 
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