News principalmente FCT e altro...3°

  • Ecco la 72° Edizione del settimanale "Le opportunità di Borsa" dedicato ai consulenti finanziari ed esperti di borsa.

    È stata un’ottava ricca di spunti per i mercati, dapprima con l’esito delle elezioni europee, poi con i dati americani incoraggianti sull’inflazione e la riunione della Fed. L’esito delle urne ha mostrato uno spostamento verso destra del Parlamento europeo, con l’avanzata dei partiti nazionalisti più euroscettici a scapito di liberali e verdi. In Francia, il presidente Macron ha indetto il voto anticipato dopo la vittoria di Le Pen e in Germania i socialdemocratici del cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno subito una disfatta record. L’azionario europeo ha scontato molto queste incertezze legate al rischio politico in Francia. Oltreoceano, i principali indici di Wall Street hanno raggiunto nuovi record dopo che mercoledì sera, la Fed ha mantenuto invariati i tassi nel range 5,25-5,50%. I dot plot, le proiezioni dei funzionari sul costo del denaro, stimano ora una sola riduzione quest’anno rispetto a tre previste a marzo. Lo stesso giorno è stato diffuso il report sull’inflazione di maggio, che ha mostrato un rallentamento al 3,3% e un dato core al 3,4%, meglio delle attese.
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Si mette male, vedo intensificarsi le vendite
 
Buonasera, quindi mi spieghi meglio se può, il compratore che rileverà(forse) l'azienda, compreso il pacchetto azionario, non rileverà le quote di minoranza che rimarranno nel deposito titoli del retailers per sempre?!? :mmmm:
O successivamente alla vendita ci sarà il delisting del titolo, dal deposito titoli, ma senza generare minus?!? :mmmm:

Il sig. Stefano è stato bannato o si è cancellato dal forum dopo 2 mesi... mahhhh...... :rolleyes: :rolleyes:
 
LEONARDO

Ldof fà scattare il primo campanello OK!

Una Close > 6,034 conferma segnale per IN OK!

Appoi... !!:bye:

Acceso segnale IN OK!

Obiettivo ellisse gialla ... sempre col se e col forse.....:rolleyes:

Appooii...:bye:


wx50s
 
Se è riservato avviene una diluizione. Se è per tutti e non si partecipa... c'è lo stesso effetto diluizione.

Su un adc riservato non credo che si possa diluire gli altri azionisti.
Se emettono azioni da consegnare a chi partecipa riservatamente entra però anche una uguale mole di cache in cassa.
Per cui non dovrebbe esserci diluizione.
Negli adc generalizzati la diluizione avviene se viene fatto anche accorpamento di azioni e contestuale emissione di nuove azioni in numero maggiore, ma è uno stratagemma per costringere a partecipare.

In questo caso avrebbero già chi partecipa. Se fosse riservato e pure diluitivo sarebbe troppo simile a una confisca.
 
Su un adc riservato non credo che si possa diluire gli altri azionisti.
Se emettono azioni da consegnare a chi partecipa riservatamente entra però anche una uguale mole di cache in cassa.
Per cui non dovrebbe esserci diluizione.
Negli adc generalizzati la diluizione avviene se viene fatto anche accorpamento di azioni e contestuale emissione di nuove azioni in numero maggiore, ma è uno stratagemma per costringere a partecipare.

In questo caso avrebbero già chi partecipa. Se fosse riservato e pure diluitivo sarebbe troppo simile a una confisca.

Se aumentano in maniera corposa le azioni, la diluizione ne è la conseguenza automatica in quanto il valore attribuito al titolo si deve dividere per un numero maggiore di azioni.
 
Da aggiungere che negli ADC se ne sono viste di ogni... con salite vertiginose e ritorni alla base
alla fine tutto si assesta ma nel frattempo si vedono movimenti estremizzati
Ci sono esperti di ADC, che studiano bene come viene strutturato e cercano di specularci
 
Se aumentano in maniera corposa le azioni, la diluizione ne è la conseguenza automatica in quanto il valore attribuito al titolo si deve dividere per un numero maggiore di azioni.
A.se entra pari quota di valore cache nelle casse della società, il titolo deve considerare tale.valore, mica può far finta che i 700 milioni in cassa siano soldi del monopoli.
Parlo di un aumento di capitale non diluitovo ovviamente.
Poi si tratta di capire se un aento di capitale riservato possa essere diluitivo.
Io credo di no.
Ma potrei anche sbagliarmi.
 
Questa ipotesi , sempre che la abbia compresa bene,.a me piacerebbe molto.

Oto Melara, Fincantieri fa un passo avanti

Cioè.CDP acquista lei OTO, che diventerebbe una altra società di cdp al pari di Fincantieri.
Se così fosse, non servirebbe un aucap.
:sperem:
 
La Cina vara la prima nave da crociera realizzata in collaborazione con Fincantieri - The Medi Telegraph - News dall'Italia e dal mondo
La Cina vara la prima nave da crociera realizzata in collaborazione con Fincantieri
Il cantiere SWS, controllato da CSSC, ha iniziato i lavori nell’ottobre 2019 con il taglio della prima lamiera e nonostante il Covid ha proseguito i lavori fino all’impostazione dello scafo in bacino il 10 novembre del 2020


La prima nave da crociera cinese


di Matteo Martinuzzi

19/12/2021

Per l’industria navalmeccanica cinese lo scorso 17 dicembre è stata una data storica: si è svolto il varo tecnico della prima grande nave da crociera costruita in un cantiere cinese.
Lo scafo, ancora grezzo ma tutto addobbato, è stato fatto galleggiare con l’allagamento del bacino di costruzione. Per festeggiare l’evento è stato creato un arcobaleno a prua della nave tramite getti d’acqua in segno di buon auspicio. Ora la nave, completa al 55%, è stata trasferita alla banchina di allestimento per proseguire il lavoro sugli apparati tecnici e gli allestimenti alberghieri.
Questo evento arriva dopo un lungo percorso iniziato oltre 7 anni fa con il primo accordo tra Carnival Corporation & Plc., Fincantieri e il Lloyd’s Register per lo sviluppo del settore in Cina. L’ordine vero e proprio per le prime due navi da circa 135.000 tonnellate di stazza lorda è arrivato invece nel 2018 a seguito della stipula di una joint venture tra il colosso delle crociere americano, l’azienda italiana e China State Shipbuilding Corporation (CSSC).

Le due navi da crociera si basano sul progetto della classe “Vista” sviluppato da Fincantieri per i marchi Carnival Cruise Line e Costa Crociere. Come le 5 sorelle di costruzione “italiana” saranno lunghe 323 metri, larghe 37,20 e avranno una capacità di 5.246 passeggeri. Ovviamente gli interni seguiranno i desiderata dei turisti con gli occhi a mandorla.
La joint venture costituita da Fincantieri e CSSC Cruise Technology Development Co. Ltd fornisce in licenza al cantiere Shanghai Waigaoqiao Shipbuilding Co. (SWS) la piattaforma tecnologica e una serie di servizi tecnici, tra i quali attività di project management, gestione della catena di fornitura e vendita di sistemi e componenti fondamentali. Lasciando in mani cinesi la costruzione dello scafo sta diventando un affare dal grande potenziale per l’industria del “Made In Italy” l’allestimento tecnico ed alberghiero di queste due navi la cui consegna è prevista nel 2023 e nel 2024. In quest’ottica va sottolineata la commessa ricevuta dall’azienda pordenonese Marine Interiors, controllata da Fincantieri, per la fornitura di circa 2.800 cabine prefabbricate per la prima unità in programma; Altra azienda nostrana che ha già annunciato di essere protagonista in Cina è la trevigiana Somec.
«Essendo le unità più difficili da progettare e costruire, le grandi navi da crociera sono gli unici prodotti navali ad alta tecnologia e ad alto valore aggiunto che la Cina non è ancora stata in grado di realizzare», ha dichiarato CSSC in una nota. «Il numero di parti e componenti di una grande nave da crociera è cinque volte superiore a quello di altri tipi di navi. Il solo cablaggio raggiunge oltre 2.600 miglia e le ore di lavoro totali per l’intera nave equivalgono a 20 volte quelle di una nave portarinfuse Capesize».

Il cantiere SWS, controllato da CSSC, ha iniziato i lavori nell’ottobre 2019 con il taglio della prima lamiera e nonostante il Covid ha proseguito i lavori fino all’impostazione dello scafo in bacino il 10 novembre del 2020. La consegna della prima nave è prevista per il settembre 2023. Tempi lunghi se li compariamo alla realizzazione del prototipo Carnival Vista a Monfalcone tra il 2014 e il 2016: il cantiere isontino ci aveva messo circa 9 mesi per l’assemblaggio dello scafo ed altri dieci per l’allestimento alberghiero. Questi numeri ci fanno vedere quanto sia ancora complesso per un cantiere cinese essere competitivo come uno europeo nelle costruzioni ad alto contenuto tecnologico.
Nonostante ciò, la Cina sta studiando il progetto della sua prima nave da crociera di concezione interamente nazionale: certo bisognerà vedere come si svilupperà il settore crocieristico in Cina nei prossimi anni dopo la battuta d’arresto dovuta al Covid.

Un’incognita è anche come verrà “brandizzata” la nave appena varata: infatti CSSC non ha comunicato né il nome, né la livrea definitiva, anche se in un modello di presentazione la nave appariva con i colori AIDA. Chissà se questa nuova compagnia porterà un nuovo nome o no, per ora le due navi rilevate da Costa Crociere mantengono nome e livrea italiane
 
Fincantieri, seconda unita Lss per la Marina Militare | Il Friuli


La nave sarà interamente costruita presso il cantiere di Castellammare di Stabia
Fincantieri, seconda unità Lss per la Marina Militare
20 dicembre 2021
Il Raggruppamento Temporaneo di Impresa (RTI) guidato da Fincantieri ha firmato con OCCAR (Organisation Conjointe de Cooperation sur l’Armement, l’organizzazione internazionale di cooperazione per gli armamenti) un contratto per la costruzione di una seconda unità di supporto logistico (LSS, ovvero Logistic Support Ship) destinata alla Marina Militare, nell’ambito di un programma che ne prevede anche una terza.

La LSS sarà interamente costruita e consegnata presso il cantiere di Castellammare di Stabia, con la consegna prevista per il 2025. Il contratto ha un valore di circa 410 milioni di euro compreso il sistema di combattimento.

L’ordine prevede anche la fornitura del supporto al ciclo vita dell’unità nei primi dieci anni, articolato in attività di logistica e in service support (attività manutentiva), nonché quella di componenti e macchinari navali realizzati dalla Direzione Sistemi e Componenti Meccanici di Fincantieri, tra cui linee d’assi, timoneria, eliche di manovra, pinne stabilizzatrici e altri impianti di movimentazione.

Nell’ambito del programma pluriennale per la tutela della capacità marittima della Difesa (la cosiddetta “Legge navale”) Fincantieri sta attualmente realizzando sette pattugliatori polivalenti d’altura (PPA) e l’unità da trasporto e sbarco (LHD – Landing Helicopter Dock) “Trieste” e nel marzo di quest’anno ha consegnato la LSS “Vulcano”, un progetto quest’ultimo acquisito anche dalla Marina nazionale francese per la definizione del programma Flotlog, una serie di unità costruite in collaborazione proprio con il cantiere di Castellammare di Stabia.

La caratteristica fondamentale comune a tutte e tre le classi di navi è il loro altissimo livello di innovazione che le rende estremamente flessibili nei diversi profili di utilizzo con un elevato grado di efficienza. In particolare queste unità potranno essere utilizzate in modo complementare anche in attività non prettamente militari quali per esempio di supporto alla protezione civile in attività di humanitarian assitance e disaster relief; in aggiunta hanno un basso impatto ambientale grazie all’adozione di avanzati sistemi di generazione e propulsione a bassa emissione inquinante (generatori e motori elettrici di propulsione) e di controllo degli effluenti biologici.

La LSS è una unità di supporto logistico alla flotta dotata anche di capacità ospedaliera e sanitaria grazie alla presenza di un ospedale completamente attrezzato di circa 800 mq, che comprende: 2 sale operatorie con pre-anestesia, una sala di radiologia, un gabinetto odontoiatrico e uno ginecologico, 2 ambulatori di pronto soccorso, un laboratorio di diagnostica clinica e emoteca, una sala per la terapia intensiva, una sala TAC, e una sala ustionati. La nave è in grado di coniugare capacità di trasporto e trasferimento ad altre unità navali di carichi liquidi (gasolio, combustibile avio, acqua dolce) e solidi (parti di rispetto, viveri e munizioni) e di effettuare in mare a favore di altre unità operazioni di riparazione e manutenzione.

I sistemi di difesa invece sono limitati alla capacità di comando e controllo in scenari tattici, alle comunicazioni e ai sistemi di difesa dissuasivi non letali. L’unità è capace di imbarcare anche sistemi di difesa più complessi e diventare una piattaforma per sistemi di intelligence e guerra elettronica.
NUMERI: 193 metri di lunghezza; circa 20 nodi di velocità massima; 235 persone tra equipaggio e specialisti; capacità di fornire acqua potabile a terra per circa 6.000 persone; capacità di fornire corrente elettrica a terra per una potenza di 2500 kw; possibilità di imbarcare fino a 28 moduli ISO 20 tra cui moduli abitativi/sanitari; capacità di soccorso in mare, tramite operazioni di recupero e sul fondo (la nave è dotata di 2 gru da 30 t con capacità offshore); base per operazioni di soccorso tramite 2 elicotteri e imbarcazioni speciali (2RHIB e 2 tender).
 
Covid: a Miami 48 positivi su nave crociera più grande al mondo
 
Il governo Draghi e lo Stato padrone - Tag43


Sulla carta è uno dei governi più liberisti. Nella realtà intervenendo in molte delle più importanti partite industriali del Paese (e si prepara a farlo anche in Tim e Fincantieri) sta allargando attraverso Cdp la presenza della mano pubblica nell’economia.


E pensare che con l’arrivo del nuovo governo, all’inizio del 2021, i turbo liberisti avevano stappato champagne perché sapevano come la pensavano Mario Draghi, i suoi ministri e soprattutto il suo super consulente economico Francesco Giavazzi: lo Stato deve essere solo un regolatore e non deve entrare direttamente nel capitale delle imprese. Quindi vade retro a qualsiasi tentazione di uno Stato padrone. Anzi, di più. Per Giavazzi lo «Stato imprenditore è una delle idee più pericolose in circolazione, bisogna lasciar fare alle imprese». Dello stesso tenore anche le affermazioni dell’attuale Presidente del Consiglio: «Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione», spendere si può per «ricerca e sviluppo, istruzione, formazione, regolamentazione, incentivazione e tassazione». Ma dallo scorso febbraio a oggi qualcosa deve essere accaduto, perché molte delle decisioni che il governo ha preso in materia risultano tutte contromano rispetto a quanto dichiarato e scritto solo alcuni mesi fa. Insomma, i liberisti sono diventati ferventi statalisti. E il tanto idolatrato Milton Friedman ha lasciato il posto a Keynes.

Il pasticcio di Tim e il progetto di mega società della rete
Con l’annuncio di Opa da parte del fondo americano Kkr, i principali soci di Tim sono andati in confusione. Da una parte ci sono i francesi di Vivendi (azionisti di riferimento al 24,9 per cento) che hanno deciso di correre ai ripari e per rispondere al progetto di Kkr ora sono disponibili in primis a dividere le attività commerciali (ServiceCo) da quella della rete (NetCo). Poi a fondere quest’ultima con Open Fiber e a far sì che Tim sia in minoranza nella nuova mega società della rete unica (con lo Stato in maggioranza attraverso la Cassa Depositi e Prestiti e forse Poste Italiane, per altro finora solo citata come attore possibile ma ancora non interpellata). Dall’altra parte c’è sempre Cdp, con il suo presidente Giovanni Gorno Tempini presente nel consiglio di amministrazione dell’ex monopolista dei telefoni in rappresentanza del 9,8 per cento posseduto da Cassa. Il quale, nell’ultimo cda, ha proposto una delibera per permettere agli americani di avere accesso alla data room. La proposta è stata però bocciata sia dai consiglieri indipendenti sia da quelli di Vivendi, che così facendo hanno respinto la volontà di interventismo nella partita da parte del governo attraverso il timido Gorno Tempini.

Tim e Gubitosi si separano: c'è l'accordo per l'uscita dall'azienda. L'ormai ex AD e direttore generale lascia anche il cda, ma niente maxi buonuscita
Il logo Tim.
Il laborioso e accidentato processo della società del Cloud nazionale
Anche nello sviluppare il piano della nuova società del cloud, il cosiddetto Polo Strategico Nazionale, il governo si sta comportando da vero imprenditore. Il progetto, in mano al ministro della transizione digitale Vittorio Colao, di dotare la Pubblica amministrazione di un sistema digitale in grado di ospitare in sicurezza i suoi dati e i servizi strategici, sembra avviato con la pubblicazione del bando di gara a fine gennaio 2022. Facile dunque che si arriverà a scegliere il vincitore entro la fine del prossimo anno. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza mette a disposizione ben 1,9 miliardi di euro per la creazione del Polo Strategico Nazionale. Le società per ora interessate a presentare un’offerta sono tre newco: la prima a maggioranza pubblica – formata da Cdp, Leonardo, Sogei e Tim – quella tra Aruba e Almaviva, e infine quella tra Fastweb e Engineering. Fin qui il governo è sembrato intervenire solo per fissare delle modalità di assegnazione, procedimento tipico di uno Stato liberista: decido le regole e lascio che il mercato faccia il resto con una gara trasparente tra imprese tra loro concorrenti.

L’esposto in Procura e le presunte pressioni sul Poligrafico
Ma a oggi non tutto sembra essere così lineare. Infatti sul Cloud di Stato ora sta indagando la Procura di Roma. Ci sarebbero state infatti presunte manovre o pressioni per la realizzazione del Polo Strategico Nazionale. In Procura è stato depositato un esposto del deputato ex M5s e membro della commissione Bilancio, Raphael Raduzzi. La denuncia cita un articolo del Fatto quotidiano del 16 settembre in cui si dava conto di pressioni informali arrivate dal Tesoro in direzione del Poligrafico dello Stato, controllato dal ministero, che inizialmente doveva partecipare al bando per il Psn in cordata con Fastweb. A corredo della denuncia ci sarebbero alcuni screenshot di una chat telefonica tra un manager e un altro interlocutore in cui si parla di una chiamata ricevuta con la chiara finalità di «bloccare la partecipazione della società pubblica al bando». Ma non finisce qui: a metà novembre il sito Tpi dà notizia, subito smentita dal mistero dell’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale, che tra il ministero e una delle cordate concorrenti, l’unica a maggioranza pubblica, ci sia stata condivisione non del bando di gara, ma già di una bozza della concessione (di cui il sito di news afferma di avere copia) «per l’affidamento dei servizi infrastrutturali e applicativi in cloud per la gestione di dati sensibili Polo Strategico Nazionale».

così il governo draghi interviene nelle partite economiche
Fincantieri (da Instagram).
Cdp con Fincantieri per l’acquisto di Oto Melara e Wass
Sembrava una partita aperta al mercato quella della vendita di Oto Melara e Wass (le due società specializzate in sistemi di difesa controllate da Leonardo) al miglior offerente, anche se Fincantieri, interessata all’operazione, non fosse riuscita a strapparle al consorzio franco-tedesco KMW+Nexter Defence Systems. Invece non sarà così perché Palazzo Chigi ha schierato Cdp al fianco del colosso della cantieristica. Le indiscrezioni parlano di un possibile aumento di capitale di Fincantieri sottoscritto da Cdp che consentirà così al gruppo triestino di battere l’offerta da 650 milioni di euro presentata dai franco-tedeschi. L’italianità è dunque salva grazie a una partita di giro tra due aziende già pubbliche, Leonardo e Fincantieri, con Cdp a fare da sensale.

l'interventismo del governo nell'economia
Nexi (da Fb).
La grandi manovre intorno alla fusione tra Sia e Nexi
Dal primo gennaio 2022 Sia, la società posseduta da Cdp Equity, sarà incorporata in Nexi, andando così a costituire una delle più grandi aziende europee attive nel business dei pagamenti e trasferimenti di denaro, quotata alla Borsa di Milano con una capitalizzazione di circa 15 miliardi di euro. La nuova Nexi sarà posseduta per oltre il 35 per cento dai fondi stranieri – Bain, Advent, Hellman & Friedman -, da Cdp Equity per circa il 13 per cento, da un 4 per cento circa di Intesa San Paolo e da un 3 per cento da Poste Italiane; il resto sarà in mano a investitori istituzionali, come il fondo sovrano di Singapore GIC, e a piccoli azionisti. Nei mesi successivi, con finestre temporali già decise, i tre principali azionisti esteri dovrebbero scendere a una quota minore rispetto a quella posseduta nell’insieme dalla compagine italiana, con Cdp che dovrebbe rimanere primo socio di maggioranza relativa con un 13 per cento, con l’opzione a incrementarlo fino al 16-17 per cento poiché ha già accordi di prelazione per acquistare le azioni di Poste Italiane. Il 16 dicembre Cassa Depositi e Prestiti, o meglio il ministero dell’Economia guidato da Daniele Franco, ha comunicato al mercato quali saranno dal primo gennaio i componenti del nuovo consiglio di amministrazione di Nexi espressione dell’azionista di Stato.

l'interventismo del governo draghi nell'economia
Dario Scannapieco, ad di Cdp.
Un consiglio d’amministrazione fatto tutto da burocrati e uomini Cdp
La sorpresa è che tutti i prescelti sono nuovi rispetto ai precedenti componenti; e tutti sono espressione dello Stato padrone senza la presenza di alcun indipendente tra le nomine, come ci si sarebbe aspettato da un governo che, almeno a parole, ha sempre rivendicato la sua volontà di essere attore terzo rispetto alle scelte delle imprese. La scelta fatta da Cdp e dal ministro è stata quella di nominare tutti burocrati insieme a manager e consulenti di dell’ente di via Goito. E soprattutto nessuno esperto del settore bancario e di quello più specifico dei pagamenti. Gli esclusi sono Massimo Sarmi, che era stato nominato in quota Lega, già amministratore delegato di Poste Italiane e di Bancoposta. Andrea Cardamone, ex ceo e fondatore della banca Widiba, in quota 5 stelle. Andrea Pellegrini, ex banchiere d’affari e consulente di fiducia di Fabrizio Palermo (ex amministratore delegato di Cdp). Carmine Viola, docente di Economia all’università del Salento, su indicazione del Pd. Federico Lovadina, presidente di Sia, in quota renziana, socio di studio del fratello della deputata Maria Elena Boschi. Paolo Calcagnini, manager di Cdp. I nuovi nominati sono: Maurizio Cereda (oggi consulente in Cdp e prossimo plenipotenziario delle attività nell’equity al posto di Pierpaolo Di Stefano). Francesco Pettenati (in prestito dalla Bei e oggi in Cdp), entrambi uomini fidati di Dario Scannapieco, ceo di Cassa Depositi e Prestiti. Poi due manager di Stato come Marinella Soldi, presidente della Rai che ha come azionista il ministero del Tesoro, e Marina Natale, ad di Amco, la società pubblica per la gestione dei crediti deteriorati. Insomma: fuori gli indicati dai partiti eletti e dentro quelli del nuovo partito al governo, quello di Draghi.
 
Fincantieri pronta a rilevare Condotte e la Darsena livornese - FIRSTonline


Dopo Inso e Sof la partecipata di Fincantieri acquista il segmento core della storica società di costruzioni italiana, in amministrazione straordinaria dal 2018 – Nello scenario futuro la realizzazione e gestione della Darsena livornese

Fincantieri pronta a rilevare Condotte e la Darsena livornese
Fincantieri rafforza la sua presenza nel campo delle infrastrutture. Dopo l’acquisizione di Inso e la sua controllata Sof, si è aggiudicata il segmento core di una delle aziende più antiche di costruzioni, Condotte, un asset strategico per l’economia del nostro Paese. Questa operazione porta in dote a Fincantieri un carico di lavoro rilevante sia a livello nazionale che internazionale, in diversi campi: quello delle infrastrutture per la sanità e per l’industria della difesa; quello delle concessioni, svolgendo servizi di facility management, per i propri siti e per conto di terzi. Ma soprattutto la costruzione e gestione della seconda parte della Darsena Europa a Livorno.

Senza contare che il gruppo navale triestino, attraverso il suo “braccio” Fincantieri Infrastructure, è alla guida dell’unica offerta per la realizzazione delle opere a mare e dei dragaggi della prima parte della Darsena livornese, insieme a un raggruppamento temporaneo formato da Società Italiana Dragaggi Spa, Sales Spa e Fincosit. Un passo decisivo per la realizzazione dell’opera di espansione a mare dello scalo toscano, destinato a raddoppiare i traffici eliminando le strozzature logistiche, per cui sono previsti lavori per 393,3 milioni di euro, per un totale di 450 milioni.




Così facendo la società del colosso statale Fincantieri non solo ipoteca la realizzazione dell’opera che rilancerà la costa toscana, mette anche a frutto tutte le proprie competenze da mare a terra, offrendo ai propri clienti core un pacchetto completo di servizi. In particolare, l’intero ramo core di Condotte comprende una serie di 13 cantieri, nell’agosto 2019 erano arrivate proposte da 22 offerenti, di cui 15 erano state ammesse.

Facciamo un passo indietro. Nel dicembre 2020, Fincantieri Infrastructure ha finalizzato l’acquisizione del principale ramo d’azienda che fa capo a Inso – Sistemi per le Infrastrutture Sociali – comprensivo della controllata Sof – già parte del gruppo Condotte, in amministrazione straordinaria dal 2018 – costituendo una newco, Fincantieri Infrastrutture Sociali, partecipata al 90% da Fincantieri Infrastructure e al 10% da Sviluppo Imprese Centro Italia Sgr Spa, in rappresentanza della Regione Toscana.

Sebbene ancora non siano stati resi noti gli elementi dell’aggiudicazione, l’operazione sembrerebbe più che reale dato che Fincantieri aveva rilevato circa 400 dipendenti rimasti dei 1.500 totali, consentendo al gruppo di costruzioni di chiudere “lo stato di crisi” in pochissimo tempo. E poi Condotte ha già ceduto già parecchi asset negli ultimi anni. Nonostante un corposo portafoglio ordini esistevano diverse difficoltà, in termini di incasso dei crediti vantati nei confronti del pubblico con lo spettro di un pesante debito da onorare che nel 2016 si attestava sui 767 milioni, Il gruppo era stato ammesso alla procedura di concordato con riserva nel gennaio 2018 e nel luglio 2018 l’azienda di costruzioni ha poi chiesto e ottenuto l’ammissione all’amministrazione straordinaria, dopo aver rifiutato l’ultima offerta presentata da Attestor Capital.

Il prossimo passo sarà la finalizzazione delle procedure di cessioni mirate non core, come le iniziative immobiliari in capo a Condotte Immobiliare o la partecipazione in Tenuta Ronciliano entro il 2022. Infine, si passerà alla liquidazione delle società non coinvolte nel processo di M&A e si condurrà il processo di riparto dell’attivo, per arrivare comunque a concludere il tutto entro il 2024.
 
Portnet - D- Day για το σχέδιο εξυγίανσης με στήριξη DFC

( Tradotto )


Con il pieno appoggio di DFC ai Cantieri Onex Elefsis , ormai per legge, ma anche con la presentazione da parte di Fincantieri, ieri, di una proposta per la costruzione di corvette e l'ammodernamento di MEKO con la maggior parte ad Elefsina, la pianificazione per il consolidamento dei Cantieri che è stato a lungo varato da Onex di Panos Xenokostas .

Negli ultimi dieci giorni, continue mosse e consultazioni hanno raggiunto la fase finale del piano di consolidamento la cui prima priorità per lo schema Onex Elefsis Shipyards, Fincantieri, DFC è completare il consolidamento di Elefsina entro la fine dell'anno.

Nei prossimi giorni, ritenuti assolutamente cruciali, secondo informazioni attendibili, il parlamento americano ha "allentato" per legge i vincoli di DFC per investire in Eleusis attraverso il supporto di Onex e Fincantieri ha presentato una proposta per costruire corvette e potenziare MEKO con la maggior parte dirigersi verso Elefsina, mentre già 1/3 dei creditori ha firmato il piano.

In particolare, verso la metà del mese, il parlamento statunitense ha approvato un disegno di legge che apre la strada per legge alla DFC per finanziare - investire in Onex Elefsis Shipyards, confermando così quanto da tempo vi ha comunicato Liberal e il forte sostegno di gli Stati Uniti per i quali la Grecia è un paese di importanza strategica e un pilastro fondamentale della sicurezza nell'intera regione.

Martedì 21 dicembre Fincantieri ha inviato all'Aeronautica Militare ellenica e al Ministero della Difesa una proposta competitiva per la costruzione di Corvette e l'aggiornamento del MEKO, che prevede la costruzione di 3 delle 4 corvette e l'aggiornamento del MEKO presso Onex Cantieri Elefsis.

Uno sviluppo che, considerato, secondo fonti vicine al processo, che la corvetta realizzata in Grecia con design italiano è considerata la migliore con vari nella categoria di navi, con maggiori benefici operativi, crea condizioni sufficienti per trasformare i cantieri Elefsina nella costruzione di punta d'Europa attraverso il trasferimento di know-how ma anche la realizzazione di nuovi investimenti.

Del resto, secondo le informazioni, venerdì 17 e lunedì 20 dicembre, i dipendenti dei Cantieri Elefsina, a seguito di una decisione del Consiglio di amministrazione della loro Associazione e dell'Assemblea Generale, diventano i primi creditori a contribuire al piano di risanamento del cantieri navali di Onex.

Ora, oggi o domani, giovedì 23 dicembre, il piano di consolidamento è promosso da Ernst & Young per la firma presso il Ministero della Difesa, la Marina e gli istituti bancari che sono gli altri creditori, affinché possa essere presentato alle competenti tribunale per la ratifica.

Si segnala che nella sua forma definitiva il piano prevede l'assunzione di circa 210-230 milioni di euro di passività, ma anche investimenti per 150-200 milioni di euro in un orizzonte di 10 anni . Allo stesso tempo, è prevista la creazione di oltre 2000 posti di lavoro e molteplici benefici per l'economia con una crescita indiretta del PIL dello 0,5%. I ricavi per lo Stato greco in questo periodo dovrebbero superare i 500 milioni di euro e per i fondi assicurativi i 300 milioni di euro.

Si segnala che come già riportato da Liberal, la parte commerciale del cantiere è già assicurata dall'eccedenza di clientela di Onex che non può più essere servita nei cantieri di Syros mentre si ritiene che la difesa riparta con il programma di corvette della La Marina su proposta di Fincantieri.

Il piano di consolidamento porta il marchio di DFC, è una valida soluzione finanziaria per il consolidamento di Eleusis e la partecipazione del colosso internazionale Fincantieri, con la messa a disposizione del know-how, che ha una presenza in 18 paesi e un fatturato di oltre 5,9 miliardi . dollari, e può essere la base per il rilancio della cantieristica greca come protagonista della più ampia regione.

L'obiettivo per la forma di Onex Elefsis Shipyards, Fincantieri, DFC rimane la creazione del cantiere più moderno e completo del Mediterraneo e del Medio Oriente.
 
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