Oi / Pt La saga allucinante... ne verremo mai a capo? Vol. 2

in soldoni il piano dovrebbe essere questo: riduzione del debito del 50% mediante conversione in azioni ed aumento di capitale ad "un prezzo superiore al valore attuale di mercato" . oggi il debito finanziario è di 30 miliardi di reais e il totale è di 43,7 miliardi. vendita di asset per 20 miliardi (sovrastimati secondo ernst e young). emissione di titoli per 10,75 miliardi senza garanzia per il pagamento dei chirografari che partecipano al nuovo finanziamento e quelli che non partecipano riceveranno un titolo a 10 anni al 30% del valore del credito. quelli che rimangono riceveranno azioni. non si fa cenno al LOAN ma comunque la vedo male....
 
in soldoni il piano dovrebbe essere questo: riduzione del debito del 50% mediante conversione in azioni ed aumento di capitale ad "un prezzo superiore al valore attuale di mercato" . oggi il debito finanziario è di 30 miliardi di reais e il totale è di 43,7 miliardi. vendita di asset per 20 miliardi (sovrastimati secondo ernst e young). emissione di titoli per 10,75 miliardi senza garanzia per il pagamento dei chirografari che partecipano al nuovo finanziamento e quelli che non partecipano riceveranno un titolo a 10 anni al 30% del valore del credito. quelli che rimangono riceveranno azioni. non si fa cenno al LOAN ma comunque la vedo male....
Sicuro Che verrà ristrutturato imho.
 
con questi farabutti tutto è possibile, ma il credito che ha generato il loan è già stato tagliato del 50%, adesso non è che si può tagliarlo ancora del 70% o darti altra carta straccia o azioni coriandoli.
 
con questi farabutti tutto è possibile, ma il credito che ha generato il loan è già stato tagliato del 50%, adesso non è che si può tagliarlo ancora del 70% o darti altra carta straccia o azioni coriandoli.
Anche i debiti bancari erano già stati segati.
non vedo cone il loan non possa essere coinvolto .fanno di tutta l’erba un fascio
ci sono decine di aziende che hanno ristrutturato il già ristrutturato
mi ricordo albengoa, ad esempio , in Spagna ristrutturo 4\5 volte.
per poi fallire
 
con questi farabutti tutto è possibile, ma il credito che ha generato il loan è già stato tagliato del 50%, adesso non è che si può tagliarlo ancora del 70% o darti altra carta straccia o azioni coriandoli.

In realtà andrà così, ovviamente sul montate maturato fino ad oggi, che per un ex lotto di 50K€, equivale a circa 40K$ di Loan, che quindi diventerà 12K$ di bond+ 70% in azioni (dal valore ovviamente tutto da dimostrare, sarà anche da capire se le azioni verranno consegnate pre o post adc)
 
Quindi se fosse così converrebbe provare a vendere subito le azioni prima che crollino, o sbaglio? Ammesso ovviamente che qualcuno le compri. E' corretto?
 
In realtà andrà così, ovviamente sul montate maturato fino ad oggi, che per un ex lotto di 50K€, equivale a circa 40K$ di Loan, che quindi diventerà 12K$ di bond+ 70% in azioni (dal valore ovviamente tutto da dimostrare, sarà anche da capire se le azioni verranno consegnate pre o post adc)
Quello che tuttavia non mi quadra ancora è la disparità di trattamento fra i creditori individualizzati e quelli non individualizzati secondo il primo recovery judicial.

In soldoni, i poveri disgraziati che si sono individualizzati all' epoca ( smenandoci tempo e danaro) hanno avuto haircuttato il credito del 50%.
Oggi ci ritroviamo con un nominale di loan del 65 % del vecchio ( 50 nominale + 15 cedole maturate ).

Sottoponiamo alla falcidia del recovery questo 65% , ne residua 19.5 % del nominale originario.

Ergo ogni 50 k di originario individualizzato ci si ritroverà più o meno 10 k ristrutturati a 10 anni.


Per coloro invece che all' epoca non parteciparono alla manfrina dell' individualizzazione la storia sarà andata alla fine della fiera di gran lunga meglio.

Quello zero coupon attribuito infatti non è stato mai richiamato al 15% , ragion per cui il nominale sarà ad oggi il vecchio credito originario ossia 100%.

Oggi quel credito sarà sottoposto ( come tutti gli altri?!) al nuovo recovery.
Ergo falcidia del 70%
Alla fine della fiera:

Gli individualizzati ( possessori del loan) si ritroveranno con 10 k fra 10 anni

I non individualizzati ( possessori dello zero coupon non callato ) si ritroveranno con il 30% del credito originario, ossia per ogni 50 k , 15 k a 10 anni.

Qualcosa non torna.
Sarà stato ordunque più conveniente non individualizzare il credito visto che il loan verrà a subire ( essendo sottoposto alla seconda recovery) un trattamento deteriore rispetto ai non individualizzati?

Tutto può essere, per carità, però.......io qualche dubbio me lo porrei prima di affermare che il trattamento- ad oggi- sarà uguale per tutti.
 
Sarà stato ordunque più conveniente non individualizzare il credito visto che il loan verrà a subire ( essendo sottoposto alla seconda recovery) un trattamento deteriore rispetto ai non individualizzati?

Tutto può essere, per carità, però.......io qualche dubbio me lo porrei prima di affermare che il trattamento- ad oggi- sarà uguale per tutti.
io ho il 50ino, ma per ora non si deve fare nulla perchè non c'è ancora il piano...oltretutto a questo punto non è impossibile, se faranno una proposta unica, che chi ha lo zc (i non individualizzati), avendo ancora tutto il nominale intonso, non possa uscirne avvantaggiato rispetto a chi ha il 50ino.

l'ho scritto qualche giorno fa, per come è impostata la cosa sembra proprio di sì
 
Eventualmente quali documenti occorre tener pronti per l'individualizzazione (e quanta grana?)?
 
Governo avalia cassação da licença ou intervenção na Oi, diz ministro das Comunicações | Exame


Il governo valuta revoca della licenza o intervento all'Oi, afferma il ministro delle Comunicazioni
La situazione finanziaria del più grande concessionario di telefonia fissa del Brasile è monitorata dal governo
Sono allo studio l'annullamento della licenza o l'intervento diretto a causa della situazione finanziaria dell'azienda (Oi/Informativa)
Pubblicato il 24 maggio 2023 , 17:49 .

Ultimo aggiornamento il 24 maggio 2023 , 17:53 .

Il ministro delle Comunicazioni, Juscelino Filho , ha affermato che il governo federale sta monitorando la situazione di Oi - il più grande concessionario di telefonia fissa del Paese - e che la revoca della sua licenza o un intervento diretto nella società sono misure da valutare.

"Al momento non c'è nulla di definito in merito. È ancora prematuro [ annunciare ] una misura del genere, ma tutto è possibile", ha detto, durante una conferenza stampa dopo aver partecipato a un evento organizzato dall'Associazione brasiliana di Internet e Fornitori di telecomunicazioni (Abrint), a San Paolo.

Juscelino Filho ha affermato di aver già chiesto all'Agenzia nazionale delle telecomunicazioni ( Anatel ) di preparare un rapporto sulla situazione finanziaria dell'operatore. Da lì il governo potrà valutare quali misure potranno essere adottate. "La valutazione tecnica dell'Anatel è quella che determinerà le misure, non è solo il ministero", ha affermato. "Stiamo seguendo e speriamo che venga costruita una buona soluzione".

All'inizio di questo mese l'agenzia di regolazione ha formalmente aperto l'iter per valutare se Oi ha le condizioni economiche per mantenere la concessione di telefonia fissa. All'interno di questo processo, tele avrà la possibilità di manifestarsi.

Quest'anno, la società è entrata in recupero giudiziario per la seconda volta, con debiti per un totale di 44,3 miliardi di R$. Oltre alla pressione finanziaria sulla società, in Anatel si è acceso il semaforo rosso quando ha rilevato segnali di peggioramento degli indicatori dei servizi erogati dall'operatore, con un aumento dei reclami dei clienti.

In una nota sul caso la scorsa settimana, Oi ha affermato che il suo processo di recupero giudiziario non ha alcun impatto sulle sue operazioni. I servizi forniti ai clienti, le attività di vendita, le installazioni, le operazioni sul campo e il servizio clienti continuano a funzionare regolarmente, ha difeso l'operatore. Nella nota la società aggiungeva che Anatel, in quanto concedente, ha il dovere fiduciario di vigilare sull'operato dei concessionari. E, nel caso di Oi, c'è un regime differenziato dovuto al processo di recupero, ma senza ragione per "considerazioni oltre", ha detto.

Questo mercoledì, durante l'intervista alla stampa, Juscelino Filho ha persino commentato che c'è la possibilità di cambiare il regime da concessione ad autorizzazione. "E' una possibilità da costruire, era già in discussione all'interno dell'Anatel con la stessa Oi ma senza definizione", ha detto.
 
perdere la concessione, paradossalmente, sarebbe positivo, la telefonia fissa non è più remunerativa e si sono accumulate multe su multe per miliardi della anatel per gli orelhao vandalizzati e non funzionanti ma che ormai nessuno usa più, sono più folcroristici che altro, anche il più sfigato dei favelados ha il cellulare . si libererebbero da un fardello inutile, meglio concentrarsi sulla fibra dove si guadagna., in teoria...
 
Un po' datato ma interessante per capire come si muove il governo di Lula
Jarbas Valente deixa a presidência da Telebras. Frederico Filho (ex-Oi) é indicado ao cargo - Capital Digital

Jarbas Valente lascia la presidenza di Telebras. Frederico Filho (ex-Oi) è nominato alla carica
LUIZ QUEIROZ 9 MAGGIO 2023

Il presidente di Telebras, Jarbas Valente, dovrebbe essere ufficialmente comunicato oggi (09) in un'udienza che avrà con il ministro delle Comunicazioni, Juscelino Filho, che viene esonerato dall'incarico. Per il suo posto è già stato scelto il nome di Frederico de Siqueira Filho, direttore delle vendite aziendali di Oi Soluções.


Il nome "Fred" - come è noto nel settore della telefonia - è già stato inoltrato al Comitato di ammissibilità di Telebras. Deve anche essere approvato dal consiglio di amministrazione della società statale.

Curioso quantomeno il cambio ai vertici di Telebras, in cui esce un presidente nominato dal Psd di Gilberto Kassab, per affiancare un ex direttore di Oi, concessionaria di telefonia fissa e provider di servizi ADSL a banda larga della regione Nord/Est, entrata per la seconda volta in recupero giudiziale.

Potrebbe essere foriero di un uragano che dovrebbe verificarsi nel settore delle Telecomunicazioni nelle prossime settimane e comporta la permanenza nel mercato della concessionaria Oi. L'azienda, secondo gli analisti, non ha modo di stare ferma. Capiscono che la società è sull'orlo del fallimento con passività per circa 44 miliardi di R$.

Il ministero delle Comunicazioni ha ordinato ad Anatel di preparare uno studio che indichi la strada migliore che il governo dovrebbe seguire per evitare il fallimento definitivo dell'azienda, che porterebbe a un black-out dei servizi da essa forniti a milioni di brasiliani.

Due ipotesi saranno studiate da Anatel:

1- la scadenza della concessione, sulla base della possibilità che la società stia deteriorando la qualità dei servizi di telefonia fissa e banda larga (ADSL) forniti alla popolazione delle regioni del Nord e dell'Est del Paese. Con la fine della concessione, il governo riprende il controllo di una società dopo anni di privatizzazioni. Lavorerebbe su un processo di risanamento dei conti di Oi, che in qualche modo comporterebbe l'erogazione di risorse da parte dell'Unione. Al termine della ripresa con l'intervento, Anatel aprirebbe un avviso pubblico per trovare un nuovo investitore che voglia entrare nel mercato della fornitura di servizi.

2 – la seconda ipotesi sarebbe un intervento, con il governo che subentrerebbe nelle operazioni di Oi attraverso un nuovo consiglio formato da membri del ramo esecutivo, con l'obiettivo di trovare una via d'uscita finanziaria per il risanamento dell'azienda, una missione che sembra quasi impossibile data l'entità delle passività della società.

Dietro le quinte, i commenti su questo pasticcio in cui si è cacciato il governo nasconderebbero anche la volontà di aiutare “V-Tal”, società separata dal conglomerato Oi e acquistata dalla banca BTG Pactual, che avrebbe il compito di costruire una nuova rete in fibra ottica alla concessionaria. Oi dispone solo della banda larga ADSL (servizio di accesso a Internet fornito attraverso la propria rete telefonica fissa), considerata obsoleta.

L'eventuale fallimento del concessionario e la chiusura delle porte porterebbero V-Tal al fallimento insieme, visto che Oi è il suo principale cliente. Dunque, all'interno del governo, c'è chi sostiene che la soluzione da dare a Oi sarà strettamente legata a quella di V-Tal, e prevedrebbe un accordo che preveda una partnership con Telebras. Questa partnership risolverebbe due problemi per l'azienda che costruisce reti di telecomunicazioni.

La prima è che aprirebbe le porte a V-Tal per iniziare a fornire servizi direttamente al governo, tramite Telebras, grazie alla contrattazione mediante rinuncia all'asta. Telebras ha già una rete assemblata di oltre 30.000 km di fibre ottiche, ottenuta attraverso un accordo che ha con Eletronet, ma ha poca penetrazione nell'ultimo miglio (all'ingresso di capoluoghi e comuni), proprio dove Oi ha capillarità attraverso la Rete ADSL, oltre ad accordi con provider locali.

Un'altra attrazione per questo accordo è che Telebras è stata designata gestore della futura rete privata del governo, un impegno firmato dagli operatori mobili con Anatel dopo l'acquisto delle licenze 5G. V-Tal come partner sarebbe l'azienda per creare questa nuova rete. Inoltre, l'azienda statale è in attesa che l'agenzia di regolamentazione fornisca una banda di frequenza per gestire la telefonia mobile sulla rete privata. In un'eventuale partnership con Telebras, Oi/V-Tal finirebbe non solo per ottenere l'accesso a una rete in fibra ottica, ma ritornerebbe anche nel mercato della telefonia mobile, venduta da tempo da Oi per fare soldi per saldare i debiti.

Al momento tutto è visto come “speculazione di mercato”. Ma rimane la seguente domanda: perché il ministro delle Comunicazioni, Juscelino Filho, che ha mantenuto l'intero staff rimanendo sotto l'amministrazione Fábio Faria (che ora lavora a BTG Pactual), ha deciso di cambiare la gestione di Telebras, sostituendola con nomi provenienti da OI?

*Il nome di Frederico Siqueira alla presidenza di Telebras è già la seconda indicazione proveniente dallo staff di questa concessionaria che il governo intende salvare.
 
Mi riferivo a uno schema sinottico di quelli della RJ1. Oi ha un registro dei nostri crediti, ma credo che le esigenze della sezione giudiziaria del tribunale competente possano essere più o meno sovrapponibili a quelle della prima tornata di recupero, per cui mi pare di ricordare ci fu una primissima fase in cui era ammesso l'invio postale dei documenti firmati.
 
Ho letto un titolo sul downgrade a D del credit rating da Fitch.
 
Ho letto un titolo sul downgrade a D del credit rating da Fitch.
Tutto normale : è in concordato .
D , selective default.
Del resto nel piano sono chiari: haircut tra il 60 e 70 % e rimborso a babbo morto del resto.
La quotazione della 2025 la dice tutta sul valore della recovery.
Se non falliscono ( ossia 0 per tutti) è già un miracolo.
Stavolta non penso che i creditori avranno troppo da discutere, negoziare e fare gli schizzinosi.
 
Recuperação da Oi depende da venda de ativos e de vitória em disputa bilionária com a Anatel
Il recupero di Oi dipende dalla vendita dei beni e dalla vittoria in una disputa miliardaria con Anatel
Di Circe Bonatelli
26/05/2023 | 20:00
La società valuta la possibilità di passare dal regime concessorio a quello autorizzativo, che la libererebbe dall'adempimento di alcuni obblighi contrattuali, quali la manutenzione dei telefoni pubblici
Il piano di risanamento giudiziale presentato da Oi ai creditori attraversa fasi che sfuggono al controllo della società e che possono avere esiti diversi da quelli attesi. A lanciare l'allerta è Ernst & Young (E&Y), responsabile del report economico pubblicato con il recovery plan .

La strategia di Oi per garantire la propria sostenibilità finanziaria nel medio e lungo termine prevede la cessione di importanti asset, oltre a positivi esiti nel contenzioso normativo con l'Agenzia Nazionale delle Telecomunicazioni (Anatel) .

Oi è al suo secondo recupero giudiziario consecutivo

Sia la vendita di asset che la vittoria nei processi regolatori sono stati inclusi nel flusso di cassa previsto dall'operatore nel suo piano di risanamento. Le aspettative di guadagno da queste iniziative erano già state annunciate da Oi negli ultimi incontri con investitori e analisti, ma il report di Ernst & Young ha svelato ulteriori informazioni.

Nella parte relativa alla dismissione dei cespiti, Oi ha previsto la cessione di una quota del 14,6% di V.tal , ottenendo R$ 14,4 miliardi, attraverso due fasi: la prima fetta del 7,3% nel 2025, per BRL 6,7 miliardi; e un'altra fetta del 7,3% nel 2026, per 7,7 miliardi di reais. Il piano prevede l'incasso di tali importi per intero, nei rispettivi esercizi.
Oi possiede il 34% di V.tal, società di reti in fibra ottica il cui controllo è stato ceduto a BTG Pactual in una transazione conclusa lo scorso anno. La proiezione del valore da ottenere dalla vendita della sua partecipazione implica una valutazione di V.tal a R$ 91,7 miliardi, un importo significativo che supera il valore di mercato di Telefônica Brasil, proprietaria di Vivo (R$ 69 miliardi) , e TIM (R $ 34 miliardi).

Il piano di Oi prevede anche la creazione di una nuova società — temporaneamente denominata ClientCo — che ospiterà gli asset di Oi Fibra. Ciò includerà: la base di 3,86 milioni di clienti a banda larga, le apparecchiature installate nelle case dei clienti, i canali di comunicazione, le vendite, il servizio clienti e le proprietà utilizzate per fornire il servizio.

Secondo il rapporto consultivo, Oi prevedeva una vendita, nel 2025, di una partecipazione del 40% in ClientCo, stimata in BRL 4,8 miliardi. Tuttavia, il piano non stabiliva la percentuale da smaltire.

“Queste ipotesi comportano alcune soggettività legate alle transazioni, e non è possibile garantire l'esattezza di alcuni termini, importi e strutture qui considerati”, riflette E&Y, nel documento. In un altro stralcio, l'advisory ha aggiunto che i valori previsti dalla società "non sono stati oggetto di negoziazione con potenziali investitori, e potrebbero quindi subire variazioni che impatteranno sul flusso di cassa previsto nel report".

Un'eventuale cessione delle quote detenute da Oi in V.tal richiederà, ad esempio, il preventivo assenso di Anatel, come già consigliato dal presidente della stessa agenzia regolatoria. Nel peggiore dei casi per l'azienda, ciò potrebbe comportare un ritardo nella vendita o addirittura un veto alla transazione.

Oi Soluções può essere venduto
Tra gli asset inclusi nell'elenco in vendita, la grande novità è stata Oi Soluções, un braccio di connettività e IT per le aziende. Il segmento è uno dei business strategici del gruppo dopo la cessione delle reti mobili, oltre a fornire un importante contributo alla generazione di cassa. Secondo il piano di risanamento c'è la possibilità di segregare questo ramo d'azienda in un'unità produttiva autonoma (UPI) da mettere in vendita.

Tuttavia, un'eventuale vendita di Oi Soluções è stata esclusa dal flusso di cassa previsto da Oi. Una fonte che ha accompagnato il processo ha spiegato che l'inclusione di Oi Soluções nell'elenco delle attività in vendita aveva lo scopo di dare alla società maggiori opzioni nella ricerca di iniezioni di capitale, ma non è una priorità.

"Questo elenco è solo per flessibilità", ha spiegato la fonte. “Una volta approvato il piano, nessuna vendita, per quanto piccola, potrebbe essere effettuata durante il periodo di controllo giudiziario se non fosse prevista nell'elenco delle possibilità”, ha rettificato.

lotte regolamentari
Il piano di Oi conta anche su una vittoria nel processo arbitrale contro Anatel in cui chiede il risarcimento degli squilibri economici e finanziari della concessione telefonica. Il servizio è in disuso ei ricavi sono crollati, ma le spese per il mantenimento del servizio restano in piedi, secondo il contratto di concessione.

Come descritto nel rapporto, Oi stima di avere 16 miliardi di reais da ricevere in cambio, ma si tratterebbe di un importo “provvisorio e non aggiornato”. Secondo Oi, questo valore, anche se stimato, potrebbe raggiungere circa 50 miliardi di R$.

Allo stesso tempo, Oi sta valutando la fattibilità del passaggio dalla concessione al regime autorizzativo, che la libererebbe dall'adempimento di alcuni obblighi contrattuali, come la manutenzione dei telefoni pubblici. Ma per questo, Anatel chiede il pagamento di 12,2 miliardi di R$, secondo l'ultimo calcolo rilasciato dall'agenzia di regolamentazione nell'aprile dello scorso anno. Questo calcolo è soggetto all'approvazione della Corte federale dei conti (TCU).

Oi prevede che l'arbitrato sarà risolto nel 2024, con i crediti derivanti da questa attesa decisione favorevole che contribuiranno al flusso di cassa dal prossimo anno in poi, inclusa la copertura dei potenziali costi con la fine della concessione.

Ancora una volta, E&Y ha messo in guardia sui rischi di realizzare queste ipotesi. "Le procedure con gli enti regolatori sono in corso e non sono necessariamente connesse e subordinate, il che significa che il risultato finale potrebbe essere diverso da quello previsto dalla società per questo report, con possibili effetti sulla liquidità futura di Oi", riflette l'advisor. "Pertanto, non ci sono definizioni o prove che supportino questa premessa fino alla data di conclusione di questo rapporto".

Proiezioni
Oi prevede un Ebitda (risultato prima di interessi, imposte, deprezzamento e ammortamento) ancora negativo nel 2023, pari a R$ 1,295 miliardi. L'inflessione verso il campo positivo dovrebbe avvenire solo a BRL 2026, quando dovrebbe raggiungere i 2,234 miliardi di BRL.

Il flusso di cassa che incorpora già ipotesi di sconti e dilazione del pagamento ai creditori prevede numeri positivi nel 2023 e 2024, cash burn nel 2024 e 2025, con la necessità di reperire fondi nel 2026 per sostenere l'operatività al minimo previsto, ha descritto l'advisory nel report .
 
Società in stato di insolvenza per il semplice pagamento degli interessi sui titoli obbligazionari emessi, figuriamoci per il rimborso del capitale! Fin qui la chiara e inconfutabile evidenza; come intenda recuperare le indispensabili dotazioni patrimoniali è chiaro solo nella parte sui tagli ai crediti, o, forse , neppure in quella, dal momento che non hanno ancora risposto nel merito dei crediti precedentemente ristrutturati.
 
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