------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ MONETE e NOSTALGIA . Ferragosto 1971: si spezza il rapporto fisso fra dollaro e metallo giallo. Oggi, dopo il crollo dello Sme, si cercano nuovi equilibri nei cambi TITOLO: "Tornate all' oro, infedeli" Il sistema aureo contro il disordine valutario? Ed e' gia' polemica - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - AKingston upon Thames, Inghilterra, mister Cliff Port ha aperto una banca centrale nel suo caffe' vegetariano. La valuta che gestisce e' il beak, becco: fisicamente non esiste, la Bank of England si seccherebbe per la concorrenza; ma anarchici, verdi, hippy, alternativi in genere e sempre piu' anche cittadini comuni possono aprire un conto, ricevere una specie di libretto di assegni e commerciare tra loro in beaks. Rispetto alla sterlina, la valuta ha il vantaggio di avere un valore fisso rispetto alle merci e ai servizi che puo' comprare: insomma, e' libera da inflazione. Il circuito del beak e' gia' utilizzato da un centinaio di persone. E in tutto il Regno Unito esistono almeno altre quaranta monete alternative, o locali, come quella di mister Port: "focolai", "spole", "martelli". E' anche nato un movimento mondiale, diffuso soprattutto nei Paesi anglosassoni, che promuove iniziative del genere, in un pub piuttosto che nel caffe' vegetariano. Michael Linton, un canadese, sostiene che sono almeno 300, alcune di un certo peso. Voglia di essere alternativi, locali. Ma soprattutto voglia di sicurezza, di stabilita' . Difficile prevedere se il movimento avra' un futuro. Stabilita' senza confini Certo e' che il desiderio di stabilita' non ha confini, ne' fisici ne' ideologici. La settimana scorsa, al Parlamento italiano, il ministro degli Esteri Beniamino Andreatta, che e' un po' anarchico ma non e' un hippy, anzi e' un economista, ha detto che occorre tornare al vecchio e mai tanto rimpianto quanto oggi gold standard, il sistema aureo che garantiva certezze, stabilita' e sicurezza anche psicologica. Il calore dell' oro, insomma. "E' l' unico meccanismo in cui i cambi sono rimasti stabili per cento anni . ha detto .. Il comportamento delle banche centrali non garantisce la stabilita' dei cambi". La proposta del ministro, per quanto visionaria, non e' meno concreta di quella di mister Port: il ritorno al sistema aureo non e' in discussione in tempi brevi, ma in un mondo che si sta rivoltando come un guanto nessuno puo' escluderlo tra qualche anno. La crisi del Sistema monetario europeo, di cui i governi della Comunita' hanno preso atto all' inizio di agosto quando hanno ampliato dal 2,25 al 15% i margini entro i quali alle valute e' consentito oscillare, e' il segno che i cambiamenti in atto nel mondo ancora una volta sono stati piu' forti delle costruzioni valutarie. E ha posto la domanda piu' semplice e piu' complicata: "E adesso?". Fluttuiamo tutti? Tentiamo un rilancio della moneta unica europea? Cerchiamo di rammendare lo Sme? Puntiamo a un gold standard per il terzo millennio? Il fatto e' che nessun sistema valutario e' perenne. Come dice Andreatta, quello che e' durato piu' a lungo e' stato il gold standard, nel quale tutte le monete principali avevano una parita' fissa nei confronti dell' oro e quindi tra di esse. Un sistema meraviglioso, il padre di tutti i successivi tentativi di realizzare sistemi di cambi fissi. Come standard mondiale, seguito da tutti i maggiori Paesi, duro' dal 1870 al 1914, ma la Gran Bretagna, allora potenza dominante, l' aveva scelto gia' nel 1819, con Giorgio IV principe reggente, tornata la calma dopo le guerre napoleoniche. La Banca d' Inghilterra si impegnava a dare oro in cambio di sterline a un cambio fisso. Altri Paesi la seguirono nella seconda meta' del secolo, gli Stati Uniti nel 1879. L' obiettivo, allora come oggi, era di limitare la crescita monetaria nel mondo e assicurare la stabilita' dei prezzi. E il sistema aureo aveva al proprio interno forti meccanismi che gli consentivano di spingere in termini automatici verso l' equilibrio delle bilance dei pagamenti. Erano meccanismi fondati sui flussi di oro e sul livello dei prezzi che John Maynard Keynes chiamo' poi gold standard rules of the game, le regole del gioco del sistema aureo che in teoria garantivano la stabilita' . E' per la virtu' di queste regole che Andreatta vorrebbe tornare indietro di un centinaio d' anni. La proposta Andreatta Il gold standard, secondo molti in realta' un po' mitizzato, si infranse sul primo grande choc del Ventesimo secolo, la Grande Guerra. Successivamente, si cerco' di ristabilirlo ma inutilmente. Gli USA tornarono all' oro nel 1919. Il Regno Unito nel 1925, riprendendo il livello di parita' del 1914, su insistenza dell' allora cancelliere dello Scacchiere Winston Churchill e con l' opposizione di Keynes: con risultati disastrosi in termini di recessione. E nella Germania sconfitta esplose l' inflazione che moltiplico' per 480 miliardi di volte tra l' inizio del ' 19 e il ' 23. Sotto i colpi della Grande Depressione, nel 1931 Gran Bretagna, Svezia, Norvegia e Danimarca, dovettero abbandonare le parita' fisse; nel 1933 seguirono gli Stati Uniti, che le ripresero l' anno successivo. L' Italia lascio' il gold standard nel ' 34, l' Olanda e la Francia nel ' 36. Anni di svalutazioni competitive, di guerre commerciali, di autarchia. Il mondo era cambiato e il tentativo successivo di dare un ordine alle valute, elaborato a Bretton Woods nel 1944, stabili' un legame fisso con l' oro ma, secondo la definizione del Premio Nobel Milton Friedman fu "una finzione giuridica di sistema monetario a base aurea". Dopo la seconda guerra mondiale, la maggior parte dei Paesi prese come moneta di riferimento il dollaro "mentre gli Stati Uniti . spiega Friedman . pur avendo adottato ufficialmente il regime aureo, in realta' si basavano su un sistema monetario a corso forzoso sostenuto da una politica governativa tendente a stabilizzare il prezzo dell' oro". Fino al Ferragosto del ' 71, quando le tensioni nate dalle spese per la guerra del Vietnam, costrinsero il presidente Richard Nixon ad annunciare l' inconvertibilita' del dollaro in oro. Dal 1973, le monete iniziarono a fluttuare liberamente. Gli europei tentarono di legarsi tra loro col serpente monetario che pero' falli' assieme al Piano Werner che prevedeva una moneta unica europea per la fine degli anni Settanta. Nel 1979 fu lanciato lo Sme: un successo fino all' estate dell' anno scorso, quando ha iniziato ad andare in pezzi sotto la pressione di un altro dei grandi choc del secolo, la fine della guerra fredda e la riunificazione della Germania. E con lo Sme entrano in crisi il Trattato di Maastricht e, per la seconda volta, la prospettiva di moneta unica europea. Ogni tentativo di sostituire il sistema aureo con accordi cartacei, insomma, si e' infranto contro qualcosa: gli eventi sono piu' forti delle promesse dei governi di mantenere la stabilita' . "Finche' non ci sara' una sufficiente forma di governo internazionale dovremo continuare a zoppicare con sistemi misti", sostiene Samuel Brittan, commentatore tra i piu' ascoltati nel Regno Unito. "Quello che chiedo . dice invece Andreatta . e' che le banche (centrali) siano fatte funzionare per garantire la stabilita' dei cambi e l' unico esempio di stabilita' permanente e' quello pre 1914". L' errore di Ricardo Il fatto e' che il gold standard nacque da un' evoluzione storica piu' che dalla pianificazione degli Stati. Forse, sostiene Friedman, fu il frutto di un errore tecnico di David Ricardo che riteneva piu' difficile estrarre l' oro che l' argento e quindi consiglio' alla Gran Bretagna il sistema aureo. Reinventare il gold standard, comunque, sara' un' impresa. Per il momento, al ministro Andreatta non resta che il beak del caffe' vegetariano di Kingston sul Tamigi. Danilo Taino
Taino Danilo