Non Omnis Moriar
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Ringrazio anch'io il professor Faccenda per il suo intervento sul FOL.
Sentirlo parlare di Rosai con quell'amore e quella passione mi emoziona ogni volta. Come spesso sottolinea ha dedicato la sua vita professionale a Rosai e questo entusiasmo traspare in ogni sua frase, in ogni suo tentativo di far comprendere il valore di questo Maestro a chi ancora non l'ha completamente capito
Ho sempre studiato Donghi e il "realismo magico". Fino a vent'anni fa, Rosai proprio non mi interessava (se non per certi suoi lavori fra il 1920 e il 1922, vedi "Attesa").
La mostra che Faccenda fece insieme a Cavallo nel 2001 ad Arezzo stravolse ogni mia pregressa valutazione. Soprattutto la lettura del saggio di Faccenda (sui disegni) mi regalò spunti fertili e approfondimenti intriganti.
Oggi amo il Rosai degli "autoritratti" e dell' "operaio/uomo in croce" (dal senso profetico); di quei due "Innamorati" senescenti incamminati per una via costeggiata da muri alti che va inesorabilmente restringendosi verso il fondo: un traslato struggente della vita nel senso più alto di quello che è, dovrebbe essere, l'esistenza.