Piani Individuali di Risparmio (PIR) Vol. II

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Restando in tema le smallcap stanno soffrendo per via dei tassi alti.....speriamo in un recupero futuro.
azioni italia.png
 
l'altro a cui si riferiva Gaia84 credo sia questo LU1605710802 | Lyxor FTSE Italia All Cap PIR 2020 (DR) UCITS ETF - Acc che comprende anche i titoli del ftse mib
è vero che il ftse mib ultimamente ha sovraperformato le mid-small, ma questo può anche voler dire che le mid-small cap sono sottoquotate e hanno più margini di crescita, se proseguirà il trend degli ultimi anni o ci sarà un riallineamento chi può dirlo, però questo etf qui magari è più diversificato. io come ho scritto nel mio precedente post spero questo sia un punto di partenza e si possa in futuro arricchire l'offerta
 
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18 novembre 2023
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Pir. In arrivo quattro modifiche alla legge
L’emendamento al Dl Anticipi è stato presentato dal deputato Giulio Centemero
Isabella Della Valle
È in cantiere un’altra proposta di modifica alla legge sui Pir, la terza da quando sono stati lanciati i piani individuali di risparmio nel 2017.
La prima, quella inserita nella legge di bilancio 2019 non portò fortuna al settore, mentre la seconda, l’ampliamento del limite di investimento introdotto nel 2022, non ha smosso granché il comparto, pur avendo offerto maggiori margini di manovra a risparmiatori e gestori. Questa volta, se andrà in porto, vediamo cosa succederà.
La proposta è portata avanti dal deputato Giulio Centemero, capogruppo della Lega in Commissione Finanze, e richiede sostanzialmente la modifica di quattro punti della norma: possibilità di sottoscrivere più Pir ordinari; possibilità di investire l’ammontare massimo previsto (200mila euro in cinque anni) in un’unica soluzione e non più spalmato anno per anno; deducibilità dall’imponibile fiscale di una percentuale della somma investita ed estensione ai Pir ordinari e ripristino per gli alternativi del credito di imposta sulle minus. L’obiettivo? Rafforzare le sorti dei Pir ordinari. E visto che nei primi 9 mesi del 2023 il sistema ha accusato deflussi per 1,8 miliardi, ce ne sarebbe proprio bisogno. «Il Ddl Capitali è un passo in avanti significativo per la finanza domestica. Stiamo ridefinendo il framework normativo e tra le altre cose completando il ciclo del equity, per esempio con la dematerializzazione delle quote di Srl - spiega Centemero -. Ora è necessario anche lavorare sull’afflusso di liquidità al sistema. Un primo passo può avvenire attraverso alcune modifiche ai Pir ordinari, uno strumento che ha apportato risorse all’economia reale italiana e che mi auguro continui a farlo». La prima delle quattro modifiche è stata presentate al Senato come emendamento al Dl Anticipi.
«La possibilità di sottoscrivere più Pir ordinari è una misura semplice e a costo zero per lo Stato - prosegue Centemero - che consente al risparmiatore già avvezzo a questo strumento di diversificare il portafoglio e apportare più risorse e liquidità al mercato, mentre poter investire l’ammontare massimo previsto in un’unica soluzione non solo rende omogenee le possibilità di investimento da parte dei gestori ma consente anche agli stessi di cogliere, laddove si presentino, le opportunità di investimento più vantaggiose per gli investitori». La deducibilità di una percentuale dell’investito o della quota capitale più maturato a scadenza, è invece un provvedimento volto a contenere i riscatti. «La misura - dettaglia Centemero - avrebbe un costo per lo Stato, ma il delta tra beneficio e costo può essere positivo: considerato il fatto che una componente del 30% “libero” del Pir è investita in BTp, quindi in debito pubblico italiano, e considerato che il restante 70% va su aziende italiane, quindi su indotto e di conseguenza gettito, un beneficio fiscale può costare molto meno della provvista delle medesime risorse sul mercato a tassi correnti. Ciò si inserirebbe anche nelle linee del governo in tema di allocazione del debito pubblico sul retail. Si pensi all’effetto positivo di avere un numero sempre maggiore di italiani investiti sull’economia italiana».
Infine c’è l’estensione ai Pir ordinari del credito d’imposta su minusvalenze. «Tale agevolazione - conclude Centemero - rappresenta una mitigazione del rischio da parte dell’investitore mai prevista per i Pir ordinari. Potrebbe essere uno degli elementi di rilancio dei piani individuali di risparmio».
Gli ultimi due punti della proposta di modifica, secondo Centemero andrebbero estesi anche ai Pir alternativi.
 
. Al minuto 7 il CEO di directa dice che quasi la metà degli investitori in pir fai da te in directa non è riuscito a rispettare i vincoli, può essere verosimile? Un'esagerazione? Che ne pensate?
 
Bhe stanno anche pubblicizzando il nuovo servizio.
Magari è vero che un 30% non ha rispettato comunque, sarebbe un buon "quasi la me metà"
 
ca un quinquennio fa directa non permetteva di acquistare etf sulla borsa tedesca, sapete se ora è possibile farlo? naturalmente parlo di pir la parte libera
 
Intendi extra?
Io ho già provato ad acquistare ETF li anche in passato
 
. Al minuto 7 il CEO di directa dice che quasi la metà degli investitori in pir fai da te in directa non è riuscito a rispettare i vincoli, può essere verosimile? Un'esagerazione? Che ne pensate?
Forse semplicemente un 50% ha deciso di disinvestire prima dello scadere dei 5 anni.
A quel punto ovvio che i vicoli sono saltati.
Ma in tal caso sarebbe per scelta informata e consapevole, non per errore o disattenzione
 
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L’emendamento al Dl Anticipi è stato presentato dal deputato Giulio Centemero
Isabella Della Valle
È in cantiere un’altra proposta di modifica alla legge sui Pir, la terza da quando sono stati lanciati i piani individuali di risparmio nel 2017.
La prima, quella inserita nella legge di bilancio 2019 non portò fortuna al settore, mentre la seconda, l’ampliamento del limite di investimento introdotto nel 2022, non ha smosso granché il comparto, pur avendo offerto maggiori margini di manovra a risparmiatori e gestori. Questa volta, se andrà in porto, vediamo cosa succederà.
La proposta è portata avanti dal deputato Giulio Centemero, capogruppo della Lega in Commissione Finanze, e richiede sostanzialmente la modifica di quattro punti della norma: possibilità di sottoscrivere più Pir ordinari; possibilità di investire l’ammontare massimo previsto (200mila euro in cinque anni) in un’unica soluzione e non più spalmato anno per anno; deducibilità dall’imponibile fiscale di una percentuale della somma investita ed estensione ai Pir ordinari e ripristino per gli alternativi del credito di imposta sulle minus. L’obiettivo? Rafforzare le sorti dei Pir ordinari. E visto che nei primi 9 mesi del 2023 il sistema ha accusato deflussi per 1,8 miliardi, ce ne sarebbe proprio bisogno. «Il Ddl Capitali è un passo in avanti significativo per la finanza domestica. Stiamo ridefinendo il framework normativo e tra le altre cose completando il ciclo del equity, per esempio con la dematerializzazione delle quote di Srl - spiega Centemero -. Ora è necessario anche lavorare sull’afflusso di liquidità al sistema. Un primo passo può avvenire attraverso alcune modifiche ai Pir ordinari, uno strumento che ha apportato risorse all’economia reale italiana e che mi auguro continui a farlo». La prima delle quattro modifiche è stata presentate al Senato come emendamento al Dl Anticipi.
«La possibilità di sottoscrivere più Pir ordinari è una misura semplice e a costo zero per lo Stato - prosegue Centemero - che consente al risparmiatore già avvezzo a questo strumento di diversificare il portafoglio e apportare più risorse e liquidità al mercato, mentre poter investire l’ammontare massimo previsto in un’unica soluzione non solo rende omogenee le possibilità di investimento da parte dei gestori ma consente anche agli stessi di cogliere, laddove si presentino, le opportunità di investimento più vantaggiose per gli investitori». La deducibilità di una percentuale dell’investito o della quota capitale più maturato a scadenza, è invece un provvedimento volto a contenere i riscatti. «La misura - dettaglia Centemero - avrebbe un costo per lo Stato, ma il delta tra beneficio e costo può essere positivo: considerato il fatto che una componente del 30% “libero” del Pir è investita in BTp, quindi in debito pubblico italiano, e considerato che il restante 70% va su aziende italiane, quindi su indotto e di conseguenza gettito, un beneficio fiscale può costare molto meno della provvista delle medesime risorse sul mercato a tassi correnti. Ciò si inserirebbe anche nelle linee del governo in tema di allocazione del debito pubblico sul retail. Si pensi all’effetto positivo di avere un numero sempre maggiore di italiani investiti sull’economia italiana».
Infine c’è l’estensione ai Pir ordinari del credito d’imposta su minusvalenze. «Tale agevolazione - conclude Centemero - rappresenta una mitigazione del rischio da parte dell’investitore mai prevista per i Pir ordinari. Potrebbe essere uno degli elementi di rilancio dei piani individuali di risparmio».
Gli ultimi due punti della proposta di modifica, secondo Centemero andrebbero estesi anche ai Pir alternativi.
Lo rileggo, ma faccio una domanda da neofita. Volendone aprire uno conviene aspettare l'approvazione della nuova normativa secondo voi?
 
Coletti parla anche di costi che si leggono tra le righe.
Ma esistono altrnative valide a Directa?
 
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È in cantiere un’altra proposta di modifica alla legge sui Pir, la terza da quando sono stati lanciati i piani individuali di risparmio nel 2017.
La prima, quella inserita nella legge di bilancio 2019 non portò fortuna al settore, mentre la seconda, l’ampliamento del limite di investimento introdotto nel 2022, non ha smosso granché il comparto, pur avendo offerto maggiori margini di manovra a risparmiatori e gestori. Questa volta, se andrà in porto, vediamo cosa succederà.
La proposta è portata avanti dal deputato Giulio Centemero, capogruppo della Lega in Commissione Finanze, e richiede sostanzialmente la modifica di quattro punti della norma: possibilità di sottoscrivere più Pir ordinari; possibilità di investire l’ammontare massimo previsto (200mila euro in cinque anni) in un’unica soluzione e non più spalmato anno per anno; deducibilità dall’imponibile fiscale di una percentuale della somma investita ed estensione ai Pir ordinari e ripristino per gli alternativi del credito di imposta sulle minus. L’obiettivo? Rafforzare le sorti dei Pir ordinari. E visto che nei primi 9 mesi del 2023 il sistema ha accusato deflussi per 1,8 miliardi, ce ne sarebbe proprio bisogno. «Il Ddl Capitali è un passo in avanti significativo per la finanza domestica. Stiamo ridefinendo il framework normativo e tra le altre cose completando il ciclo del equity, per esempio con la dematerializzazione delle quote di Srl - spiega Centemero -. Ora è necessario anche lavorare sull’afflusso di liquidità al sistema. Un primo passo può avvenire attraverso alcune modifiche ai Pir ordinari, uno strumento che ha apportato risorse all’economia reale italiana e che mi auguro continui a farlo». La prima delle quattro modifiche è stata presentate al Senato come emendamento al Dl Anticipi.
«La possibilità di sottoscrivere più Pir ordinari è una misura semplice e a costo zero per lo Stato - prosegue Centemero - che consente al risparmiatore già avvezzo a questo strumento di diversificare il portafoglio e apportare più risorse e liquidità al mercato, mentre poter investire l’ammontare massimo previsto in un’unica soluzione non solo rende omogenee le possibilità di investimento da parte dei gestori ma consente anche agli stessi di cogliere, laddove si presentino, le opportunità di investimento più vantaggiose per gli investitori». La deducibilità di una percentuale dell’investito o della quota capitale più maturato a scadenza, è invece un provvedimento volto a contenere i riscatti. «La misura - dettaglia Centemero - avrebbe un costo per lo Stato, ma il delta tra beneficio e costo può essere positivo: considerato il fatto che una componente del 30% “libero” del Pir è investita in BTp, quindi in debito pubblico italiano, e considerato che il restante 70% va su aziende italiane, quindi su indotto e di conseguenza gettito, un beneficio fiscale può costare molto meno della provvista delle medesime risorse sul mercato a tassi correnti. Ciò si inserirebbe anche nelle linee del governo in tema di allocazione del debito pubblico sul retail. Si pensi all’effetto positivo di avere un numero sempre maggiore di italiani investiti sull’economia italiana».
Infine c’è l’estensione ai Pir ordinari del credito d’imposta su minusvalenze. «Tale agevolazione - conclude Centemero - rappresenta una mitigazione del rischio da parte dell’investitore mai prevista per i Pir ordinari. Potrebbe essere uno degli elementi di rilancio dei piani individuali di risparmio».
Gli ultimi due punti della proposta di modifica, secondo Centemero andrebbero estesi anche ai Pir alternativi.
Sembra sia stato convertito in legge
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Pir. In arrivo quattro modifiche alla legge
L’emendamento al Dl Anticipi è stato presentato dal deputato Giulio Centemero
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È in cantiere un’altra proposta di modifica alla legge sui Pir, la terza da quando sono stati lanciati i piani individuali di risparmio nel 2017.
La prima, quella inserita nella legge di bilancio 2019 non portò fortuna al settore, mentre la seconda, l’ampliamento del limite di investimento introdotto nel 2022, non ha smosso granché il comparto, pur avendo offerto maggiori margini di manovra a risparmiatori e gestori. Questa volta, se andrà in porto, vediamo cosa succederà.
La proposta è portata avanti dal deputato Giulio Centemero, capogruppo della Lega in Commissione Finanze, e richiede sostanzialmente la modifica di quattro punti della norma: possibilità di sottoscrivere più Pir ordinari; possibilità di investire l’ammontare massimo previsto (200mila euro in cinque anni) in un’unica soluzione e non più spalmato anno per anno; deducibilità dall’imponibile fiscale di una percentuale della somma investita ed estensione ai Pir ordinari e ripristino per gli alternativi del credito di imposta sulle minus. L’obiettivo? Rafforzare le sorti dei Pir ordinari. E visto che nei primi 9 mesi del 2023 il sistema ha accusato deflussi per 1,8 miliardi, ce ne sarebbe proprio bisogno. «Il Ddl Capitali è un passo in avanti significativo per la finanza domestica. Stiamo ridefinendo il framework normativo e tra le altre cose completando il ciclo del equity, per esempio con la dematerializzazione delle quote di Srl - spiega Centemero -. Ora è necessario anche lavorare sull’afflusso di liquidità al sistema. Un primo passo può avvenire attraverso alcune modifiche ai Pir ordinari, uno strumento che ha apportato risorse all’economia reale italiana e che mi auguro continui a farlo». La prima delle quattro modifiche è stata presentate al Senato come emendamento al Dl Anticipi.
«La possibilità di sottoscrivere più Pir ordinari è una misura semplice e a costo zero per lo Stato - prosegue Centemero - che consente al risparmiatore già avvezzo a questo strumento di diversificare il portafoglio e apportare più risorse e liquidità al mercato, mentre poter investire l’ammontare massimo previsto in un’unica soluzione non solo rende omogenee le possibilità di investimento da parte dei gestori ma consente anche agli stessi di cogliere, laddove si presentino, le opportunità di investimento più vantaggiose per gli investitori». La deducibilità di una percentuale dell’investito o della quota capitale più maturato a scadenza, è invece un provvedimento volto a contenere i riscatti. «La misura - dettaglia Centemero - avrebbe un costo per lo Stato, ma il delta tra beneficio e costo può essere positivo: considerato il fatto che una componente del 30% “libero” del Pir è investita in BTp, quindi in debito pubblico italiano, e considerato che il restante 70% va su aziende italiane, quindi su indotto e di conseguenza gettito, un beneficio fiscale può costare molto meno della provvista delle medesime risorse sul mercato a tassi correnti. Ciò si inserirebbe anche nelle linee del governo in tema di allocazione del debito pubblico sul retail. Si pensi all’effetto positivo di avere un numero sempre maggiore di italiani investiti sull’economia italiana».
Infine c’è l’estensione ai Pir ordinari del credito d’imposta su minusvalenze. «Tale agevolazione - conclude Centemero - rappresenta una mitigazione del rischio da parte dell’investitore mai prevista per i Pir ordinari. Potrebbe essere uno degli elementi di rilancio dei piani individuali di risparmio».
Gli ultimi due punti della proposta di modifica, secondo Centemero andrebbero estesi anche ai Pir alternativi.
Sembra sia stato convertito in legge: Legge 15 dicembre 2023, n. 191
 
hai avuto modo di approfondire? avevo letto un articolo che in effetti diceva che si potranno aprire più conti PIR.
quello che penso interessa a me e a tutti quanti hanno un conto PIR fai da te, più che questo immagino interessi sapere se dal'anno prossimo potremmo avere la deducibilità in percentuale degli importi investiti
 
hai avuto modo di approfondire? avevo letto un articolo che in effetti diceva che si potranno aprire più conti PIR.
quello che penso interessa a me e a tutti quanti hanno un conto PIR fai da te, più che questo immagino interessi sapere se dal'anno prossimo potremmo avere la deducibilità in percentuale degli importi investiti
Non sono un esperto, ma il fatto di avere più PIR non sia la cosa più interessante. Ma sembrerebbe che prevedano una certa deducibilità e anche dello credito d'imposta su una parte di minusvalenze. Ma tutti gli articoli online sono per abbonati, quindi oltre il titolo non si riesce a capire molto. Potrebbe assomigliare ad una sorta di fondo pensione?
 
In questi giorni vedo se trovo qualcosa su il sole 24 ore.
A me tornerebbe utile appunto la deducibilità, anche se ormai mi sono avanzati circa 40mila da aggiungere, il grosso ormai è andato.

Potevano fare uno sforzo in più e togliere tobin tax e bolli, che secondo me dovevano togliere fin dalla nascita
 
Non ho capito il senso di poter aprire più conti PIR: basterebbe levare il limite dei 200.000 o raddoppiarlo oppure il provvedimento è studiato appositamente per non darci a noi di Directa questa possibilità? Ne approfitto per fare gli auguri a tutti.
 
Non ho capito il senso di poter aprire più conti PIR: basterebbe levare il limite dei 200.000 o raddoppiarlo oppure il provvedimento è studiato appositamente per non darci a noi di Directa questa possibilità? Ne approfitto per fare gli auguri a tutti.
E si, il governo di è riunito e ha studiato il modo di come limitare il peso di Directa nel contesto finanziario europeo visto il peso di questa società 🤣🤣🤣🤣Certo che un PIR basato su un solo ETF conposto da titoli abbastanza limitati e con quei costi credo proprio che non sia il massimo.
 
Ultima modifica:
E si, il governo di è riunito e ha studiato il modo di come limitare il peso di Directa nel contesto finanziario europeo visto il peso di questa società 🤣🤣🤣🤣Certo che un PIR basato su un solo ETF conposto da titoli abbastanza limitati e con quei costi credo proprio che non sia il massimo.
Forse non lo sai ma qui si parla dei vecchi PIR " fai da te" di Directa.....che non sono più sottoscrivibili.
 
Aggiornamento della normativa sui Pir tratto dalla G.U.
Le "domande" sono almeno 2:

- ogni Pir ha una capienza massima di 200.000 euro oppure la somma dei conferimenti a più Pir non deve superare i 200.000 euro?
A me non è chiaro...

- Directa permetterà di aprire nuovi Pir faidate ai vecchi clienti con un Pir già attivo?

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