Piero Gilardi

ciao
grazie a tutti per le interessanti informazioni.
Possiedo un greto di fiume (sassaia?) di fine anni 80, 100x100. Vorrei cederla.
Se attraverso questo forum potesse nascere un interessamento o un contatto con un collezionista, sarebbe fantastico :)
(ovviamente fee garantita all'intermediario ;))

gits
PS: potrei dare maggiori info in privato.

Per gli annunci,c'è una sezione apposita...
 
scusatemi, non sapevo.
Mi informo meglio.

Cordialmente
gits
 
sul canale you tube
un video di Varla

con il consueto suo punto di vista, differente da altri,
di punti di vista:o
 
qui siamo alla verità cristallina spiattellata in faccia...
 

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ieri sul "La Lettura" del Corriere della Sera due pagine di intervista a Gilardi
 
artista straordinario, forse l'unico che potrebbe nei prossimi anni, arrivare a toccare i livelli di Boetti...
 
secondo me Kounellis ha questa possibilità, forse superiore a Boetti.
 
artista straordinario, forse l'unico che potrebbe nei prossimi anni, arrivare a toccare i livelli di Boetti...

Mah... penalizzato da una produzione sterminata e dal fatto che, in pratica, le sue opere storiche sono pochissime...
 
secondo me Kounellis ha questa possibilità, forse superiore a Boetti.

Assolutamente no perché a differenza di Boetti e forse di Gilardi non è piacione o decorativo che dir si voglia quindi non piacerà mai al grande pubblico
 
arte 2011, vedremo nei prossimi anni se varrà la tua o la mia considerazione.
 
Mia personalissima opinione, trovo Gilardi un artista marginale e con opere che nel tempo avranno (e già hanno) seri problemi di conservazione.

Non credo che una mostra importante mi farà cambiare opinione, anche se non escludo che possa avere un qualche risvolto sul mercato, tutto da valutare. Chi ha interesse in questi termini faccia le sue considerazioni con attenzione. Del resto, alle cifre di oggi, se piace (!), non si rischia molto.

Capisco che i temi su ambiente / natura / clima diventino sempre di maggiore attualità e che tanti percorsi vengano (retrospettivamente...) riletti in questa chiave, anche se trovo che la rappresentazione della natura con materiali di derivazione plastica/petrolifera non so come possano essere letti in chiave ambientalista... ma oggi tutto è possibile.

PS. visto che avete citato Kounellis, a mio modesto parere la sua produzione più importante è quella poverista, che è però anche quella più "dura", non a caso il collezionismo predilige i "Segnali", che appartengono ad una limitatissima stagione POP dell'artista, durata pochissimi anni.
Kounellis è il fuoco, la lamiera, il carbone, i cavalli, i sacchi di iuta, iecc. Questa è la parte importante del suo lavoro, ma il mercato predilige i Segnali, in quanto iconici e immediati, e certamente con un appeal notevole, oltre che banalmente con una più facile collocabilità in casa.
 
Gilardi artista marginale, mi suona male Biagio.
Sullo deperibilità delle opere, si quelle degli anni 60 e 70, dopo direi che ha trovato materiali e colori corretti.
Consiglio opere anni 90.
 
Gilardi ha elaborato il concetto di "tappeto natura" negli anni '60 e con quella tipologia di opere è stato inserito nelle mostre poveriste.
Oltre a quelle ha fatto, sia allora che anche in momenti successivi, delle installazioni - più o meno interessanti - con i medesimi materiali sintetici.

Successivamente ha avuto una fase dedicata al desgin e alla politica / sociale.

Le opere importanti sono fondamentalmente quelle degli anni '60 e '70, con i relativi problemi di deperimento dei materiali.

Dagli anni 90 ad oggi, ossia negli ultimi 30 anni non pare abbia elaborato ricerche particolarmente evolute o innovative se non reiterare i medesimi tappeti natura nei vari formati, ma magari sbaglio per la mia limitata visione del lavoro dell'artista.
Poi, magari una "sassaia" può anche essere gradevole... ma per quanto tempo non saprei.

Come ho scritto, è una mia personalissima opinione; altri lo riterranno un artista fondamentale o in ogni caso importante, o piacevole.

Ovviamente se a uno piace, fa bene a comperarlo, oltretutto i costi sono piuttosto contenuti rispetto ad altri artisti, e può anche essere che abbia delle soddisfazioni ecnomiche.
 
Mia personalissima opinione, trovo Gilardi un artista marginale

Gilardi marginale? Ma hai mai aperto un libro di storia dell'arte? Poi, ho visto opere anni '60 e '70 perfette senza restauri, in ogni caso quelle che mal sono state conservate le restaura Gilardi. I materiali di natura industriale sono utilizzati da Gilardi perchè metaforicamente prende il prodotto dell'industrializzazione inquinante e lo riutilizza per ricreare la natura distrutta. Che poi la poetica di Gilardi è molto più strutturata e trasversale. Se non ti piace e lo ritieni marginale cosa scrivi a fare di Gilardi, scusa? Non lo seguire e non lo comprare.

Piuttosto per far cosa utile, segnalo la mostra su Gilardi al "Magazzino Italian Art" a New York con prestiti anche dal Centre Pompidou e dal MoMA di New York...

Piero Gilardi, Tappeto-Natura: la mostra da Magazzino Italian Art
 
Gilardi marginale? Ma hai mai aperto un libro di storia dell'arte? Poi, ho visto opere anni '60 e '70 perfette senza restauri, in ogni caso quelle che mal sono state conservate le restaura Gilardi. I materiali di natura industriale sono utilizzati da Gilardi perchè metaforicamente prende il prodotto dell'industrializzazione inquinante e lo riutilizza per ricreare la natura distrutta. Che poi la poetica di Gilardi è molto più strutturata e trasversale. Se non ti piace e lo ritieni marginale cosa scrivi a fare di Gilardi, scusa? Non lo seguire e non lo comprare.

Piuttosto per far cosa utile, segnalo la mostra su Gilardi al "Magazzino Italian Art" a New York con prestiti anche dal Centre Pompidou e dal MoMA di New York...

Piero Gilardi, Tappeto-Natura: la mostra da Magazzino Italian Art

ahahahahahah " Se non ti piace e lo ritieni marginale cosa scrivi a fare di Gilardi, scusa? Non lo seguire e non lo comprare."
Ma proprio tu vieni a fare a me la predica per avere espresso la mia opinione su Gilardi, dopo che per anni (anni!) tu ad esempio hai scritto post denigranti sul 3D di Boetti? :rotfl:

Se permetti, i testi di storia dell'arte un pochino li ho letti e ho anche alcuni volumi rari e originali degli anni '60 dell'Arte Povera.

Ti dò comunque un'informazione: la storia dell'arte è costellata di movimenti - più o meno importanti - e di artisti - più o meno importanti - che ne hanno fatto parte.
Non è che avere fatto parte di un movimento implichi in automatico un'importanza permanente. Un artista può avere partecipato ad una stagione, avere fatto cose anche volendo valide, e questo non è detto che necessariamente abbia chissà quali ulteriori implicazioni rispetto ad un intero percorso artistico.

Del resto, come ho anche chiaramente scritto, se a uno piace Gilardi e lo ritiene un artista significativo, fa bene a comperarlo.
A me non piace e non lo compero, e, tra gli artisti dell'Arte Povera non lo ritengo certo uno dei più importanti, pur avendo partecipato con un suo contributo alla stagione poverista. Sarò libero di scrivere una mia opinione... potrò scrivere che a mio parere in decenni di produzione ha reiterato sempre la singola medesima idea senza chissà quali ulteriori evoluzioni?

Mi spiace tu possa infastidirti perchè ho espresso un'opinione a te non gradita su un artista che deduco probabilmente hai in collezione, ma non è che tu possa censurarmi, soprattutto considerato che proprio tu spesso e volentieri hai scritto negativamente su artisti che evidentemente non ti interessano nè segui nè comperi, e non ti sei certo risparmiato a spargere negatività, illazioni o pseudo previsioni catastrofiche poi rivelatesi l'esatto opposto, quindi sopporterai anche tu che altri non la pensino come te e possano esprimersi liberamente, come hai fatto tu.

PS. Poi, magari Gilardi è un genio e io ho completamente sbagliato a valutarlo, può benissimo essere così. E magari mi dovrò ricredere. Ma ora la penso così.
 
Gilardi paga due cose: il carattere e la produzione (ma inferiore a Boetti) ma è artista molto importante è cosa molto imp e’ molto riconoscibile e gradevole anche ai non addetti ai lavori
A differenza di kounellis e’ pure gradevole al grande pubblico se sfondasse in America me vedremo delle belle.
 
Buongiorno a tutti.

Questo è il mio primo intervento (mi sono presentato nell'apposita sezione). Mi dispiace che possa sembrare contro Biagio, del quale invece ho apprezzato diverse analisi, ma in fondo è lui stesso ad aver richiesto un approfondimento su Piero Gilardi. Il suo giudizio sull’artista, però, è molto duro e l'artista non lo merita.

Mi preme dire che non ho alcuna opera di Gilardi in collezione. Tuttavia, ho avuto modo di conoscerlo personalmente e, nel 2017, ho accompagnato ad incontrarlo nel suo studio gli Alumni del Master in Art Market Studies di Zurigo. È stato molto gentile: mi ha dedicato e regalato tre bei libri. Il mio conflitto d'interessi si limita giusto a questo.

Gilardi è da ritenersi uno dei massimi teorici dell'Arte Povera. Ripercorro in sintesi il suo curriculum.
I primi tappeti natura sono del 1965; la prima personale da Sperone a Torino è del 1966, lo stesso anno in cui espone con Pistoletto, Fabro e Piacentino nella collettiva "Arte Abitabile".
Nel 1967 ha una personale da Sonnabend, Parigi, è invitato da Lucy Lippard per una personale a New York e poi da Sperone a Milano. In quell'anno Gilardi incomincia a viaggiare in Europa e negli Stati Uniti, incontrando, fra gli altri, Eva Hesse e Bruce Nauman a New York, Louise Bourgeois a San Francisco, Beuys a Düsseldorf, Richard Long a Londra e Jan Dibbets ad Amsterdam. Pubblica una serie di articoli per Politi su Flash Art e stabilisce una fitta rete di relazioni con artisti, che costituisce la base di partenza stessa dell'Arte Povera.
Nel 1969 il suo contributo teorico è fondamentale per la realizzazione delle due mostre: Op Losse Schroeven: Situaties en cryptostructuren, allo Stedelijk di Amsterdam, e la più nota When attitudes Become Form, a Berna. È riconosciuto internazionalmente come un consulente prezioso di Szeemann nella preparazione di quest’ultima mostra, che ha fatto epoca.
Il testo di Gilardi del 1969, "Politica e avanguardia", scritto per la mostra olandese, è uno dei contributi teorici più alti che siano giunti sulla scena internazionale dall'Italia in quegli anni.
Segue una pausa nella produzione artistica tradizionale, dove Gilardi si dedica a progetti di terapia artistica presso ospedali psichiatrici in Nicaragua, Kenya e anche Stati Uniti.
Ritorna a Torino nel 1983 e prende parte a diverse mostre collettive di grande interesse, mentre più sporadiche restano le mostre personali.
In anni recenti, anche grazie alla riproposizione dei suoi tappeti natura, con i quali si finanzia, è riuscito a realizzare a Torino, nel 2008, il Parco Arte Vivente, uno dei centri internazionali più importanti per quanto riguarda l'arte su temi ambientali.
Con l'attività del PAV Gilardi si conferma finissimo teorico, visionario e punto di riferimento dei massimi artisti internazionali.

IMHO, Gilardi è un grandissimo rappresentante dell'Arte Povera e uno dei suoi padri fondatori. È rispettatissimo all'estero (parlo con cognizione, visto che io vivo vicino a Zurigo). Dal punto di vista del pensiero, dovrebbe valere più di molti poveristi che vanno per la maggiore.
Le ragioni che hanno condizionato il suo mercato sono, a mio avviso, molteplici, ma riconducibili essenzialmente a tre.

1. Le prime opere degli anni '60, se mal conservate, presentano problemi e si polverizzano. Materiali più recenti sono perfettamente stabili, ma molti collezionisti continuano ad avere paura che l'opera si deteriori.
2. Gilardi si è assentato dalle scene artistiche per 15 anni e, anche al suo rientro, si è dedicato a progetti poco commerciali.
3. Gilardi ha condotto molte battaglie contro il sistema costituito (la Fiat e gli Agnelli, la Democrazia Cristiana, ecc.) e, ancora oggi, non rinnega le sue posizioni politiche di estrema sinistra (sostegno ai sindacati, no al TAV, ecc.), fino a preparare “opere” anche per accompagnare cortei politici. Viceversa, molti suoi compagni di strada, con il cuore a sinistra, si sono accorti che il portafogli nella tasca destra era meglio averlo gonfio.

Non ho elementi e conoscenze tali per sapere se gli elementi di cui sopra saranno superati in futuro.

Perché non ho opere di Gilardi nella mia collezione?
Penso, come collezionista, di aver perso il treno dell'Arte Povera e di dover salire su altri convogli. Non ho ritenuto, nel suo caso, di fare un'eccezione anche per un mio gusto personale.

Spero di essere stato utile. Mi scuso per essere stato un po' prolisso.
 
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