Parlando di trend inflattivi a lungo termine, che dureranno possibilmente fino al 2030, voglio citare i tre di cui sono piu' convinto:
1) processo di deglobalizzazione e reshoring di varie catene di forniture (giusto per fare qualche esempio, l'Europa e' di fatto obbligata a rendersi indipendente energeticamente, gli USA sono obbligati a rendersi indipendenti sui microchip, la Cina e' obbligata a rendersi indipendente su diverse materie prime, etc).
è appunto un processo di LUNGO termine che interessa pochi, specifici settori... in ogni caso gli effetti a breve (entro il 2024 diciamo) sono principalmente quelli derivanti dall'aumento di spesa pubblica legato negli USA all'Inflation Reduction Act e in EU al PNRR
ci sono anche effetti deflattivi di lungo, come la denatalità dei paesi occidentali e le ripercussione su immobiliare, gli aumenti di produttività legati alla tecnologia, ecc, ecc, ma i trend di lungo periodo avranno, IMHO, un effetto limitato nei prossimi 14 mesi, indicativamente l'orizzonte temporale di chi ha aperto una posizione tattica (speculativa) sui tassi
2) aumento esponenziale della massa monetaria, e questo non ha precedenti nella storia moderna (differenza peggiorativa rispetto agli anni 70). E finche' la massa monetaria gira nell'azionario/obbligazionario/real estate va tutto bene, madama la marchesa, ma quando per una serie di eventi dovesse iniziare a spostarsi sulle commodity, sono sorci verdi per tutti. Le politiche monetarie fed/bce/pboc attuate negli ultimi anni sono state volte a ridurre l'afflusso di denaro verso le commodity, e nonostante tutto il QT/rialzo tassi non ci stanno riuscendo.
l'aumento della massa monetaria è stato senza dubbio uno dei motori principali del picco inflattivo che abbiamo recentemente vissuto (come anche della crescita delle quotazioni di vari asset), ma ora la massa monetaria si sta riducendo ed escludere effetti almeno a breve della riduzione in atto non è corretto perché, a rigor di logica, negherebbe concettualmente anche gli effetti precedenti: gli effetti dell'aumento li abbiamo avuti, le conseguenze ci sono state e ci sono, adesso c'è la riduzione e ne arriveranno gli effetti contrari (sempre imho)
Ti chiedo poi perché dici "dovesse spostarsi sulle commodity", perché secondo te non ha avuto influenze sulle commodity? Dici infatti:
e politiche monetarie fed/bce/pboc attuate negli ultimi anni sono state volte a ridurre l'afflusso di denaro verso le commodity, e nonostante tutto il QT/rialzo tassi non ci stanno riuscendo
di quali politiche monetarie parli? Quali azioni in concreto tali da escludere a livello di Banche Centrali gli investimenti in un determinato settore? Ti prego rispondimi sul punto e non buttarla in polemica, io non sono qua a far polemiche, sono sinceramente interessato al punto
3) Riduzione strutturale del capex di aziende produttrici di materie prime. Pochissimi investimenti (globali) su nuovi pozzi petroliferi, nuove miniere, nuove agriculture intensive, nuovi allevamenti, etc. Evidente dai bilanci delle grandi aziende multinazionali, la spesa in capex e' scesa a livelli circa 50% piu' bassi rispetto ad una decade fa. Il sistema di forniture globale e' di fatto in un regime di undersupply, ed anche se si volessero inizializzare nuovi impianti produttivi oggi, le tempistiche sono lente/farraginose la forza lavoro e' carente e il finanziamento e' caro.
abbiamo appena detto che USA ed EU si stanno impegnando nel reshoring anche tramite enormi piani di investimenti pubblici... se non sono investimenti in immobilizzazioni (operative) questi... tu evidentemente ti riferisci alle commodity, imho in particolare a quelle energetiche, che hanno vissuto uno shock nel periodo di tassi bassi (WTI a -40) che ha bloccato i nuovi investimenti (per mancanza di domanda causa crisi economica) e ora si trovano in ritardo con gli investimenti e di fronte a tassi più alti rispetto almeno all'ultima decade... vediamo... possibile che nel breve ci sia un deficit di capacità produttiva a livello di alcune commodity, ma sinceramente non lo vedo come un trend di lungo periodo non passibile di variazioni (se un dato settore offre una marginalità interessante ci sarà sempre qualcuno disposto a investire fino ad eliminare quella quel gap di marginalità rispetto ad altri investimenti)
Come vedi, niente guerre mondiali, niente oil shock embargo petrolifero da Saudi Arabia, niente errori sulle politiche monetarie delle banche centrali, niente supergomblotto dei megapoteriforti...
Cosa mi farebbe cambiare idea?
Ci sono alcune "get out of jail free card" che se vedessi implementate (magari anche solo due o tre) inizierei a ripensarci.
Riduzione (globale) della burocratizzazione per lo sviluppo di nuovi impianti energetici industriali minerari ed ed agricoli, grandi investimenti in nuovi impianti da parte delle multinazionali, fine della guerra Russia/Ucraina e della schermaglia in Medio Oriente, fine della vendita da parte di Cina e Giappone dei treasury bond Statunitensi, aggiustamento ed indirizzamento della forza lavoro giovane verso professioni piu' produttive, aumento delle nascite nei paesi sviluppati, ritorno a bilanci statali solidi e sostenibili... e mi fermo qui senno' poi si entra nella cospirazione e nel supergomblotto dei megapoteriforti...
poi in altro post scrivi che il taglio dei tassi determina un aumento dell'inflazione, e descrivi il processo come certo e soprattutto praticamente istantaneo... potresti, per cortesia, argomentare meglio?
per come la vedo io la riduzione dei tassi è uno degli strumenti di politica monetaria, a disposizione delle banche centrali, tradizionalmente utilizzato per cercare di sostenere l'economia di una data area monetaria, con l'intento di incentivare sia gli investimenti in immobilizzazioni, ma anche quelli in capitale circolante, i consumi a credito, ecc; se taglio i tassi è perché voglio stimolare la domanda nelle sue varie componenti... se ho bisogno di stimolare la domanda, come può esserci contemporaneamente inflazione? Dovrebbe esserci una strutturale carenza di offerta in tutti (o molti) i settori e questa non è proprio la situazione attuale, a mio modesto parere